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lunedì 15 febbraio 2016

Quarta Rivoluzione

Capitalismo globale e sodomia obbligatoria

La sinistra oggi si riconosce in uno stramiliardario viziato che ha comprato a peso d’oro l’utero di una donna indigente. Si tratta di  Elton John. Un tempo la sinistra stava con il popolo, o meglio accreditava questa tesi con l’appoggio alla lotta di classe proletaria, o con una serie di riforme che comunque portarono un alleviamento della condizione di sfruttamento operaio, per quanto all’interno di un’ideologia erronea. Oggi la sinistra sta con Elton John. Anche le femministe, sempre pronte a denunciare vere o presunte vessazioni dell’uomo sulla donna, stanno con Elton John.

Davanti al peggior sfruttamento di un essere umano, che è quello di comprare il suo corpo, davanti allo sfruttamento più bestiale di una donna, il mondo radical-chic sta con il peggiore degli sfruttatori.
Lo vede come il simbolo di quella sovversione sodomitica, di quel pansessualismo fintamente libertario che è parte della Quarta Rivoluzione. La Terza Rivoluzione, quella socialista o comunista, è stata definitivamente archiviata per far posto alla Quarta, che è una Rivoluzione ultracapitalista. Non solo essa nega l’esistenza di una natura umana definita e di un ordine naturale, ma nega lo stesso evidente sfruttamento dei ricchi viziati sui poveri e accetta il principio della mercificazione universale, della reificazione che rende le stesse donne e gli stessi bambini – i più deboli – oggetto di mercato, all’insegna del trionfo del capitalismo assoluto sulla decenza e sulla vita. Non solo viene accettato il concepimento dell’essere umano in laboratorio compiuto dagli attuali dottor Frankenstein, ma anche la compravendita dei ventri delle donne povere come se si trattasse di una merce qualsiasi.
I “compagni” che esultano per Elton John sono non meno traditori del clero modernista che non combatte l’infamia della legge Cirinnà. L’apologia di Elton John è una vergogna assoluta, anticristiana e antiumana. Ed è il vero trionfo del pensiero economico, che concepisce gli uomini come individui uguali senza legami costitutivi, impegnati nell’affermazione egoistica del proprio tornaconto, individuale o di parte. È il trionfo del capitalismo globale,  della ragione strumentale e dell’assiomatica dell’interesse, del pensiero ridotto a calcolo, dell’idea dell’interscambiabilità dell’homo oeconomicus, produttore e consumatore, di fronte a cui tutte le identità religiose, comunitarie e sessuali sbiadiscono nell’indistinzione assoluta, lasciando spazio all’unica gerarchia tollerata – la peggiore:  la gerarchia del denaro. Elton John è molto ricco, molto famoso e anche sodomita. Quindi può fare quello che vuole.
Il situazionista francese Guy Debord fu il  primo a introdurre il concetto di “società dello spettacolo”, intendendo una nuova società consumista in cui nella normale relazione tra gli uomini si intrometteva la deformazione delle immagini televisive, cinematografiche, fotografiche, prodotte in quantità industriale. Più in generale possiamo definire “società dello spettacolo” anche quella società in cui attori, cantanti, presentatori, pagliacci, nani e ballerine passano da paria sociali non ammessi nemmeno in pianta stabile nella città – come accadeva nella società tradizionale –  a modelli assoluti di opinione e di comportamento. Senza nulla togliere alla genialità di alcuni di loro, gli esponenti del mondo dello spettacolo a causa della loro vita disordinata sono spesso la plebe dello spirito. Questa plebe dello spirito oggi gioca il ruolo di mediatrice tra il Potere e le masse. Soprattutto negli ultimi decenni attori, cantanti, registi, presentatori, pagliacci, nani e ballerine si sono trasformati in virtù della loro concezione pansessualista e individualistico-libertina (tradizionalmente  l’attrice e la cantante erano considerate a priori delle “cortigiane” e i loro mariti o conviventi appena una tacca sopra ai lenoni di mestiere) in portavoce del Potere. Assistiamo così all’assurdo di una “sinistra dei diritti” che delega a cantanti e conduttori di Sanremo la causa della sacralizzazione della sodomia, e di una destra pietosa che candida una presentatrice televisiva al ruolo di sindaco di Roma.
BY  · 15 FEBBRAIO 2016
http://www.civiltacristiana.com/capitalismo-globale-e-sodomia-obbligatoria/
Le unioni gay, la massoneria e i tre premier
di Angela Pellicciari15-02-2016
David Cameron e Matteo Renzi
Cameron, primo ministro conservatore inglese, ha spaccato il suo partito imponendo il matrimonio omosessuale. Hollande, presidente socialista francese, ha imposto anche lui il matrimonio omosessuale, con il partito compatto alle sue spalle, ma una fortissima opposizione popolare. Il risultato si è visto alle ultime elezioni dove il partito socialista in alcune regioni è quasi scomparso. Dove, per non morire del tutto, è arrivato a proporre contro la Le Pen un’alleanza innaturale con i nemici di sempre, gli uomini del partito di Sarkosy. 
Renzi, leader del partito democratico e presidente del consiglio italiano, proveniente dalla Democrazia cristiana, dopo aver rottamato la vecchia guardia comunista, sta imponendo l’approvazione di un simil matrimonio omosessuale con relativa adozione di figli. E dire che i primi tempi del suo governo, Renzi si faceva riprendere all’uscita della messa con la famiglia. Solo due anni fa’.
Nel frattempo cosa è successo? Cosa ha consigliato a Renzi di prendere di petto quello che resta del mondo cattolico (in Italia non si tratta proprio di una minoranza inconsistente) per imporre al Parlamento di deputati e senatori nominati dall’alto, perché scelti senza preferenze, l’approvazione di una legge divisiva, che spacca la Nazione, va contro la storia italiana e impone il punto di vista di una minoranza transnazionale definita aprioristicamente “civile”? 
Quale il denominatore comune di tre situazioni diverse, unite da una volontà ferrea, costi quello che costi, di dare a opzioni sessuali individuali veste legislativa, cioè riguardante tutti, riguardante la collettività? Primo, evidente, denominatore comune, è la definizione di bene e male: bene è quello che voglio; male quello che contrasta con la mia volontà. Libertà di coscienza. Questo schema filosofico gnostico si oppone frontalmente alla Rivelazione giudaico-cristiana. E lo fa in nome della libertà. Da una parte ci sarebbe l’oscurantismo totalitario della Rivelazione, dall’altra il credo libertario della gnosi che rende ciascuno libero di fare quello che vuole. 
In un contesto tanto “libero”, siamo sicuri che non c’è nessuno che surrettiziamente decide al posto nostro cosa è il bene e cosa il male? Viene in mente uno scambio di battute riportato dal “Catechismo del grado di apprendista”. Cioè da quella rilevante porzione della gnosi moderna rappresentata dalla libera muratoria. Questo il dialogo fra il maestro massone e il profano che “bussa alla loggia”:
«D. – L’intelletto basta per discernere il vero dal falso, il bene dal male?
R. – Sì, quando è regolato da una sana morale.
D. – Dove si insegna questa morale?
R. – La Massoneria: è quella che insegna la morale più atta a formare l’uomo per la Società, per la Patria e per sé stesso»
Col matrimonio omosessuale la gnosi persegue un obiettivo alto: distruggere la libertà frutto della verità rivelata e imporre la libertà (e la morale) insegnata nelle logge. Una libertà che, come sempre nel caso della gnosi, ha un contenuto totalitario. Tutti devono obbedire a quello che gli gnostici pensano bene. Costi quello che costi. Anche se poi si perdono le elezioni. Tanto a cosa servono le elezioni?

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