ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 31 ottobre 2015

Corvo bianco, avrò il tuo scalpo..!

Un nuovo corvo in Vaticano. Forse due

Sospetti su un ecclesiastico che avrebbe "rubato" le frasi del Pontefice. La Santa Sede non smentisce lo scoop de Il Tempo: violato il pc del "revisore"


cardinali
Un altro "corvo" in Vaticano. Stavolta però è un ecclesiastico eccellente che avrebbe «carpito» le conversazioni del Santo padre. Se ne sa poco ma quel che è certo è che nelle prossime ore potrebbe esser data conferma dell’esito di un’inchiesta vaticana che si preannuncia devastante. Sono questioni di ore. La tensione è altissima. Non sarebbe un cameriere del Papa (come Paolo Gabriele, nel 2012 condannato e poi graziato da Benedetto XVI per aver trafugato documenti privati). Ma un alto prelato. Non sappiamo se lo stesso (sembra di no) di cui ha parlato a più riprese Il Tempo. Quel che è certo - per la non smentita vaticana - è lo scoop fatto sulla violazione del computer di un pezzo da novanta delle segrete stanze vaticane. In Vaticano c’è grande imbarazzo.
La sala stampa della Santa Sede non conferma, né smentisce. Ma a dimostrazione della consistenza delle indiscrezioni rivelate dal giornale, la magistratura pontificia ha annunciato l’apertura di una inchiesta per venire a capo della vicenda. Quindi, l’esistenza di un "corvo 2" nelle sacre stanze è un sospetto ufficiale. L’atto iniziale del giallo è iniziato con la violazione del computer del revisore generale Fulvio Milone. Un episodio che mostra il riemergere di un nuovo clima di "veleni" e sospetti, quasi una nuova stagione di "corvi", come nella non rimpianta era-Vatileaks. C’è stata un’intrusione nel computer del revisore generale Libero Milone, 67 anni, il professionista scelto dal pontefice nel giugno scorso con il compito di supervisione e controllo sui conti e i bilanci di tutti gli organismi, gli uffici e le istituzioni della Santa Sede. Insomma, su tutta la finanza vaticana. La notizia, anticipata l’altra sera in tv da Luigi Bisignani e pubblicata ieri dal quotidiano Il Tempo, in via ufficiale non viene confermata né smentita, né tanto meno commentata, dalla Santa Sede. «Al momento non abbiamo nulla da dire», replica la Sala stampa vaticana. Ma sul fatto che sia vera non ci sono dubbi e nelle stanze d’Oltretevere se ne parla parecchio. La violazione informatica, si apprende, è avvenuta nelle scorse settimane nell’ufficio di Milone in Via della Conciliazione. Il revisore generale ha subito denunciato il fatto alla Gendarmeria vaticana e ora sono in corso le indagini, nelle quali potrebbero essere sequestrati altri computer. In altre parole, si attendono sviluppi. Soprattutto, l’oscuro episodio colpisce un uomo-chiave nella riforma delle finanze vaticane promossa da papa Francesco, cui è affidata la revisione dei conti dei dicasteri della Curia romana e delle istituzioni ad essa collegate, oltre alle amministrazioni che fanno capo al Governatorato della Città del Vaticano. A Milone, uomo con 32 anni di esperienza nella multinazionale dell’auditing Deloitte.
Luca Caso

Vaticano, violati i file riservati: sospetti sulle trame dei "corvi"

Nuovo clima di veleni in Vaticano. Violato il computer del revisore dei conti vaticani. No comment della Santa Sede



Riaffiorano veleni e sospetti. Riemerge una nuova stagione di "corvi". E si riaffaccia lo scandalo Vatileaks.
Nelle ultime ore è stato, infatti, violato il computer del revisore generale Libero Milone, professionista 67enne scelto da papa Francesco in persona a giugno con il compito di supervisione e controllo sui conti e i bilanci di tutti gli organismi, gli uffici e le istituzioni della Santa Sede. Insomma, su tutta la finanza vaticana. La notizia, anticipata in tv da Luigi Bisignani e pubblicata dal Tempo, in via ufficiale non viene confermata né smentita (né tanto meno commentata) dalla Santa Sede. "Al momento - replica la Sala stampa vaticana - non abbiamo nulla da dire".
La violazione informatica sarebbe avvenuta nelle scorse settimane nell’ufficio di Milone in via della Conciliazione. Il revisore generale ha subito denunciato il fatto alla Gendarmeria vaticana e ora sono in corso le indagini. Ora potrebbero essere sequestrati altri computer. In altre parole, si attendono sviluppi. Anche perché l'inquietante violazione colpisce un uomo-chiave nella riforma delle finanze vaticane promossa da Bergoglio. A lui è, infatti, affidata la revisione dei conti dei dicasteri della Curia romana e delle istituzioni ad essa collegate, oltre alle amministrazioni che fanno capo al governatorato della Città del Vaticano. A Milone, uomo con 32 anni di esperienza nella multinazionale dell'auditing Deloitte & Touche, di cui è stato ceo per l’Italia, già nei cda di società quotate tra cui Fiat Industrial, Indesit e numerose altre, lo statuto dell’ufficio del revisore generale garantisce tra l’altro di "agire in piena autonomia e indipendenza", rispondendo soltanto al Papa e con la facoltà, nelle sue verifiche, di andare ovunque nella città-Stato per scandagliare le situazioni finanziarie e la gestione di ogni dipartimento.
La vicenda si inserisce nel clima di conflitto per il controllo delle finanze che ha visto contrapposte la Segreteria per l’Economia guidata dal cardinale australiano George Pell, i cui poteri sono stati ridimensionati rispetto alle previsioni iniziali perdendo di fatto quelli sulla gestione dei beni, e la Segreteria di Stato con a capo il cardinale Pietro Parolin, "primo ministro" della Santa Sede. Ed è di tre giorni fa la pubblicazione di una lettera del Pontefice al cardinale. Parolin, ma con un contenuto il cui destinatario è primariamente proprio Pell, in cui, visti i «problemi» che si sono verificati, il Papa ribadisce che tutte le assunzioni e i trasferimenti di personale fatti da qualsiasi dicastero o struttura, così come i relativi trattamenti economici, devono avere il nulla osta della Segreteria di Stato e rientrare nei limiti delle tabelle organiche esistenti e dei regolamenti in vigore. Proprio su assunzioni ed entità degli stipendi non mancano tensioni.
Ma soprattutto in questo momento, dopo la notizia di stampa ampiamente smentita sulla salute del Papa e il presunto tumore al cervello, in Vaticano le acque sono molto agitate per l’imminente uscita di due libri, Via Crucis di Gianluigi Nuzzi - già autore di Vaticano Spa e Sua Santità - e Avarizia di Emiliano Fittipaldi. Oltretevere viene giudicato inammissibile che i due libri contengano documenti riservati. E la vicenda rischia di fare il bis a Vatileaks.
- Sab, 31/10/2015 
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/vaticano-violati-i-file-riservati-sospetti-sulle-trame-dei-c-1189356.html 


(Gian Guido Vecchi) Il sospetto, fondato, è che Oltretevere siano tornati a svolazzare i corvi, come ai tempi di Vatileaks e del maggiordomo di Ratzinger. Il dato di fatto è che è stata scoperta la violazione informatica di un computer assai delicato: quello di Libero Milone, 67 anni, Revisore generale della Santa Sede, nominato a giugno da papa Francesco.
La sala stampa vaticana, ieri, non ha commentato l' indiscrezione anticipata in tv da Luigi Bisignani e pubblicata da il Tempo , «al momento non abbiamo nulla da dire». Ma Oltretevere si viene a sapere che la Gendarmeria vaticana ha aperto un'indagine per scoprire chi, nelle ultime settimane, abbia cercato e sia in parte riuscito a leggere i file riservati del pc. Libero Milone ha subito presentato denuncia alla Gendarmeria. A lui Francesco ha affidato il compito di lavorare «in piena autonomia e indipendenza» e guidare il nuovo ufficio che ha coronato la riforma delle finanze e degli enti economici in nome della trasparenza e del controllo. In base allo statuto, l'ufficio del revisore è l'ente cui è affidato il compito di revisione dei dicasteri della Curia romana, delle istituzioni a essa collegate e delle amministrazioni che fanno capo al Governatorato della Città del Vaticano.
Milone ha lavorato per 32 anni nella società di revisione e consulenza Deloitte, fino a divenirne amministratore delegato per l'Italia. Un compito delicatissimo: il Revisore può controllare ciò che ritiene opportuno e risponde al Papa. Francesco è determinato fin dal primo giorno del pontificato, del resto le congregazioni generali che hanno preceduto il conclave del 2013 ne avevano discusso come una sorta di mandato al nuovo Papa: basta scandali finanziari, basta spreco delle risorse. Chi ha violato il computer del Revisore, comunque, ha lasciato tracce. Nel corso delle indagini potrebbero essere sequestrati altri computer. Sarebbero stati trafugati testi sulle revisioni contabili, documenti sulla riorganizzazione in atto nei dicasteri. Il tutto in un momento particolare, visto che la prossima settimana si annuncia la pubblicazione di due libri che promettono «documenti» inediti, «registrazioni» e «carte» varie sulle finanze vaticane: «Via Crucis» di Gianluigi Nuzzi e «Avarizia» di Emiliano Fittipaldi.
Negli ultimi mesi, del resto, si è parlato di tensioni interne crescenti: la Segreteria per l'Economia guidata dal cardinale australiano George Pell - uno dei porporati conservatori che all' inizio del Sinodo - ha scritto al Papa una lettera nella quale si paventava un' assemblea pilotata - ha visto ridimensionati i propri poteri. Pochi giorni fa il Papa ha scritto una lettera al Segretario di Stato Pietro Parolin nella quale si diceva che «le assunzioni ed i trasferimenti del personale dovranno essere effettuati nei limiti delle tabelle organiche, con il nulla osta della Segreteria di Stato». Se a questo si aggiungono le «azioni di disturbo» che hanno scandito le tre settimane del Sinodo - dalla lettera dei cardinali al Papa alla notizia smentita di una malattia di Francesco - si capisce il timore che qualcuno voglia ricreare un clima velenoso. Oltretevere, peraltro, si esprime «grande tranquillità». Il Papa e i suoi collaboratori «sono determinati a fare ordine, se necessario pulizia». E si mette in conto che ci siano reazioni: «Non tutti sono contenti di questa inversione di tendenza cominciata con Benedetto XVI. Ma si andrà avanti».

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