ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 7 luglio 2015

Dio può, il Papa no!

Il Papa in Ecuador parla di famiglia: "Che Dio possa trasformare in miracolo ciò che ci sembra impuro"


Più di un milione di persone ha partecipato alla messa celebrata da Francesco a Guayaquil


E’ un’omelia significativa quella che il Papa ha pronunciato nel Parco de Los Samanes a Guayaquil, seconda città dell’Ecuador, davanti a un milione di fedeli. Prendendo spunto dal Vangelo di Giovanni che narra l’episodio delle nozze di Cana, Francesco si è dilungato in una lunga riflessione sulla famiglia, definita “una piccola Chiesa, una Chiesa domestica che, oltre a dare la vita, trasmette la tenerezza e la misericordia divina”. Con un accenno al Sinodo ordinario del prossimo ottobre, Bergoglio ha assicurato che “il vino migliore sta per venire per quelli che oggi vedono crollare tutto”, ha garantito il Pontefice: “Sussurratevelo fino a crederci: il vino migliore sta per arrivare, e sussurratelo ai disperati e a quelli con poco amore. Dio si avvicina sempre alle periferie di coloro che sono rimasti senza vino, di quelli che hanno da bere solo lo scoraggiamento; Gesù ha una preferenza per versare il migliore dei vini a quelli che per una ragione o per l’altra ormai sentono di avere rotto tutte le anfore”. E in vista dell’appuntamento sinodale, finalizzato a “maturare un vero discernimento spirituale e trovare soluzioni concrete alle molte difficoltà e importanti sfide che la famiglia deve affrontare nel nostro tempo”, Francesco ha chiesto di “intensificare le preghiere perché persino quello che a noi sembra impuro, ci scandalizza o ci spaventa, Dio – facendolo passare attraverso la sua “ora” – lo possa trasformare in miracolo”.
“Nel seno della famiglia – ha osservato ancora il Papa – nessuno è escluso; lì si impara a chiedere permesso senza prepotenza, a dire grazie come espressione di sentito apprezzamento per le cose che riceviamo, a dominare l’aggressività o l’avidità, e a chiedere scusa quando facciamo qualcosa di male”. Riprendendo una delle espressioni che più hanno segnato questi primi anni di pontificato, Francesco ha parlato di famiglia come di “ospedale più vicino”, come di un “punto di riferimento imprescindibile per i giovani, il miglior asilo per gli anziani”. La famiglia – ha detto Francesco – “costituisce la grande ricchezza sociale, che altre istituzioni non possono sostituire”. E proprio per questo motivo, essa “dev’essere aiutata e potenziata, per non perdere mai il giusto senso dei servizi che la società presta ai cittadini”.
di Matteo Matzuzzi | 06 Luglio 2015 
Ecuador
Papa: affronta nodo Sinodo, per Dio divorziati e gay non impuri 
AGI
(dall'inviato Salvatore Izzo) "La realta' piu' amabile, profonda e bella per la famiglia deve ancora arrivare". Ne  e' convinto Papa Francesco per il quale "il vino migliore sta per venire  per ogni persona che ha il coraggio di amare". "E viene anche - ha  assicurato - se tutte le possibili variabili e le statistiche dicessero  il contrario".  Papa Francesco ha commentato cosi' il miracolo delle  Nozze di Cana nell'omelia pronunciata al Parco de Los Samanos davanti a  circa un milione di persone. "Viene il tempo in cui gustiamo l'amore  quotidiano, in cui i nostri figli riscoprono lo spazio che condividiamo  e gli anziani sono presenti nella letizia di ogni giorno".
In questo  contesto il Papa ha affrontato il nodo del prossimo Sinodo. "Dove  abbondo' il peccato, ha sovrabbondato la grazia", ha detto dopo aver  chiesto ai presenti di pregare per il Sinodo del prossimo ottobre sulla  famiglia, affinche' si trovino "soluzioni concrete" ai problemi delle  famiglie. "Vi invito - ha esortato rivolto ai presenti - ad intensificare le vostre preghiere per questa intenzione, perche' persino quello che a noi sembra impuro, ci scandalizza o ci spaventa, Dio puo'trasformarlo in un miracolo".

Papa Francesco ha indicato questa intenzione di preghiera  dopo aver sottolineato che "in ciascuna delle nostre famiglie e nella  famiglia comune che formiano tutti, nulla si scarta, niente e' inutile".
"Poco prima di cominciare l'Anno Giubilare della Misericordia, la Chiesa - ha ricordato - celebrera' il Sinodo Ordinario dedicato alle famiglie,  per maturare un vero discernimento spirituale e trovare soluzioni  concrete alle molte difficolta' e importanti sfide che la famiglia deve  affrontare nel nostro tempo".  Come e' noto il Sinodo e' chiamato a  pronunciarsi anche sulla riammissione dei divorziati risposati  all'Eucaristia e sull'accoglienza pastorale ai gay e alle coppie di  fatto, cosi' il riferimento a "cio' che ci appare impuro" si deve applicare proprio a questi temi che gia' avevano diviso i padri sinodali l'anno scorso e che il Papa ha deciso di riproporre all'Assemblea Ordinaria del prossimo ottobre.              
Francesco ha parlato anche dell'importanza di sostenere la  famiglia sia con aiuti statali che con una pastorale adeguata. "La  famiglia e' l'ospedale piu' vicino, la prima scuola dei bambini, il  punto di riferimento imprescindibile per i giovani, il miglior asilo gli  anziani", ha affermato sottolineando che essa "costituisce la grande  ricchezza sociale, che altre istituzioni non possono sostituire, che  dev'essere aiutata e potenziata, per non perdere mai il giusto senso dei  servizi che la societa' presta ai cittadini". Per il Papa, gli aiuti che  la societa' presta alle famiglie, "in effetti, non sono una forma di  elemosina, ma un autentico 'debito sociale' nei confronti  dell'istituzione familiare, che tanto apporta al bene comune".
"La famiglia - ha ricordato inoltre Bergoglio - forma anche una  piccola Chiesa, una 'Chiesa domestica' che, oltre a dare la vita,  trasmette la tenerezza e la misericordia divina. Nella famiglia la fede  si mescola al latte materno: sperimentando l'amore dei genitori si sente  vicino l'amore di Dio". Proprio "il servizio - ha scandito il Papa - e'  il criterio del vero amore", come "si impara specialmente nella  famiglia, dove ci facciamo servitori per amore gli uni degli altri". Qui  Francesco ha evocato con commozione la sua famiglia spiegando che  l'amore di sua madre per i cinque figli era del tutto uguale. "Mia mamma - ha detto - diceva che eravamo come le dita della sua mano". "Nel seno  della famiglia - ha continuato -  nessuno e' escluso; li' si impara a  chiedere permesso senza prepotenza, a dire 'grazie' come espressione di  sentito apprezzamento per le cose che riceviamo, a dominare  l'aggressivita' o l'avidita', e a chiedere scusa quando facciamo  qualcosa di male. Questi piccoli gesti di sincera cortesia aiutano a  costruire una cultura della vita condivisa e del rispetto per quanto ci  circonda".
"Le nozze di Cana - ha osservato infine tornando al brano  evangelico - si rinnovano in ogni generazione, in ogni famiglia, in  ognuno di noi e nei nostri sforzi perche' il nostro cuore riesca a  trovare stabilita' in amori duraturi, fecondi e gioiosi. E il vino e' segno di gioia, di amore, di abbondanza: quanti adolescenti e giovani  percepiscono che nelle loro case ormai da tempo non c'e' piu' questo  vino! Quante donne sole e rattristate si domandano quando l'amore se  n'e' andato scivolando via dalla loro vita! Quanti anziani si sentono  lasciati fuori dalle feste delle loro famiglie, abbandonati in un angolo  e ormai senza il nutrimento dell'amore quotidiano!".  Secondo il Papa,  oggi "la mancanza di vino puo' essere anche la conseguenza della  mancanza di lavoro, delle malattie, delle situazioni problematiche che  le nostre famiglie attraversano". Ma come Maria a Cana, per tutto  possiamo rivolgerci a Gesu', ponendo "le nostre famiglie nelle mani di  Dio e alimentando la speranza che ci indica che le nostre preoccupazioni  sono anche le preoccupazioni di Dio. Pregare - ha concluso - ci fa  sempre uscire dal recinto delle nostre preoccupazioni, ci fa andare  oltre quello che ci fa soffrire, ci agita o ci manca, e ci mette nei  panni degli altri".
E' stata molto calda l'accoglienza riservata a Francesco da Guayaquil, "la Perla del Pacifico" e la  citta' piu' popolosa del paese con 3,7  milioni di abitanti (oltre il doppio di Quito). Tanto calda che dopo la  messa a Parco de Las Semanas, celebrata davanti a un milione di fedeli,  alcuni hanno invaso la carreggiata e la Fiat Idea su cui viaggiava il  Papa ha avuto difficolta' a proseguire verso l'aeroporto. In Ecuador  questa citta' e' sinonimo di operosita' e tenacia perche' una leggenda  narra che il nome derivi dall'unione di quelli dell'eroico capo indio  Guayas e della sua sposa Quil, divenuti simbolo della resistenza  indigena che, secondo la tradizione popolare, preferirono lottare fino  alla morte piuttosto che sottomettersi ai conquistadores spagnoli.
Soprattutto, pero', il nome di Guayaquil e' legato al progetto bolivariano della "Grande Colombia" ed e' simbolo per questo dell'indipendenza latinoamericana.
Al suo arrivo in aereo da Quito, questa mattina, il Pontefice ha  subito raggiunto l'avveniristico Santuario della Divina Misericordia,  tre tende slanciate verso il Cielo, accostate l'una all'altra, con una  stupefacente vetrata sul lato dell'ingresso. Eretto a 20 anni dalla  visita di San Giovanni Paolo II che dell'immagine di Gesu' con la luce  che esce dal costato e della coroncina di Suor Faustina Kovalska e' stato il diffusore nel mondo, ha ospitato oggi alcune centinaia di  fedeli anziani o malati che hanno potuto seguire al suo interno,  attraverso un megaschermo la messa celebrata nel Parco Samanes. Nel  salutarli il Papa e' tornato con una battuta su problema che gli sta a  cuore, le tariffe che seguiono alcune parrocchie per benedizioni e  sacramenti. "Adesso vado a celebrare la messa. Porto tutti voi nel  cuore! Preghero' per ciascuno di voi. Diro' al Signore: 'Tu conosci il  numero di quelli che erano li''. Chiedero' a Gesu', per ciascuno di voi,  tanta misericordia: che vi ricopra con la sua misericordia, che abbia  cura di voi. E alla Vergine, che e' sempre al suo fianco. E ora, prima  di andare, perche' questo era un passaggio prima della messa, mi dice  l'arcivescovo che il tempo corre, vi do' la benedizione e voi non dovete  dare nulla, ma vi chiedo, per favore, che preghiate per me. Me lo  promettete?". Ovviamente i presenti hanno risposto "Si'" e Francesco,  dopo la benedizione li ha ringraziati "per la testimonianza cristiana".
Un sorriso lo ha strappato al Papa anche quel poliziotto che all'aeroporto di Gauyaquil prima era impettito e sull'attenti davanti all'ingresso e dopo il suo passaggio ha tirato fuori dalla tasca un cellulare per fotografare Bergoglio che saliva in auto, guadagnandosi un  immediato e forte rimprovero da parte del graduato che gli era accanto.  
(AGI)

8 commenti:

  1. se non c'è pentimento e voglia di cambiamento il Signore non può aiutarci.....non si può idolatrare il vizio....rischia che se non si abbandona la strada sbagliata e con l'aiuto di Dio ci fortifica nelle virtù il vino che promette si tramuta in aceto.....

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  2. Quindi Bergoglio ci invita a :
    "intensificare le preghiere perchésino quello che a noi sembra impuro, ci scandalizza o ci spaventa, Dio – facendolo passare attraverso la sua “ora” – lo possa trasformare in miracolo”.
    Mi tornano in mente le parole della Scrittura ""se il periodo (della grande apostasia) non venisse ridotto, nessuno si salverebbe". Il piano diabolico è molto sottile ed astuto, infatti. Nascondere l'apostasia, il tradimento di Cristo, dietro lo schermo della misericordia (come i terroristi islamici che mettono gli scudi umani di donne e bambini), in modo che nessuno possa professare la Verità senza apparire colpevole di lesa misericordia, di durezza di cuore, di malvagità. Un capolavoro di Lucifero, quindi, alla cui realizzazione si adoperano le massime autorità religiose. Ma loro se ne rendono conto, secondo lei? o siamo noi i visionari, quelli che hanno le allucinazioni spirituali? chi esercita il vero, sano "discernimento degli spiriti"?. Gradirei ricevere pareri, grazie. Pace e bene

    7 luglio 2015 15:19

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    1. Basta sentire il papa che dice"sento che sto x dire un eresia ma la dico lo stesso....."mah ....mai sentito parlare cosi un papa.....sembra di aver le allucinazioni......

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    2. Ciò dimostra che Bergoglio è impostore e antipapa.

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  3. Quindi nessun ammonimento, invito al pentimento, a cambiar vita, per i pubblici peccatori impenitenti, ma l'invito è agli altri, ai cattolici credenti e praticanti, zelanti, Non si prende mai di petto il peccato, non si invita mai il peccatore (in forma generica, ovviamente) al pentimento. Sembra quasi che il peccato esista solo nella nostra mente di integralisti, che per il Signore vada tutto bene. Ma sarà poi così ? Dall'aggiornamento al mondo di Roncalli (col uso, e di Montini, CV II) ad oggi, quanta confusione, quanto disorientamento creato nella mente e nel cuore dei fedeli, quanta rinuncia a fare del sano magistero, a ribadire la dottrina bimillenaria della Chiesa Cattolica. Oggi per capire Bergoglio dobbiamo ricorrere all'analista (psicanalista) oppure a Tornielli ed ai suoi pari (Avvenire, Famiglia Cristiana, ecc.). Belli i tempi dei papi di nome Pio, che dicevano pane al pane, ligi al comando ci Cristo, al "si si, no no".

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  4. "per Dio divorziati e gay non impuri"... questo sarà il messaggio che passerà! Ma benone sia sesto che nono comandamento sono stati ufficiosamente tolti di mezzo. Quale sarà il prossimo? Azzardo una previsione: rimarranno solo non uccidere(in parte) e non rubare...insomma, bando a Vangelo e catechismi, procuriamoci galateo e codice penale. Il tutto prepara l'annuncio: cari fratelli e sorelle la Chiesa vi ha presi per il culo per 2000 anni e arrivato il momento di aprirci allo spirito che ci insegna cose sempre nuove....quindi STRAFOGATEVI, KEEP CALM AND CARPE DIEM!!!", segue Gaypride della misericordia.... ma tutto avverra a suo tempo, del resto "Sussurratevelo fino a crederci: il vino migliore sta per arrivare"... intanto godiamoci il buon vino che ci ha offerto nei suoi primi 2 anni di "pontificato"....

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  5. La strada è sempre la stessa, anzi le due strade: una è ampia e scorrevole, lastricata di (sole) buone intenzioni, dove si corre all’impazzata, ma però conduce dritti dritti all’abisso infernale; l’altra è stretta, impervia, infestata di rovi spinosi e di sassi aguzzi e taglienti, apparentemente interminabile, percorrerla costa sofferenze e sacrifici, ma alla fine conduce alle porte del Paradiso.
    Da alcuni decenni a questa parte, però, agenti del nemico, infiltratisi nella Chiesa di Cristo e presone possesso, hanno invertito i cartelli indicatori, predicando una nuova dottrina, maldestramente mascherata da aggiornamento pastorale, cercando di confondere la mente ed cuore dei fedeli con astruserie cervellotiche, cosicché oggi chi crede di andare alla destra di Nostro Signore finisce invece alla sua sinistra, dove si sentirà dire “non vi conosco, andate lontani da Me, nel fuoco eterno, operatori di iniquità”. L’inganno si fa sempre più subdolo, sottile, difficilmente riconoscibile, quasi non si riesce a scorgerlo, a smascherarlo, anche perché coloro che lo attuano si nascondono dietro le loro alte cariche ecclesiastiche, richiamando i fedeli ad una falsa obbedienza: l’obbedienza alla menzogna, anziché alla Verità, l’obbedienza a dittatori arroganti ed intolleranti, anziché al Salvatore del mondo. Ricordiamo, perciò, che è la Verità che ci rende liberi, non la menzogna, che invece ci lascia nella schiavitù del peccato e del principe di questo mondo. Pace e bene

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  6. Che Gesù mi perdoni se sbaglio, ma per me , questa "persona vestita di bianco" non è il capo della Chiesa cattolica, o della chiesa protestante, e neanche di un nuovo movimento politico o religioso,
    i suoi discorsi e i ragionamenti sono solo discorsi di un capo satanista.

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