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mercoledì 22 luglio 2015

La Califfa

In Spagna si demoliscono le stazioni della Via crucis: “Offendono l’islam”

Il califfo fa proseliti a due passi da Madrid


Uno dei cippi della Via Crucis fatto rimuovere dal sindaco di Cenicientos perché "offensivo"
Roma. Qualche vecchio di Cenicientos, piccolo centro a un’ora e mezza d’auto da Madrid, deve aver pensato che il califfo Abu Bakr al Baghdadi fosse arrivato fin lì, nottetempo: la reconquista al contrario, con i mori cacciati secoli addietro dalla penisola iberica tornati per la vendetta finale. Era bastato uno sguardo, dopotutto, al brullo panorama cittadino: tutte le lapidi a ricordo delle stazioni della Via crucis di Cristo verso il Calvario erano state rimosse.
A decidere la demolizione è stata l’alcaldesa Natalia Nuñez Jiménez, il sindaco socialista che appena entrato in carica ha deciso di impugnare la piccozza e di emulare i barbuti jihadisti bene attivi nella piana di Ninive. “Abbiamo preso in considerazione il significato che rivestono queste pietre e ciò che implicano”, ha spiegato Nuñez, concludendo che “oltre a essere una barriera architettonica, rappresentano una mancanza di rispetto per quei residenti che non professano alcuna religione o che professano la religione islamica”. Tutta gente che, ha aggiunto il sindaco, “va rispettata”. La parola d’ordine, insomma, diventa “neutralità”, una sorta di laïcité alla spagnola che s’abbatte sui simboli visibili del culto cattolico. Quelle pietre – stando alla definizione sprezzante del primo cittadino di Cenicientos – collegavano l’abitato al santuario di Nuestra Señora del Roble. Non avevano nulla di esteriormente riconducibile alla religione cristiana, neppure la croce: solo cippi con impressi i numeri romani delle stazioni. Non erano neppure state pagate con i soldi del comune, visto che a finanziarle (con soli tremila euro) era stata la Comunità madrilena nell’ambito di un più ampio progetto culturale. Dall’opposizione, i popolari locali lamentano che l’amministrazione municipale abbia agito senza consultare nessuno: “E’ preoccupante che ci si dedichi a eliminare i simboli religiosi dalle nostre strade. Non c’è nessuna ragione valida per farlo”. Il sindaco, ha detto il portavoce del Partito popolare, Hector Añover, “ha dimostrato che si tratta di motivi ideologici”. Siamo dinanzi, ha osservato, “al rifiuto di una confessione religiosa che non fa male, che rappresenta la maggioranza della popolazione di Cenicientos”. E’ una cosa “senza senso”, che si spiega solo con “il pesante anticattolicesimo del Partito socialista spagnolo”.

ARTICOLI CORRELATI La parodia della laïcité Ristorante o moschea? Il dilemma francese sul futuro delle chiese vuoteLa diocesi di Getafe ha immediamente emesso un comunicato in cui chiede “rispetto per la libertà di culto”. Non si tratta – prosegue la nota – di discutere la legittima facoltà che spetta all’amministrazione comunale di ordinare lo spazio pubblico nella forma ritenuta più adatta. Il municipio è sovrano e può far quel che crede, a patto che rispetti “l’articolo 16 della Costituzione, che garantisce la parità per quanto attiene alla libertà ideologica, religiosa e di culto tra gli individui e le comunità”. Il vescovo della diocesi, mons. Joaquin López de Andújar, ha esortato a “non trasformare i sentimenti religiosi e i relativi simboli in oggetto di contesa politica”. A ogni modo, il presule ha detto di “condividere l’angoscia di tanti fedeli e cittadini che hanno visto alcuni simboli cristiani rimossi dallo spazio pubblico per il semplice fatto di essere cristiani”.

Il metodo usato dal sindaco Nuñez ricorda le campagne laiciste che da tempo si sono diffuse poco più a nord, nella Francia dove si dibatte sul destino delle chiese in disuso. Se a Madrid sono oggetto di discussione i cippi a memoria della Via crucis, a Tolosa c’è chi vuole perfino rimuovere dal gonfalone cittadino l’antica croce occitana, in quanto simbolo identificativo del cristianesimo.

di Matteo Matzuzzi 
| 21 Luglio 2015
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/07/21/in-spagna-si-demoliscono-le-stazioni-della-via-crucis-offendono-lislam___1-v-131038-rubriche_c280.htm

Spagna.Primo provvedimento del nuovo Sindaco socialista di Cenicientos: smantellare la Via Crucis accanto al Santuario Nuestra Señora del Roble, patrona della città

Le azioni degli eredi degli atei marxisti, degli anarchici che in Spagna perseguitarono e uccisero crudelmente duemila circa sacerdoti secolari, seimila circa fra religiosi e religiose di vari ordini e congregazioni, quindici vescovi, se non sbaglio. 
Uno di questi ultimi,  riconosciuto Martire - beato-, fu schernito in modo indicibile, evirato, coronato di spine e portato in giro in un'arena, fra il ludibrio dei massacratori e loro sodali.
Ci si lamenta che è un capitolo  poco conosciuto della tremenda storia dell'ultimo secolo.
In Italia, la responsabilità politica e morale di tale ignoranza ricade sulle spalle del partito democristiano che guardava a sinistra, e in generale al corso progressista postconciliare nella Chiesa.
Non ci lamentiamo poi se Iddio Onnipotente, giusto Giudice...

Spagna. Sindaco smantella la Via crucis del paese: «Manca di rispetto a musulmani e atei»

 Articolo di Leone Grotti
 luglio 17, 2015

Un comitato di cittadini ha chiesto al sindaco socialista Natalia Nuñez di rimettere al loro posto le stele numerate (che per altro erano prive di croce)
Natalia Nuñez, socialista, è appena stata eletta alla guida di Cenicientos, piccola città della provincia di Madrid.
Tra i primi provvedimenti presi, in qualità di sindaco, c’è stato quello di smantellare la Via crucis che univa il paese al santuario Nuestra Señora del Roble, patrona della città.

«MANCANZA DI RISPETTO»
Che cosa ha giustificato tanta furia iconoclasta? 
La Via crucis – a cui Nuñez si è riferita nelle interviste chiamandola «queste pietre» – rappresentava per il sindaco una «mancanza di rispetto» nei confronti dei non credenti e di coloro che «professano la religione e la cultura musulmane». 
Ma distruggerla non è forse una mancanza di rispetto verso i cattolici? 
Per il sindaco, no.

DISCRETE E GRATUITE
L’intervento è tanto più incredibile se si considera che la Via crucis era composta da piccole stele di pietra, neanche munite di croce, con sopra indicate le stazioni in numeri romani. 
Inoltre, la loro costruzione era appena stata finanziata dal piano culturale “Prisma” della provincia per un totale di 3.000 euro. 
Non erano costate niente al Comune, che però le ha distrutte a soli tre mesi dalla posa. 
Un comitato di cittadini ha organizzato una raccolta firme, che sono state consegnate oggi al Consiglio comunale: chiedono che la Via crucis venga rimessa al suo posto.

Fonte : Tempi


3 commenti:

  1. questo è il comunismo...... anticlericale....e il papa si fregia del loro simbolo sulla quale hanno posto arbitrariamente nostro Signore..... mah...

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  2. L' imperatrice e sovrana sindachessa Jimenez potrebbe , se volesse beninteso , sostituire la via Crucis con quell ' "artistico e meraviglioso " crocefisso con la falce e martello dono di Morales . Così metterebbe d' accordo capra e cavoli . La croce per i cristiani , la falce che assomiglia tantissimo alla mezza luna , e il martello per far felici tutti i comunisti . Poi volendo potrebbe anche aggiungere la stellina massonica , e così : tutti contenti ! jane

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