ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 4 luglio 2014

Stile di Loggia: quando ti stimano. ti trombano^

IOR ALL’INFERNO, BERGOGLIO IN BOLLETTA – CROLLA L'UTILE DELLA BANCA DEL PAPA: DA 86,6 MILIONI DELL'ANNO PASSATO AI 2,8 MILIONI DEL 2013 - UN CALO CHE NON PERMETTERÀ ALLA BANCA DI GIRARE UN CONTRIBUTO AL PAPA PER LE SUE ATTIVITÀ DI EVANGELIZZAZIONE: NEL 2013 UNA CINQUANTINA DI MILIONI

Pesano il buco da 15 milioni provocato dal finanziamento che il cardinal Bertone fece alla Lux Vide di Bernabei e alcuni investimenti milionari andati male. Il presidente Ernst von Freyberg - in guerra da mesi con il prelato vicinissimo al Papa, Battista Ricca, e con la lobby americana - potrebbe annunciare l'addio già la prossima settimana…

Emiliano Fittipaldi 


VATICANO, SEDE IORVATICANO, SEDE IOR
Papa Francesco ce la sta mettendo tutta, ma le spine dello Ior, la banca vaticana, continuano a non fargli dormire sogni tranquilli. Dopo l'inchiesta della settimana scorsa del nostro settimanale , che ha raccontato degli scontri durissimi tra il prelato del Papa, Battista Ricca, e il presidente Ernst von Freyberg (ormai in uscita, tanto che il successore potrebbe essere nominato già la settimana prossima), "l'Espresso" è in grado di anticipare i dati più salienti del bilancio 2013, approvato dal cda dell'istituto, cifre che dovrebbero essere pubblicate nei dettagli martedì prossimo. Se, ovviamente, la società di revisione (la Deloitte) darà in queste ore il suo ok definitivo.

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO SULLA COPERTINA DI THE ADVOCATE MENSILE DELLA COMUNITA GAYPAPA FRANCESCO BERGOGLIO SULLA COPERTINA DI THE ADVOCATE MENSILE DELLA COMUNITA GAY
Il dato che salta subito agli occhi è il crollo dell'utile netto, che passa dagli 86,6 milioni dell'anno passato (quando la gestione era di fatto in mano al direttore generale Paolo Cipriani, indagato per violazione delle norme antiriciclaggio dalla procura di Roma) ai 2,8 milioni registrati nel 2013. Un calo del 96,7 per cento che non permetterà alla banca, come avviene ogni anno, di girare un contributo al Papa per le sue attività di evangelizzazione: nel 2013 il "regalo" arrivò a una cinquantina di milioni.

«Von Freyberg» spiegano i suoi uomini «ha dovuto ripulire il bilancio del'istituto da schifezze e zavorre che abbiamo ereditato». Leggendo il bilancio, in effetti, si nota una perdita secca di 15,1 milioni di euro, pari al controvalore dei titoli della Lux Vide in pancia allo Ior, la società di produzione di "Don Matteo" fondata da Ettore Bernabei.

Monsignor Battista Mario Salvatore RiccaMONSIGNOR BATTISTA MARIO SALVATORE RICCA
Grande amico del cardinale Tarcisio Bertone, Bernabei (vicinissimo all'Opus Dei) ottenne due anni fa un prestito obbligazionario dalla banca vaticana, qualche mese dopo il defenestramento di Ettore Gotti Tedeschi, da sempre contrario all'operazione. Secondo gli americani di Promontory, che hanno setacciato i conti della banca, l'operazione approvata dal board che cacciò Gotti è stata  una follia, tanto che von Freyberg ha deciso di "regalare" i titoli Lux a una fondazione di diritto vaticano. Sancendo in bilancio una svalutazione patrimoniale secca.
ERNST VON FREYBERGERNST VON FREYBERG

Non solo. Nel 2013 lo Ior, per esplicita richiesta di papa Francesco, è venuto in soccorso alla diocesi di Terni con un prestito infruttifero da circa 12 milioni. Un buco, quello della diocesi, provocato da dieci anni di investimenti immobiliari sballati, su cui sta indagando la procura. Infine, lo Ior ha svalutato per decine di milioni alcuni investimenti (sbagliati, secondo la nuova dirigenza) fatti da Cipriani. Tra questi, spicca un business immobiliare al centro di Budapest (attraverso un fondo lo Ior ha comprato l'ex palazzo della Borsa ungherese per farci appartamentini di lusso da rivendere). Ci sono poi riserve d'oro che l'istituto ha dovuto deprezzare per il calo del valore del metallo prezioso.
Tarcisio BertoneTARCISIO BERTONE

Ora è probabile che von Freyberg - in guerra da mesi con il prelato vicinissimo al Papa, Battista Ricca, e con la lobby americana capeggiata dall'avvocato Jeffrey Lena - decida di lasciare. Qualche settimana fa ha minacciato di dimettersi su due piedi insieme ai dirigenti da lui scelti.
Per evitare una rottura alla Gotti Tedeschi, la Santa Sede gli ha chiesto di rimanere ancora un po', in modo da assicurare una transizione morbida e ordinata.

Insieme al bilancio, sussurra qualcuno, la prossima settimana in conferenza stampa il cardinale Pell potrebbe annunciare l'addio di von Freyberg, contestualmente al nome del nuovo presidente. Che avrà l'incarico di continuare la battaglia sull'antiriciclaggio e la trasparenza voluta da Francesco.

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Un francese verso lo IOR

Jean-Baptiste De Franssu
Jean-Baptiste De Franssu
“E’ ormai cosa fatta”. Commentano così nei sacri palazzi l’ormai imminente avvicendamento al vertice dello IOR. Il tedesco Ernst von Freyberg, se tutto è confermato, “entro brevissimo tempo” lascerà la poltrona di Presidente dell’Istituto per le Opere di Religione al francese Jean-Baptiste De Franssu. Il via libera alla nomina anche con l’ok dell’AIF, dopo un’accurata indagine per scovare eventuali scheletri nell’armadio. E oggi Papa Francesco riceverà il rapporto finale della commissione d’inchiesta sulla “Banca Vaticana”.


La riforma dello IOR comincia da qui: questa volta non ci sarà nessuna sfiducia, solo un semplice passaggio di testimone per chiudere un ciclo e aprirne un altro. Il tedesco Von Freyberg lascerà il posto di presidente al francese De Franssu, membro laico del nuovo Consiglio per l’Economia, il cui nome era stato anticipato qualche giorno fa dal Corriere della Sera. Il finanziere transalpino, molto legato al maltese Joseph Zhara (anche lui membro del Consiglio per l’Economia e già presidente della COSEA, la Commissione d’inchiesta sui dicasteri economici della Santa Sede) potrebbe insediarsi già la settimana prossima, perché “ormai il quadro è molto chiaro” dicono alcune fonti ben informate, nonostante le critiche dei giorni scorsi. In effetti il nome di De Franssu era stato contestato perché, secondo voci contrarie interne al Vaticano, l’uomo si sarebbe speso per trovare un posto di lavoro al figlio, Louis Victor, all’interno del Promontory Financial Group, la società di consulenza americana che da oltre un anno passa al setaccio i conti dello IOR.  ”Su De Franssu c’è stata un’accurata indagine dell’Autorità d’Informazione Finanziaria (l’AIF) e non è risultato nulla di compromettente” fa sapere un’autorevole fonte a Tgcom24 – Stanze Vaticane, “nessuno scheletro nell’armadio grazie a Dio”. Superato anche questo ostacolo, quindi, per il finanziare francese dovrebbe essere ormai davvero solo questione di ore.
Intanto i membri della Pontificia Commissione Referente sull’Istituto per le Opere di Religione, nonostante il gruppo di lavoro si sia già sciolto da settimane, concluderanno oggi tutti i documenti: la relazione finale finirà quindi sulla scrivania di Papa Francesco che potrà rendersi conto, pagina dopo pagina, dello stato di salute della “Banca di Dio”. I membri, nel loro rapporto conclusivo,  tra le raccomandazioni per l’Istituto, hanno chiesto una maggiore “concentrazione sulle missioni e sui poveri di casa nostra” per far tornare la “Banca Vaticana” alla sua missione d’origine.

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Il Papa e il “C9”: stima a Von Freyberg, in arrivo novità allo Ior

Guerra sulle finanze vaticane. I "maltesi" puntano al forziere

La nuova lobby legata al finanziere Zahra non mira solo allo Ior: c'è pure l'Apsa,  cuore economico della Santa Sede. Scontro tra cardinali: Pell contro Bertello


Uno scontro. Il cardinal Giuseppe Bertello contro il collega australiano George Pell. Due diverse concezioni che si affrontano. E la battaglia dello Ior che prosegue in altro modo.
Ernst von Freyberg
Ora la posta in palio non è più solo il famoso istituto, al centro di tante trame anche romanzesche, ma l'Apsa (l'Amministrazione del patrimonio della sede apostolica, ndr), ovvero il motore economico del Vaticano. O meglio, si è aperta ormai una partita complessa che riguarda le principali leve finanziarie della Santa Sede. E le due banche che hanno il loro quartier generale dentro le mura leonine: lo Ior e appunto l'Apsa, che è molto più grande anche se meno nota del turbolento Istituto per le opere di religione.
Dunque, a quel che risulta al Giornale, lo scontro è esploso già martedì al C8 (di fatto C9 con l'ingresso del segretario di Stato Pietro Parolin), il consesso dei cardinali chiamati a dettare le linee guida su temi delicatissimi. Il decisionista Pell ha proposto la sua strategia: la nomina di Jean-Baptiste de Franssu alla guida dello Ior e una profonda revisione dell'Apsa che passerebbe in parte sotto il controllo del Consiglio per l'Economia, in cui lo stesso Pell è affiancato da alcuni laici emergenti, come l'onnipresente de Franssu. Così Pell, ribattezzato non senza ironia Pell Potter, si è trovato contro Giuseppe Bertello che manifesta una linea più prudente e chiede chiarezza. Va bene il cambiamento ed è giusto battere la strada della trasparenza purché non diventi l'alibi per manovre di potere. In particolare, c'è chi punta il dito contro l'attività frenetica della cosiddetta lobby maltese, così chiamata perché farebbe capo al finanziere maltese Joseph Zahra, autorevole membro e vicecoordinatore del Consiglio. La lobby brigherebbe per piazzare alla testa dello Ior de Franssu. Ora però i riflettori si accendono sull'Apsa e sul meeting del Consiglio atteso per sabato. Che cosa accadrà nel week end? Il progetto, secondo quel che trapela dai Sacri Palazzi, sarebbe articolato: verrebbe tolto di mezzo il board tecnico che assiste l'Apsa e in cui spicca la figura, assai influente, dell'inglese Peter Sutherland.
Eliminato il principale ostacolo, l'Apsa potrebbe essere spacchettata, o se si preferisce, divisa in due. L'Apsa cosiddetta ordinaria andrebbe sotto il controllo del Segretariato per l'economia, l'Apsa straordinaria finirebbe invece sotto l'ombrello del Consiglio per l'economia. E l'idea sarebbe quella di affidarne la gestione ad un Comitato per gli investimenti in cui fanno la parte del leone, guardacaso, i maltesi e i loro amici: insomma il solito Zahra, l'altrettanto onnipresente de Franssu, e l'avvocato messinese Franco Vermiglio, legato agli altri due da solidi interessi finanziari. Il terzetto si troverebbe a controllare un patrimonio enorme e avrebbe fra le mani tutte le operazioni immobiliari targate Apsa.
Ma, naturalmente, nel C8 e poi nel Consiglio per l'economia c'è chi la pensa in tutt'altro modo e non vuole smantellare gli assetti attuali ed eliminare figure prestigiose come quella di Sutherland. Lo scudo deve rimanere a tutela dell'indipendenza dell'Apsa. E così la partita coinvolge tutti e due i livelli: quello laico e quello ecclesiastico, con la contrapposizione fra cardinali. Bertello contro l'australiano Pell, grande sponsor dei maltesi.
Tutti vogliono voltare pagine e lasciarsi definitivamente alle spalle un passato non sempre glorioso. Solo che ai concetti-bandiera, declinati con enfasi dalle varie parti in causa, seguono diverse visioni sulla conduzione della macchina finanziaria della Santa Sede. E a complicare le cose c'è il risiko delle poltrone strategiche che potrebbe partire nei prossimi giorni. Tutti danno ormai per scontate le dimissioni o la cacciata di Ernst von Freyberg, il presidente dello Ior, arrivato alla testa dell'istituto di credito pochi giorni prima della nomina di papa Francesco. Il banchiere tedesco non ha fatto male ma non avrebbe stabilito un vero feeling con papa Francesco e anzi ha ricevuto nei giorni scorsi una dura lettera dal prelato allo Ior Battista Ricca, stimatissimo da Bergoglio. Dunque, si dà per imminente il cambio della guardia e nei giorni scorsi è circolato il nome di de Franssu, considerato in pole position per il delicatissimo incarico. Ora le carte sono state rimescolate e i giochi si sono riaperti.

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