ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 18 ottobre 2015

Falsari chi? : senza colore né vergogna

“Rossoporpora”? No,rosso di vergogna! Vescovo messicano smaschera i falsari: “è mio il racconto del bimbo che spezzò l’Ostia”

Era una attribuzione falsa, come false si sono rivelate quasi tutte le firme dei cardinali alla lettera dei giorni scorsi e falso era anche il testo della missiva pubblicato su certi siti conservatori che in questo Sinodo spesso criticano il Papa accusandolo di voler pilotare i lavori. E ora debbono rimangiarsi quello che avevano scritto “rivelando” che la decisione di Francesco di invitare a partecipare ai lavori anche due parroci italiani sarebbe stata determinata dal suo desiderio che uno di loro potesse raccontare la storia (secondo loro anticipatagli per lettera) del bambino che nel giorno della sua prima comunione ha sfidato l’autorità della Chiesa spezzando l’Ostia ricevuta nelle mani per dividerla con i genitori che non potevano riceverla perché divorziati risposati.
Una grande balla (espressione utilizzata nei giorni scorsi anche dal portavoce di Scola, per protestare sull’improprio arruolamentio del cardinale di Milano tra i cardinali ingrati): a rivelare in aula sinodale quanto accaduto in una parrocchia durante il rito delle prime comunioni, un racconto che certo ha determinato una riflessione più esperienziale e meno teorica sul tema della riammissione dei divorziati ai sacramenti, non è stato infatti uno dei parroci italiani voluti dal Pontefice ma un presule eletto al Sinodo dai suoi confratelli: il vescovo messicano monsignor Alonso Gerardo Garza, della diocesi di Piedras Negras, che – in un’intervista all’emittente Cei “Tv2000” – ha spiegato il perché della sua decisione di condividere con gli altri 270 padri sinodali la vicenda emblematica che ha commosso l’intera Assemblea sinodale. L’episodio, ha spiegato, testimonia come il bambino avesse interiorizzato “l’importanza di non tenere Gesù solo per se stessi ma di portarlo ai propri amici e alle proprie famiglie”. “Durante le lezioni di catechismo – ha continuato monsignor Garza – erano rimaste impresse nel suo cuore e nella sua mente alcune cose: la prima è che Gesù è realmente presente nell’Ostia in ogni sua parte anche piccola, la seconda è l’importanza di non tenere Gesù solo per se stessi ma di portarlo ai propri amici e alle proprie famiglie. Infine quando si parla di comunione nel catechismo si sottolinea che anche i genitori e i padrini devono avvicinarsi al sacramento della confessione e dell’Eucarestia”.
“Nel bambino – ha proseguito il vescovo – erano molto chiari questi concetti che lo hanno spinto a compiere il gesto di dare un pezzo dell’ostia ai suoi genitori perché vedeva che loro sono buoni, lo accompagnavano al catechismo, andavano tutti insieme a messa e non capiva perché il sacerdote non poteva dargli l’ostia mentre a lui poteva farlo”. Alla domanda su quale sia la soluzione auspicata dal vescovo per i divorziati risposati che frequentano la Chiesa monsignor Garza ha infine risposto: “Dobbiamo avere chiari due aspetti: il teologico biblico e quello pastorale, che non sono in contrapposizione, come non lo sono la verità e la misericordia. Credo che dovremmo proporre un’armonizzazione tra i due aspetti affinchè un dono cosi’ grande che Cristo ci ha lasciato possa essere ricevuto da tutte le persone che si sforzano di vivere meglio la propria vita ma sarà il Santo Padre a prendere una decisione in merito come autorità della Chiesa. Però la nostra proposta è che queste coppie che vivono molto vicine a Dio e alla Chiesa percorrano un cammino penitenziale e che la Santa Sede possa dare ai vescovi delle linee direttrici per discernere in quali casi si può autorizzare questo percorso”.
Parla per la prima volta, a Tv2000, il vescovo messicano mons. Garza.  Il bambino che ha spezzato l'ostia per darla ai suoi genitori divorziati risposati aveva studiato al catechismo “l'importanza di non tenere Gesù solo per se stessi ma di portarlo ai propri amici e alle proprie famiglie”. Così il vescovo messicano, mons. Alonso Gerardo Garza, della diocesi di Piedras Negras, in un'intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, ha motivato il gesto del bimbo verso i propri genitori. A raccontare la vicenda era stato nei giorni scorsi proprio mons. Garza durante i lavori del Sinodo. Una storia che ha commosso l'intera Assemblea sinodale.“Durante le lezioni di catechismo – ha spiegato mons. Garza - erano rimaste impresse nel suo cuore e nella sua mente alcune cose: la prima è che Gesù è realmente presente nell'ostia in ogni sua parte anche piccola, la seconda è l'importanza di non tenere Gesù solo per se stessi ma di portarlo ai propri amici e alle proprie famiglie. Infine quando si parla di comunione nel catechismo si sottolinea che anche i genitori e i padrini devono avvicinarsi al sacramento della confessione e dell'eucarestia”.
“Nel bambino – ha proseguito il vescovo - erano molto chiari questi concetti che lo hanno spinto a compiere il gesto di dare un pezzo dell'ostia ai suoi genitori perchè vedeva che loro sono buoni, lo accompagnavano al catechismo, andavano tutti insieme a messa e non capiva perchè il sacerdote non poteva dargli l'ostia mentre a lui poteva farlo”.
Alla domanda su quale sia la soluzione auspicata dal vescovo per i divorziati risposati che frequentano la Chiesa mons. Garza ha risposto: “Dobbiamo avere chiari due aspetti: il teologico biblico e quello pastorale, che non sono in contrapposizione, come non lo sono la verità e la misericordia. Credo che dovremmo proporre un'armonizzazione tra i due aspetti affinchè un dono così grande che Cristo ci ha lasciato possa essere ricevuto da tutte le persone che si sforzano di vivere meglio la propria vita ma sarà il Santo Padre a prendere una decisione in merito come autorità della Chiesa. Però la nostra proposta è che queste coppie che vivono molto vicine a Dio e alla Chiesa percorrano un cammino penitenziale e che la Santa Sede possa dare ai vescovi delle linee direttrici per discernere in quali casi si può autorizzare questo percorso”.
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/10/vaticano-sinodo-vescovo-messicano-sono.html


Sumunt boni, sumunt mali, sorte tamen inaequali: vitae vel interitus.Mors est malis, vita bonis: vide paris sumptionis quam sit dispar exitus!
Sequenza Lauda Sion 

Siamo tutti scandalizzati per il vergognoso episodio di un fanciullo, il quale avrebbe profanato - nel giorno stesso della sua Prima Comunione - le Specie Eucaristiche, dividendole con i propri genitori divorziati. E siamo vieppiù scandalizzati per l'enfasi che questa notizia ha trovato non solo nella miserabile schiera dei gazzettieri, ma anche e addirittura nei Padri Sinodali, commossi per tanta misericordia da parte di un giovinetto. 

Ovviamente non sfugge a nessuno che questo aneddoto - che si è purtroppo verificato esser realmente avvenuto - viene usato per influenzare i membri del Sinodo ad accettare, almeno in parte, le proposte di ammettere alla Comunione i divorziati. Inutile dire che, inficiato il principio secondo cui per accostarsi alla Mensa eucaristica è necessario essere in grazia di Dio, sarà poi agevole allargare la concessione anche ad altri peccatori, moltiplicando il numero di sacrilegi verso la Santissima Eucaristia e causando la dannazione di moltissimi fedeli. Già oggi è tristemente noto che ben pochi si astengono dalla Comunione se non si sono potuti prima confessare, e le celebrazioni oceaniche di questo pontificato hanno dato modo di sperimentare quanto il sacrilegio non sia ormai più appannaggio dei satanisti, ma venga praticato disinvoltamente dagli stessi Ministri sacri. 

Da questa triste vicenda e da quelle che la hanno preceduta si può trarre solo una conclusione: o i Sacri Pastori non credono nella Presenza Reale, o se ci credono si rendono complici di uno dei crimini più orrendi che possa compiere un uomo: profanare il Corpo del suo Salvatore e dannare le anime di chi prende parte a questa profanazione. In entrambi i casi ci troviamo davanti ad una aberrazione che grida vendetta al cospetto di Dio. 

Ma, a pensarci bene, come possiamo pensare che i sacerdoti e vescovi indegni, che diffondono eresie e vivono nello stato abituale di peccato si confessino tutti i giorni prima di celebrare la Messa, ammesso che la celebrino e che credano in quel che fanno? Davvero pensiamo che questi ribelli, al cui confronto Loisy era un'anima bella, si credano innocenti e candidi nell'anima e pensino di compiere un gesto meritorio?  

Legittimare l'ammissione alla Comunione per i peccatori pubblici è solo un indecoroso tentativo di sentirsi assolti a propria volta. Non diversamente i chierici impuri, che nel predicare l'accoglienza dei sodomiti e dei fornicatori si voglion vedere sgravata la coscienza dal peso della colpa che li opprime: se non con il vedersi perdonati, almeno col saper condannate molte altre anime con essi, ivi comprese quelle dei più piccoli.   

Questi eventi tremendi, dei quali si rendono responsabili - consenziente il Pontefice - proprio coloro che il Signore ha insignito dell'Ordine Sacro e a cui ha dato il potere irrevocabile di agire in persona Christi, non fanno che affrettare il dies irae

2 commenti:

  1. Ma basta con sto cacchio di bambino, che ha già rotto i m***ni più che a sufficienza! Sembra Danny di Shining!

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    1. Non basta di certo, a loro!
      Ne fanno un cavallo(asino) da battaglia, di collaudata tecnica modernista: prima il caso lacrimoso, poi la colpa a chi né da notizia con qualche dettaglio ininfluente! Ma il loro scopo é chiaro: chi pone il problema è lui che sbaglia! Non loro che da rossi diventano paonazzi, e senza vergogna.

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