ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 21 ottobre 2014

Scandali e casi disumani

Sono scandalizzato e credo di averne il diritto 

A conclusione dello sconclusionato spettacolo del Sinodo, ci viene spiegato che, finalmente, abbiamo la Chiesa della misericordia, che apre le braccia al mondo, alle domande degli uomini. Che bello. Ma una Chiesa che non parla più di peccato, altro non fa che ingannare il peccatore, al quale offre tanta accoglienza, ma al quale si scorda di indicare, senza paura, la strada per la salvezza.

di Paolo Deotto

zzzzzsndL’ho scritto più volte e qui lo ripeto: non voglio, Dio me ne scampi, fare il teologo. Sono un cattolico qualunque che ha fatto in tempo, per ragioni anagrafiche, a ricevere le nozioni fondamentali del Catechismo, di quella che una volta si usava chiamare la “Dottrina”. Le verità di Fede, senza le quali non c’è salvezza. E ora, dopo questo increscioso spettacolo del Sinodo, mi sento di affermare, ad alta voce, che sono scandalizzato.
Sono scandalizzato perché considero offensivo per tutta la Storia della Chiesa, che non è nata oggi, né è nata dal Concilio Vaticano II, né è nata il 13 marzo del 2013, questa ossessiva ripetitività sull’accoglienza, sull’apertura al mondo, sulla misericordia.
Sembra che fino a un anno e mezzo fa la Chiesa abbia scacciato i peccatori a calci in faccia, sia stata un rigido organismo di potere che ad occhi chiusi proclamava la Dottrina e condannava senza remissione.
Ma quando mai? Vorrei sommessamente ricordare che il Sacramento della Confessione esisteva già, e grazie ad esso il peccatore pentito, che fa serio proponimento di non ricadere nel peccato, riceve il perdono da Nostro Signore. Già, perché è forse il caso di ricordare che la Chiesa deve avere a cuore la salvezza delle anime, ma come può aiutare i peccatori se ad essi non dice, con assoluta chiarezza, che il peccato conduce alla dannazione?
L’inferno esiste. Non starà bene dirlo, ma esiste, questo la Chiesa ce lo ha sempre insegnato. Il peccato esiste, anche questo non sta bene dirlo, ma anche questo la Chiesa ce lo ha sempre insegnato.
E soprattutto esistono le parole di Nostro Signore, Verità incarnata, di cui la Chiesa è custode.
Sempre la Chiesa ha accolto il peccatore: ma le braccia aperte che insieme non conducano il peccatore alla coscienza del proprio peccato e al pentimento, e non lo aiutino a capire la terribile sorte che attende chi non si pente e non chiede perdono, sono braccia aperte traditrici, che offrono la sbrigativa consolazione del “volemose bene” e si scrollano il ben più impegnativo compito di operare per la conversione.
Già fu surreale la diffusione in tutto il mondo del famoso “questionario”. I sondaggi di opinione servono per capire come produrre beni e servizi che siano graditi al mercato, ma la Verità non è sfilacciabile o elastica, è Una. Ma è ancor più surreale il fatto che il sinodo si sia dedicato a discussioni incredibili, che non vertevano sui mezzi migliori per far comprendere al popolo la Verità, ma che hanno invece generato affermazioni scandalose. Ripeto: scandalose. Perché, quando con la scusa di essere aperti al mondo e misericordiosi, si arriva a parlare di omosessualità, e di convivenze diverse dall’unica ammissibile, quella santificata dal sacramento del matrimonio, in termini tali da sfumare e far sparire il peccato, si è già nello scandalo.
Con la nuova parola magica, “parresia”, si sono rotte le dighe che hanno permesso di assistere allo spettacolo indecoroso di vescovi e cardinali che non hanno più dibattuto di pastorale, ma hanno, nei fatti, dibattuto di dottrina, la quale del resto è stata definita come un “qualcosa” in movimento, che si evolve. Si vede che Nostro Signore, essendo venuto sulla terra duemila anni orsono, ha bisogno di essere aggiornato.
Addirittura mi capita di leggere un articolo sul Sussidiario in cui scopro che la Chiesa è un “fenomeno plurale”. Fantasia senza freni. Già è singolare l’accostamento del sostantivo con l’aggettivo, tanto più lo è per la Chiesa. Ma ora la parola d’ordine del nuovo corso della misericordia, forse perché questa “misericordia” è così misericordiosa da tagliare la testa a chi non è in linea, è che “tutto va ben, Madama la Marchesa” e per affermare questo si inventano gli arzigogoli più strampalati. Dov’è finito il “Sì, sì, no, no”? Mah! E così un sinodo che ci ha dato lo scandalo di Verità messe ai voti, diviene un meraviglioso e fraterno evento di fraterno confronto.
Proprio ieri la nostra Marisa Orecchia giustamente ha sottolineato che il sinodo sulla famiglia non ha speso una parla sull’aborto, il crimine abominevole che è una delle cause di rovina delle famiglie, e di dannazione per chi lo compie. Non una parola. Meglio non dare preoccupazioni al mondo, così sensibile e bisognoso di tenerezza.
È inutile adesso cantar vittoria o perlomeno tirare un sospiro di sollevo perché le affermazioni più pazzesche della Relatio posta Disceptationem sono state cancellate e attenuate nel documento finale. È già di un’enorme gravità che queste affermazioni si siano potute fare, che il Papa non sia intervenuto a bloccare il tutto, a ricordare che la Dottrina non si mette ai voti. Ma tant’è: la Chiesa sembra travolta dal desiderio della facile popolarità mondana, e nascondendosi dietro le vaghe affermazioni di fedeltà alla dottrina, offre una prassi per cui siamo “Todos Caballeros”, come un coniuge infedele che proclami l’assoluto dovere della fedeltà coniugale ma sia poi tanto tanto indulgente verso l’adulterio. E a furia di essere indulgente e di praticarlo, l’adulterio diverrà la norma…
Poi, alla fine, è arrivato il discorso del Papa (QUIQUI e QUI) a sistemare tutto. E ora dico un po’ di nomi che gli uomini della mia età ricordano di certo: Rumor, Forlani, Moro, Restivo, Taviani, Donat Cattin, Sullo, Andreotti… e potrei citarne altri; vado così, a memoria. Ricordate chi erano questi signori, vero? Erano i campioni di quella Democrazia Cristiana che fu così poco cristiana da riuscire a consegnare, sculettando a destra e a sinistra, l’Italia alla sovversione, all’aborto, al divorzio, che spianarono con la loro pavidità la strada a quanti lavoravano per la rovina di un popolo e e di una Nazione benedetti da Dio. I risultati li godiamo tuttora. Una delle invenzioni più geniali di quella generazioni di politici pusillanimi fu la teoria degli opposti estremismi. Non siamo né di qua né di là, siamo in un limbo strano in cui cerchiamo di accontentare tutti, con l’illusione di tenerceli tutti buoni. E il risultato fu anche che un assassino della sintassi e del buon senso come un magistratino fino ad allora ignoto, tal Di Pietro, ebbe facile gioco nel mandare a casa tutti quegli incapaci e di far posto alla greppia ai suoi mandanti.
Avrei voluto, ma io sono un vecchio cattolico ancora attaccato a credenze desuete, quali l’unicità della Chiesa come luogo di salvezza, o l’immutabilità della Dottrina, che il discorso di chiusura del Papa fosse stato su questo tono: “Cari figlioli, questo Sinodo ha evidenziato che la Chiesa è caduta nella confusione più totale. Ora ritiratevi tutti i preghiera e meditazione per un anno; ci rivediamo qui e chi ancora ripeterà affermazioni che sono a dir poco ereticali verrà cacciato”.
No, tutto va ben, Madama la Marchesa. Leggiamo sul sussidiario e su Famiglia Cristiana commenti entusiastici al discorso di chiusura. È nata finalmente la Nuova Chiesa. Vabbè, prendo atto. Io però voglio salvarmi l’anima, e mi dichiaro scandalizzato e continuo a seguire la Chiesa di sempre, la S. Messa di sempre, la Dottrina di sempre. E continuo considerare questo Papa come il mio Papa, ma moltiplicherò le preghiere per lui, e per tutti i peccatori, come sono io stesso, che rischiano la dannazione perché la Nuova Chiesa non parla più del peccato.
Ma concedetemi in chiusura (e grazie a chi mi ha letto fin qui) di dichiarare che, oltre allo scandalo, sento anche una cocente nostalgia di questi tempi remoti in cui un allora giovane come me andava dal prete a consigliarsi, perché sapeva che il prete era la roccia, che comunque indicava la strada giusta. Concedetemi una cocente nostalgia di quella Chiesa a cui si affidavano i giovani con tutta tranquillità, e lo facevano anche i cosiddetti “mangiapreti”, perché sapevano che comunque solo la Chiesa dava la garanzia della formazione vera e sana della gioventù. Oggi addirittura fa notizia, tale da meritare il lancio dell’ANSA, che un prete ricordi alle signore di non entrare in Chiesa in abiti indecenti. Vediamo quando il suo vescovo lo rimprovererà…
Moltiplichiamo i Rosari, ma non stanchiamoci di gridare la Verità. Dai tetti, a tempo e fuori tempo, senza alcun rispetto umano.

–  di Paolo Deotto

Redazione
http://www.riscossacristiana.it/sono-scandalizzato-credo-di-averne-il-diritto-di-paolo-deotto/

“FUORI MODA”. La posta di Alessandro Gnocchi – rubrica del martedì

Lo strano caso di padre Livio e mister Hyde, il beato Paolo VI, ancora sul Sinodo e la Cappella Sistina che diventa una rimessa della Porsche
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Questa settimana, le risposte saranno magari un po’ brevi, ma la posta si sta accumulando nella cartellina che il solerte amico Paolo Deotto mi consegna con implacabile puntualità. Siccome, oltre a essere solerte, Paolo è anche fraterno, non posso fargli fare cattiva figura, dunque cerco di recuperare il terreno perduto. Perdoneranno quindi gli amici che hanno scritto se sforbicerò un poco, oltre alle mie risposte, anche le loro domande.
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zrbrpsCaro Alessandro,
mi permetto di chiamarla per nome per la comunione di idee, ma anche, e vorrei dire soprattutto, per una simpatia speciale sorta quando lei e il povero Mario Palmaro siete stati attaccati ignobilmente per aver detto quello che molti pensano. In particolare mi riferisco al direttore di Radio Maria, padre Livio. Da quando Bergoglio è diventato papa, il povero padre Livio è irriconoscibile. Mi sembra quasi che abbia subito una metamorfosi che ricorda quella dello strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde. La virulenza e la volgarità con cui vi ha aggrediti, e ancora vi aggredisce anche senza nominarvi insieme alla new entry Socci è inquietante. Nei giorni scorsi ha definito “imbecilli” i critici di Bergoglio. Raramente, forse mai, avevo visto tanta cattiveria in un sacerdote. Mi viene da dire che si tratta di un triste caso umano. So che lei non è più intervenuto in proposito, ma mi piacerebbe avere un suo parere. Le chiedo troppo?
Peppino Beretta
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Caro Beretta,
mi chiede poco, due righe appena. Quello di padre Livio non è un caso umano, ma un caso disumano. Merita solo l’oblìo.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo

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Caro Dr. Gnocchi,
apprendo che Andrea Tornielli, su “Vatican Insider” riporta quanto segue sull’esito del sinodo in merito ai due principali problemi dibattuti: ammissione ai sacramenti dei divorziati risposati:  104 favorevoli e 74 contrari; unioni  gay: 118 placet e 62 non placet. Ciò significa che non esiste la maggioranza “qualificata” dei due terzi, adottata come soglia per considerare i passaggi specifici come “espressione del Sinodo”. Ma significa anche che ci siamo andati vicino (…). Come può un vescovo della Chiesa, anche di quelli che hanno votato contro, mettere ai voti le verità di cui dovrebbe essere custode, difensore, testimone e garante? Perché si arroga il diritto di decidere per votazione cosa è bene e cosa è male infischiandosene di Dio? (…)
Se questi sono i pastori, e se non intendono cambiare, meglio non averli perché non solo conducono al peccato – scusi il termine desueto – ma gli conferiscono autorevolezza e legittimità.
Cordiali saluti,
Fabio Baioni
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Caro Baioni,
tra le sue osservazioni ce n’è una drammaticamente, acutamente realistica: più della metà dei vescovi presenti al sinodo, non ancora i due terzi ma quasi, ha già mutato religione. Forse ha ancora qualcosa di vagamente cristiano, ma è ben lungi dall’essere cattolica. Qui ci troviamo davanti a un Sinodo in cui la maggioranza dei cardinali e dei vescovi butta a mare almeno tre sacramenti: matrimonio, confessione ed eucaristia. La storia della Chiesa insegna che gli scismi si consumano per molto meno. Il dramma sta nel fatto che a essere sostanzialmente scismatici sono vescovi e cardinali che hanno interpretato, senza essere smentiti in itinere, le spinte bergogliane verso il nuovo.
Conta poco che ora papa Bergoglio abbia distribuito un po’ di bastonate a destra e un po’ a sinistra, ai tradizionalisti intellettualisti e ai progressisti buonisti. A qualcuno potrà sembrare un’intelligente trovata gesuitica e ci saranno anche quelli che cercheranno piamente di mostrare il grande equilibrio del Papa in cotanta tempesta. Non si tratta di equilibrio, ma di equilibrismo. E non c’è nulla di gesuitico, ma qualcosa di tristemente democristiano.
Caro Baioni, non se la prenda con quei pochi vescovi e cardinali di salda fede che hanno accettato di votare su certi temi. In una Chiesa che ormai ha davvero poco di cattolico, è dura fare il vescovo e il cardinale obbedendo a Dio invece che al dittatore di turno.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
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“La Chiesa non è un partito”, titolava “L’Avvenire”, eppure, circa il Sinodo appena chiuso, si continua a sentir parlare di votazioni, maggioranze, minoranze e altre simili questioni, solitamente riguardanti la politica e in particolare l’esercizio della democrazia. (…). A me sembra che decidere con votazioni su simili argomenti stia fra il ridicolo e il blasfemo, dato che gli insegnamenti che ad esse attengono provengono direttamente da Cristo, come ci hanno confermato gli apostoli.
La ringrazio fin d’ora, distinti saluti
Giovanni G. Marcolini
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Caro Marcolini,
sono del suo parere anche alcuni, purtroppo non molti, dei partecipanti al Sinodo. Prima ancora che il risultato delle votazioni, è blasfema l’idea di poter decidere se gli insegnamenti di Dio siano ancora di moda.
I cosiddetti pastori che la pensano in questo modo sono ormai ridotti all’applicazione di una sociologia di bassa lega che assume come vera qualsiasi tendenza del momento, anche la più perversa. La sociologia fa bene solo ai sociologi, un po’ come la psicanalisi agli psicanalisti, la moda agli stilisti e via discorrendo. La cura della verità ha bisogno di ben altro, a cominciare dalla fede.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
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Dottor Gnocchi
domenica 19, almeno per me, è stata una giornata di silenzio e di preghiera di riparazione per quanto di male è stato fatto nei confronti della Chiesa e della Sacra Liturgia da Paolo VI. Io credo che non ci sia nulla da dover festeggiare, i disastri sono sotto gli occhi di tutti! (…).
Giovanni
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Caro Giovanni,
se Paolo VI fosse stato solo il Papa della “Humanae vitae”, non sarebbe stato beatificato, specialmente da un successore come  Bergoglio. Paolo VI è stato portato agli onori degli altari perché è il Papa del Concilio Vaticano II, colui che ha fatto penetrare nella Chiesa cattolica quello spirito della modernità che, tardivamente, denunciò come “fumo di Satana”.
Ma anche quella denuncia, che pure ha una sua forza e un suo senso, non è mai stata sostanziata con precisione. Temo che, se lo fosse stata, avrebbe tolto anche quell’illusione di un ripensamento che oggi in qualche modo trova sensibili i cattolici legati alla Tradizione.
Non si può dimenticare, come non dimentica lei, che sotto la condanna a morte della buona Messa, la Messa della Chiesa cattolica, sta la firma di questo Papa. C’è chi sostiene che quella firma Paolo VI l’avesse posta con le lacrime agli occhi e che la colpa sia tutta del terribile monsignor Bugnini, in odore di massoneria. Ma, se così fosse, perché Paolo VI emanò il messale che, in pochi decenni, avrebbe distrutto la liturgia cattolica?
Da quel cancello spalancato, e non da qualche fessura nascosta, è penetrato il tremendo spirito del mondo nella Chiesa. Ed è questo che hanno da celebrare oggi coloro che festeggiano la beatificazione di Paolo VI.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
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Caro Dott. Gnocchi,
apprendo dal sito “fidesetforma” che sarebbe stata affittata la Cappella Sistina alla casa automobilistica Porsche per una serata di gala, che prevede prima un concerto e, a seguire, una raffinata cena. Si tratta evidentemente di un convegno veramente esclusivo perché i soli 40 partecipanti dovranno sborsare ben 4.990 euro a testa per godere di cotanta bellezza.
Ora, dal momento che la Cappella Sistina è fra i luoghi più sacri al mondo e non un noto locale romano dedito al divertimento e alle gozzoviglie, trovo che la decisione del Vaticano sia semplicemente scandalosa, un vero abominio. (…),
Luigi Donini
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Caro Donini,
uno non ci crederebbe, ma è così: concerto nella Cappella Sistina e cena di gala nei Musei Vaticani organizzati dal Porsche Travel Club. Naturalmente, secondo il Telegraph, a sostegno delle “opere di beneficenza di Papa Francesco”. Tutto confermato dal sito di “Quattroruote”. Ma, cosa vuole, dopo aver buttato alle ortiche la liturgia che era l’anima delle chiese, ora si buttano alle ortiche le chiese. Dopo i mercanti “nel” tempio, arriva sempre il momento dei mercanti “del” tempio.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
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Caro signor Alessandro Gnocchi,
quando faccio presente ad un mio amico le preoccupazioni per questa Chiesa che alla ricerca della pecorella smarrita, la quale pare non abbia alcuna voglia di essere trovata, lascia che si perdano le altre 99, questi mi dice di stare tanquillo che sulla Chiesa Satana non prevarrà mai e che quindi rimanere osservatori inerti è l’unica cosa da fare. Ebbene, io penso che, sì, Satana non prevarrà mai sulla Chiesa, ma il prezzo che potrebbero dover pagare i cristiani dall’incapacità dei pastori potrebbe essere altissimo. (…) Ma, le chiedo, siamo cosi sicuri che il Signore non si stanchi di una vigna che non dà frutto e ne faccia un deserto magari con il braccio violento dell’islam?
Ermanno Vernocchi
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Caro Vernocchi,
non credo che rimanere osservatori inerti sia proprio ciò che il Signore si attenda dai suoi figli. Penso che questo sia un periodo nel quale Dio sta punendo l’ignavia di tanti che avrebbero potuto e dovuto opporsi alla deriva modernista e non lo hanno fatto.
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo

Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it , con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.
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martedì 21 ottobre 2014

1 commento:

  1. I bergogli e le bergogliate passano in fretta, ma il Vangelo di Cristo rimane per sempre.
    NON SEGUIAMOLI

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