"Gli scandali feriscono i bimbi". Ecco cosa c'è dietro al mea culpa di Bergoglio
"Gli scandali feriscono i bimbi". Ecco cosa c'è dietro al mea culpa di Bergoglio
Prima di pronunciare queste parole, nella catechesi all’Udienza Generale, papa Francesco ha voluto pubblicamente "chiedere perdono in nome della Chiesa per gli scandali che ci sono stati recentemente sia a Roma che in Vaticano".
Anche se non ha precisato a quali scandali recenti volesse riferirsi rivolgendosi ai fedeli di piazza San Pietro, come ogni mercoledì molto numerosi nonostante la pioggia, è probabile che il Papa, parlando di Roma avesse in mente anche le recenti storie di omosessualità e conseguenti conflitti nel presbiterio di una delle parrocchie romane più importanti, quella di Santa Teresa d’Avila a Corso Italia, sede della Curia Generalizia dei carmelitani scalzi. E che parlando del Vaticano il riferimento possa essere a due prelati polacchi: il teologo Krzysztof Charamsa allontanato da prestigiosi incarichi per aver fatto outing con una tempistica "a orologeria" che sembrava orchestrata per disturbare il Sinodo in corso, e l’ex arcivescovo Józef Wesołowski, il nunzio accusato di pedofilia e pedopornografia, sottratto al processo che stava per iniziare prima da un misterioso ricovero e poi dalla morte, le cui "cause naturali" sono attualmente oggetto di approfondimento da parte di patologi clinici incaricati dal Tribunale Vaticano.
Lo scandalo dei rapporti gay mercenari tra altri prelati dell’ordine dei carmelitani scalzi, che vivono nella Curia generalizia di Roma, a pochi passi dalla chiesa di Santa Teresa, viene fatta trapelare da una talpa. Perché, invece che fare chiarezza sulle voci che si fanno sempre più insistenti, il preposito generale dell’ordine Saverio Cannistrà trasferisce quattro padri degli stessi uffici e tre religiosi della parrocchia. È proprio allora che, secondo ilCorriere della Sera, viene inviata una lettera top secret ai vertici dei carmelitani, al cardinale vicario Agostino Vallini e, per conoscenza, al segretario di Stato Paolo Parolin e a papa Francesco. I 110 firmatari svelano così i rapporti tra "un alto esponente" dei carmelitani e alcuni prostituti della vicina Villa Borghese, per l'occasione ribattezzati "adulti vulnerabili". Emergono anche i particolari più scabrosi: "dall’utilizzo di un’uscita laterale in via Aniene per le 'scappatelle' notturne alla dichiarazione di due 'marchettari' sui rapporti sessuali intrattenuti con l’alto prelato perlomeno per 4-5 anni (2002-2007, stando ai verbali) - spiega Fabrizio Peronaci sul Corsera - fino all’abuso di alcolici e sostanze vietate come il prickly poppy (la cosiddetta droga dei gay), utilizzato (tramite fialette inalate nel naso) per eccitarsi". Il problema è che ben presto lo scandalo si allarga a macchia d'olio. Ed emergono pure la complicità degli addetti alla portineria e le minacce ai sacerdoti "perbene" che vogliono denunciare lo scandalo.
Domenica scorsa i parrocchiani dalla chiesa di Santa Teresa arrivano al gesto estremo. E, dopo la Santa Messa, leggono dal sagrato un appello a papa Francesco:
"Santo Padre, La preghiamo di intervenire per riportare serenità, giustizia e pulizia all’interno di questo benemerito Ordine, non senza permetterci di ricordarLe che i fatti sono stati dettagliatamente riportati in un documento consegnato da uno dei frati innocenti a Sua Eccellenza Vallini". Così oggi, per pronunciare il mea culpa, il Pontefice prende spunto da alcune righe del Vangelo che erano state appena lette dagli speaker nelle diverse lingue:
"Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli".
Mer, 14/10/2015
- http://www.ilgiornale.it/news/cronache/scandalo-gay-i-carmelitani-dietro-mea-culpa-bergoglio-1182820.html
Roma: scandalo gay nei carmelitani, così è nato il dossier che turba il Papa«In convento succede di tutto»
La telefonata al Corriere: «Vieni, a Santa Teresa accade di tutto!». Si è saputo così dell’appello al pontefice con 110 firme e delle testimonianze di due «marchettari». Un sacerdote usava droghe, un altro si è improvvisamente spretato per cause mai chiarite
Era lo scorso 27 agosto, ferie in Istria. Mare, sole, relax. Una telefonata da Roma: «Lo sai che l’arcivescovo polacco Wesołowski, quello pedofilo, sotto processo per abusi su minori, è stato trovato morto in Vaticano in circostanze più che dubbie?» Sì, mi è arrivata notizia sul cellulare. In un lampo la fonte, cambiando tono di voce e scandendo le parole, spostò l’attenzione. «E allora corri, occupati di Santa Teresa d’Avila, stanno facendo unrepulisti nella vicina Curia. Lì lo scandalo è molto più esteso. Roba da far tremare le mura della basilica di San Pietro...”.
L’inchiesta sui rapporti gay mercenari tra altri prelati dell’ordine dei carmelitani scalzi, di stanza a Roma, presso la Curia generalizia di corso d’Italia 38, attigua alla chiesa di Santa Teresa, cominciò così. Una «talpa» ben informata indicava una traccia. Da quel momento, in poco più di un mese, è emerso uno scenario che rischia di lasciare una macchia indelebile sull’ordine consacrato alla mistica spagnola, che proprio quest’anno festeggia il cinquecentenario dalla nascita.CARDINALE VICARIO INFORMATO
Rapporti continuativi con prostituti in azione nella vicina Villa Borghese, i «marchettari» di pasoliniana memoria che si vendono a 50 euro negli anfratti del parco o nei sottopassaggi: il primo spunto è stato questo, e si trattava di molto più di una voce. La notitia criminis (in base al codice di diritto canonico) era infatti già stata riportata - e questa è stata una prima poderosa conferma della solidità della mia fonte - in una lettera segretissima inviata il 13 luglio al gotha della gerarchia ecclesiastica: non soltanto ai vertici dei carmelitani, ma anche al cardinale vicario Agostino Vallini e, per conoscenza, al segretario di Stato Paolo Parolin e a papa Bergoglio. I massimi vertici della Santa Sede, dunque, erano informati: e questo potrebbe spiegare la velocità con cui il pontefice adesso ha assunto una pubblica posizione, chiedendo «perdono per gli scandali che ci sono stati recentemente sia a Roma che in Vaticano».
SETTE TRASFERIMENTI PER COPRIRE LA VERGOGNA
Quello ambientato nella Curia generalizia dei carmelitani (oggetto di un’inchiesta in 5 puntate della Cronaca di Roma del Corriere, a partire dall’8 ottobre 2015), è emerso soprattutto in seguito a una decisione controversa: il Preposito Generale dell’ordine, Saverio Cannistrà, invece che fare chiarezza su ciò che avveniva nella Curia, prima dell’estate aveva infatti disposto il trasferimento in altre sedi di 4 padri degli stessi uffici (tra cui il «reo») e di tre religiosi della parrocchia, uno dei quali, padre Alessandro Donati, molto apprezzato dai fedeli. Apriti cielo. A quel punto, nella lettera spedita anche al Santo Padre in cui si faceva presente che innocenti e colpevoli erano stati posti «sullo stesso piano», i 110 firmatari hanno rotto gli indugi, raccontando i rapporti tra «un alto esponente» dei carmelitani e alcuni prostituti della vicina Villa Borghese, per l’occasione ribattezzati «adulti vulnerabili». Non solo. L’immorale condotta, sanzionabile con l’espulsione e l’abbandono forzato dell’abito talare, è stata pure al centro di un dossier consegnato al cardinale vicario, nel quale sono allegati dettagli precisi e difficilmente confutabili: dall’utilizzo di un’uscita laterale in via Aniene per le «scappatelle» notturne alla dichiarazione di due «marchettari» sui rapporti sessuali intrattenuti con l’alto prelato perlomeno per 4-5 anni (2002-2007, stando ai verbali), fino all’abuso di alcolici e sostanze vietate come il prickly poppy (la cosiddetta droga dei gay), utilizzato (tramite fialette inalate nel naso) per eccitarsi.
L’INGRESSO NON CONTROLLATO
Ma non era finita. Lo scandalo gay dei carmelitani, si è poi scoperto con il passare delle ore (e l’aumento esponenziale sul mio cellulare di telefonate, sms ed e-mail di cittadini desiderosi di ristabilire l’ordine nella parrocchia), non si limitava agli scabrosi rapporti di un solo prelato, per quanto di alto grado. Un giovane padre molto benvoluto dai ragazzi dell’oratorio, ad esempio, qualche anno fa era improvvisamente sparito, dall’oggi al domani, dopo presunte «molestie» subite dentro le sacre mura, e oggi lavora in una famosa gelateria del centro di Roma. L’ingresso-bis di via Aniene, inoltre, non si esclude sia stato utilizzato per consentire l’accesso notturno di «ospiti» mercenari e clandestini, grazie alla complicità degli addetti alla portineria. E ancora, nella ultime ore, si rincorrono voci di offese e minacce contro i sacerdoti «perbene», incapaci di far finta di nulla, che hanno osato sfidare l’omertà.
L’APPELLO DOPO LA MESSA
Si giunge così a domenica 11 ottobre, al termine della messa, quando gli stessi parrocchiani firmatari della lettera-denuncia (contestati da altri preoccupati del «fango» gettato sull’ordine) hanno letto sul sagrato un ulteriore appello a Francesco, che assume valore di antefatto: «Santo Padre, La preghiamo di intervenire per riportare serenità, giustizia e pulizia all’interno di questo benemerito Ordine, non senza permetterci di ricordarLe che i fatti sono stati dettagliatamente riportati in un documento consegnato da uno dei frati innocenti a Sua Eccellenza Vallini». Ecco, ce n’era abbastanza per non poter voltare altrove lo sguardo. E infatti oggi, passati tre giorni, all’udienza del mercoledì, Jorge Mario Bergoglio, con l’emozione e il tono accorato che gli sono propri, ha preso posizione con le pubbliche scuse per i «recenti scandali». Molto però ancora non è emerso. E chissà se, nelle prossime ore, alla richiesta di «perdono» papale non seguano provvedimenti concreti, nei confronti di chi per dieci anni (se non molti di più) ha saputo e taciuto.
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_ottobre_14/roma-scandalo-gay-carmelitani-cosi-corriere-ha-scoperto-d26e31bc-7277-11e5-b015-f1d3b8f071aa_print.html
"La parola di Gesù è forte oggi: 'Guai al mondo per gli scandali'", ha esordito Bergoglio, aggiungendo: "Gesù è realista e dice 'E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo a causa del quale avviene lo scandalo'". Francesco non ha menzionato gli scandali "a Roma e in Vaticano" cui si riferiva, ma le ipotesi che vanno per la maggiore tra i commentatori portano alle dichiarazioni reiterate di mons. Krzysztof Charamsa, il sacerdote polacco officiale alla Congregazione per la dottrina della fede che ha deciso di aprirsi al mondo alla vigilia del Sinodo ordinario sulla famiglia e alla vicenda del presunto giro di prostituzione omosessuale nel quartier generale della Curia generalizia dei Carmelitani. Vicenda ancora da chiarire nei suoi contorni.
Il Papa: "Vi chiedo perdono per gli scandali recenti a Roma e in Vaticano"
di Matteo Matzuzzi | 14 Ottobre 2015
Papa Francesco ha dedicato la catechesi di oggi alle "promesse fatte ai bambini" (LaPresse)
"Io vorrei, prima di iniziare la catechesi, a nome della Chiesa, chiedervi perdono per gli scandali che in questi ultimi tempi sono accaduti sia a Roma che in Vaticano, vi chiedo perdono". Il Papa premette questa frase alla catechesi pronunciata questa mattina in piazza san Pietro e dedicata alle "promesse che facciamo ai bambini". Francesco prende spunto dal passo del Vangelo di Matteo, in cui Gesù condannava chi dava scandalo.
Il Pontefice ha quindi affrontato il tema della catechesi: "Noi adulti siamo pronti a parlare dei bambini come di una promessa della vita. Tutti diciamo: i bambini sono una promessa della vita. E siamo anche facili a commuoverci, dicendo ai giovani che sono il nostro futuro, è vero. Ma mi domando, a volte, se siamo altrettanto seri con il loro futuro, con il futuro dei bambini e con il futuro dei giovani!". Una domanda "che dovremmo farci più spesso è questa", ha aggiunto Francesco: "Quanto siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini, facendoli venire nel nostro mondo? Noi li facciamo venire al mondo e questa è una promessa, cosa promettiamo loro?". L'amore, ha detto ancora il Papa, "è la promessa che l'uomo e la donna fanno ad ogni figlio: fin da quando è concepito nel pensiero. I bambini vengono al mondo e si aspettano di avere conferma di questa promessa: lo aspettano in modo totale, fiducioso, indifeso. Basta guardarli: in tutte le etnie, in tutte le culture, in tutte le condizioni di vita! Quando accade il contrario, i bambini vengono feriti da uno 'scandalo', da uno scandalo insopportabile, tanto più grave, in quanto non hanno i mezzi per decifrarlo".
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