ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 8 aprile 2015

Risorto? non per i soliti noti..!

Pasqua, verità cristiana ed ecumenismo – Riflessione e documenti storici:
documenti dei papi a condanna del sionismo ebraico 
Dalla Risurrezione in poi… a proposito di
ecumenismo ed ebraismo
Tra compromesso e verità – L'onnipresente ecumenismo a chi giova?
Qual è l'attuale situazione dell'élite religiosa che guida
i nostri presunti "compagni di dialogo"?
di Sergio Basile
Ecumenismo ed Ebraismo - Dopo la Risurrezione di Gesù
 Dalla Risurrezione in poi – A proposito di ecumenismo…                         
Roma, Gerusalemme, Betlemme – Oggi si parla molto di ecumenismo e dialogo interreligioso, quasi come se la Verità sulla Morte e Resurrezione di Cristo, mai confutata dalla storia, ma anzi avvalorata anche da molti "illustri atei" poi convertiti (vedi qui Indagine sulla Risurrezione di Gesù: come i dotti critici deposero le armi) fosse un qualcosa di insufficiente e parziale. Ma sempre a proposito di ecumenismo… nel Nuovo Testamento non c'è scritto da nessuna parte di dialogare e cercare un qualche compromesso con chi non crede in Gesù Cristo e lo rifiuta con ogni mezzo, ma c'è scritto chiaramente di annunciare Gesù Cristo e di pregare per la conversione dei lontani e di coloro che lo rinnegarono e lo uccisero. Cos'è dunque questa cultura del dialogo e dell'incontro a tutti i costi, al di fuori della luce della Verità, tanto in voga oggi? Dialogare su cosa? Perchè "compromettere" la verità? A qual fine? Può esserci risposta e giustizia fuori dallaverità rivelata? La Verità rivelata mediante l'Incarnazione, la Morte e la Risurrezione di Gesù.

 La situazione dei nostri presunti "compagni di dialogo"                           
Intanto, mentre continua la carneficina dei cristiani in tutto il mondo – l'ultima nei giorni scorsi in Kenya – e  il Vaticano d'oggi insegue in forte maggioranza "l'illuminantemiraggio dell'ecumenismo e del dialogo con le altre religioni monoteiste (nel tentativo di trovare un presunto e "salvifico equilibrio mondiale" - mondialista - tralasciando troppo "frettolosamente" la centralità della verità del messaggio evangelico) cosa fanno i nostri "cugini" mediorientali fedeli all'ebraismo talmudico? Cercano forse di fare passi avanti verso il riconoscimento di Gesù Cristoquale unico e vero Messia atteso dai profeti e da tutti i giusti di ogni tempo nell'ambito di un possibile revisionismo storico?  Sono aperti i capi religiosi dell'élite ebraica ad una eventuale storico "riconoscimento", come magari consigliato dal rabbino Kaduri prima della sua morte? (vedi qui IlNuovo Disordine Mondiale e il Vero Messia, Rivelazioni Shock). Non proprio! E' vero alcuni ebrei e rabbini hanno riconosciuto la figura di Cristo (si pensi a Israele Zolli, il capo-rabbino della comunità ebraica di Roma, convertitosi al Cristianesimo con tutta la sua famiglia - in data 13 febbraio 1945 – tra lo sconcerto dell'intera comunità ebraica internazionale (vedi qui Il Caso Zolli); o agli ultimi casi di conversione poco pubblicizzati dai media (vedi qui Io, rabbino ebreo convertito al Cristianesimo – Testimonianza di Asher Levy).
 Dritti per la loro strada…                                                                                  
Essi, i capi del celeberrimo sinedrio, dopo le molteplici delusioni e promesse disattese di presunti e sedicenti Messia intervenuti nella storia (vedi qui Il Dio dell’ebraismo moderno non è il Dio dei Cristiani. Chi è?) vanno sempre dritti per la loro strada, almeno per il momento, percorrrendo ostinatamente una via antitetica al messaggio di Gesù, forti anche del sostegno acquisito dai loro potentati mondiali, e dalle loro strutture di potere sconfinate e ben ramificate che sfociano dalla religione alla politica e all'economia; strutture ben cristallizzate nei vari sistemi economici, monetari, finanziari e bancari. Il sodalizio tra religione politica ed economia è infatti oggi più che mai saldo, impossibile negarlo! Inutile negarlo! La storia d'altronde è sotto gli occhi di tutti e parla chiaro; per comprenderla basta solo avere tre strumenti: occhi limpidi per vedere, un pò di memoria storica e un pizzico di sano spirito critico, che non guasta mai!
 Verso il Terzo Tempio                                                                                       
Frattanto, dicevo, i nostri "cugini" si organizzano in grande stile per il ritorno del "loro" particolare messia, tutti protesi all'edificazione – in Israele - del Terzo Tempio di Salomome e al completamento del nuovo altare sacrificale. Allora a cosa dovrebbe portare questo onnipresente slancio ecumenico tanto caro – tra l'altro – alla Massoneria (vedi qui Il Nuovo Ordine, la moda e l’errore dell’ecumenismo)? Ma per comprendere meglio, è opportuno fare un passo indietro nella storia, indagando alcuni aspetti spesso dimenticati sull'ebraismo e sul mancato riconoscimento di Cristo. Ciò partendo propio da uno dei simboli d'Israele: il Tempio di Salomone.
 Dal primo al terzo tempio                                                                                
Per la cronaca, il primo grande santuario ebraico (Grande Tempio) fu demolito, come noto, al tempo diNabucodonosor (586 a.C.) e della "cattività babilonese". In quel tempo  il profeta Geremia levò alto il suo grido di maledizione e monizione verso il suo stesso popolo, il sordo e indifferente popolo d'Israele.   Lo scomodo Geremia – prefigurazione di Cristo –  fu rifiutato e poi lapidato dai suoi stessi correligionari, impenitenti e rei  di aver rotto l'alleanza con Dio e di aver rivolto il loro culto ai vari Moloch, Baal ed altre divinità assire e babilonesi; rei di aver immolato offerte sacrificali aBaal (Demonio) nel santo tempio di Dio, voltando le spalle al Dio della Torah e della Bibbia. Il profeta prefigurò la caduta del Tempio. Successivamente nel 70 d.C. dopo il grande assedio romano diTito Flavio Vespasiano, episodio decisivo della prima guerra giudaica, vi fu la distruzione del Secondo Tempio, cui seguì la ben nota diaspora d'Israele.
 Intanto in Israele…                                                                                            
Nella settimana appena conclusa, mentre la Cristianità tutta è stata rivolta alle celebrazioni dei sacri riti della Settimana Santa e della Pasqua, in Israele, dunque, sono proseguiti con febbrile spasmo i lavori di completamento dell'edificazione del Terzo Tempio, seguiti dall’architetto Shmuel Balzam. Il nuovo altare – come apprendiamo da Breaking Israel News: vedi qui Altar of Jewish Holy Temple Rebuilt - dietro la regia del Temple Institute di Gerusalemme è stato ultimato e "potrà essere rapidamente montato (e smontato all'occorrenza) nella posizione esatta che consente al servizio divino di essere ripreso senza indugio". Lo stesso Temple Institute, in questi giorni ha specificato che la base dell’altare contiene due portali per la raccolta del sangue versato durante i sacrifici degli animali immolati. Di certo il destinatario di questo culto non sarà Gesù Cristo e neppure il Dio Uno e Trino dei Cristiani. Ma allora a che serve quest'ecumenismo?
 Controsensi dietro il paravento dell'ecumenismo                                      
I controsensi celati dietro il paravento dell'ecumenismo sono davvero tanti. Terzo Tempio e attese messianiche a parte, facendosi beffe della comunità internazionale e dei continui "messaggi ecumenici", anche in questo periodo di festività pasquali, il governo israeliano – fresco di elezioni – sta promuovendo la costruzione di centinaia e centinaia nuove unità abitative in insediamenti ebraici esistenti e in altri nuovi, nelle aree di Betlemme, Gerusalemme, ecc… Va ricordato come nel 1948 Betlemme – in particolare – accolse migliaia di rifugiati palestinesi, in seguito all'allontanamento forzato di oltre 750mila persone dalle loro case. Nell'occasione i campi profughi di Dheisheh, Azza e Aida accolsero i disperati  e diseredati dei villaggi cui fu sottratta la terra. I180mila cristiani e musulmani originari di Betlemme sono ora confinati nel 13% del territorio distrettuale.
 La vergognosa situazione di Betlemme                                                        
Nel 2002 nei "territori palestinesi" (arabi e cristiani)  il governo israeliano iniziò poi l'edificazione del "Muro di Segregazione" e dei correlati 99 ceck-point che obbligarono ed obbligano gli abitanti locali a vivere e spostarsi come greggi di pecore controllati a vista d'occhio dal "padrone" (vedi qui il video BETHLEHEM/VIDEOPLAYER). Il muro fu costruito a zigzag  in modo tale da riservare terreni agricoli palestinesi e molte  risorse d’acqua per la zona israeliana: i palestinesi oggi – in aggiunta – non possono immagazzinare l'acqua e quindi non possono trarre da essa vantaggi energetici, agricoli, ecc.. Il muro spesso attraversa anticissimi villaggi, separando – come avvenne a Berlino -  intere famiglie palestinesi; esso rende proibitivi gli spostamenti di lavoro, l'accesso agli ospedali, agli edifici pubblici, alle scuole, alle chiese ed alle moschee.
 Betlemme – La seconda fase di costruzione del muro della vergogna     
Intanto da mesi, come se non bastasse, sempre in barba al "santo ecumensimo" (?) continua la messa in opera della seconda fase della "grande muraglia della vergogna" introno a Betlemme, voluta sempre dal governo israeliano che evidentemente gode del pieno appoggio delle gerarchie religiose ebraiche che accettano di buon grado questo status quo. Muro che – come dichiarato dallo stesso sindaco della cittadina palestinese, Vera Baboun, a Catanzaro, intervistata dal sottoscritto, durante la cerimonia di gemellaggio dello scorso 1 Febbraio 2015 al Teatro Politeama - "una volta ultimato stringerà una volta per tutte il cappio al collo intorno alla bistrattata e umiliata comunità betlemita" (vedi qui Concerto per la Pace 2015 – Part III).
 Gli atti sacrileghi – poco ecumenici – del 29 settembre 2014                     
Ciò mentre resta ancora vivo il ricordo degli atti sacrileghi compiuti da  quattro giovani studenti ebrei, tra 17 e 26 anni – studenti di una scuola religiosa ebraica, yeshiva – che lo scorso 29 settembre (fonte ANSA) furono arrestati dopo aver sfasciato lapidi funerarie in un cimitero cristiano nei pressi della Tomba di Re Davide a Gerusalemme (vedi qui Israele,ebrei sfasciano tombe cristiani – Top News). E che dire dei morti ammazzati e dell'impari contrapposizione di "forze"  della scorsa estate? Agghiacciante!
 Bergoglio sulla tomba di Theodor Herzl, fondatore del sionismo           
Gli atti poco "ecumenici" spesso e volentieri ben tollerati se non fomentati – o comunque non condannati come meriterebbero – dalle guide spirituali israeliane, non sono per nulla cessati, malgrado l'ultima visita "ecumenica" in Israele (e perfino sulla tomba di Theodor Herzl, fondatore del sionismo politico e bandiera "nobile" d'Israele) da parte di Papa Bergoglio (vedi qui video  Papa Francesco in Terra Santa – L'omaggio alla tomba di Theodor Herzl) che pur di visitare latomba di Herzl e il museo ebraico dell'Olocausto, come ricorderete, preferì annullare la sua visita aNazareth, destando il rammarico del vescovo della città palestinese, Giacinto Marcuzzo: “E’ stata veramente una grande sorpresa – dichiarò Marcuzzo - e siamo tutti un pò amareggiati… purtroppo i tre giorni non sono sufficienti e il santo Padre disponeva di tre giorni…i suoi impegni protocollari sono stati troppo numerosi… ” (vedi qui il video - Il vescovo di Nazareth: amareggiati per assenza Papa) .
 La posizione dei papi pre-conciliari sul sionismo                                        
L'atto (ecumenico?) di omaggio di Bergoglio sulla Tomba di Theodor Herzl evidentemente – anche per chi non comprende la grande responsabilità del sionismo nella storia del Novecento – si pone, poi, in netta contraddizione con l'operato dei suoi predecessori. Basti pensare all'atteggiamento mantenuto da Papa San Pio X: quando il fondatore del sionismo, Theodor Herzl, gli chiese udienza e a “benedizione ideologica”, il rifiuto di San Pio X fu netto:
 San Pio X a Theodor Herzl: "…Pronti a battezzarvi tutti!"                        
Non riusciremo ad impedire agli ebrei di andare a Gerusalemme ma non potremo mai favorirlo”, “Gli ebrei non hanno riconosciuto il Signore nostro, quindi noi non possiamo riconoscere il popolo ebraico”, “Certo che preghiamo per loro, perché il loro spirito veda la luce. Proprio oggi la Chiesa celebra la festa dei non credenti che si sono convertiti in qualche modo miracoloso, come sulla strada di Damasco. Quindi se lei intende andare in Palestina a stabilirvi il suo popolo, saremo pronti con chiese e sacerdoti a battezzarvi tutti”. Le stesse parole di San Pio X sullo “spirito che deve vedere la luce” erano mutuate dalla celeberrima preghiera del Venerdì Santo in cui si afferma in relazione agli ebrei: ut, agnita veritatis tuae luce, quae Christus est, a suis tenebris eruantur (affinché riconosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, siano sottratti alle loro tenebre).
 Papa Benedetto XV contro il piano egemonico sionista                             
Dopo la Prima Guerra Mondiale, nel momento in cui l’avanzamento del progetto nazionale si fece concreto, la Santa Sede, per bocca di Benedetto XV, successore di San Pio X, "non mancò di esprimere perplessità – se non vera e propria contrarietà – per lo sviluppo del piano nazionale, egemonico, sionista (la realizzazione del paradiso in Terra e la conquista, da parte del "popolo eletto" della terra promessa tutta terrena e poco spirituale oggi perseguita dalla religione ebraica, dopo il mancato riconoscimento di Gesù Cristo – Ndr)  esponendo chiaramente le sue paure circa i progetti che in Palestina stavano prendendo piede" (1). Lo stesso Benedetto XV  (come nota e scrive il giornalista e scrittore Andrea Giacobazzi – vedi qui Come si sono pronunciati sul sionismo i Papi) nel suo discorso concistoriale del 10 marzo 1919 affermò: “sarebbe certo un grave dolore per Noi e per tutti i fedeli Cristiani, se gl’infedeli venissero a trovarsi in Palestina in una posizione di privilegio e di preponderanza; molto più, poi, se quei santuari santissimi della Religione cristiana venissero affidati ai non cristiani”  (2).
(1) Vedi: Roth, C. Rittner, Pope Pius XII And the Holocaust, Continuum International Publishing Group, 2004, pag. 99.
 (2) ALLOCUZIONE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XV AI CARDINALI DURANTE IL CONCISTORO SEGRETO NEL PALAZZO VATICANO, «ANTEQUAM ORDINEM», 10 marzo 1919. (da vatican.va)
 Benedetto XV e Pio XI sulla condizione dei cristisni in Terra Santa       
Nel giugno 1921 il Papa ribadiva nuovamente ai cardinali riuniti in concistoro segreto: “Nella Terra Santa la condizione dei cristiani non solo non è migliorata, ma anzi è peggiorata a seguito delle nuove leggi e degli ordinamenti colà stabiliti, i quali mirano — non diciamo per volontà dei legislatori, ma certamente nei fatti — a scacciare la cristianità dalle posizioni che ha finora occupate, per sostituirvi gli ebrei”. Atrettanto chiara – ed in linea con la posizione di Benedetto XV – fu, nel 1922, la posizione di Pio XI fin dall'atto dell'elezione. (3) Pio XI riaffermò i diritti dei cattolici in Terra Santa “non solo di fronte agli israeliti ed infedeli, ma anche agli acattolici, a qualsiasi setta o nazione appartengano”(4).
(3) “E per accennare a qualcuno dei pericoli più gravi, Ci tengono tutt’ora in vivissima angustia le cose della Palestina, di quella terra benedetta che fu la culla della nostra fede e che fu bagnata dai sudori e dal Sangue del nostro Redentore Divino. E voi stessi ben sapete, o Venerabili Fratelli, quale opera abbia spiegato nel difendere i diritti dei Luoghi Santi il Predecessore Nostro desideratissimo Benedetto XV di cui ci resta monumento gravissimo la memoranda Allocuzione pronunciata nel giugno dello passato anno”.
(4) Cfr.: R. Calimani, Storia del pregiudizio contro gli ebrei, Mondadori, 2010, pag. 403; (Rivista) Vita e pensiero , Volume 32, 1949, pag. 283.
 Monito del '24 contro la minaccia sionista supportata dalla Massoneria 
L’11 ottobre 1924 – come ben ricorda Giacobazzi – l’Unione Cattolica pro Luoghi Santi e Pellegrinaggi si rivolse alla Società delle Nazioni chiedendo che venisse respinto il movimento sionistico. Con un documento si invitavano gli italiani a “prendere posto con parola e con la stampa contro il pericolo sionista fomentato dalle losche propagande delle molteplici e policromelogge massoniche nazionali ed internazionali”. Allo stesso tempo il movimento sionista veniva definito anticristiano e si sottolineava come gli ebrei non avessero diritto ad una loro patria per la condanna divina che grava su di loro. "La sostanziale stabilità della politica vaticana di contrarietà verso la creazione di uno Stato sionista si riflesse – come spiega Giacobazzi - in importanti organi della stampa, tra cui La Civiltà Cattolica, che in quegli anni sommava un chiaro antisionismo con una forte critica dell’ebraismo".
 Pio XII e l'urgenza della conversione degli ebrei                                         
Anche in Pio XII (Eugenio Pacelli, il cui Pontificato durò dal 1939 al 1958) malgrado una piccola apertura alle istanze sioniste, fu presente l’urgenza (direi drammatica) della conversione degli ebrei: cosa del tutto secondaria ed evanescente dell'attuale dialogo ecumenico che sembra fare a meno della somma Verità di Cristo. Alla nascita dello Stato d’Israele (1948) il commento dell’Osservatore Romano fu chiaro e netto: “Il moderno sionismo non è il vero erede dell’Israele Biblico ma uno stato secolare […] Di conseguenza la Terra Santa e suoi Luoghi Santi appartengono alla Cristianità, il Vero Israele”. L'Osservatore Romano aveva reale contezza del senso del "Novus Israel", Verus Israel, incarnato dalla Chiesa di Cristo, legittima titolare di quella Nuova Alleanza che ha completato l’Antica.
 Il messaggio della "Nuova alleanza" in Cristo                                               
Quindi alla luce di ciò e della Santa Pasqua Cristiana appena celebrata (la Pasqua del Dio uno e Trino, che in Gesù Cristo ha Vinto la morte e le tenebre e ha redento e salvato tutti gli uomini - vedi qui il pregevole articolo di Patrizia Stella Pasqua – Vittoria di Dio e Salvezza dell’uomo) e malgrado imiseri tentativi di contrastare l'azione salvifica del Cristo posta in essere da secoli dalla giudeo-massoneria internazionale e dal suo "messia", che è Lucifero, ci chiediamo: è più utile ed efficace alla causa di Dio l'ecumenismo "insalatiero" dell'ultima ora o la riscoperta di una vera e sana preghiera cristiana di chiamata a conversione per il popolo d'Israele? La prima istanza oggi abbonda, la seconda è stata quasi del tutto eclissata. Come mai? Certo, le vie del Signore sono infinite, ma c'è da stare sempre in guardia per non cadere nelle trappole del nemico.
Sergio Basile (Copyright © 2015 Qui Europa)
Partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com / patrizia@patriziastella.com



Ritrovata la tomba di Gesù? Cristo sarebbe stato tumulato nel sepolcro di famiglia con la moglie e il figlio (FOTO)


Un geologo ha dichiarato di aver reperito a Gerusalemme delle "prove virtualmente inequivocabili" riguardanti la sepoltura di Gesù Cristo che, oltre ad indicarne il sito esatto in cui è stato sepolto, suggeriscono che abbia condiviso la sua tomba con sua moglie Maria Maddalena e suo figlio, Judah.
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The Independent       
The lost tomb of Jesus? Scientist claims he has 'virtually unequivocal evidence' http://ind.pn/1JgGPHt 
Come riporta l'Independent lo studioso in questione è il Dr. Aryeh Shimron, secondo il quale Gesù sarebbe stato sepolto nella Tomba di Talpiot, sito funebre scoperto nel 1980 nella Gerusalemme orientale, chiamata "L'ultima tomba di Gesù" in undocumentario omonimo del 2007 diretto da James Cameron.

All'interno della tomba sono stati ritrovati nove ossuari, sui quali sono state rinvenute delle iscrizioni recitanti le parole "Gesù figlio di Giuseppe", "Maria" ed altri nomi associati al Nuovo Testamento.
La traduzione delle iscrizioni e le date approssimative di sepoltura hanno fatto nascere diverse teorie attorno alla tomba: secondo alcuni Gesù si sarebbe sposato, avrebbe avuto un figlio e la presenza dei suoi resti indicherebbe che la Resurrezione non sarebbe mai avvenuta.
Queste dichiarazioni molto controverse sono state rifiutate dagli studiosi già in passato, all'epoca dell'uscita del documentario, sulla base di diversi parametri; primo fra tutti il fatto che i nomi incisi sugli ossuari erano piuttosto comuni all'epoca.
Ma il Dr. Shimron ha dichiarato al New York Times di aver scoperto nuove informazioni su un decimo ossuario che sarebbe stato trafugato dalla Tomba prima della sua scoperta: si tratta di una "bara" di marmo dalle dimensioni contenute acquistata da un collezionista israeliano nel 1970.
La scoperta è significativa per la riapertura del dibattito attorno alla Tomba di Talpiot in quanto riporta un incisione in Aramaico che recita "Giacomo figlio di Giuseppe fratello di Gesù" - dando maggior credito a chi reputa la tomba di proprietà di Gesù Cristo e della sua famiglia.
"Si tratta di prove superiori a quelle che mi aspettavo io stesso" ha dichiarato il ricercatore "Credo di avere dei dati davvero evidenti, e virtualmente inequivocabili, che questo ossuario abbia passato la maggior parte della sua esistenza nella Tomba di Talpiot".
I test geochimici effettuati da Shimron sotto l'attenta supervisione delle autorità israeliane si sono basati sull'assunto che tutti gli ossuari presenti nella tomba fossero ricoperti dallo stesso strato di argilla, formato da sostanze minerali molto particolari.
Lo studioso ha effettuato 150 test su vari campioni provenienti da 25 differenti ossuari (15 dei quali provenienti da altre sepolture della zona) trovando sull'ossuario perduto tracce di magnesio, ferro e silicio che sono perfettamente compatibili con quelle della "tomba di Gesù".
Mentre questi risultati molto probabilmente riapriranno il dibattito attorno alla Tomba di Talpiot, le intuizioni di Shimron sono ancora lontane dall'essere accettate dalla maggior parte degli studiosi.
Il collezionista proprietario del decimo ossuario ha confessato al Times che il ricercatore "non è giunto a risultati definitivi", mentre la comunità scientifica ha dichiarato che, prima di esprimersi in materia, attenderà la pubblicazione dei risultati dell'esperimento su una rivista accademica.
La casa "natale" di Gesù
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