Il Papa ha bisogno di ripetizioni di storia
È davvero disarmante il modo in cui Papa Francesco ridimensiona, in un’intervista riportata dal Corriere della Sera, la vicenda del Cristo crocifisso sulla falce e martello che ha avuto in dono dal presidente della Bolivia Morales nel corso del suo ultimo viaggio in America latina. Una provocazione bella e buona che avrebbe richiesto una fermezza di risposta, una presa di distanza, una puntualizzazione. Se non un rifiuto vero e proprio del regalo avvelenato. Ma Bergoglio, trincerandosi dietro una finta (e furba) ingenuità, si dice semplicemente “sorpreso” del dono fattogli. E sorpreso, direi, deve essere stato nemmeno in modo negativo se non esita a nobilitare il kitschissimo pezzo di legno collocandolo nella categoria “arte di protesta“. E avvicinandolo, addirittura, ad un Cristo su bombardiere che aveva visto in Argentina anni fa e che voleva essere, dice quasi con compiacimento, una critica del militarismo alleato col cristianesimo (sic!).
Pacifismo astratto, pauperismo, anticapitalismo…: quali siano i valori, si fa per dire, di questo Papa è ormai ben chiaro. E sono tutti valori che, adeguatamente sviluppati, possiamo definire anticristiani perché, nonostante le apparenze, spuntano le armi ai deboli e sono, come la storia insegna, strumento demagogico di potere in mano ai forti. Ma, ripeto, non c’è che dire: Morales, astutissimo, ha provocato sapendo che avrebbe messo in difficoltà chi in fondo pensa certe cose ma, per forza di magistero, non può spingersi troppo in là, avendo in pochi mesi già superato molti limiti. Il presidente boliviano un messo in paniere un colpo da maestro: alla guerra dei simboli ha vinto con un sonoro 6-0 6-0. Eppure i simboli, che hanno per tutti gli attori della politica e della società contemporanea un’importanza non secondaria, per la Chiesa sono addirittura il valore esclusivo. Non andrebbero sottovalutati. Come è noto, una volta Stalin, stupito della considerazione in cui veniva tenuta la Chiesa cattolica, pose provocatoriamente la domanda su quante armate potesse schierare il Papa. Il che denotava, da parte sua, una grossolana inintelligenza delle cose umane, che sono governate sì dalla forza delle armi ma anche, spesso, da quella non meno efficace che, con le parole e i simboli, penetra direttamente nel cuore degli uomini. È questo terreno che la Chiesa dovrebbe presidiare, perché solo su di esso si è costruita nei secoli la sua autorevolezza: se perdono in questo campo, i cattolici perdono tutto. Ma, mi chiedo, oltre il facile e aleatorio plauso dei gonzi, può essere ancora autorevole una Chiesa che, con il suo pontefice, strizza l’occhio, ormai un giorno si e l’altro pure, auna delle peggiori e più materialistiche dottrine politiche elaborate dall’umanità? Un’ideologia che, fra l’altro, quando è stata messa in pratica, ha impoverito i popoli spiritualmente e materialmente e ha perseguito i cristiani propugnando un asfittico ateismo di Stato? Sarà un caso cheBenedetto Croce abbia identificato, nel secondo dopoguerra, il comunismo con l’Anticristo, cioè con la forza demoniaca che nega i più elementari valori umani in nome di una uguaglianza livellante che è più vicina alla morte che non alla vita? Detto in poche parole, il capo della Chiesa non può flirtare troppo con Marx, in nome di una fraintesa lotta alle diseguaglianze e alla povertà, senza perdere la sua identità e senza apportare scandalo e confusione fra i credenti.
In un altro passo dell’intervista, Bergoglio dice di capire poco di economia. Bene, non è un peccato essere ignoranti. E non lo è soprattutto per gli uomini di Chiesa che a volte arrivano con l’intuito e il buon senso, con lo spirito caritatevole, alle conclusioni a cui le nostre scienze arrivano dopo faticosi ragionamenti. Purtroppo, questa grazia e umiltà della verità non sembra però toccare un Papa che pure ama giocare il ruolo, falso e costruito, dell’uomo semplice. Ecco che allora in lui l’ignoranza si fa attiva, contribuendo non poco, con le parole e con gli atti (anche e soprattutto di omissione come è avvenuto in Bolivia), a rinforzare quei nemici della Chiesa che sanno travestirsi da paladini dei poveri. Non sarebbe ora che qualcuno, per il bene e il futuro della Chiesa, facesse presente tutto questo a colui che, da quando è stato eletto al seggio di Pietro, ha mostrato di amare così tanto piacere a Scalfari e alla stampa “progressista” di mezzo mondo da dimenticarsi dei doveri minimi che ha verso il suo gregge?
"Pacifismo astratto, pauperismo, anticapitalismo…: quali siano i valori, si fa per dire, di questo Papa è ormai ben chiaro".
RispondiEliminaChe sia impregnato di quella cultura è evidente , che la consideri davvero salvifica mi pare difficile. E' più che altro la tendenza a entrare in simbiosi con l'altro che Bergoglio porta all'eccesso.
Solo un intervento divino - che ci sarà, e saranno c@//| amari per tutti - potrà smascherare e punire questo uomo mostruoso e iniquo, insieme con il perverso milieu di traditori e invertiti che dominano il Vaticano. Exurge Domine!
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