ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 26 settembre 2015

Un papa percepito?

Bergoglio in America, da Cuba, all’ONU, agli USA. Quello che avremmo voluto sentire, quello che abbiamo sentito 

… discorsi prettamente sindacali, politici, ecologici, indipendenti totalmente dalla Fede nell’Unico Dio di cui egli dovrebbe essere il rappresentante  sulla terra. Questo si aspetta da lui il cattolico, che invece è completamente disorientato, confuso ed incerto di fronte al successore di Pietro con le sue sconcertanti dichiarazioni…

di Pucci Cipriani
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Mentre il “Vescovo di Roma” Bergoglio si prostrava ai piedi di Fidel Castro, assassino criminale, persecutore e aguzzino dei cattolici dell’Isola Caraibica, la milizia rossa castrista incarcerava cinquanta “dissidenti” che cercavano di avvicinarsi al Papa, il quale si è ben guardato di parlare di “diritti civili” o di condannare violenze o “dittature” e, anzi, lui così tagliente e diretto, con il suo spirito che vuol imitare il “trasteverino all’amatriciana”, si è dimostrato assai diplomatico e furbo e di fronte ai giornalisti che gli domandavano il perché del mancato incontro con gli anticomunisti e anticastristi cubani è caduto dalle nuvole e ha risposto, ridanciano come al solito: “No sé si estabon o no estabon…Nimguno se identificò” (“non so se c’erano o non c’erano…nessuno si è mostrato”).

Già…ad identificarli, a prenderli a randellate e a sbatterli nelle prigioni castriste ci ha pensato la milizia rossa per cui può ben commentare su “Il Giornale” un laico come Paolo Guzzanti:
“Che peccato . Dove erano finiti i ‘disidientes’ ? Papa Francesco, il presidente Obama e Raoul Castro si sono ringraziati a vicenda per aver archiviato insieme la vecchia inimicizia cubano – americana con grande vantaggio del turismo e degli affari. La democrazia, come il paradiso può attendere”)… ma quando a dire certe cose non è il berlusconiano “Il Giornale” ma l’Agenzia “Asia New” di p. Beranardo Cervellara, allora vuol dire che anche in “casa nostra” si comincia ad aprire gli occhi di fronte a questa Rivoluzione anarchica, a questo populismo cialtrone da quattro soldi, a questa “teologia della raccolta differenziata” che sta distruggendo la Santa Chiesa di Dio.
“La visita di Papa Francesco a Cuba nei giorni scorsi  – dichiara Labrador a p. Cervellara – sta risvegliando in persone di tutto il mondo molte domande: perché il papa non ha incontrato i dissidenti? Perché non ha ascoltato la loro voce direttamente , perché non ha ascoltato le loro preoccupazioni , essendo essi tra le persone che soffrono di più (a motivo della loro Fede, Santità – n.p.c.) ? Perché non chiamare le cose con il loro nome, chiamando ‘dittatura’ il Governo dell’Avana e chiedendo pubblicamente che esso garantisca ai cubani libertà e una vita senza persecuzioni e senza paura?… fa male vedere che lo stesso regime che si beffava(e si beffa) di Dio, la Chiesa, i religiosi e le religiose, il Papa, abbia ricevuto Francesco fingendo di dare l’immagine di un governo rispettoso degli esseri umani e dei loro diritti…”
E mentre Francesco Bergoglio arrivava al Congresso americano – su una “cinquecento”, sponsorizzando così la Fiat del suo amico Marchionne (campione – sic –  nella difesa dei diritti della classe operaia!), così come era andato in Columbia sponsorizzando i narcotrafficanti, con la promessa di “masticare una foglia di coca”- a parlare di cambiamenti climatici, di rifiuti solidi e liquidi, di condizionatori d’aria che vanno spenti, del rischio della scomparsa di alcune specie di vermi e d’insetti (ohibò! Almeno ci fosse la “zanzara tigre”) – dagli USA e da tutto il mondo giungono allarmi e spaventosi “bollettini di guerra”, oltretutto firmati da sacerdoti e vescovi di coraggio, che rischiano di fare la stessa fine dei Frati Francescani dell’Immacolata, l’unico Ordine fiorente nella Chiesa di fronte al totale disastro, che è stato sterminato dal novello Terminator – 
” Per quanto riguarda il mio continente di origine – afferma il Cardinale Sarah, emblema della speranza nera della Chiesa – vorrei denunciare con forza la volontà di imporre falsi valori (il gender – n.p.c.) usando argomenti politici e finanziari. In certi Paesi africani sono stati creati  ministeri per la teoria del genere in cambio di sostegno economico! La Santa Sede deve fare la sua parte. Non possiamo accettare la propaganda e i gruppi di pressione delle lobby LGTB – lesbiche, gay, trans, bisex” 
Gli fa eco su : “Christ’ New Homeland – Africa : Contribution to the Synod on the Family by African Pastors” il Cardinale Francis Arinze , nigeriano, che ribadisce l’importanza della famiglia che “viene dalle mani creatrici di Dio e dunque l’essere umano non ha autorità per cercare di reinventarla… ignorare l’ordine stabilito dal Creatore nel matrimonio e nella famiglia significa aprire la strada a problemi e sofferenze sia per la gente sia per la società intera”. 
Altro che le “nuove dottrine” eretiche del Cardinal Kasper e dei molti altri padri sinodali “bergogliani” che vogliono cambiare la Dottrina della Chiesa per cui, in giro, serpeggia già aria di scisma. Parole non mie ma del Supremo Custode della Fede, il Cardinale, Gerhard Ludwig Muller, Prefetto della Congregazione della Fede.
Ecco, di questi problemi, di questi principi non negoziabili, avremmo voluto sentir parlare, in America, Papa Francesco, che, invece, ha preferito “consegnarsi” al mondo, a Obama, il Presidente degli Stati Uniti che delle leggi mortifere e contro-natura ha fatto una bandiera. Aborto, contraccezione, sterilizzazione, eutanasia… per non parlare del divorzio, facile negli USA, quasi come quello “cattolico” voluto “manu militari” da Papa Francesco, nei Tribunali Ecclesiastici, che, forse, ha voluto dimostrare, ancor prima dell’inizio del Sinodo, la grande rivoluzione anarchico – libertaria, la ventata di follia, che sta cambiando e spazzando via la Chiesa di sempre.
“Non usate la Croce come vessillo” Così Bergoglio ha ammonito i vescovi americani. Già, almeno che la Croce non abbia sopra la Falce e il Martello, simbolo di duecento milioni di morti fatti dal Comunismo, quella Croce con falce e martello di cui Bergoglio va fiero e che, probabilmente – insieme ai vecchi guru sessantottardi che in vecchiaia si son dati alla coltura delle barbabietole, delle mele biologiche e del miele non raffinato –  ispira il Papa  nel vergare le encicliche sui rifiuti organici, l’energia elettrica e l’inquinamento ambientale, i pozzi neri, i gas urbani etc., tutte cose un tempo patrimonio dei salotti “radical chic” della contestazione pilifera dei Centri Sociali, di Pecoraro Scanio e della Francescato (li ricordate?) e delle sette buddiste.
Bergoglio ha fatto di fronte al Congresso americano, in omaggio ai “liberal” (negli USA il termina significa “radicali”… più o meno alla Pannella), una bella sparata “contro la pena di morte”… dimenticando forse che la Chiesa è sempre stata contro la pena di morte inflitta all’innocente (aborto, eutanasia etc) e non certo al reo, anzi la Dottrina della Chiesa, ribadita da tutti i Pontefici, ammette la pena di morte per il reo; infatti:
“E’ riservato al pubblico potere privare il condannato del bene della vita, in espiazione del suo fallo, dopo che col suo crimine egli s’è spogliato del diritto alla vita”.
… ma quello che lo Stato ha il diritto di fare per criminali incalliti, per assassini che hanno compiuto crimini esecrabili… nessuno ha il diritto di farlo a persone innocenti, indifese come i bambini abortiti , come la mattanza di quei cristiani innocenti che vengono sterminati a migliaia, giornalmente nei Paesi islamici… un genocidio, altro che pena di morte.
Per questi poveri morti che sembra non importino a nessuno, per questa gente di cui l’ONU se ne sbatte, per questi morti anonimi non c’è pietà. Obama, omaggiato da Francesco, ha dato “licenza di uccidere” ( in America oltre che fare a pezzi il bambino nel grembo materno, è consentito ucciderlo anche, una volta nato, aspirandogli il cervello)… non una parola di Papa Bergoglio che questi fatti dovrebbe saperli. E, vien da domandarsi, come fa a ridere sempre e, quasi a  sfida nei confronti dei suoi critici, ad augurare “buon pranzo”, “buona cena”, “buon divertimento” – al posto di Sia lodato Gesù Cristo – avendo dinanzi agli occhi (e nel cuore) le immagini di quei morti ammazzati dei quali non ha voluto parlare?
Leggo quanto scrive su Facebook un amico, Carlo Viviani, un chirurgo cattolico:
“Questo Papa continua a non piacermi, anzi mi piace sempre meno. Sono in continua attesa di un’esternazione , un pensiero, una riflessione che contenga almeno un profumo, non dico neppure un sapore, di spiritualità, un richiamo a Colui che dovrebbe essere al centro di tutto e che dovrebbe  costituire il Principio dal quale poi tutta la Dottrina sociale della Chiesa sgorga. Invece niente. Discorsi prettamente sindacali, politici, ecologici, indipendenti totalmente dalla Fede nell’Unico Dio di cui egli dovrebbe essere il rappresentante  sulla terra. Questo si aspetta da lui il cattolico, che invece è completamente disorientato, confuso ed incerto di fronte al successore di Pietro con le sue sconcertanti dichiarazioni nelle quali afferma che la Croce non deve essere una bandiera! C’è da inorridire di fronte ai milioni di martiri che per il Signore, per la sua Santa Croce, hanno dato la vita! O che prega per le altre fedi gridando che c’è un dio unico per tutti indipendentemente dal nome con cui si chiama. Fra non molto mi aspetto che Bergoglio stesso chiamerà con un nome questo dio universale che metterà tutti d’accordo. Lo chiamerà: “Grande Architetto dell’Universo” e così proclamerà che è pronto il Nuovo Ordine Mondiale. E Cristo verrà crocifisso un’altra volta”
Il commento, ahimè, non ha bisogno di chiose. Più chiari di così…
http://www.riscossacristiana.it/bergoglio-in-america-da-cuba-allonu-agli-usa-quello-che-avremmo-voluto-sentire-quello-che-abbiamo-sentito-di-pucci-cipriani/
Anti-Papa, de Mattei (Fond.Lepanto): “Si muove da peronista. Tutto è partito da Cuba"
23 settembre 2015, Lucia Bigozzi
Anti-Papa, de Mattei (Fond.Lepanto): “Si muove da peronista. Tutto è partito da Cuba'
L’incontro con Fidel Castro e il non incontro con i dissidenti cubani. Ruota attorno a questi due elementi l’analisi che Roberto de Mattei, storico, presidente della Fondazione “Lepanto”, collaboratore di numerosi siti internazionali sulle tematiche cattoliche, argomenta nella conversazione conIntelligonews sul viaggio di Francesco a Cuba e negli Stati Uniti. 

La sensazione diffusa, anche sulla scorta della copertina di Newsweek, è che il Papa nel viaggio tra Cuba e gli Usa abbia dovuto spiegare la sua cattolicità. Perché secondo lei?

«Mi sembra inquietante il fatto che uno dei più noti settimanali internazionali, Newsweek, abbia addirittura messo in dubbio la cattolicità del papa. Indipendentemente dalla reazione del pontefice, questo fatto di per sé mi pare straordinariamente inquietante».

Ma perché ha dovuto dire da un lato ‘non sono comunista’ rispondendo alle critiche dei repubblicani americani, e dall’altro ‘non sono l’anti-papa’ rispondendo alle critiche dei cattolici conservatori? Cosa c’è dietro? 

«C’è il viaggio a Cuba, perché in ogni viaggio ciò che ha maggiore impatto nell’opinione pubblica, non sono tanti i discorsi quanto le immagini che vengono veicolate. Ci sono stati almeno due episodi che hanno colpito particolarmente. Il primo è l’incontro di Francesco con Fidel Castro; un evento a mio avviso estremamente preoccupante perché Fidel Castro non è un leader post-comunista come tanti ce ne sono in Europa, bensì è un dittatore – se pure ormai a riposo – che ha sempre rivendicato la sua appartenenza alla famiglia comunista. E’ stato un dittatore sanguinario che il papa ha incontrato senza manifestare nessuna critica e nessuna riserva nei suoi confronti. A questo si aggiunge il fatto che Raul Castro nel suo discorso ha ribadito che una delle priorità del regime consiste nel preservare il socialismo; quindi la Cuba attuale è espressione del socialismo reale»

Il secondo elemento?

«E’ rappresentato dal fatto che il papa ha ignorato i dissidenti cubani nel corso della sua visita. Non a caso su questo ci sono state molte domande dei giornalisti; francamente mi è sembrata un po’ una finta ingenuità quella di dire: ma io non ho notizie di arresti. Tutti, invece, sanno che ad esempio alla dissidente Marta Beatriz Roque è stato impedito di recarsi alla Nunziatura e ci sono stati numerosi arresti. Due elementi che credo abbiano pesato sul viaggio a Cuba. Del resto è indicativo il tipo di domande, dirette, Brtali, rivolte al papa dai giornalisti americani tra i quali c’è maggiore franchezza e libertà di espressione rispetto ai vaticanisti europei, alle quali Francesco ha risposto anche se non mi sembra lo abbia fatto in maniera soddisfacente. La mia impressione complessiva su questo viaggio è che sia eminentemente politico, più che un viaggio pastorale».

Perché lo definisce viaggio politico?

«Significa che il papa agisce prima che come capo della Chiesa, come leader politico e per quanto il pontefice abbia condannato le ideologie, l’azione politica di ogni capo di Stato o uomo politico - anche quando si presenta come pragmatica – è sempre espressione di una qualche ideologia, in maniera diretta o indiretta. Da questo punto di vista, l’impronta politica del peronismo segna profondamente il viaggio a Cuba e negli Usa. In questo senso credo si possa parlare di  viaggio politico: negli incontri, nei discorsi, viene data priorità a questioni di carattere politico e sociale più che strettamente religioso e la soluzione viene data in  un’ottica che potremmo definire – in senso lato – peronista».

E sull’anti-papa?

«Mi è sembrata una provocazione, così come una provocazione è la copertina di Newsweek in cui ci si chiede se il papa sia ancora cattolico. Se si è papa non si può che essere cattolici e non si può essere anti-papa, ma la reazione di Francesco quando dice ‘se volete recito il Credo’ non risponde ai problemi che la domanda, sia pure provocatoria, implicitamente sollevava»

Esiste un papa percepito? Secondo lei qual è?

«Che vi sia un papa percepito non c’è dubbio. Ma la percezione che ne dà il mondo politico-mediatico è diversa da quella del popolo cattolico. Secondo i dati ufficiali della Prefettura Pontificia, si sarebbe è verificato – rispetto al pontificato di Benedetto XVI – un crollo esponenziale delle presenze alle udienze in San Pietro, mentre sembra aumentare il consenso dei mass media. E’ un fenomeno paradossale per un papa che dice di rivolgersi al mondo delle periferie; in realtà come si vede anche in questo viaggio, riceve l’omaggio di quel mondo di potenti nel campo della politica, dei mass media, dell’establishment culturale, mentre sembra sgretolarsi il consenso che riceve nella base del popolo cattolico. Sotto questo aspetto è provocatoria la domanda che si pone Newsweek e tuttavia vi si può leggere una certa soddisfazione del mondo secolarista per questo venire meno di una identità profondamente cattolica e al tempo stesso esprime l’insoddisfazione della base del popolo cattolico pro-life e pro-family americano. Vedremo se nel viaggio negli Usa il papa dirà parole rassicuranti verso questo mondo o se gli elementi di insoddisfazione aumenteranno. Lo potremo valutare solo al termine».

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