ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 7 maggio 2015

La chiesa groviera

LE RISPOSTE AL SINODO
Famiglia, lo "strappo" dei cattolici svizzeri 
Roma è più lontana
Molti i punti controversi, a cominciare dal modello di famiglia. Ricordano che le realtà familiari "vanno al di là del modello di famiglia costruito sul matrimonio sacramentale" e parlano di famiglie "patchwork", "monoparentali", divorziati risposati, "famiglie arcobaleno". No al vincolo della indissolubilità del matrimonio. Sì all'ammissione di divorziati e risposati ai sacramenti. Apertura alle coppie omosessuali

Si allarga il fossato tra i fedeli cattolici svizzeri e il Sinodo sulla famiglia. Nel Rapporto che la Chiesa svizzera ha stilato (consultabile sul sito della Conferenza episcopale svizzera -www.ivescovi.ch) presentando ai padri sinodali le risposte al questionario, si parla addirittura di un “dialogo tra sordi”, a voler sottolineare quanto i presupposti dottrinali e le realtà vissute siano distanti. Il percorso sinodale ha trovato larga eco in Svizzera e in 6mila hanno partecipato ai dibattiti presinodali organizzati dalle chiese locali per rispondere al questionario proposto dal Sinodo. Ma la critica verso “Roma” è totale e i punti critici presenti nel testo dei Lineamenta sono numerosi e condivisi praticamente dalla stragrande maggioranza dei cattolici svizzeri. Nel Rapporto si fa notare che esiste una minoranza che chiede alla Chiesa fedeltà alla tradizione, ma si fa subito notare che questi raggruppamenti appartengono piuttosto alle cerchie tradizionaliste della Chiesa. Alcuni addirittura aderiscono alla Fraternità sacerdotale San Pio X e cioè ai lefebvriani. Dunque, la maggioranza dei cattolici in Svizzera dissente e si posiziona su un fronte di pensiero e prassi familiare molto distanti da quelli delineati e pensati dai padri sinodali.

La critica parte dal presupposto e cioè dal “modello della Santa Famiglia” 
che i Lineamenta propongono alle famiglie contemporanee. Per la maggior parte dei fedeli svizzeri, si tratta di un punto di partenza e di riferimento troppo alto che non tiene conto del “proprio ambito di esperienza e percezione soggettiva”. È questa “forte divergenza fra ideale e realtà” a rendere poco comprensibile “il linguaggio utilizzato dai Lineamenta per descrivere le realtà familiari”. Le critiche si riferiscono soprattutto “a passi del testo ritenuti incomprensibili, offensivi, arroganti e presuntuosi”. Sono soprattutto le “argomentazioni fondamentali orientate alla teologia e al diritto naturale” ad incontrare maggiore “incomprensione”. Spesso sono considerate “complicate, incomprensibili, idealiste e senza alcun rapporto con le esperienze reali fatte dai fedeli”. “Netto” è anche il rifiuto di quelle affermazioni che la Chiesa fa su di sé, “definendosi esperta in umanità o maestra e madre” anche perché molti fedeli sono dell’avviso, che “la Chiesa e la sua dottrina non mostrino affatto la loro vicinanza alle persone”. Nel loro Rapporto scritto per i padri sinodali, i cattolici svizzeri ricordano che le realtà familiari “vanno al di là del modello di famiglia costruito sul matrimonio sacramentale” e parlano di famiglie “patchwork”, “monoparentali”, divorziati risposati, “famiglie arcobaleno”, e “matrimoni non celebrati in chiesa”, ecc. “Riconoscere questa realtà, e quindi apprezzarla e rispettarla senza definirla semplicemente deficitaria, irregolare, debole o ferita, è un desiderio fortemente nutrito dai fedeli nei confronti della Chiesa e del Sinodo”.

In Svizzera cade un tassello fondamentale, quello della fedeltà al vincolo matrimoniale: i cattolici svizzeri non la considerano “come un valore assoluto, anzi, in determinate circostanze - si legge nel Rapporto - vi scorgono anche il pericolo della falsità, dell’ipocrisia o della permanenza in una situazione di vita indegna della persona umana. La rottura della fedeltà al vincolo matrimoniale è spesso considerata come un male minore”. Questa la premessa che conduce i fedeli svizzeri a chiedere che il diritto canonico possa essere rinnovato “in modo tale da tener maggiormente conto delle esperienze pastorali e delle realtà vissute dalle persone”. Ciò dovrebbe riguardare in modo particolare anche il discorso canonico sull’indissolubilità del matrimonio chiedendo “una visione pastorale del matrimonio, in cui si possa mostrare la sua inconfutabile distruzione (la sua fine)”.

Nessun dubbio invece ed unanimità nel chiedere al sinodo di “metter fine all’esclusione dei divorziati risposati dai sacramenti”. Si tratta di “una norma ufficiale” che nel Rapporto i cattolici svizzeri “rifiutano” e giudicano addirittura “scandalosa”. Anche la proposta di una “comunione spirituale” viene ritenuta “incomprensibile” e “improponibile” perché comporterebbe “il rischio” di discriminare le persone colpite “allontanandole definitivamente dalle celebrazioni eucaristiche”. Anche sulla pastorale verso le persone con tendenza omosessuale, i fedeli si mostrano “in stragrande maggioranza contrariati rispetto alle affermazioni fatte nei Lineamenta”. Si osserva come il testo sinodale “non prenda sul serio” e “sminuisca” le persone omosessuali. La maggior parte dei fedeli svizzeri considera inoltre “legittimo” il desiderio delle persone omossessuali di avere dei rapporti e delle relazioni di coppia e non capisce perché “questo desiderio non possa essere vissuto in una coppia. La pretesa che le persone omosessuali vivano castamente viene respinta perché considerata ingiusta e inumana”. Al di là delle Alpi, la percezione della famiglia è questa. Ma il mondo è grande e le realtà sono estremamente variegate. Ai padri sinodali la sfida di una sintesi che non metta a disagio e non escluda nessuno e, piuttosto, accolga tutti.

Maria Chiara Biagioni

3 commenti:

  1. Che dire della ( una volta ) cattolicissima Svizzera ? La stessa cosa che si può dire della cattolicissima ( una volta ) Austria , e della Francia ? Spagna ? Italia , etc.etc. etc. La lista è lunghetta , ma da dove è partita tutta questa apostasia ? Chi mi può rispondere con argomentazioni valide e non con preconcetti che poco servono a capire la distruzione in atto della Santa Chiesa di Nostro Signore Gesù e con la conseguente condanna delle anime apostate alla dannazione eterna ?. jane

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  2. La risposta potrebbe essere molto lunga e articolata, con infinite citazioni e link.
    Quando si legge la Bibbia, sia Antico che Nuovo testamento si può vedere che la storia dell'apostasia è dagli inizi, dal primo uomo in poi e sempre ad essa ha corrisposto l'intervento misericordioso del Padre, con punizioni e giudizi, pentimento dell'uomo e nuova misericordia da parte di Dio, fino all'estremo sacrificio del Figlio.
    Ma anche dopo questo la storia dell'apostasia ha ripreso e durerà fino alla fine del tempo.
    La differenza però, mi pare, stia adesso nel fatto che Dio ha subordinato la Sua misericordia alla Chiesa di Cristo affidandole, in primis al Papa e alla gerarchia a lui unita.
    Per questo anche l'intervento misericordioso di Maria a Fatima è stato sottoposto alla loro obbedienza, che ANCORA, non c'é stata, come ho voluto riportare nel post su Fatima (E continuano a scherzare), fonte di tutte le disgrazie e sciagure attuali del mondo che continueranno fino a che il Suo cuore immacolato non trionferà!
    La tragedia contemporanea sta tutta nella tragedia della Chiesa, che fino al CV2 era sostanzialmente obbediente.
    Da allora in poi la caduta è verticale, purtroppo, e ancora non se ne vede la fine.

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  3. Scusa ho visto tardi la tua risposta. Anch'io la penso così. Prima hanno mancato alla consacrazione della Francia al Sacratissimo Cuore di Gesù, e si son visti i risultati , e poi anche alla Consacrazione al Cuore Immacolato , e se ne vedono i risultati. L' ordine di p. Manelli è stato fatto fuori proprio per la ragione della Consacrazione e della connaturale Corredenzione . La Vergine Immacolata schiaccia la testa al serpente, ed è per quella ragione che tanti serpentelli ecclesiastici non vogliono la consacrazione. Fra qualche giorno ci sarà l' anniversario della prima apparizione del 13 maggio , restiamo uniti nella preghiera. Un forte abbraccio a tutti e in particolar modo a te Brontolo. jane

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