ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 20 agosto 2015

Meeting, petting!

INSALIVARE CHI COMANDA – SEI AL POTERE? SEI PREMIER? VIENI A RIMINI A PRENDER L’APPLAUSO DEI CIELLINI – DA ANDREOTTI A SPADOLINI, DA FORLANI A FANFANI, DA SCALFARO A NAPOLITANO, DA D’ALEMA A BERLUSCONI, DA MONTI A LETTA JR, IL MEETING HA APPLAUDITO TUTTI – E MARTEDÌ TOCCA AL PREMIER CAZZARO

Il ras della Cdo, Giorgio Vittadini, nel 2013 diceva: “Il governo di Letta deve durare tutta la legislatura. Per noi è una scelta di campo”. L’anno dopo cambia idea: “B. ha fallito, fu un errore votarlo: facciamo il tifo per il governo Renzi”…

Andreotti al meeting di RiminiANDREOTTI AL MEETING DI RIMINI
Marco Travaglio per “il Fatto Quotidiano

Oggi a Rimini si inaugura il 36° Meeting per l' amicizia fra i popoli, ma soprattutto fra Comunione e Liberazione e il governo di turno: guest star Matteo Renzi con cinque suoi ministri. E tutti a chiedersi se la Compagnia delle Opere, braccio finanziario di Cl, si sia per caso convertita al renzismo. Domanda sbagliata: come tutti i soggetti di saldi principi, la Cdo sta sempre con chi comanda.

GIOVANNI SPADOLINI AL MEETING DI RIMINIGIOVANNI SPADOLINI AL MEETING DI RIMINI
E, siccome l' Italia cambia spesso governo, la Cdo cambia spesso idea. La prima volta, nel 1980, c' era Andreotti, quintessenza della Dc e santo patrono e padrino di Cl, col giovine Formigoni a reggergli la borsa (lì il "movimento ecclesiale" anticipò il suo fiuto rabdomantico per i futuri protagonisti delle cronache giudiziarie: ne avesse mancato uno). La seconda volta, nell' 81, troneggiava il primo premier laico, Spadolini. Nell' 82 direttamente papa Wojtyla, ubi maior. Nell' 83 Forlani, vicepremier di Craxi.
SILVIO BERLUSCONI AL MEETING DI RIMINISILVIO BERLUSCONI AL MEETING DI RIMINI

Nell' 84 Fanfani. Nell' 86 addirittura Gava. Nell' 88 De Michelis, ri-Spadolini, ri -Andreotti, ma soprattutto Martelli, accolto come una star perché Cielle flirtava col Psi. Nel '91, contrordine ciellini: la nota lobby puntava sul governissimo Dc-Pci, dunque ecco D' Alema, diciamo, che riuscì a oscurare il picconatore Cossiga. Andreotti saltò un giro, in punizione per la guerra all' Iraq degli adorati (da Formigoni) Saddam Hussein e Tarek Aziz.

Nel '92, coi primi avvisi di garanzia ai tangentari e dunque ai capi del Movimento popolare, gran sfilata di De Mita, Veltroni e Rutelli. Nel '93, con mezzo vertice ciellino inquisito, nessun leader di partito, in compenso Kohl e Scalfaro: Formigoni, che aveva capito tutto, lanciò una nuova corrente Dc col plurindagato Sbardella, detto lo Squalo, e il vice di don Giussani lo definì "il politico più stupido del mondo".
MARIO MONTI AL MEETING DI RIMINIMARIO MONTI AL MEETING DI RIMINI

Nel '94 B. era appena salito al governo contro i giudici, e Cl dietro: lui non venne, però mandò la Pivetti, la Maiolo e i ministri Biondi, Mastella, D' Onofrio e Guidi. Nel '95 governava Dini, ed ecco i suoi ministri Susanna Agnelli e Treu. Nel '96 vinse Prodi, non molto popolare nel Movimento Popolare: ergo niente politici. Romiti però, essendo imputato, sì. Nel '97 c' era l' inciucio Bicamerale per mettere il guinzaglio ai pm: tappeto rosso a Boato. Nel '98, i dalemiani Bersani e Turco. Nel' 99 già governava D' Alema, allora Cl chiamò Prodi, più Galan. Nel 2000 la prima volta di B., che finanziava la baracca dall' inizio, con altri galantuomini tipo Ciarrapico e Tanzi.

ENRICO LETTA AL MEETING DI RIMINIENRICO LETTA AL MEETING DI RIMINI
Nel 2001 mezzo governo B. va in gita premio a Rimini: Tremonti, Castelli, Gasparri, Moratti, Sirchia, Maroni, Buttiglione, Pisanu, più Bersani (cerniera fra coop bianche e rosse). Nel 2002 il tema era "La contemplazione della bellezza", infatti arrivarono Pera, B.
, Moratti, Sirchia, Gasparri, Buttiglione, Alemanno e Matteoli.

Nel 2003, oltre a Bersani (ormai parte del mobilio), sbarcarono Fini, Fassino, Pisanu, Formigoni, Frattini, D' Alema e Fassino. Nel 2004 ri-Bersani, Albertini, Follini, Enrico Letta e Veltroni, poi i promotori si accorsero che non c' erano pregiudicati e corsero a invitare gli ex Nar Fioravanti e Mambro e l' ex Br Mantovani. Nel 2005 Pera, Ferrara, Magdi Non -Ancora -Cristiano Allam, Fini, Pisanu, Tremonti e financo la Roccella. Nel 2006, col ritorno della sinistra, Rutelli, Mastella e l' eterno Bersani, ma anche B. e, in rappresentanza di Cosa Nostra, Andreotti e Cuffaro.
GIORGIO NAPOLITANO AL MEETING DI RIMINIGIORGIO NAPOLITANO AL MEETING DI RIMINI

Nel 2007 Bersani, Chiti e Tremonti. Nel 2008, sul tema "Protagonisti o nessuno", si scelse la seconda opzione: Sacconi, Bondi, Frattini, Alfano, Alemanno, Formigoni, Lupi, Gelmini, Calderoli, Gasparri, Mag di Ora -Sì- Cristiano Allam e - sorpresona - Bersani. Nel 2009 passerelladi scienziati per l' anniversario di Galileo: Schifani, Scajola, Tremonti, Sacconi, Gelmini, Calderoli e - indovinate un po'? - Bersani.

MARCHIONNE AL MEETING DI RIMINIMARCHIONNE AL MEETING DI RIMINI
Nel 2010 standing ovation per il card. Scola e mons. Marchionne. Nel 2011 B. è al tramonto, ma non a Rimini: sfilano Alfano, Tremonti, Frattini, Mauro, Alemanno, Calderoli, Maroni, Lupi, Matteoli, Sacconi, Tajani, Romani. Però si capisce che comanda Napolitano, infatti la kermesse la apre lui con un monito extralarge. Nel 2012 Monti va al governo e chi ti spunta al Meeting? Monti (con Passera).

Nel 2013 Letta va al governo, e chi ti sbuca a Rimini? Letta. Nel 2014 va su Renzi, e chi ti invita la Cdo? Renzi. Che però ha da fare ("una riforma al mese", mica cazzi). La slurpata è rinviata al2015, dal titolo "Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che ad un tratto ne sei pieno?", tratto non dal solito film della Wertmüller, ma da una poesia di Luzi.
NAPOLITANO AL MEETING DI RIMININAPOLITANO AL MEETING DI RIMINI

Massima solidarietà a Giorgio Vittadini, ras della Cdo e docente di Statistica, cattedra utilissima per calcolare quanti governi gli son piaciuti in questi 35 anni: tutti. Di D' Alema disse nel 1998: "È tra i buoni dell' Ulivo". E di B. nel 2000: "Non possiamo restare neutrali, dobbiamo schierarci con chi porta avanti le nostre battaglie di una vita sui temi più alti: scuola libera, sussidiarietà, libertà d' impresa e lotta agli eccessi della magistratura".

E di B. nel 2005: "Ci ha delusi ma continuerò a votarlo". E di Letta nel 2013: "Il suo governo deve durare per tutta la legislatura. Per noi è una scelta di campo". E di Renzi, che l' aveva appena rovesciato nel 2014: "B. ha fallito, fu un errore votarlo: facciamo il tifo per il governo Renzi".

Ma la più bella Vittadini l'ha detta l'altroieri: "La nostra politica non è partitica. La chiave politica del Meeting è parlare di Abramo, della nascita dell' Io nell' incontro con Dio". Ora, non sappiamo il Padreterno, ma Abramo si starà grattando nella tomba.






Comunione e Liberazione, il primo meeting dopo le critiche (e la freddezza) del Papa

Dopo le critiche del Pontefice - che a marzo fu molto duro con il "compiacimento autoreferenziale" del movimento fondato da don Giussani - anche il messaggio della vigilia è stato decisamente distaccato. Attenzioni per l'intervento di Galantino

Comunione e liberazione riparte dopo la bacchettata del Papa. Quello che si apre oggi a Rimini è il primo Meeting dopo la dura sferzata di Bergoglio ai membri del movimento fondato da donLuigi Giussani. Il 7 marzo 2015, davanti a oltre 100mila ciellini presenti in piazza San Pietro per celebrare i primi 60 anni di vita e i 10 anni dalla morte del fondatore, il Papa aveva usato parole durissime: “Quando siamo schiavi dell’autoreferenzialità finiamo per coltivare una ‘spiritualità di etichetta’: ‘Io sono Cl’; e cadiamo nelle mille trappole che ci offre il compiacimento autoreferenziale, quel guardarci allo specchio che ci porta a disorientarci e a trasformarci in meri impresari di una Ong”.

Francesco era andato ancora oltre salvando la memoria e l’opera di don Giussani, ma sottolineando che la “fedeltà al carisma non vuol dire ‘pietrificarlo’, è il diavolo che ‘pietrifica’”. Il monito del Papa era stato chiaro: “Don Giussani non vi perdonerebbe mai che perdeste la libertà e vi trasformaste in guide da museo o adoratori di ceneri. Tenete vivo – era stato l’invito di Bergoglio – il fuoco della memoria di quel primo incontro e siate liberi”. Subito dopo l’udienza era più che palpabile la delusione dei ciellini giunti a Roma e anche quella dei vertici del movimento che si affrettarono a diramare un comunicato per cercare di attutire l’effetto mediatico delle dure parole di Francesco. Dopo quell’intervento di una possibile presenza del Papa al Meeting nemmeno l’ombra.

Cinque mesi dopo Bergoglio ha replicato la sua presa di distanza dal movimento di don Giussani limitandosi a rinnovare la prassi consolidata di inviare al vescovo di Rimini, città che ospita il Meeting, un messaggio a suo nome ma a firma del Segretario di Stato. Un testo “curiale” al 100 per 100, fatto di copia e incolla di discorsi e documenti del Papa e perfino con citazioni di Benedetto XVI, senza riferimenti all’udienza del 7 marzo 2015. Un testo che Bergoglio si è limitato a leggere e ad approvare. Nel messaggio, firmato dal cardinale Pietro Parolin, si sottolinea che “nessuno di noi può iniziare un dialogo su Dio, se non riusciamo ad alimentare il lumino fumigante che arde nel cuore, senza accusare nessuno per i suoi limiti, che sono anche i nostri, e senza pretendere, ma accogliendo e ascoltando chiunque”.

Nel testo non manca un riferimento alla cosiddetta teoria del gender: “Il dramma di oggi consiste nel pericolo incombente della negazione dell’identità e della dignità della persona umana. Una preoccupante colonizzazione ideologica riduce la percezione dei bisogni autentici del cuore per offrire risposte limitate che non considerano l’ampiezza della ricerca di amore, verità, bellezza, giustizia che è in ciascuno”. Freddo anche il saluto finale: “Il Santo Padre augura agli organizzatori e ai volontari del Meeting di andare incontro a tutti sostenuti dal desiderio di proporre con forza, bellezza e semplicità la buona notizia dell’amore di Dio, che anche oggi si china sulla nostra mancanza per riempirla dell’acqua di vita che scaturisce da Gesù risorto”.

Accanto alla tradizionale sfilata di premier, ministri, politici e giornalisti, anche quest’anno al Meeting non mancheranno le berrette rosse. Sono previsti, infatti, gli interventi dei cardinali George Pell, prefetto della Segreteria per l’economia, sul tema “Chiesa e denaro”, Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. Molto attese, dopo le recenti e dure polemiche con la classe politica, le parole del segretario della Cei,monsignor Nunzio Galantino, al quale è stato affidato il tema “Persona e senso del limite”.
di Twitter: @FrancescoGrana
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/20/comunione-e-liberazione-il-primo-meeting-dopo-le-critiche-e-la-freddezza-del-papa/1970501/
Ci sono musulmani con cui è possibile dialogare Ma i cattolici preferiscono chi vuole imporre l'islam
di Valentina Colombo e Sioufane Zitouni20-08-2015
Soufiane Zitouni, Mohamed Louizi, Ferid Abdelkrim
Dialogo, comprensione reciproca, collaborazione anche con l'islam sono degli imperativi per costruire la pace, richiamati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato per l'inaugurazione della XXXVI edizione del Meeting di Rimini. Dialogo con l'islam, già. Ma con chi si deve - e si può - dialogare? Non si può fare finta di non vedere che nel mondo islamico ci sono visioni molto diverse, e purtroppo le istituzioni occidentali - civili ed ecclesiali - sembrano non rendersi conto di dare fiducia a chi persegue un disegno di islamizzazione forzata dell'Europa dimenticando chi invece si batte contro il fondamentalismo e l'estremismo islamista. È così che personaggi come Azzeddine Gaci - che oggi è protagonista dell'incontro di apertura del Meeting di Rimini e a cui mesi fa è stata anche concessa la vetrina dell'incontro con il Papa - acquistano rilievo e potere in Europa. Ma in questa eccezionale testimonianza un intellettuale musulmano francese, Soufiane Zitouni, smaschera il disegno egemonico di questi personaggi strettamente legati ai Fratelli Musulmani. E non è il solo: altri due intellettuali francesi spiegano dall'interno qual è l'obiettivo della Fratellanza in Europa e le strade per arrivarci: tra cui appunto il dialogo (finto) con i cristiani.
Azzeddine Gaci
TRE INTELLETTUALI CONTRO GACI: STA LOTTANDO PER LA CONQUISTA ISLAMICA DELL'EUROPA
di Valentina ColomboSoufiane Zitouni, Mohammed Louizi, Ferid Abdelkrim: tre musulmani francesi accusano l'associazione islamica (UOIF) di cui Azzeddine Gaci è dirigente, di essere parte dei Fratelli Musulmani, con un progetto politico che usa il dialogo con i cristiani come arma di conquista. 
IL DIALOGO CON I CRISTIANI? SOLO UN MEZZO PER IMPORRE L'ISLAM
di Soufiane Zitouni
I rappresentanti dell’UOIF hanno una “missione”: imporre la loro idea di islam in Francia. Lo pseudo-dialogo con i cristiani è uno dei numerosi strumenti di questa “missione”. Ora posso dire di saperlo bene, poiché li ho frequentati spesso in questo contesto.


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.