ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 15 giugno 2014

La pace, la confusione, il sincretismo.

Due articoli sulla “Bussola”. Un lettore ci scrive

Abbiamo ricevuto da un lettore una mail che pubblichiamo integralmente, come integralmente facciamo nostri i suoi dubbi e le sue obiezioni. L’incontro “per la pace” nei giardini vaticani ha suscitato molte domande che meritano una risposta e due articoli pubblicati su “La Bussola” non hanno contribuito a fare chiarezza. Confidiamo nella sensibilità dell’amico Riccardo Cascioli per avere quei chiarimenti che il lettore invoca, e noi con lui.

Paolo Deotto – direttore di Riscossa Cristiana
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La lettera che abbiamo ricevuto:
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Egregio Direttore, sono un fedele cattolico di 30 anni. Leggo quotidianamente articoli su vari siti tra cui il vostro e, conoscendo la vostra sensibilità verso la Verità tutta intera, Le espongo le ragioni del mio sconcerto. Dopo aver letto su La Nuova Bussola Quotidiana l’articolo di mons. Livi:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-preghiera-israelo-palestinese-in-vaticanoun-gesto-religioso-un-fine-politico-9411.htm

Ho inviato alla redazione la seguente mail datata 8 giugno:
“Egregio Direttore,
premetto di essere un affezionato lettore sin dalla fondazione della Bussola; ritengo un dono del Cielo il servizio che essa svolge in quest’epoca di confusione e tempesta; altrettanto affezionato sono al rev.mo mons. Antonio Livi, uno dei sacerdoti più ortodossi e una delle menti più lucide nell’attuale panorama intellettuale cattolico.
Ora, io non sono nessuno, ma proprio nessuno. Sono un semplice fedele. E da semplice fedele pensante, proprio in nome dell’affetto spirituale che mi lega a Voi, mi permetto di rivolgere alcune domande a Lei e a mons. Livi per ricevere chiarimenti dottrinali in merito all’articolo Preghiera israelo-palestinese in Vaticano: un gesto religioso, un fine politico.
1)    Nell’articolo si sottolinea come il gesto di papa Francesco s’inserisca in una sorte di “tradizione” portata avanti da molti «papi dell’età moderna», da Alessandro VI, Pio IX, Benedetto XV, Pio XII, fino ai pontefici della seconda metà del Novecento. Si ricorda come tutti costoro abbiano curato «iniziative pubbliche (arbitrati internazionali)» per risolvere o prevenire conflitti armati e dunque in favore della pace. Domando: quando uno qualunque dei pontefici, prima del Concilio Vaticano II, ha sollecitato una riunione pubblica tra capi di stato, allo scopo di ottenere la pace, usando come mezzo la preghiera comune nei confronti di tre (dico tre) dèi diversi?
2)    Mons. Livi giudica «una forzatura» quella di chi vede dietro questa iniziativa lo spirito di Assisi e del dialogo ecumenico perché in questo caso la finalità è «politica […] e non propriamente religiosa, anche se il mezzo principale adoperato – la preghiera – è squisitamente religioso e di fronte all’opinione pubblica mondiale dà testimonianza della fede in Dio creatore e provvidente, adorato come tale da tutte e tre le religioni lì rappresentate: il cristianesimo, l’ebraismo e l’islam». Domando: se – per assurdo – domani si giungesse alla pace, quale Dio andrebbe ringraziato: la Santissima Trinità, Allah o Jahvé? Dico “per assurdo” perché Gesù Cristo ha detto «Io sono la via, la verità e la vita» e non mi sembra che pregarLo insieme ad altri dèi sia molto coerente con questo principio (pertanto mi sembrerebbe strano se esaudisse una simile preghiera, perché sarebbe come dire: «L’unico vero Dio sono Io, ma anche se mi pregate insieme a dei falsi idoli vi ascolto lo stesso perché non sto qui a formalizzarmi» (esattamente il contrario di quanto avvenne col vitello d’oro)… Ma il primo comandamento è valido in assoluto o ammette deroghe quando è in gioco la pace tra le nazioni?
3)    Probabilmente, però, ciò che più colpisce, rileggendo lo stralcio di cui sopra, è il giudizio positivo che si esprime riguardo a un evento che in vista di un fine politico (per quanto nobile e importante) usa malamente il mezzo religioso per eccellenza che è la preghiera. Perché, a mio modesto parere, malamente? È presto detto: si può rimanere indifferenti dinanzi al dolce Cristo in Terra che invita a pregare “ciascuno il proprio dio”? Quanti cristiani sono oggi convinti della necessità salvifica della Chiesa Cattolica? Un simile gesto non porta forse confusione sul piano dottrinale e quindi sul piano morale? Quanti, oggi, si sentono sempre più autorizzati a vivere come “gli pare” perché tanto una religione vale l’altra? Ma questo non vuol dire annacquare la Fede? Non vuol dire detronizzare (ancora una volta) Cristo Re? Quale fine politico, per quanto elevato, può essere anteposto al bene supremo della salvezza delle anime?”.
Fine della mail. Non ho ricevuto nessuna risposta. Oggi, 15 giugno, leggo l’articolo di Enrico Cattaneo:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-pregare-con-i-nomi-di-dio-9483.htm
Stavolta resto proprio basito e mi domando: ma sono io ad andare contromano in autostrada oppure c’è effettivamente un problema generalizzato nei rapporti con il 1° Comandamento?
Qui addirittura si arriva a citare Mosè e – udite udite – S. Giovanni della Croce in relazione alla tradizione islamica di pregare Dio (Allah) invocando i suoi molti nomi.
Vogliamo credere e far credere – contro tutta la Tradizione della Chiesa – che i non cristiani elevano a Dio preghiereefficaci? Che è possibile pregare la SS. Trinità anche chiamandoLa Allah? Ma allora che senso hanno il Battesimo e l’obbligo di evangelizzare? Che senso ha la stessa morte in croce di Nostro Signore, se anche i musulmani possono elevare a Dio la «preghiera vera», come si dice nell’articolo?
Ci si chiede anche, in preda al più pernicioso sincretismo e indifferentismo religioso, se «non possiamo fare nostre» le preghiere dei non-cristiani per il semplice fatto che dicono di seguire «la Religione dell’amore»! La risposta, per il cattolico che voglia rimanere tale, è categorica: no, non possiamo. Ma più nessuno si pone il problema dell’identità di Dio? Perché se io prego Allah non sto pregando il Dio Vivo e Vero, ma un idolo. Una cosa è la pacifica convivenza dei fedeli di tutte le religioni, altra cosa è l’equiparazione di tutte le fedi.
E’ mai possibile che si debba ricordare simili banalità alla stessa classe culturale cattolica? Che poi un articolo del genere sia pubblicato il giorno della solennità della SS: Trinità è a dir poco grottesco.
La prego Direttore, scriva qualcosa in merito, chieda pubbliche spiegazioni al Direttore della Bussola. E’ un dovere morale, per chi ha la responsabilità dell’orientamento culturale di tanti cattolici, dire chiaramente che il 1° Comandamento non ammette eccezioni, che fuori la Chiesa non c’è salvezza, che chi si salva nelle false religioni si salva malgrado esse e non grazie ad esse. Se non crediamo più in queste cose neanche noi, il trionfo del Cuore Immacolato di Maria tarderà ad arrivare.
La ringrazio cordialmente.
In Christo Rege,
V. G.


Redazione

2 commenti:

  1. Quanto sta succedendo nell' istituto fondato dal manelli e' il risultato di ciò' che lo stesso fondaore ha trasmesso ai suoi sudditi:(il plagio trasforma i figli in sudditi di chi si erige a maestà').Nessuno conosce la verità' sul caso commissariamento prima dei frati poi anche delle suore, l' importante e' che la verità ' sia conosciuta da chi deve indagare e rapportare alla congregazione dei religiosi per una definitiva condanna per il colpevole.

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    1. signora nikka costa, e meglio che le sue cantate le faccia alla mattina sotto la doccia, invece di dire sciocche parole al vento, secondo lei il padre è riuscito ha plagiare quasi mille consacrati ?. quante stupidate e cattiverie. E' proprio come ai tempi di Gesù, sotto ogni cielo ci sono sempre i calunniatori.

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