La Chiesa secondo Lovejoy. L'ultima canaglia
Ah! Ah!»
(Nelson Muntz)
di Matteo Donadoni
Siamo dunque alla chiesa di Lovejoy applicata alla barca di Pietro? Certo che no! Se la chiesa della misericordia sembrerebbe de facto nella gran parte delle parrocchie aver abolito il peccato, assolvendo chiunque in ogni caso, per qualsiasi cosa, il pastore di Springfield dimostra di avere le idee più chiare. Il povero Lovejoy, infatti, nella sua cialtroneria, conserva almeno il senso del peccato, anche se, forse, di stampo tutto puritano: «Marge, praticamente tutto è peccato. S'è mai seduta a leggere questa cosa? [la Bibbia] Tecnicamente non ci è permesso neppure andare in bagno!» (I segreti di un matrimonio felice).
La Santa Romana Chiesa dei Padri antichi e dei Dottori, di Agostino e di Tommaso, di Teresa e Rita, di Domenico e Francesco, si appresta ora a ratificare mestamente una religione agghiacciante, senza peccato (e perciò crudelmente priva di perdono) e rivestita di una patina misericordia – proprio come voleva Lutero – ricordiamo che Bergoglio durante un Angelus disse: «Rubare documenti è reato»,reato non peccato!
Lisa: Perciò anche se un uomo prende del pane per sfamare la propria famiglia, questo è rubare?
Reverendo Lovejoy: Be', lo è se ci si spalma sopra qualcosa. Marmellata per esempio. (Homer contro Lisa e l’ottavo comandamento).
Chissà, se sui famosi vatileaks avessero spalmato del burro d’arachidi…
Un 2017 gravido di festeggiamenti crassamente ecumenici per i 500 dalle 95 tesi dell’eresiarca Lutero è alle porte, e a noi fedeli non presbitero-luterani cosa rimane? Spalmarci di marmellata? Divorare tutte le colombe in circolazione, prima che se le mangino i corvi e i gabbiani della giustizia divina? Tanto ormai non sono più simbolo di nulla, ci sono i palloncini: «Ecco i palloncini che vogliono dire “pace”» (Angelus 25.1.2015).
Ovviamente non ci resta che pregare il rosario quotidiano in un ultimo attacco al Cielo, come propone il card. Burke, e partecipare con frequenza ai Sacramenti per erigere un muro di fuoco contro il male dentro la Chiesa e gli infedeli che la stanno smantellando dalle fondamenta, affinché la purifichi da questa mefitica orda di Giuda. «Io stesso - parola del Signore - le farò da muro di fuoco all'intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa» (Zaccaria 2,9).
Di per sé sarebbe sufficiente. Ma qualche idea divertente proviene pur sempre anche dal campo avverso: in una riuscitissima applicazione del pauperismo bergogliano, mons. Galantino ci ha spiegato che una «Chiesa [che] vuole essere “più povera di beni terreni e più ricca di virtù evangeliche, non ha bisogno di protezioni, di garanzie e di sicurezze"». Decisamente l’atteggiamento opposto a quello del Reverendo Lovejoy: «Mentre passiamo il piatto delle offerte vi prego di donare come se la persona accanto a voi vi stesse osservando». (Brani biblici).
Devo dire che per questa volta sono d’accordo con mons. Galantino. Inutile che ci immergiamo in una piscina di mostarda, cui prodest?, ascoltiamo invece le sagge parole del monsignore: BASTA 8x1000! Stop alle offerte se il sacerdote dimostra di non essere cattolico, abusando delle preghiere che falsamente fa salire al Cielo e del Sacramento che indegnamente celebra. Scegliamo di aiutare economicamente e spiritualmente solo ed unicamente i preti che lo meritano.
Così che fra gli applausi della platea laicista il buon Galantino possa augurarsi, come del resto ha fatto, in evangelica povertà (personale sua in primis) «che si possa parlare di qualsiasi argomento, di preti sposati, di eucarestia ai divorziati, di omosessualità, senza tabù, partendo dal Vangelo e dando ragione delle proprie posizioni».
D’altra parte perfino Lisa si scandalizza della strumentalizzazione delle orazioni al Cielo del fratello con un perentorio: «La preghiera: l’ultimo rifugio di una canaglia!».Ed anche a noi, ultime canaglie cattoliche, non resta che pregare più forte.
Il 2017 è vicino ed i cento anni dagli avvisi di Fatima si stanno per compiere, così qualche malizioso, più irrispettoso di quanto lo sarà mai il sottoscritto, irrispettoso dice che la chiesa di Krusty ha le ore contate, come tutto il circo che le sta attorno.In tal modo ne sarebbero stati profeti inconsapevoli anche i produttori della serie:
Chierico: Vostra santità, ci è giunta una notizia dall'America. Pare che un angelo abbia predetto l'Apocalisse.
Papa: [Immerso nella lettura de La Stampa] Tieni d'occhio la cosa (Lisa la scettica).
Si sbagliavano: Bergoglio legge il quotidiano più visceralmente e subdolamente anticattolico d’Italia…
Foto scattata in un confessionale vuoto e buio |
L'espressione «perché peccando ho meritato i tuoi castighi» è stata cassata. Nella nuova teologia pompeiana i castighi sono sempre immeritati.
Il
santuario dispone di una sala confessioni con una trentina di
confessionali dotati di porte scorrevoli, aria condizionata,
accorgimenti per la privacy e perfino il filtro contro l'alito cattivo sulla grata.
Come
potete tutti immaginare, è molto raro vedere la lucina "sacerdote"
accesa su più di un terzo di quei confessionali, nonostante l'economato
del santuario paghi in moneta sonante i confessori (una mancia che dieci
anni fa era circa sette euro l'ora - cosa che attirava sacerdoti dai
paesi circostanti; non conosco le quotazioni attuali).
Uno
dei confessionali - il numero 14 - è dedicato all'ascolto dei giovani
in ricerca vocazionale (col sottinteso che se non sei giovane non puoi
avere la vocazione). Durante l'orario prestabilito il Donsasor era
clamorosamente assente dal suo posto (le foto sono state scattate fra
le 17 e le 17:30 dello scorso venerdì 4 marzo): a quanto pare a Pompei
non c'è tempo per le vocazioni nemmeno quando si tratta di "giovani ragazzi e ragazze" che per qualche motivo non intendono affidare la loro vocazione ai propri parroci.
Il confessionale 14 vuoto e buio, ma tanto c'è il contatto e-mail... |
Poco
prima delle 17:30 uno dei sacerdoti confessori abbandona in fretta il
suo confessionale dicendo che deve celebrare Messa, e pazienza se i
penitenti hanno fatto inutilmente la fila. Solo che si trattava di una mezza verità: infatti, come si nota dalla foto della "cappella" qui sotto scattata pochi minuti dopo, il sacerdote doveva in realtà concelebrare una messa feriale. Cioè la sua presenza alla Messa non era necessaria, se non alla propria pigrizia. Anche questo è un frutto del postconcilio.
Una scena che prima del Concilio non avreste mai immaginato |
La
"cappella" qui sopra, che una volta doveva essere un refettorio o un
negozietto di articoli religiosi, è un cupo stanzone in cui la parete in
fondo è adornata da un orrido murales e da un tavolinetto-altare. Un garage disadorno, in cui spiccano solo le colonnette-altoparlanti per garantire che i fedeli subiscano per intero la farraginosa concelebrazione (le altre cappelle sono dedicate alle celebrazioni in lingua polacca ed ucraina; il latino è del tutto bandito).
Se questa è la triste realtà di un santuario mariano, come meravigliarsi dello sfacelo in cui versa la Chiesa Cattolica?
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