Incredibile  la testimonianza di Piero Sansonetti al Meeting di Rimini. In un incontro che si è svolto sabato 22 agosto, il fondatore e direttore de Il Garantista, già militante del Partito Comunista Italiano e ateo dichiarato, ha confessato la sua ammirazione per papa Francesco e per don Luigi Giussani.
All’inizio dell’incontro Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione, ha domandato a Sansonetti: “Conosci il Meeting dal suo inizio, ci torni dopo tanti anni. Hai una storia tutta a sinistra, ma come sei arrivato fino a qui?”.
Il direttore de Il Garantista ha raccontato la sua storia di inviato deL’Unità, della sua appartenenza al Partito Comunista Italiano (Pci) e del suo atteggiamento fortemente critico ma anche di interesse nei confronti del Meeting di Rimini, ideato e promosso da militanti di Comunione e Liberazione.
“È stato un fenomeno che la sinistra italiana non capiva bene - ha spiegato - perché non rientrava nelle contrapposizioni tradizionali. Non si capiva quella sua parola straordinaria: ‘comunione’. Ci chiedevamo chi erano questi ragazzini guidati da un prete, che volevano? Che dicevano? Stando con loro mi colpì che sentivano le cose proprio come me”.
Con grande onestà intellettuale, Sansonetti ha affermato che “il vero dramma delle ideologie di allora fu di chiudersi in fortini, difendere l’idea, così che essa stessa diventa una cosa che si incartapecorisce e ti incartapecorisce. Quando incontrai questi ragazzi, c’era una profonda differenza da tutto il panorama di allora: non avevano fortini, non avevano idee da difendere, sentii che avevano in mente una idea di futuro non troppo lontana dalla mia. E nello stesso tempo non li potevo catalogare neanche con le immagini di presenza cattolica che si conoscevano allora, mi ispirarono profonda curiosità”.
In merito al tema del Meeting ripreso da un verso scritto dal poeta Mario Luzi Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?, il direttore de Il Garantistaha detto: “Io sono ateo, un ateo che tiene conto dell’esistenza della fede. La differenza che c’è tra noi è l’assenza della vita eterna, non è un dettaglio, un’ideologia, un fatto culturale! Ciò cambia la prospettiva del futuro e del rapporto tra la vita di tutti i giorni e il suo fine. Voi vivete tutti i giorni con questa prospettiva. Io concepisco la mia vita come una cosa che sta per finire. Ciò non può che determinare una gigantesca mancanza. Di fronte a questo verso di Luzi mi chiedo: pieno di questa mancanza cosa vuol dire? Ti manca o è la mancanza che ti riempie? È possibile che questo verso mi spieghi una cosa paradossale: che la mancanza sia qualcosa che diventa Dio?”.
In un editoriale su Il Garantista Sansonetti ha indicato il Giubileo della Misericordia come una “bomba atomica”; Savorana gli ha chiesto: “perché?”
“La parola misericordia fa saltare i principi essenziali del senso comune degli ultimi venti anni in cui la punizione è diventato il valore assoluto - ha risposto Sansonetti -. Papa Francesco rompe e sfida tutto il senso comune. Sarà difficile affermare davvero la misericordia perché spacca tutto. Rende impossibile qualunque ragionamento e rimette in discussione l’efficientismo”.
A questo punto Savorana ha chiesto a Sansonetti il perché del suo entusiasmo per papa Francesco e il direttore de Il Garantista ha spiegato: “La frase che mi ha conquistato di Francesco è stata: ‘chi sono io per giudicarli?’. È quella che ti apre la porta. Che apre la porta anche a me. Come se dicesse: io sono qui per parlare al cuore. È una frase che spezza la patina di arroganza che troppe volte ho trovato anche nella Chiesa Cattolica. Questo è un Papa che viene e ti ripropone i valori essenziali sui quali si può ricostruire la società nuova, in un momento in cui la politica ha fallito”.
Secondo Sansonetti, c’è una crisi della politica. “La questione è che si è rovesciato l’ideale e la politica ha accettato di essere messa da parte da altri poteri”, mentre papa Francesco “dice delle cose semplici ed è l’unico che le dice. I migranti vanno accolti. È umanità. Viene prima l’umanità o viene prima il fortino dentro il quale siamo chiusi?”.
In merito a come affrontare la modernità , Sansonetti ha sottolineato: “Voi potete essere nel mondo un punto che non giudica, che discute e non impone i propri valori. Come sta facendo papa Francesco” così “possiamo affrontare la modernità”.
Ed ha aggiunto: “Credo sia possibile costruire la modernità con un mondo più solidale e più giusto. Ritrovo la politica vera solo nella Chiesa: perché è possibile che una persona muoia di fatica? Perché non è possibile accogliere i profughi? Io sto con monsignor Galantino!”.
A questo punto Savorana ha osservato: “Tutto il tuo intervento è pieno di attesa di costruire un bene per il futuro” e, citando nuovamente papa Francesco nel messaggio al Meeting, ha chiesto: “non ti pare che questo livello di domande sia un terreno su cui possiamo fare un pezzo di strada insieme?”.
E Sansonetti ha replicato: “Sì, io penso di sì” perché “la domanda se valga la pena vivere è una domanda legittima. Io la rivolgo anche a voi. E so anche che è difficile dare una risposta affermativa. Io non disprezzo chi dice di no. Per me la risposta del ‘vale la pena’ si può trovare nelle emozioni, nella gioia di vivere e nella comunità. Costruire relazioni. È l’unico modo per cui un ateo può dire che valga la pena vivere. Sono certo che si possa fare un cammino insieme! E voi potete farlo insieme agli altri”.
Savorana ha spiegato che il Meeting è stato ideato proprio per creare relazioni, perché “Gesù, come con Zaccheo e come con la Maddalena incontrava l’uomo in quanto tale (…), piange per l’amico Lazzaro morto, si lascia baciare i piedi da una prostituta. È questo ciò che permette a Papa Francesco di lanciare questa bomba atomica della misericordia”. Ed ha aggiunto: “Non c’è altro modo per cui uno possa arrivare a credere in Dio se non attraverso l’incontro con degli uomini. Gesù lo puoi prendere in quanto tale, un uomo. Ad una cosa non si può rinunciare: a quelle domande di senso che tu hai. Non rinunciare mai a questo”. 
In conclusione Savorana ha chiesto a Sansonetti: “Cosa ti colpisce di don Giussani?”. E il direttore de Il Garantista ha risposto: “La sua capacità di leadership. Ne sento moltissimo l’assenza. Io di Giussani posso contestare centinaia di cose, ma ciò che mi affascina è la sua capacita di comunicare, aggregare, insegnare e imparare, tenere insieme e mediare, non seguire il luogo comune ponendo un punto di vista. Oggi questo manca in Italia. Io voglio essere in dialogo con la Chiesa”. Il folto pubblico ha applaudito il “nuovo amico, ritrovato”.