ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 12 febbraio 2016

I conti alla fine?

Papa-Kirill: incontro asimmetrico
“L’incontro dell’Avana non deve essere né iperbolizzato, né sottostimato. E’ storico: un incontro di leader di chiesa, che sono figure emblematiche una una relazione asimmetrica con molti paradossi e sfumature.

“L’incontro fra papa Francesco e il patriarca Kirill è importante per un numero di ragioni, e dobbiamo pregare che sia guidato dallo Spirito Santo”. Così ci scrive mons. Borys Gudziak, capo del Dipartimento delle Relazioni esterne della Chiesa greco-cattolica ucraina, e responsabile dell’eparchia della Francia, del Benelux e della Svizzera.  

“L’incontro dell’Avana non deve essere né iperbolizzato, né sottostimato. E’ storico: un incontro di leader di chiesa, che sono figure emblematiche una una relazione asimmetrica con molti paradossi e sfumature. Nessuna Chiesa ha il monopolio delle virtù o dei vizi. Agli occhi di Dio le qualità di una Chiesa non sono necessariamente questione di quantità. Ma Francesco è il capo di oltre un miliardo di cattolici ed è l’autorità morale più rispettata al mondo. Si incontra con il capo della Chiesa ortodossa russa, ancora sofferente dopo un secolo di persecuzioni, e che sta cercando la sua voce morale nella società russa post sovietica”.  

Mons. Gudziak fa notare che molti osservatori interni fanno notare che negli anni di Putin la Chiesa ortodossa ha sacrificato la sua vocazione profetica mentre riceveva sostanziosi aiuti dal governo. “Il ruolo della Chiesa nella società è piuttosto marginale. La partecipazione liturgica domenicale è sotto il 2 per cento, più bassa che nelle società occidentali più secolarizzate, mentre aborto, divorzio e alcolismo sono ai livelli più alti del mondo, per non citare la corruzione a ogni livello in ogni istituzione”. Né bisogna dimenticare che mentre il mandato ecclesiale del Papa nella comunione cattolica e il suo ruolo sociale sono chiari, il patriarca Kirill rappresenta solo una parte della comunione ortodossa che lotta per stabilire l’unità. La dialettica continua con il patriarcato di Costantinopoli rende modeste le aspettative per il futuro Concilio panortodosso.  

“La Chiesa ortodossa russa si presenta come la Chiesa ortodossa più grande. Ma circa metà del suo gregge è in Ucraina. E gli ucraini ortodossi stanno esprimendo sempre più ad alta voce il desiderio di una reale indipendenza ecclesiale da Mosca, da cui la guerra che è mossa contro di loro. Nella realtà ci sono più ortodossi praticanti in Ucraina che in Russia. Una Chiesa ucraina autocefala e unita sarebbe probabilmente la più numerosa nel mondo ortodosso, una possibilità che Putin e Kirill cercano di evitare a ogni costo. L’asimmetria dell’incontro fra il Papa e il Patriarca deve esser capito per evitare di interpretare falsamente la natura e l’impatto del rendez vous all’Avana”.  

L’incontro – afferma mons. Gudziak – ha davvero un serio impatto ecumenico, ma bisogna ricordare che incontri altrettanto significativi e più ricchi di sostanza fra papi e patriarchi sono avvenuti in passato. L’incontro fra papa Paolo VI e Atenagora I di Costantinopoli nel 1964 ha portato alla fine delle scomuniche reciproche vecchie di 900 anni. E sia san Giovanni Paolo II che Benedetto XVI si sono incontrati regolarmente con il Patriarca di Costantinopoli sia a Roma che a Istanbul.  

“Il Papa dimostra umiltà: va nel territorio dell’altro. Agli occhi dei russi nostalgici Cuba è quasi un territorio nazionale, l’ultimo avamposto dell’impero sovietico che Putin sta cercando di ricostruire…In un senso reale il Papa va dal Patriarca”, tenendo fede all’impegno che aveva preso con Kirill nel novembre 2014: “Verrò dovunque vogliate. Chiamatemi e verrò”.  

Il giudizio di mons. Gudziak è positivo. “L’incontro è un’apertura simbolica che potrà permettere passi più concreti in futuro. Negli ultimi 25 anni gli ortodossi russi hanno respinto le proposte di Roma per un incontro fra papa e patriarca basandosi sul obiezioni legate al revival e alla vitalità delle Chiese cattoliche orientali, in particolare la Chiesa greco-cattolica ucraina. E’ finalmente chiaro che le obiezioni non sono più così reali come si sosteneva. Il fatto che l’incontro avvenga è un riconoscimento del fatto che i cattolici ucraini semplicemente non spariranno”.  

Mons. Gudziak spera, inoltre, che l’incontro possa condurre “il patriarca Kirill a prendere una posizione profetica sull’aggressione militare russa in Ucraina…l’Ucraina ha enfaticamente dichiarato di non essere più una colonia. Sarà importante che la Chiesa ortodossa russa si adegui all’autodeterminazione e auto espressione politica e ecclesiale dell’Ucraina”. 
MARCO TOSATTI


Dalla Russia con rigore (e pudore)




La salvezza di questo "occidente" (minuscolo voluto) verrà  forse dalla Russia? Per il momento sappiamo che la Duma ha bloccato le adozioni dei bambini orfani ai paesi che hanno una legislazione nella quale i gay possono adottare. E la Francia di Hollande ne sa già qualcosa:porte chiuse a Est in materia di adozioni. Naturalmente, dopo la diffusione della notizia sulla legge, sono fioccate le proteste di alcune associazioni  sovranazionali per la promozione dei  cosiddetti "diritti umani". Di fronte a questo tipo di protesta c’è però di che rimanere sconcertati. Ma come si fa a considerare “diritto umano” la richiesta delle coppie gay di adottare un bambino? I capricci, le licenze, gli arbitri non sono "diritti"! E i bambini non sonopacchi postali da spedire a richiesta di chicchessia. Tutto questo ha a che fare con il presupposto (che è già dogma)  che avere figli sia un diritto per chiunque.
Si tratta dei famosi diritti utopicamente impossibili portati alla luce dall’Illuminismo e scaturiti dalla Rivoluzione Francese, e da quella Americana di cui ricordiamo il famoso quanto bislacco  "diritto alla felicità" . Come se ciascuno di noi nel proprio delirio superomista potesse procurarsela con ogni mezzo, lecito o illecito che sia, la felicità.
A tale scopo è utile leggere (o rileggere, per chi l'avesse fatto)  quanto affermò l'ambasciatore  russo Alexey Komov a Rovereto in materia di famiglia e natalità. Qui l'intervista. In un passaggio-chiave dell'intervista l'ambasciatore spiega come le idee, fatte proprie da quella rivoluzione bolscevica da cui scaturì il comunismo ateo e materialista, fossero partite proprio dall'occidente.

«Innanzi tutto un po’ di storia: la Russia è sempre stata un paese cristiano, e solo a partire dall’Ottocento, con le idee illuministiche fortemente anticristiane, le teorie massoniche e liberali infiltrate nella nobiltà russa contro la Chiesa, si arriva, nel 1917, alla Rivoluzione bolscevica provocata da dei sovversivi di professione, pagati dai banchieri di Wall Street e dal governo tedesco in funzione antirussa. Con il comunismo che, ripeto, è stato importato nella Russia cristiana, e non a caso Marx e Engels non erano russi, si impone la teoria della famiglia come nemico da distruggere, perché opprime la donna: sono stati così così decriminalizzati l’aborto, l’amore libero e l’omosessualità. Milioni di cristiani vennero assassinati dai rivoluzionari, le chiese distrutte. non solo: negli anni Venti si costruivano case senza la cucina e senza le porte per evitare la privacy e favorire la promiscuità e l’amore libero tra la gioventù comunista».

Komov si chiede inoltre come come è possibile che un 2% di media di omosessuali possa avere una tale influenza sulla cultura attuale dell’Occidente, al punto di piegare la politica al loro "particulare". Ed è quel che ci chiediamo un po' tutti. I "diritti" di pochi per mettere a soqquadro assetti sociali e ordinamenti giuridici. E' assai probabile che laddove passerà un andazzo del genere (e degenere) potrebbero avvenire abusi aberranti di questo tipo.  Dopotutto, guardando l'esempio di Pasolini (grande icona santificata dalle vedove intellò della  sinistra) il discrimine fra pederastia e pedofilia non è poi così netto. Mi sembra già di sentire l'obiezione sinistrata di turno: anche gli eterosessuali possono abusare dei bambini. Sì, qualche volta è vero, può accadere.
Ma  perché allargare la casistica a chi vive già nel disordine e nella promiscuità? E che ne sappiamo noi di come può crescere un bimbo che vede due omosessuali  andare a letto insieme la sera in camera, come marito e moglie? E come li chiamerà?Papà 1 e papà2?
Mamma1 e mamma2? E' evidente che si vogliono usare i bambini come cavie umane per esperimenti pedagogici di dubbia riuscita. Senza contare le donne con gli uteri in affitto e con la maternità surrogata, vilmente strumentalizzate in funzione di "forni" a basso costo, sul mercato globale delle adozioni e dei parti per procura. Fermiamo queste nefandezze a catena, nel nome del Cielo! E chi ha più giudizio, lo adoperi. 

Su questo stesso tema:

http://it.sputniknews.com/italia/20160207/2048281/cirinna-ddl-famiglia-societa.html
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http://sauraplesio.blogspot.it/2016/02/dalla-russia-con-rigore-e-pudore.html

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