Si deve inoltre superare quell'atteggiamento
di certi ambienti tradizionalistici [sic!] cattolici
di certi ambienti tradizionalistici [sic!] cattolici
che - per colpire alcuni esponenti anche gerarchici
della Chiesa a loro sgraditi -
ricorrevano all'arma dell'accusa apodittica
di una loro appartenenza massonica.
della Chiesa a loro sgraditi -
ricorrevano all'arma dell'accusa apodittica
di una loro appartenenza massonica.
S. Em. Gianfranco Card. Ravasi, del Titolo diaconale di San Giorgio in Velabro,
Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura
Presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
Presidente del Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie
Articolo Cari fratelli Massoni - La Chiesa & la Loggia
in: il Sole 24 ore, 14 Febbraio 2016, pag. 29(citato sulla rassegna stampa del Grande Oriente d'Italia)
Il Sole 24 Ore
(Cardinale Gianfranco Ravasi)Al di là della diversa identità, non mancano i valori comuni: comunitarismo, beneficenza, lotta al materialismo. -- Leggevo qualche tempo fa su una rivista americana che la bibliografia internazionale sulla massoneria supera i centomila titoli.
A questo interesse contribuisce certamente l'aura di segretezza e di mistero che, più o meno a ragione, avvolge in una sorta di nebula le varie "obbedienze" e i "riti" massonici, per non parlare poi della stessa genesi che secondo la storica inglese Frances Yates, «è uno dei problemi più discussi e discutibili in tutto il campo della ricerca storica» (curiosamente il saggio della studiosa era dedicato all'Illuminismo dei Rosa-Croce, tradotto da Einaudi nel 1976). Non vogliamo ovviamente addentrarci in questo arcipelago di "logge", di "orienti", di "arti", di "affiliazioni" e di denominazioni, la cui storia spesso si è intrecciata - nel bene e nel male - con quella politica di molte nazioni (penso, ad esempio, all'Uruguay ove ho partecipato recentemente a vari dialoghi con esponenti della società e della cultura di tradizione massonica), così come non è possibile tracciare linee di demarcazione tra l' autentica, la falsa, le degenere, o la para-massoneria e i vari circoli esoterici o teosofici.
Arduo è anche disegnare una mappa dell' ideologia che regge un universo così frammentario, per cui forse si può parlare di un orizzonte e di un metodo più che di un sistema dottrinale codificato. All' interno di questo ambito fluido si incontrano alcuni crocevia abbastanza delineati, come un' antropologia basata sulla libertà di coscienza e di intelletto e sull' uguaglianza dei diritti, e un deismo che riconosce l' esistenza di Dio lasciando però mobili le definizioni della sua identità. Antropocentrismo e spiritualismo sono, quindi, due percorsi abbastanza scavati all' interno di una mappa molto variabile e mobile che non siamo in gradi di abbozzare in modo rigoroso.
Ora, l' oscillazione dei contatti tra Chiesa cattolica e massoneria ebbe movimenti molto variegati, giungendo anche a palesi ostilità, contrassegnate da anticlericalismo da una parte e scomuniche dall' altra. Una condanna reiterata dai successivi pontefici, da Benedetto XIV fino a Pio IX e Leone XIII, che affermava l' incompatibilità tra l' appartenenza alla Chiesa cattolica e l' obbedienza massonica. Lapidario era il Codice di Diritto Canonico del 1917 il cui canone 2335 recitava: «Chi si iscrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere che tramano contro la Chiesa o le legittime autorità civili, incorre ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla Santa Sede».
Il nuovo Codice nel 1983 temperò la formula, evitando il riferimento esplicito alla massoneria, conservando la sostanza della pena sia pure destinata in senso più generale a «chi dà il nome a un' associazione che complotta contro la Chiesa» (canone 1374).
Ma il testo ecclesiale più articolato sull' inconciliabilità tra l' adesione alla Chiesa cattolica e alla massoneria è la Declaratio de associationibus massonicis emanata dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede il 26 novembre 1983, a firma del Prefetto di allora, il cardinale Joseph Ratzinger. Essa precisava appunto il valore dell' asserto del nuovo Codice di Diritto Canonico ribadendo che rimaneva «immutato il giudizio della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, perché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l' iscrizione ad esse rimane proibita».
Il volumetto, scrive ravasi sul sole 24 ore, a cui ora rimandiamo è interessante perché allega - oltre a un' introduzione dell' attuale Prefetto della Congregazione cardinale Gerhard Müller - sia due articoli di commento a questa Declaratio pubblicati allora dall'«Osservatore Romano» e dalla «Civiltà Cattolica», sia due documenti di altrettanti episcopati locali, la Conferenza episcopale tedesca (1980) e quella delle Filippine (2003). Si tratta di testi significativi perché affrontano le ragioni teoriche e pratiche dell' inconciliabilità tra massoneria e cattolicesimo come i concetti di verità, di religione, di Dio, dell' uomo e del mondo, la spiritualità, l' etica, la ritualità, la tolleranza. In particolare è significativo il metodo adottato dai vescovi filippini che articolano il loro discorso attraverso tre traiettorie: la storica, quella più esplicitamente dottrinale e quella degli orientamenti pastorali. Il tutto è scandito secondo il genere catechetico delle domande-risposte: esse sono 47 e permettono di entrare anche nei particolari, come la cerimonia di iniziazione, i simboli, l' uso della Bibbia, il rapporto con le altre religioni, il giuramento di fratellanza, i gradi gerarchici e così via.
Queste varie dichiarazioni di incompatibilità tra le due appartenenze alla Chiesa e alla massoneria non impediscono, però, il dialogo, come è esplicitamente affermato nel documento dei vescovi tedeschi che già allora elencavano ambiti specifici di confronto come la dimensione comunitaria, la beneficenza, la lotta al materialismo, la dignità umana, la conoscenza reciproca. Si deve, inoltre, superare quell' atteggiamento di certi ambienti integralistici cattolici che - per colpire alcuni esponenti anche gerarchici della Chiesa a loro sgraditi - ricorrevano all' arma dell' accusa apodittica di una loro appartenenza massonica. In conclusione, come scrivevano già i vescovi di Germania, bisogna andar oltre «ostilità, oltraggi, pregiudizi» reciproci, perché «rispetto ai secoli passati sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di manifestare le differenze» che pure continuano a permanere in modo netto.
A questo interesse contribuisce certamente l'aura di segretezza e di mistero che, più o meno a ragione, avvolge in una sorta di nebula le varie "obbedienze" e i "riti" massonici, per non parlare poi della stessa genesi che secondo la storica inglese Frances Yates, «è uno dei problemi più discussi e discutibili in tutto il campo della ricerca storica» (curiosamente il saggio della studiosa era dedicato all'Illuminismo dei Rosa-Croce, tradotto da Einaudi nel 1976). Non vogliamo ovviamente addentrarci in questo arcipelago di "logge", di "orienti", di "arti", di "affiliazioni" e di denominazioni, la cui storia spesso si è intrecciata - nel bene e nel male - con quella politica di molte nazioni (penso, ad esempio, all'Uruguay ove ho partecipato recentemente a vari dialoghi con esponenti della società e della cultura di tradizione massonica), così come non è possibile tracciare linee di demarcazione tra l' autentica, la falsa, le degenere, o la para-massoneria e i vari circoli esoterici o teosofici.
Arduo è anche disegnare una mappa dell' ideologia che regge un universo così frammentario, per cui forse si può parlare di un orizzonte e di un metodo più che di un sistema dottrinale codificato. All' interno di questo ambito fluido si incontrano alcuni crocevia abbastanza delineati, come un' antropologia basata sulla libertà di coscienza e di intelletto e sull' uguaglianza dei diritti, e un deismo che riconosce l' esistenza di Dio lasciando però mobili le definizioni della sua identità. Antropocentrismo e spiritualismo sono, quindi, due percorsi abbastanza scavati all' interno di una mappa molto variabile e mobile che non siamo in gradi di abbozzare in modo rigoroso.
Ora, l' oscillazione dei contatti tra Chiesa cattolica e massoneria ebbe movimenti molto variegati, giungendo anche a palesi ostilità, contrassegnate da anticlericalismo da una parte e scomuniche dall' altra. Una condanna reiterata dai successivi pontefici, da Benedetto XIV fino a Pio IX e Leone XIII, che affermava l' incompatibilità tra l' appartenenza alla Chiesa cattolica e l' obbedienza massonica. Lapidario era il Codice di Diritto Canonico del 1917 il cui canone 2335 recitava: «Chi si iscrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere che tramano contro la Chiesa o le legittime autorità civili, incorre ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla Santa Sede».
Il nuovo Codice nel 1983 temperò la formula, evitando il riferimento esplicito alla massoneria, conservando la sostanza della pena sia pure destinata in senso più generale a «chi dà il nome a un' associazione che complotta contro la Chiesa» (canone 1374).
Ma il testo ecclesiale più articolato sull' inconciliabilità tra l' adesione alla Chiesa cattolica e alla massoneria è la Declaratio de associationibus massonicis emanata dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede il 26 novembre 1983, a firma del Prefetto di allora, il cardinale Joseph Ratzinger. Essa precisava appunto il valore dell' asserto del nuovo Codice di Diritto Canonico ribadendo che rimaneva «immutato il giudizio della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, perché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l' iscrizione ad esse rimane proibita».
Il volumetto, scrive ravasi sul sole 24 ore, a cui ora rimandiamo è interessante perché allega - oltre a un' introduzione dell' attuale Prefetto della Congregazione cardinale Gerhard Müller - sia due articoli di commento a questa Declaratio pubblicati allora dall'«Osservatore Romano» e dalla «Civiltà Cattolica», sia due documenti di altrettanti episcopati locali, la Conferenza episcopale tedesca (1980) e quella delle Filippine (2003). Si tratta di testi significativi perché affrontano le ragioni teoriche e pratiche dell' inconciliabilità tra massoneria e cattolicesimo come i concetti di verità, di religione, di Dio, dell' uomo e del mondo, la spiritualità, l' etica, la ritualità, la tolleranza. In particolare è significativo il metodo adottato dai vescovi filippini che articolano il loro discorso attraverso tre traiettorie: la storica, quella più esplicitamente dottrinale e quella degli orientamenti pastorali. Il tutto è scandito secondo il genere catechetico delle domande-risposte: esse sono 47 e permettono di entrare anche nei particolari, come la cerimonia di iniziazione, i simboli, l' uso della Bibbia, il rapporto con le altre religioni, il giuramento di fratellanza, i gradi gerarchici e così via.
Queste varie dichiarazioni di incompatibilità tra le due appartenenze alla Chiesa e alla massoneria non impediscono, però, il dialogo, come è esplicitamente affermato nel documento dei vescovi tedeschi che già allora elencavano ambiti specifici di confronto come la dimensione comunitaria, la beneficenza, la lotta al materialismo, la dignità umana, la conoscenza reciproca. Si deve, inoltre, superare quell' atteggiamento di certi ambienti integralistici cattolici che - per colpire alcuni esponenti anche gerarchici della Chiesa a loro sgraditi - ricorrevano all' arma dell' accusa apodittica di una loro appartenenza massonica. In conclusione, come scrivevano già i vescovi di Germania, bisogna andar oltre «ostilità, oltraggi, pregiudizi» reciproci, perché «rispetto ai secoli passati sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di manifestare le differenze» che pure continuano a permanere in modo netto.
http://ilsismografo.blogspot.com/2016/02/italia-cari-fratelli-massoni-la-chiesa.html
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Postato da Cesare Baronio
Le origini ebraiche della Massoneria – 3 – Nemici irriducibili di Dio e dei Cattolici
Martedì, Febbraio 16th, 2016
- di Don Isidore Bertrand (1829-1914) -
Le origini ebraiche della Massoneria – 3
Fratelli irriducibili nemici di Dio e dei Goym (Cattolici)
Massoni ed ebrei talmudisti, accomunati dalla fede anti-cristiana
►Video in allegato: Inferi e diavolo nella cultura gnostica ed esoterica
di Don Isidore Bertrand (1829-1914)
sacerdote, saggista cattolico e giornalista francese conosciuto per le sue opinioni anti-massoniche.
Traduzione dell'originale francese La Franc-maçonnerie, secte juive née du Talmud
(Librairie Bloud et Cie, 1903), a cura di Paolo Baroni / Centro San Giorgio
Le origini ebraiche della Massoneria – Sionagoga e nemici di Cristo
Parigi – di Don Isidore Bertrand (1829-1914) – (continua da qui Le origini ebraiche della Massoneria – 1 e qui Le origini ebraiche della Massoneria – 2 – Riti, termini, simboli) Il fatto che vado a segnalare non è una novità. Sono diciannove secoli che la Sinagoga ispira i nemici del cattolicesimo. Talvolta, la Massoneria si attribuisce origini fantastiche, ma quando essa annovera gli gnostici, i manichei e gli albigesi nel numero dei suoi antenati, afferma la verità. Essa dimentica solamente di dire che l'ebraismo fu l’anima di queste eresie che, come le Logge massoniche, fecero del Talmud il loro «vangelo» prediletto. Nel 12º Grado, il Venerabile chiede all'iniziando che cosa significa la lettera «G» che figura al centro della Stella fiammeggiante. Questi risponde che questa lettera significa Geometria,Generazione e Gnosi.
Senza soffermarsi sui primi due significati indicati dal postulante, il
Venerabile fà una vera dissertazione sugli gnostici di cui i «figli
della Vedova» sono i continuatori (vedi foto: La lettera «G» campeggia in Loggia e nella Stella Fiammeggiante).
Mission – Distruzione del Cattolicesimo
I massoni, aggiunge il Venerabile, devono proseguire l'opera cominciata dagli gnostici e sforzarsi di distruggere le false religioni, cominciando dall'eresia romana (il cattolicesimo). Dicendo che il Talmud è il «vangelo» del massone come per l'ebreo ortodosso, sono assolutamente nel vero. «Ritorniamo -
dice il Venerabile durante il ricevimento del Grado di Maestro
Perfetto - nei primi giorni del mondo, nell'epoca in cui Adamo ed Eva
erano ancora nell'Eden. Eblis (Satana), l'Angelo di Luce, non ha potuto vedere la bellezza della prima donna senza bramarla.
Poteva Eva resistere all'amore di un angelo? [...]. Nacque Caino. La
sua anima, scintilla dell’Angelo di Luce, spirito di fuoco, lo elevava
infinitamente al di sopra di Abele, il figlio di Adamo [...]. Tuttavia,
egli fu buono con Adamo, di cui sostenne la vecchiaia debole e
impotente, buono con Abele, di cui sostenne i primi passi. Ma Yahwéh-Adonai, geloso del genio comunicato da Eblis a Caino, ha cacciato Adamo ed Eva dall'Eden per punirli entrambi, e, dopo essi, i loro discendenti a causa della debolezza di Eva. Adamo ed Eva detestavano Caino, causa involontaria di questa iniqua sentenza,
e la madre stessa riponeva ogni suo affetto in Abele; quanto ad Abele,
il cui cuore era gonfio per questa ingiusta preferenza, rendeva a Caino
disprezzo in cambio d'amore.
Caino, il nobile figlio di Eblis (Satana)
Una prova più crudele doveva presto spezzare il cuore del nobile figlio di Eblis. Aclinia, la prima figlia di Adamo e di Eva, era unita a Caino da una profonda e reciproca tenerezza, e, malgrado i loro desideri e le loro preghiere, Aclinia fu dato in sposa ad Abele, per volontà di Yahwéh-Adonai; questo Dio geloso aveva plasmato il fango per fare Adamo e gli aveva infuso un'anima servile. Inoltre, egli temeva l'anima libera di Caino.
Questo ultimo, esasperato a causa dell'ingiustizia di cui era vittima,
uccise suo fratello, crimine che Adonai giudicò indegno di perdono.
Tuttavia, Caino,
per riparare al suo errore, commesso in un momento di giusta collera,
mise al servizio dei figli del fango l'anima superiore e il genio che
aveva ricevuto da suo padre Eblis, l'Angelo di Luce. Insegnò loro a coltivare la terra. Enoch, suo figlio, li iniziò alla vita sociale. Matusalemme insegnò loro la scrittura. Lamech diede loro l'esempio della poligamia. Tubalcain, suo figlio, scoprì l'arte di forgiare i metalli, perfezionò le sue scoperte e li propagò per il bene degli uomini. Nohema, che suo fratello Tubalcain sposò davanti alla Natura, insegnò loro l'arte di filare e di fare della tela per vestirsi. Hiram,
o se preferite Adhoniram, discendeva in linea diretta da Caino, tramite
questi illustri personaggi, e i massoni si gloriano di contare nel
numero dei loro avi il costruttore del Tempio di Salomone».
Visione della "Genesi" nel Talmud delle logge massoniche
Ciò che ha appena riportato non è una leggenda inventata a piacere. Si tratta di un racconto estratto quasi integralmente dal Talmud dalle Logge massoniche. Eccone le prove: «Alcuni
demoni scesero su Adamo che, carico della maledizione di Dio, si
rifiutò di avvicinarsi ad Eva per non procreare figli della disgrazia» (23). Due demoni femminili gli apparvero e concepirono con lui altri demoni. Secondo il Talmud (24), Adamo ha generato, per centotrent'anni, con Lilith, un demone femmina, gli spiriti, i diavoli e gli spettri notturni. «Dal canto suo, Eva
non fu un modello di fedeltà coniugale. Per centotrent'anni, essa non
mise al mondo che diavoli, essendo stata la donna di demoni maschi» (25). Secondo il Talmud e le dottrine segrete della Massoneria, la specie umana è costituita da due razze distinte. La prima, grossolana, maligna e dotata di una rude intelligenza, discende da Adamo ed Eva. Yahwéh-Adonai, il principio cattivo, è il suo Dio. La seconda, uscita da Eblis – o Lucifero - e da Eva, è buona, dotata di facoltà brillanti, e adora il capo della milizia infernale, l'Ormus, o principio buono dei caldei. Quando, dunque, i massoni ci parlano del Grande Architetto dell'Universo (G.A.D.U.), non si riferiscono al Dio dei cristiani, ma al grande ribelle che l'Arcangelo San Michele precipitò nell'abisso. Come gli gnostici, i «figli della Vedova» professano non solo una grande ammirazione per Caino, loro antenato, ma anche per Canaan, per Esaù, per Coré, per Nathan, per Abiron e… per Giuda, il loro apostolo prediletto. Gli abitanti di Sodoma e Gomorra non
hanno mai ispirato loro alcuna antipatia. Non sono forse state le
vittime dell'odio di Yahwéh-Adonai, il nemico irriducibile della
posterità di Eblis, l'Angelo di Luce?
(23) Cfr. Jalqût Reûbeni, III.
(24) Cfr. Trattato Erubin, fol. 136.
(25) Cfr. Bachai, fol. 16a; Sepher Nismath Chaijm, fol. 1146.
Nemici irriducibili di Dio e dei goym
L'ebreo e il massone hanno in odio Cristo e i goym, e con questa ultima parola bisogna intendere i cattolici. I protestanti fanno volentieri causa comune con le Logge e la Sinagoga, quando si tratta di combattere la Chiesa. Insegna il rabbino Gerson: «Non conviene all'uomo giusto (all'ebreo) essere misericordioso con gli empi» (26). Abravanel dichiara che non si deve manifestare misericordia verso i proprî nemici (27). Secondo il Talmud, ai giusti (vale a dire agli ebrei) è permesso ingannare gli atei (28). Insieme a numerosi altri dottori della Legge, il rabbino Albo insegna che Dio ha dato agli ebrei potere sui beni e sulla vita di tutti i popoli (29). In queste dottrine, non c'è nulla che sia di natura tale da stupire, quando si sa che l'ebreo si considera come appartenente ad un razza privilegiata, esattamente come il suo correligionario massone. Per il discendente di Abramo, il goy (il cattolico) non differisce dai bruti. Abravanel sostiene che la donna straniera, ovvero non ebrea, è un animale, e, che violandola, l'ebreo non commette alcun male. Dal canto suo, Maimonide afferma: «È permesso abusare di una donna infedele» (30). Lo stesso autore scrive ancora: «È
stato ordinato di assassinare e di gettare nella fossa di perdizione i
traditori in Israele e gli eretici, come Gesù di Nazaret e i suoi
seguaci».
(26) Nel suo commento di 1 Re 18, 14.
(27) Cfr. Masmià Jesuà, 1, c.
(28) Cfr. Trattato Baba Bathra, fol. 123a; Trattato Berachoth,13b.
(29) Cfr. Sepher Haiqqarim, III, cap. XXV; Jalqût Simeoni ad Hab, fol. 83.
(30) Cfr. Jad. Chaz. Hilch. Malachim.
Voi che avete per padre il diavolo
Il massone condivide l'odio dell'ebreo per i cattolici. Gli avvenimenti attuali ne sono una prova sorprendente. Gli uni e gli altri non discendono forse da Eblis, l'Angelo di Luce (o Lucifero) e dalla prima donna? E lo straniero, il goy, discepolo del Nazareno, non appartiene forse alla razza inferiore e maledetta di Adamo ed Eva? Si è detto che i massoni rendono un culto a Satana, loro padre. Niente di più vero. Com'è noto, Cristo disse ai farisei, di cui i massoni sono i discepoli: «Voi che avete per padre il diavolo» («Vos ex patre diabolo»; Gv 8, 44). (E Gesù disse ai farisei):
«Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità [...]. Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio»
(Gv 8, 43-46)
Odio contro Cristo e orazione a Lucifero
Nelle loro riunioni, che chiamano con il nome di Aeropaghi, i Cavalieri Kadosh esordiscono con un grido d'odio contro il Dio dei cristiani e brandiscono un pugnale. Il presidente recita poi l'Orazione a Lucifero. Il testo attualmente in uso di questa preghiera è opera dell'anarchico Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865). Eccolo:«Vieni, Lucifero, vieni! Oh, calunniato dai preti e dai re! Vieni; noi ti abbracciamo e ti stringiamo sul nostro petto! È da molto tempo che ti conosciamo e che tu ci conosci. Le tue opere, oh benedetto del nostro cuore,
non sono sempre belle e buone agli occhi del volgare ignorante; ma solo
esse danno un senso all'Universo e gli impediscono di essere assurdo.
Tu solo animi e fecondi il lavoro. Tu solo nobiliti la ricchezza e sei l'essenza dell'autorità; metti il sigillo alla virtù [...]. E tu, Adonai, dio maledetto, vattene; noi ti rinneghiamo! Il primo dovere dell'uomo intelligente e libero è quello di cacciarti dal suo spirito e dalla sua coscienza;
perché sei essenzialmente ostile alla nostra natura, e non riconosciamo
in alcun modo la tua autorità. Arriviamo alla scienza malgrado te, al
benessere malgrado te, alla società malgrado te; ciascuno dei nostri progressi è una vittoria nella quale schiacciamo la tua divinità. Spirito bugiardo, dio imbecille, il tuo regno è finito; cerca tra le bestie altre vittime. Eccoti spodestato e spezzato. Il
tuo nome, per così tanto tempo l'ultima parola dello scienziato, la
sanzione del giudice, la forza del prìncipe, la speranza del povero, il
rifugio del colpevole che si pente, ebbene, questo nome incomunicabile,
Padre Eterno, Adonai o Yahwéh, oramai destinato al disprezzo e
all'anatema, sarà schernito tra gli uomini! Perché Dio significa stupidità e vigliaccheria; Dio equivale ad ipocrisia e menzogna; Dio è tirannide e miseria; Dio è il male [...].
Fintanto che l’umanità si inchinerà davanti al tuo altare, sarà schiava
dei re e dei preti, sarà riprovata; finché un uomo, nel tuo esecrabile
nome, riceverà il giuramento di un altro uomo, la società sarà fondata
sullo spergiuro, la pace e l’amore saranno banditi tra i mortali
[...]. Dio, vattene! Perché, fin da oggi, liberati dal tuo timore e
divenuti saggi, giuriamo, con la mano alzata verso il tuo cielo, che non
sei altro che il tiranno della nostra ragione e lo spettro della nostra
coscienza»! Poi gli adepti si prosternano davanti al Baphomet, l'idolo dalla testa di capra che adoravano i Templari. Quando si legge questa invocazione a Satana pronunciata dai Cavalieri Kadosch, si comprende la specie di stupida ferocia con cui la Massoneria, diretta dalle retro-Logge, perseguita le opere cattoliche.
I tempi messianici attesi dagli ebrei talmudisti e la grande guerra
Come abbiamo visto nelle pagine precedenti, gli ebrei credono siano giunti i tempi messianici. Il Messia, se si presta fede alle loro parole, renderà loro lo scettro del mondo. Ma questo trionfo d'Israele sarà preceduto da una grande guerra nella quale due terzi dei popoli periranno (31). Il Messia riceverà i doni di tutti i popoli, ma rifiuterà quelli dei cristiani. Gli ebrei saranno immensamente ricchi; tutti i tesori dei popoli passeranno nelle loro mani,
tant'è vero che serviranno trecento asini per trasportare le chiavi
delle porte del locale e delle casseforti in cui queste ricchezze
verranno rinchiuse (32). Ed ecco il gran finale: «Tutti
i popoli si convertiranno alla religione ebraica; solamente i
cristiani (i cattolici) non parteciperanno a questa felicità. Essi
saranno interamente sterminati perché provengono dal demonio» (33).
(31) Cfr. Masmia Jesùa, fol. 49a.
(32) Cfr. Trattato Pesachim, fol. 119; Trattato Sanhedrin, fol. 110; Bachai, fol. 62.
(33) Cfr.
Trattato Jebanemotts, fol. 24b; Trattato Aboda Zara 3b; Masmia Jesùa,
fol. 65; Bashai, fol. 83; Sepher Zeror Damor, fol. 125b.
Diritto e giustizia di ebrei e massoni, rispetto ai cristiani
Al contrario, essi provengono da Lucifero, l'Angelo di Luce, e dalla prima donna. L'odio
dell'ebreo e quello del massone per Adonai, il Dio dei cristiani, si
confondono e fanno una sola cosa, e si manifestano nella violenza e
nell'assoluto disprezzo del diritto e della giustizia. Il nome
di questo «dio imbecille» non sarà più «la sanzione del giudice, la
forza del prìncipe, la speranza del povero, il rifugio del colpevole che
si pente». Quando dico che gli ebrei e i massoni si burlano del diritto e della giustizia nei loro rapporti con i cattolici non esagero affatto. Le
Congregazioni religiose e i padri di famiglia ne sanno qualcosa. Non
contenti di sopprimere in modo arbitrario il diritto che hanno le
famiglie di crescere i loro figli come meglio credono, essi dicono ai
religiosi e alle religiose muniti dei diplomi che esige la legge: «Ormai
non insegnerete più»! C'è di meglio: essi avanzano la pretesa
di mettere mano, in nome dello Stato, sui palazzi che appartengono o
alle Congregazioni religiose, o alle società civili che ospitano i
religiosi. Gli interessati si appellano ai tribunali? Ebrei e
massoni ricordano ai magistrati, di cui molti sono ebrei o hanno visto
la «luce» del 3º Grado, questo passo del Talmud: «Se
un ebreo intenta un processo contro un non ebreo, farete vincere la
causa al primo e direte all'altro: "Così vuole la nostra legge"». Ecco
la spiegazione di certi giudizi emessi ai nostri giorni, e della
pretesa che hanno i tribunali di giudicare certe cause che non sono di
loro competenza (continua…).
Don Isidore Bertrand (1829-1914)
sacerdote, saggista cattolico e giornalista francese conosciuto
per le sue opinioni anti-massoniche.
Traduzione dell'originale francese La Franc-maçonnerie, secte juive née du Talmud
(Librairie Bloud et Cie, 1903), a cura di Paolo Baroni / Centro San Giorgio
Partecipa al dibattito - Redazione Quieuropa - infounicz.europa@gmail.com
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