ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 11 febbraio 2015

SanRemo telefona a Bergoglio per correggere il tiro?

Sanremo, famiglia Anania sale sul palco:
«In 16 per opera Dio». Sui social spopola
Papa Bergoglio: «Non fare come conigli»


«Siamo un'opera di Dio, grazie al Signore, grazie allo Spirito Santo»: con la famiglia Anania, ben sedici figli, la spiritualità fa ufficialmente il suo ingresso sul palco dell'Ariston al festival di Sanremo. «Siamo normalissimi, ci fa straordinari la presenza di Cristo nelle nostre vite», dice Aurelio, che con la moglie Rita tira su la famiglia «con la collaborazione dei figli più grandi. Il Signore provvede». 
Un inno alla provvidenza, quasi da predicatore, con toni forse un po' eccessivi per una trasmissione popolare della tivù di Stato. Sarà l'effetto papa Francesco?, si è chiesto qualcuno. In un festival che il conduttore Carlo Conti ha inserito anche nel solco della tradizione francescana di «semplicità e amore».

Ma sui social è esploso il dibattito, con pro e contro. C'è chi definisce 
«un atto di irresponsabilità» mettere al mondo tutti quei figli, spiegando che se tutti facessero così avremmo esaurito da un pezzo le risorse del pianeta. Chi tira in ballo l'integralismo cattolico e si scaglia contro i «talebani della religione». E c'è' chi plaude la famiglia Anania per il coraggio di tirare su tutte quelle cerature. Altri che sostengono la «scelta coraggiosa». Qualcun altro consiglia di insegnare a "papy" di guardare un po' più di televisione la sera. Su Youtbe gira il video di Cletus, il personaggio dei Simpson con 22 figli, già rinominato Cletus Anania.

Il discorso del Papa. E c'è pure chi su Twitter ha linkato il messaggio del Papa sulla questione figli pronunciato un paio di settimane fa al suo ritorno da Manila. «Per essere buoni cristiani - aveva detto Bergoglio davanti alle telecamere - dobbiamo essere come conigli? No. Paternità responsabile», aveva concluso con tono secco e perentorio.

http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/TELEVISIONE/sanremo_anania_figli_papa_francesco/1173280.shtml

Famiglia, il Papa corregge il tiro: "Se ha tanti figli viene guardata male, non va"

Il pontefice nell'udienza generale: "Se una famiglia generosa di figli viene guardata come se fosse un peso, c’è qualcosa che non va"


Papa Francesco torna a parlare dei figli. "Una società avara di generazione, che non ama circondarsi di figli, che li considera soprattutto una preoccupazione, un peso, un rischio, è una società depressa".







Il pontefice lo ha detto nell’udienza generale di oggi. "Se una famiglia generosa di figli viene guardata come se fosse un peso, c’è qualcosa che non va -. La generazione dei figli dev’essere responsabile, come insegna anche l'Enciclica Humanae vitae del beato Papa Paolo VI, ma avere più figli non può diventare automaticamente una scelta irresponsabile", ha continuato riprendendo in parte il ragionamento che aveva proposto nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Manila, lo scorso 19 gennaio, quando aveva ricordato che i cristiani non sono "conigli". Parole che avevano destato un certo scalpore suscitando alcune reazioni polemiche.
"La vita - ha sottolineato Francesco - ringiovanisce e acquista energie moltiplicandosi: si arricchisce, non si impoverisce. I figli imparano a farsi carico della loro famiglia, maturano nella condivisione dei suoi sacrifici, crescono nell’apprezzamento dei suoi doni". Nelle famiglie numerose, infatti, "l’esperienza lieta della fraternità anima il rispetto e la cura dei genitori, ai quali è dovuta la nostra riconoscenza". Ed infatti, ha scandito il Papa, "una società di figli che non onorano i genitori è una società senza onore, destinata a riempirsi di giovani aridi e avidi".
Francesco ha anche rilevato che le mamme e i papà amano i loro bambini anche prima che siano nati. "Tante volte - ha detto - mi chiedono di benedire la pancia della mamma; e lo fanno perché già amano quel bambino, lo amano senza conoscerlo, lo amano prima che abbia fatto qualunque cosa. "Un figlio - ha spiegato in proposito - lo si ama perché è figlio: non perché è bello, sano, buono; non perchè la pensa come me, o incarna i miei desideri".
"Un figlio - ha scandito Bergoglio - è un figlio: una vita generata da noi ma destinata a lui, al suo bene, al bene della famiglia, della società, dell’umanità intera. Di qui viene anche la profondità dell’esperienza umana dell’essere figlio e figlia, che ci permette di scoprire la dimensione più gratuita dell’amore, che non finisce mai di stupirci. È la bellezza di essere amati prima: prima di aver fatto qualsiasi cosa per meritarlo, prima di saper parlare o pensare, addirittura prima di venire al mondo". "Essere figli - ha poi concluso - è la condizione fondamentale per conoscere l’amore di Dio, che è la fonte ultima di questo autentico miracolo. Nell’anima di ogni figlio, per quanto vulnerabile, Dio pone il sigillo di questo amore, che è alla base della sua dignità personale, una dignità che niente e nessuno potrà distruggere".
"Permettetemi un ricordo - ha detto il Papa a braccio in udienza generale - ricordo mia mamma, che a chi gli chiedeva qual è il tuo preferitò dei suoi cinque figli, rispondeva: 'Sono come le cinque dita della mano, se mi picchiano questo mi fa male, se mi picchiano quest’altro mi fa male, quando mi picchiano tutti mi fanno male tuttì. Così le cinque dita così è la famiglia, la differenza dei figli, ma sono tutti figli. Un figlio - ha commentato, non lo si ama perchè è bello, ma perchè è figlio»

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