Aleppo muore di sete.
Aleppo, la città del nord della Siria martire della guerra lanciata contro il governo di Damasco, sta morendo di sete. Da più di venti giorni i ribelli dei gruppi filo Al Qaeida di Jabat al-Nusra hanno interrotto l'erogazione di acqua, proprio in questo periodo nel quale le temperature raggiungono i 40 gradi.
Aleppo, la città del nord della Siria martire della guerra contro il governo di Damasco sta morendo di sete. Da più di venti giorni i ribelli dei gruppi filo Al Qaeida di Jabat al-Nusra hanno interrotto l'erogazione di acqua, proprio in questo periodo nel quale le temperature raggiungono i 40 gradi.
Naturalmente è una misura che colpisce soprattutto i civili, che ancora vivono nella parte della città difesa dai soldati del governo e dalle milizie di autodifesa. Soprattutto le persone più deboli come gli anziani, i malati, i feriti a causa del conflitto, sono in grandissima difficoltà: l'acqua viene erogata in pochi punti presso i quali bisogna attendere in fila per ora sotto il sole. C'è poi il problema di trasportare le taniche piene magari fino ai piani alti delle case.
L'Associazione "Aiutiamo la Siria!"-Onlus in contatto con alcune realtà che operano ad Aleppo, ha lanciato un progetto straordinario e urgente "Acqua per Aleppo!", che volentieri rilanciamo, per le sue caratteristiche assolutamente umanitarie. Lo scopo è acquistare due camioncini dotati di serbatoio da 1.500 litri da destinare uno ai Fratelli Maristi ed un altro alla Chiesa Armeno-cattolica in modo che sia possibile, durante crisi come quella di questi giorni, distribuire l'acqua "a domicilio" alle persone che non riescono a procurarsela.
Il progetto prevede anche la fornitura di gasolio alla Parrocchia armena della SS. Trinità sufficiente a far funzionare per un mese il pozzo di cui è dotata. Mediante i furgoncini sarà possibile portare l’acqua “a domicilio”, pompandola nei serbatoi delle case di coloro che non riescono a raggiungere i punti di distribuzione e ad affrontare file lunghissime o che non possono trascinare fino a casa le taniche riempite, soprattutto se abitano ai piani alti (anziani, malati, feriti).
Mentre i Fratelli Maristi hanno un gruppo di volontari già strutturato per la distribuzione, la Parrocchia della SS. Trinità creerà un’apposita squadra; (due persone distribuiranno l’acqua, una persone riceverà le richieste in Parrocchia). Inoltre la Parrocchia armeno cattolica della SS. Trinità è in possesso di un pozzo con il quale può distribuire l’acqua a coloro che possono andare a prenderla. La pompa che fa funzionare il pozzo è alimentata da un generatore a gasolio; con 1.500 litri di carburante il pozzo funziona per circa un mese. Per concorrere alla realizzazione del progetto vedere i dettagli su www.aiulas.org.
http://www.lastampa.it/2015/07/19/blogs/san-pietro-e-dintorni/aleppo-muore-di-sete-tWPxFcMdu2lrWF3dM9Gp4L/pagina.html
Genocidio del popolo siriano – attacco al cuore del Cristianesimo
Testimonianza/Appello delle suore trappiste siriane
– contro le sanzioni che annientano il popolo
Le Monache siriane: "vi chiediamo di operare per la cessazione
delle inique sanzioni che uccidono la nostra gente"
Testimonianza/appello delle suore trappiste siriane
Nel Genocidio - L'appello delle monache siriane
Siria – Testimonianza delle suore trappiste siriane – Ci era giunta da un lettore la segnalazione di un appello sottoscritto in Germania, rivolto alla Cancelliera Federale Angela Merkel, ai deputati ed alle frazioni parlamentari di Berlino e di Bruxelles. Tra i firmatari sono inclusi membri del Parlamento, noti rappresentanti del movimento per la pace, personaggi della politica, delle Chiese, della Scienza e della Cultura. Lo facciamo nostro, sperando che anche in Italia vi siano personalità che lo presentino ai luoghi opportuni per intraprendere un'azione efficace per l'intervento umanitario urgente a favore del popolo siriano. Sempre più persone ci chiedono: ma noi cosa possiamo fare? Ora che sono evidenti per tutti le implicazioni politiche, le manipolazioni internazionali, gli interessi che hanno provocato e mantengono vivo il conflitto siriano, ora che tutti – o quasi – ne parlano e che incredibilmente tutto – o quasi – va avanti come prima… chi davvero vorrebbe poter fare qualcosa per la Siria e soprattutto per i siriani e tutto il Medio Oriente, si sente impotente. Ma non è così, qualcosa si può fare..
Qualcosa si può fare!
Prima di tutto non smettere di voler capire ciò che riguarda questa guerra, informarsi, cercare di ascoltare tutte le parti. E’ già moltissimo, perché molto di ciò che è accaduto è stato possibile grazie alla disinformazione, al potere e alla violenza di una comunicazione asservita ai vari interessi di parte, così come accade purtroppo per tante altre realtà. E’ importante anche guardare “oltre” questa guerra.. Non fermiamo i nostri occhi solo sulle macerie, sugli orrori di cui può rendersi capace un’umanità abbruttita, non restiamo sospesi in questo sentimento vago e scoraggiante di qualcosa di ineluttabile che è lì, contro il quale non possiamo fare nulla. Guardiamo a cosa possiamo fare Oggi. Fare per costruire, per progettare un futuro. Che ci sarà, oh sì che ci sarà!! Noi, qui ne siamo certi, per paradossale che sembri , più le difficoltà si moltiplicano più sappiamo reagire… Quello che vogliono oggi i siriani, quello di cui hanno bisogno, è soprattutto vivere. Banale, ovvio, ridicolo dirlo. Ma oggi lo si deve dire: senza “la vita di base”, tutti gli altri valori diventano ridicoli.
Contro le sanzioni internazionali – Iniquo strumento di "democrazia"
La vita c'è, in realtà, a dispetto di tutto. Solo che è messa alla prova, fa fatica ; letteralmente, fatica da morire. Perché non solo non è aiutata, ma è ostacolata, impedita da quell’iniquo strumento di “democrazia” che sono le sanzioni internazionali.. Dalla Germania, e forse da qualche altra parte , si sta muovendo qualcosa. Qualcuno ha finalmente deciso di prendere seriamente in mano la questione delle sanzioni. Mobilitatevi anche voi, appoggiateli, create altre petizioni. Fate qualcosa. E’ veramente ora di finirla con questa vergogna.. Si sa benissimo che queste misure non colpiscono affatto chi è al potere. Le sanzioni colpiscono la gente, ed in modo durissimo… Niente materie prime per lavorare, niente medicinali, anche per le malattie gravi. Tutto carissimo, i prezzi degli alimenti sono arrivati a dieci volte tanto… Senza lavoro, in un paese in guerra, dilaga la violenza, la delinquenza, il contrabbando, la corruzione, la speculazione, l’insicurezza. Questi, sono i frutti delle sanzioni..
L'obiettivo reale delle sanzioni internazionali
La gente non ne può più.. “Benissimo, è proprio questo che si vuole con le sanzioni: esasperare la gente perché faccia pressione sul governo”. Benissimo, e chi lo vuole? Quattro anni (e più) di sofferenza della gente, quattro anni di vita tirata con i denti… Provate a immaginare quanti sono quattro anni per un bambino in crescita? Quanto importanti? E’ possibile pensare di usare anni di sofferenza della gente per ottenere un risultato politico, strategico? Mascherandolo poi come il bene vero della gente stessa? No, non è proprio possibile. E se non sappiamo trovare altri strumenti, allora siamo veramente indegni di chiamarci paesi "democratici" (o civili – Ndr).. cioè, paesi che dovrebbero avere a cuore le sorti del popolo…
Vi chiediamo solo di aiutarci a fermare le sanzioni
E poi si continuano a mandare soldi, aiuti.. E di questo, va detto con sincerità, qui tutti sono davvero grati, perché l’Occidente sa essere, è davvero molto generoso. Voi stessi che leggete, sì, tante volte avete aperto il cuore. Ma non è assurdo? Non sarebbe meglio creare lavoro, creare opportunitàe fermare le speculazioni che aumentano a dismisura i costi? Far ripartire la vita, ed investire in progetti? Non serve aggiungere altro.. Vi chiediamo, con tutto il cuore, di smuovere questa situazione, anzi : di fermare il prima possibile l’applicazione delle sanzioni. Questo, potete farlo. Grazie.
Testimonianza/Appello delle suore trappiste siriane
Testimonianza/Appello delle suore trappiste siriane – contro le sanzioni che annientano il popolo
Sabato, Luglio 18th, 2015
Partecipa al dibattito - Redazione Quieuropa - infounicz.europa@gmail.com
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