ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 12 ottobre 2015

La vendetta é un piatto caldo?

Il giallo della lettera dei cardinali contro il metodo del Sinodo

Cardinali e vescovi al Sinodo
(©Ap)
(©Ap) Cardinali e vescovi al Sinodo

Secondo Sandro Magister, che fornisce un presunto elenco, l'avrebbero sottoscritta tredici porporati. Ma già quattro di coloro che erano citati dal vaticanista dell'Espresso - Scola e Vingt-Trois, Piacenza ed Erdö - hanno smentito di aver firmato il documento. La vicenda conferma l'importanza delle parole di Francesco che ha invitato a lasciar perdere l'«ermeneutica cospirativa»

 Tredici cardinali, padri sinodali, sarebbero firmatari di una lettera a Papa Francesco nella quale sollevano questioni di metodo e paventano una regia pilotata per il Sinodo sulla famiglia per ottenere «risultati predeterninati». In particolare, i porporati avrebbero chiesto conto della composizione della commissione chiamata a redigere il testo finale, e chiedono che i relatori dei circoli minori siano eletti e non nominati (eventualità questa dei nominati non eletti fatta balenare da alcuni circoli mediatici alla vigilia del Sinodo ma mai entrata nel novero delle possibilità).
 Il testo originale della lettera indirizzata al Papa il primo giorno del Sinodo è stato diffuso stamattina dal il vaticanista Sandro Magister sul suo sito, insieme all'elenco dei presunti firmatari in ordine alfabetico, quattro dei quali però hanno già smentito, dichiarando di non aver mai apposto la loro firma sotto il documento.
Secondo Magister a firmare la lettera sarebbero stati: Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna; Thomas C. Collins, arcivescovo di Toronto, Canada; Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York, Stati Uniti; Willem J. Eijk, arcivescovo di Utrecht, Olanda; Péter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest, Ungheria, relatore generale del Sinodo; Gerhard L. Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede; Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, Sudafrica, presidente delegato del Sinodo; George Pell, Prefetto della Segreteria per l'economia; Mauro Piacenza, Italia, Penitenziere maggiore; Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il culto divino; Angelo Scola, arcivescovo di Milano; Jorge L. Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, Venezuela; André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, Francia, presidente delegato del Sinodo.

Ma in mattinata arriva la smentita su tre di questi nomi. Quello dell'arcivescovo di Milano Angelo Scola, il quale, informa il suo portavoce, non ha affatto firmato la lettera inviata al Papa. Successivamente ha smentito al vaticanista de "La Croix" di essere tra i firmatari anche l'arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois. E a fine mattinata arriva anche la smentita del cardinale Penitenziere maggiore, Mauro Piacenza, che spiega a Vatican Insider di non aver firmato e di non essere neanche stato invitato a farlo. Nel primo pomeriggio un nuovo colpo di scena: il cardinale Péter Erdö, relatore generale del Sinodo, attraverso il suo portavoce fa sapere di non aver firmato e di non aver neanche visto la lettera in questione. Dopo ogni smentita Sandro Magister ha cancellato dalla lista presente online i nomi di coloro che aveva erroneamente indicato come firmatari, e che dunque ora non risultano più leggibili nel suo articolo.

Nella lettera i cardinali, i quali affermano di aver raccolto anche le preoccupazioni di altri padri sinodali, criticano l'Instrumentum laboris, il documento preparatorio del Sinodo, affermando: «Ha anche sezioni che trarrebbero vantaggio da una sostanziale riflessione e rielaborazione». Quindi criticano «le nuove procedure» che «sembrano assicurare un'influenza eccessiva sulle deliberazioni del Sinodo e sul documento sinodale finale».

«Le nuove procedure sinodali - si legge ancora nella lettera - saranno viste in alcuni ambienti come mancanti d’apertura e di genuina collegialità». I cardinali non citano questi «ambienti» ai quali si riferiscono ma è evidente che queste perplessità sono le loro. «Nel passato, il processo di presentare proposizioni e di votarle serviva allo scopo prezioso di misurare gli orientamenti dei padri sinodali. L'assenza di proposizioni e delle relative discussioni e votazioni sembra scoraggiare un dibattito aperto e confinare la discussione ai circoli minori; quindi ci sembra urgente che la redazione di proposizioni da votare dall'intero sinodo dovrebbe essere ripristinata. Il voto su un documento finale arriva troppo tardi nel processo di completa revisione e di aggiustamento del testo».

In un altro paragrafo della lettera i porporati scrivono: «La mancanza di una partecipazione dai padri sinodali alla composizione della commissione di redazione ha creato un notevole disagio. I suoi membri sono stati nominati, non eletti, senza consultazione. Allo stesso modo, chiunque farà parte della redazione di qualsiasi testo a livello dei circoli minori dovrebbe essere eletto, non nominato».

«A loro volta, questi fatti hanno creato il timore che le nuove procedure non siano aderenti al tradizionale spirito e finalità di un sinodo. Non si capisce perché questi cambiamenti procedurali siano necessari. A un certo numero di padri il nuovo processo sembra configurato per facilitare dei risultati predeterminati su importanti questioni controverse».

Infine, i cardinali esprimo «la preoccupazione che un Sinodo progettato per affrontare una questione pastorale vitale – rafforzare la dignità del matrimonio e della famiglia – possa arrivare ad essere dominato dal problema teologico/dottrinale della comunione per i divorziati risposati civilmente. Se così avverrà, ciò solleverà inevitabilmente questioni ancora più fondamentali su come la Chiesa, nel suo cammino, dovrebbe interpretare e applicare la Parola di Dio, le sue dottrine e le sue discipline ai cambiamenti nella cultura».

A questa lettera hanno risposto il giorno successivo in aula il Segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri, e lo stesso Papa Francesco. Il primo ha spiegato che i firmatari hanno preso un abbaglio parlando di cambiamenti di procedura riguardanti la commissione incaricata di redigere il documento finale e riguardo la nomina dei relatori dei circuli minores.

Per quanto riguarda la prima obiezione, Baldisseri ha spiegato che fino al Sinodo straordinario 2014 la redazione del documento finale era affidata a tre-quattro persone della Segreteria generale. È stato Francesco a volerla allargare, associandovi un padre sinodale per ogni continente. Mai questa commissione era stata eletta dall'aula. Inoltre, risulta errata anche la previsione, anticipata da circoli mediatici contigui ai firmatari, di una mancata elezione dei relatori e dei moderatori dei gruppi di lavoro minori. Come già avvenuto nel 2014, i relatori e i moderatori dei circuli minores sono stati eletti dai padri e non nominati. E le relazioni di questi circoli, come avvenuto l'anno scorso, sono state rese pubbliche integralmente.

Come si ricorderà, Francesco aveva citato l'«ermeneutica cospirativa», definendola quella «sociologicamente più debole» e «teologicamente» più divisiva. Come dire: è l'esatto opposto di ciò che siamo chiamati qui a fare, basta con questa mentalità che vede trame e complotti dappertutto. Le sue parole sono state salutate con un applauso.

Il Papa aveva anche precisato, che «la dottrina cattolica sul matrimonio non è mai stata toccata, nessuno l’ha messa in questione già nell’assemblea straordinaria, è conservata nella sua integrità» e ha suggerito ai padri di non farsi «condizionare» riducendo l’orizzonte «come se l’unico problema fosse quello della comunione ai divorziati risposati».
andrea tornielli città del vaticano

12/10/2015 
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43910/

(a cura Redazione "Il sismografo")
(LB) E' arrivata la smentita del quarto cardinale presunto firmatario della lettera a Papa Francesco pubblicata oggi da Sandro Magister con i nomi di 13 cardinali. Il cardinale ungherese e arcivescovo di Budapest, Peter Erdo, Relatore generale del Sinodo, ha smentito poco fa che abbia firmato la famigerata lettera. Quindi, in 7 ore dallo "scoop" del vaticanista de L'Espresso, i firmatari sono diminuiti da 13 a 9. Anche se risulta facile cancellare dal post i nomi di coloro che smentiscono (come se niente fosse), è molto meno facile capire la verità dell'operazione messa in essere e che - nella sua gravità - dimostra che si è inciampata la "gloriosa macchina da guerra" di alcuni soldati del "sinodo mediatico".
Italia
(a cura Redazione "Il sismografo")
(LB) La giornata si era aperta con la ormai famigerata lettera di "13" cardinali a Papa Francesco velinata a Sandro Magister, il quale ovviamente l'ha pubblicata nel suo blog con tanto di commento. Nel giro di poche ore (siamo alle 14.33), tre presunti firmatari - Angelo Scola, André Vingt-Trois e Mauro Piacenza - hanno smentito categoricamente di aver firmato simile documento.
Allo stato attuale delle cose la lettera sarebbe stata firmata solo da 10 porporati, ma come abbiamo già segnalato, su questi firmatari non esiste nessuna prova di autenticità. La falsità di tre firme obbliga a chiedere l'autenticità delle altre e dunque c'è solo una via: fuori la lettera ... Occorre vedere i nomi e i cognomi con le loro firme in calce, altrimenti resterà un grosso dubbio sull'intera operazione mediatica rilanciata da Magister, al quale va la nostra simpatia poiché credeva di aver ricevuto una Volkswagen in regola invece era truccata.
Da quanto abbiamo potuto apprendere, la famosa lettera, giorni fa, portava la firma di 12 "padri sinodali". Come e quando questi 12 padri sinodali sono diventati 13 cardinali è un altro mistero da chiarire. 
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/10/italia-e-ora-fuori-la-lettera.html 

Sinodo, i cardinali conservatori scrivono al Papa

I cardinali manifestano la proprie preoccupazioni nei confronti delle nuove procedure sinodali

- Lun, 12/10/2015 - 17:41

Sono 13 i cardinali che hanno firmato una lettera per segnalare al Santo Padre "una serie di preoccupazioni" sul Sinodo.
I nomi dei cardinali che avrebbero firmato il documento sono: Carlo Caffarra, Thomas C. Collins, Timothy M. Dolan, Willem J. Eijk, Péter Erdõ (che poi ha negato di aver scritto la lettera), Gerhard L. Müller, Wilfrid Fox Napier, George Pell, Mauro Piacenza (che ha smentito), Robert Sarah, Angelo Scola (il cui portavoce ha però negato che il cardinale abbia realmente firmato la lettera), Jorge L. Urosa Savino e André Vingt-Trois (che ha smentito).
I cardinali, nella lettera riportata da L'Espresso, scrivono che "il documento preparatorio del sinodo, l'Instrumentum laboris, che pure ha degli spunti ammirevoli, ha anche sezioni che trarrebbero vantaggio da una sostanziale riflessione e rielaborazione. Le nuove procedure che guidano il sinodo sembrano assicurare un'influenza eccessiva sulle deliberazioni del sinodo e sul documento sinodale finale. Così com'è, e poste le preoccupazioni che abbiamo già raccolto da molti dei padri sulle sue varie sezioni problematiche, l'Instrumentum non può adeguatamente servire da testo guida o da fondamento di un documento finale."
E che "le nuove procedure sinodali saranno viste in alcuni ambienti come mancanti d’apertura e di genuina collegialità. Nel passato, il processo di presentare proposizioni e di votarle serviva allo scopo prezioso di misurare gli orientamenti dei padri sinodali. L'assenza di proposizioni e delle relative discussioni e votazioni sembra scoraggiare un dibattito aperto e confinare la discussione ai circoli minori; quindi ci sembra urgente che la redazione di proposizioni da votare dall'intero sinodo dovrebbe essere ripristinata. Il voto su un documento finale arriva troppo tardi nel processo di completa revisione e di aggiustamento del testo".
Come nota il vaticanista de L'Espresso Sandro Magister, i collaboratoti di Papa Francesco hanno, neppure troppo indirettamente, risposto ai cardinali: "Venerdì 9 ottobre, in conferenza stampa, il cardinale Luis Antonio G. Tagle, arcivescovo di Manila e presidente delegato del sinodo, ha improvvisamente detto che riguardo alla relazione finale 'attendiamo la decisione del papa'. E il giorno dopo padre Lombardi ha precisato che 'ancora non abbiamo la certezza di come avverrà la conclusione del sinodo, se cioè ci sarà un documento finale. Vedremo se il papa darà delle indicazioni precise'".
In pratica, sottolinea il vaticanista, è stata messa in discussione la stessa relatio finalis del Sinodo.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/sinodo-i-cardinali-conservatori-scrivono-papa-1181517.html 

Il Sinodo discute ancora di comunione ai divorziati risposati

I lavori del Sinodo
I lavori del Sinodo

Padre Lombardi chiarisce: la relazione finale ci sarà, deciderà il Papa cosa farne. La lettera (e alcune smentite) dei 13 cardinali

Iacopo Scaramuzzi città del vaticano

Sembrava scomparso dalla discussione, con la relazione iniziale del cardinale Peter Erdo, ma il tema della comunione ai divorziati risposati è ancora oggetto di dibattito al Sinodo ordinario sulla famiglia in corso in Vaticano, sebbene, come ha sottolineato più volte Papa Francesco, non sia l'unico tema dell'assemblea.

Tra sabato pomeriggio e questa mattina «si è discusso di verità e misericordia, divorziati risposati e accesso a sacramenti», ha riferito nel corso del briefing quotidiano in Vaticano Bernd Hagenkord, uno dei collaboratori del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, per le lingue non italiane. «Alcuni hanno citato la dottrina per dire che non è possibile, alcuni invece hanno proposto soluzioni pastorali o più precisamente cammini pastorali verso possibili soluzioni», ha proseguito il gesuita tedesco, citando alcuni virgolettati di padri sinodali intervenuti (senza citare il loro nome, come è consuetudine ai briefing vaticani): «Verità in situazioni pastorali», «disciplina fessibile è ciò che Gesù Cristo chiede a noi oggi», «dobbiamo essere testimoni della verità», «verità oggi è essere misericordiosi».

Padre Thomas Rosica, un altro collaboratore di padre Lombardi, ha riecheggiato quanto detto dal college citando un padre sinodale, secondo il quale «i due poli, cambiare tutto o non cambiare nulla, non sono un'opzione. Lo scopo è avere creatività pastorale, non possiamo continuare a proporre contrapposizioni come peccato e peccatore, pubblico e privato, ma dobbiamo trovare nuove vie». Lo stesso padre Lombardi è intervenuto per dire che nella discussione è emerso che «non c'è assoluta fissità degli insegnamenti della Chiesa e della teologia a proposito delle questioni del matrimonio e dei sacramenti riguardo al matrimonio», ovvero «una certa coscienza storica dei cambiamenti che ci sono stati nel corso dei secoli sui temi di cui stiamo parlando, di carattere disciplinare o dottrinale.  Ci sono stati alcuni primi interventi sulla comunione anche ai divorziati risposati, alcuni, pochi ma piuttosto precisi, su una posizione negativa, pur inquadrandolo nel contesto di una attenzione della Chiesa per tutti coloro che si trovano in situazioni difficili e quindi bisogna trovare i modi di far sentire la vicinanza e attenzione della Chiesa, ma sul tema della comunione si teneva una posizione del tutto rigida». Nella discussione c'è stato anche «qualche accenno alla riforma del processo per la nullità matrimoniale, nel senso di proporre un tempo per una verifica successiva della pratica che si sarà sperimentata, pochissimi».

Molti altri, oltre a quello dei divorziati risposati, gli argomenti evocati al Sinodo e riferiti al briefing quotidiano, dalla sottolineatura che la sessualità umana rappresenta solo un aspetto della vita matrimoniale alle strategie pastorali da individuare per i molti tipi di famiglia esistenti, dalla necessità di recuperare la pastoralità del Concilio vaticano II alla critica alle organizzazioni internazionali che spendono «8,1 miliardi di dollari per programmi di contraccezione destinati ai paesi in via di sviluppo» e nulla per promuovere i metodi naturali, dalla importanza di non mettere in discussione la dottrina alla necessità che il Sinodo faccia un «gesto» significativo sulla famiglia perché «non si può mancare questa occasione».

Il portavoce vaticano ha peraltro fatto, a inizio del briefing, due precisazioni: una sulla relatio synodi, ossia il documento che verrà redatto a conclusione di tre settimane di sinodo, raccogliendo le discussioni e gli emendamenti emersi, nel corso della discussione in plenaria e nei gruppi di lavoro (circuli minores) a partire dal documento-base (instrumentum laboris): «Ho letto che la relatio finalis è sparito dalla circolazione, ma quello che ha detto Tagle (il cardinale Louis Antonio Tagle di Manila, intervenuto a un briefing della scorsa settimana, ndr.) e ho detto anche io rispondendo a una domanda, va interpretato secondo le parole che il segretario generale, cardinale Lorenzo Baldisseri, ha già spiegato: i circoli minori danno i loro “modi”, che vengono utilizzati e integrati su base dell'instrumentum laboris e così si arriva in tre tappe di lavoro a comporre la relatio finalis, documento che verrà poi sottoposto ai padri e da loro discusso. Questa relatio finalis nel mattino del sabato 24 ottobre viene presentata in aula, tenendo conto anche delle osservazioni dei padri, nel pomeriggio viene sottoposta a suffragio dell'assemblea e, conformemente alla natura del sinodo, viene consegnato al Santo Padre al quale competono le decisioni nel merito. La relatio quindi c'è, non è scomparsa da nessuna parte, quello che non sappiamo con precisione – ha puntualizzato Lombardi – è cosa decide il Papa di farne: se sabato sera ci dice pubblicatela subito, come avvenuto l'anno scorso, noi la pubblichiamo, oppure dice ai padri: grazie, me la tengo e farò una mia esortazione (una esortazione apostolica post-sinodale come è stato in uso negli ultimi decenni, ndr.), oppure me la prendo ci riflettiamo e la pubblichiamo tra qualche giorno».

Quanto ad una lettera al Papa che, secondo un sito internet, sarebbe stata firmata da tredici cardinali per criticare il nuovo metodo di questa assemblea sinodale, «state attenti, non prendete sempre per buono ciò che viene pubblicato, prima verificate», ha detto Lombardi, «alcuni cardinali interpellati cominciano a dire che non l'hanno firmato...» e quanto al «fatto che non abbia particolare impatto noi sappiamo che il secondo giorno del Sinodo il cardinale Baldisseri ha ribadito le procedure e il Papa lo ha confermato, era una posizione piuttosto chiara, non ho sentito altri interventi».

Il Sinodo sabato pomeriggio e questa mattina si è riunito in assemblea plenaria. Sono stati 43 i padri intervenuti, molti dei quali, precorrendo i tempi, hanno toccato questioni presenti nella terza parte dell’Instrumentum laboris. Da questo pomeriggio i padri sono tornanti a dividersi nei 13 gruppi di lavoro linguistici (circuli minores) e entro mercoledì pubblicheranno la seconda tranche di relazioni sulla seconda parte dello stesso testo base.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43915/
(a cura Redazione "Il sismografo")
(LB) Cosa ci offrirà domani il "Sinodo mediatico"?
Non lo sappiamo e per ora dobbiamo solo attendere. Sappiamo sì, e come!, cosa ci ha offerto oggi e certamente si è trattato di uno spettacolo deprimente e imbarazzante che però ha avuto un rilevante merito: la conferma clamorosa - la vera pistola fumante - dell'esistenza di una cordata di eminenti vaticanisti che hanno abbandonato il nobile mestiere dell'informazione per passare, con corpo e anima, a quello del velinaro (per di più maldestro).
Allo stato attuale delle cose (12 ottobre ore 20.22), la clamorosa, e se non fosse per l'estrema gravità della questione verrebbe da dire "divertente", storia della lettera di "13 cardinali" al Papa prima dell'inizio del Sinodo per esprimere gravissimi preoccupazioni sulla libertà dell'Assemblea, diffusa oggi dal vaticanista S. Magister, si può riassumere così:

1) Una lettera al Papa di alcuni padri sinodali esiste, ma non corrisponde al contenuto diffuso da Magister e tra i firmatari vi sono presuli estranei al documento.
2) I firmatari non sono 13 bensì 9. (La firma di 4 porporati - Erdo, Scola, Piacenza e Vingt-Trois - è stata aggiunta e/o diffusa arbitrariamente, senza il consenso degli interessati).
3) Un cardinale, W. Napier, riconosce di aver firmato una lettera, ma non quella diffusa con un altro contenuto. Un altro, G. Pell, riconosce che la lettera diffusa contiene errori nell'elenco dei firmatari e nel contenuto e da ciò si evince che è una delle persone che ha firmato.

Un vero enigma avvolto in un mistero.

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