ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 12 gennaio 2015

Un caffè in più?

Cosa abbiamo fatto di male per meritarci tanta indifferenza proprio dalla Chiesa, che storicamente è sempre stata la madre della grande storia della musica?



Nella Basilica Vaticana, e non solo in quella, ’è sempre stata  stata la “regola” che : “non bisogna far attendere il Papa sull’Altare” .
Per questo l’Organista e il Maestro del Coro debbono sapere interrompere l' esecuzione per non far attendere il Papa.
Nelle Liturgie nella Basilica di San Pietro i Cerimonieri hanno sempre curato, con ammirevole precisione, il ritmo celebrativo musica/liturgia in modo che non si fossero stati degli accavallamenti .
L’Organo poi faceva la sua parte intercalando con improvvisazioni o brevi brani organistici fin quando c’era bisogno.

Un errore può accadere a tutti, basta un non nulla per sbagliare anche in una Cappella Papale importante come nell’Epifania del Signore.

Dopo la novità, discussa e discutibile, dell’ Incarnatus della Messa in Do minore di Mozart, eseguito dal Soprano Chen Reiss e dall’Orchestra Sinfonica di Pittsburgh diretta Maestro Manfred Honeck , inserito nel Credo III della Messa “in nocte” del Santo Natale abbiamo notato, dietro opportuna e competente segnalazione, che nella Cappella Papale dell'Epifania il Santo Padre , come si può chiaramente vedere nel video QUI non ha voluto aspettare due secondi in più  iniziando In nomine Patris …” sulle ultime note dell’accordo del complesso strumentale .

Tradotta l’impazienza papale può suonare : "E dai, non fatela tanto lunga che mi son già rotto abbastanza di tutto sto’ suonare!"
D’accordo che Mons. Palombella possa aver esagerato, ma esiste una cosa che si chiama "rispetto"!

Forse non c’era bisogno far suonare, a canto introitale terminato, gli ottoni affidandosi  all’improvvisazione organistica del bravissimo Maestro Juan Paradell Solé (  che certamente non avrebbe fatto aspettare il Santo Padre ) ma l’errore può e deve accadere a tutti per farci capire che nessuno di noi è un robot o un super uomo capace di prevedere tutto ma questa svista poteva e doveva essere evitata.


Qualcuno però ci potrà mai spiegare perchè i Cantori della Sistina sono obbligati a cantare il Canto Gregoriano a “mezza voce” invece che proclamarlo con voce festosamente piena ?
Visto che sono stato “obbligato” a vedere il video della Messa dell’Epifania ( il Papa ha ripetuto due volte l'Hanc Igitur ..) ho notato che il canto introitale non era pienamente consono alla festosità della celebrazione… e l’Atto penitenziale, così allungato nei tempi, è stato davvero una penitenza …
Peccato ! 

Rinnoviamo però fiduciosi le sincere e ponderate congratulazioni che facemmo al Maestro Mons. Massimo Palombella per avere saputo valorizzare in più occasioni il repertorio della “scuola Polifonica romana” a cui facciamo seguire anche la cordiale raccomandazione di prendere un caffè in più … per accelerare i tempi corali che in questo modo sono troppo soporiferi cercando di esagerare con l'Organo piuttosto che con gli ottoni .

Andrea Carradori


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