ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 13 luglio 2015

Di che “dio” stiamo parlando?

Il Cardinale Scola e il dialogo a tutti i costi. Costi quel che costi  

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Apprendiamo dal sito della Diocesi di Milano che il 16 luglio termina il ramadan. Magari sullo stesso sito capita di non trovare gli aggiornamenti degli orari delle S. Messe nelle varie parrocchie, però sappiamo con certezza quando termina il ramadan, la qual cosa dovrebbe interessarci, al più, per dire ai musulmani: “Sappiate che comunque finché non vi convertirete alla Fede cattolica, non potrete avere la salvezza eterna”.
Mi pare che, se abbiamo davvero a cuore la sorte degli islamici, questa sia la primissima cosa da dire, da dire a loro come a chiunque altro viva nell’errore.
Infatti quale atto maggiore di carità possiamo fare nei confronti del nostro prossimo se non invitarlo alla conversione? Solo Nostro Signore Gesù Cristo è Via, Verità e Vita. Ne va della salvezza eterna. Non sono bazzecole.
Ma sul sito della diocesi, nella pagina “IncrociNews – settimanale della Diocesi Ambrosiana” è lo stesso Arcivescovo che scrive e da quello che si legge nel suo articolo sorge spontanea una domanda: è ancora valida l’unicità della Fede cattolica o qualcosa è cambiato? In caso affermativo, sarebbe molto bello avvisare i fedeli della diocesi; forse, a nostra insaputa, da qualche tempo a questa parte per salvare l’anima basta “credere in Dio”, senza troppe pignolerie su chi sia questo “dio”.
Mi limito ad estrarre qualche frase; ognuno può leggersi per intero l’articolo del Cardinale Scola.
“… desideriamo esprimere la nostra vicinanza a tutta la famiglia di coloro che con sacrificio si applicano a praticare i cinque pilastri dell’Islam. Sappiamo tutti che la purezza della fede, il timore reverenziale e l’abbandono al mistero di Dio sono sempre da riconquistare: ogni giorno siamo chiamati a rinnovarci e confermarci nell’impegno intrapreso. Il prolungato digiuno che state portando a termine è occasione privilegiata per questa conversione”.
A questo punto sarebbe lecito aspettarsi una frase di questo tipo: “il prolungato digiuno non può però servire a nulla, perché non vi siete convertiti alla Fede cattolica, senza la quale nessuno può essere salvo”.
No, non è così. Infatti leggiamo:
Come cristiani accompagniamo con la solidarietà della nostra preghiera il vostro sforzo e la vostra spirituale battaglia; una preghiera che deve diventare unisono di cuori che si affidano al Misericordioso”.
Ma scusi, Eminenza, io dovrei pregare “all’unisono” con i musulmani? Non ci capisco più nulla, tanto più che segue una frase che, francamente, mi fa l’effetto di un pugno nello stomaco:
“Noi riflettiamo sull’esempio datoci da Gesù, nostro Signore, che ha voluto stare quaranta giorni nel deserto senza toccare cibo, ha passato notti in preghiera, per prepararsi a donare al mondo vita, parola e amore di Dio e a subire l’umiliazione del male”.
Insomma, io rifletto sull’esempio che ci dà Nostro Signore, i musulmani fanno i loro digiuni (peraltro solo diurni) e tutti insieme preghiamo con “unisono di cuori”? Ma chi stiamo pregando, di grazia? E per caso ci ricordiamo che i musulmani negano la divinità di Nostro Signore e quindi sono eretici? Preghiamo all’unisono con gli eretici?
Segue una commovente parte in cui si esprime l’aspirazione alla pace, visto che, questo non lo nega – grazie al Cielo – nessuno (per ora), vediamo ogni giorno dominare la violenza e in particolare vediamo tanti cristiani perseguitati.
Che fare quindi per conquistare l’agognata pace? Ricordarsi che Dio ha tra i suoi nomi “as-Salàm” (la Pace) e quindi non può accettare come atto di culto migliaia di morti ammazzati.
Perfetto. Resta il quesito di prima: ma di che “dio” stiamo parlando? E può forse esserci vera pace se manca la Fede nel Salvatore, Nostro Signore Gesù Cristo? E non fu proprio Lui a dire: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv. 14, 27)?
E quindi, di quale pace parla il Cardinale Scola? Di quale “dio” parla? Se veramente ha a cuore anche la sorte degli islamici, perché non li invita anzitutto alla conversione?
Mi sto facendo io delle domande fuori luogo? Devo dedurre che se in un domani decidessi di divenire musulmano (o ebreo, o seguace di una delle mille false religioni) potrei lo stesso raggiungere la salvezza eterna, visto che ora, come cattolico, devo pregare “all’unisono” con gli islamici? Basta invertire le posizioni e in un domani come islamico, pregando “all’unisono” con i cattolici metto tutto a posto?
No grazie. Tra le vaghe aspirazioni a una “pace” mondana e la certezza della salvezza avendo fede in Nostro Signore Gesù Cristo e osservando la Sua parola, scelgo quest’ultima.
Il dialogo a tutti i costi, costi quel che costi, è la firma di una cambiale spropositata che, come tutte le cambiali, verrà a scadenza. E allora sarà troppo tardi per dire: “Oh, mi ero sbagliato”…

di Paolo Deotto

2 commenti:

  1. Ma questo "cardinale", conosce oltre al corano la preghiera di noi cattolici : IL CREDO ?
    (Credo la Chiesa una santa cattolica e apostolica, professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.....)
    Oltretutto é vescovo di una delle dicesi più grande del mondo. POVERI NOI. !
    Che Gesù ci aiuti.

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  2. sembra che siamo proprio negli ultimi tempi....invece di insegnaci la Via DI DIO ci stanno sviando verso la dannazione.......rimaniamo aggrappati a Gesù e lui che è fedele ci soccorrerà.........

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