ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 27 aprile 2016

Che sia una primavera...austriaca?

Rassegna stampa(glia) contro i partiti identitari

                     Norbert Hofer leader del FPO

Questi titolacci si commentano da soli. Guardate e osservate voi cosa si permette di scrivere la nostra stampa sulla vittoria del FPO in Austria. Se poi leggete il contenuto (che vi risparmio), non crediate di trovarci un'analisi corretta sull'invasione, sulla pressione che i paesi confinanti con l'Est hanno dovuto subire in questi anni. Sul fatto che l'Austria è piccolissima (come del resto l'Italia) e, a differenza dei nostri governanti, cerca ancora di mantenere il suo giardino intatto e pulito.Quale reato!

Presidenziali in Austria, al primo turno vince il partito di estrema destra Fpo. Avvertimento xenofobo al super-vertice di Hannover (Huffington post)


Austria: al primo turno delle presidenziali trionfa il partito di estrema destra.  (Corriere della Sera)

LO TSUNAMI HOFER SULLE PRESIDENZIALI IN AUSTRIA: VINCE L'ESTREMA DESTRA, FUORI PARTITI TRADIZIONALI -(rai News)


Austria, l'estrema destra vince il primo turno delle presidenziali (sky TG 24)


Austria, presidenziali: trionfa al primo turno il candidato dell'estrema destra anti-migranti (la Repubblica)


Austria, presidenziali: estrema destra in testa al primo turno (Il Messaggero).


Elezioni Austria, l’ultradestra anti-migranti di Hofer avanti al primo turno. Al ballottaggio sfiderà il leaeder dei Verdi  (Il Fatto quotidiano).

Va un po' meglio con "Libero", che almeno li chiama "nazionalisti" e si augura la fine di questa Europa:

Austria, trionfano i nazionalisti: l'Unione Europa sempre più lontana, a fine mese la petizione contro Bruxelles  (Libero quotidiano).

Meno bene, invece,  Il Giornale che per accontentate il suo padrone di riferimento e il suo pallino per i "moderati" (leggi: il PPE, ovvero uno dei più forti schieramenti eurocratici) , si appiattisce sulla vulgata mainstream: 

Austria, svolta anti immigrati: è il trionfo dell'estrema destra  (il Giornale).

Potrei andare avanti ma mi fermo qui. Non posso fare a meno di fare una constatazione paradossale. Abbiamo fatto ben Tre Guerre di Indipendenza contro l'Austria per cacciare "l'invasore". E anche una Guerra Mondiale per rivendicare "le terre irredente" ("non passa lo straniero").  E ora siamo conciati a dover subire invasioni barbariche dall'Africa, dall'Asia, dall'Est, dall'America Latina. 

O Austria felice! Era meglio, a questo punto, chiedere l'annessione a voi, che essere ridotti così. In nome di quale "Progresso" ci tocca subire tutto ciò?.

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Qui la Marcia di Radetzky della Filarmonica di Vienna: 

https://www.youtube.com/watch?v=azFmhFvoYbI

E qui il valzer di Johann Strauss (padre) "Voci di Primavera":

https://www.youtube.com/watch?v=jD3LcGEGn5M

Auguri al FPO, per il secondo turno! Che sia una primavera...austriaca. 
Pubblicato da 

In Austria trionfo della destra anti euro e anti immigrazione

(di Lupo Glori) Trionfa la destra in Austria. Domenica 24 aprile, al primo turno delle elezioni presidenziali, il candidato del Partito della Libertà Austriaco (FPÖ), il 45enne Norbert Hofer, è andato infatti oltre le aspettative, con il 35,5% delle preferenze, distanziando nettamente il favorito rivale, il 72enne ex leader dei Verdi, Alexander van der Bellen, posizionatosi secondo, con circa il 21% dei voti.

Al terzo posto l’unica donna candidata, l’indipendente Irmgard Griss con il 18,8%, seguita dal cristiano-democratico del Partito Popolare Austriaco (ÖVP) Andreas Khol all’11,2% e dal socialdemocratico del SPÖ Rudolf Hundstorfer all’11%. Chiude l’imprenditore Richard Lugner, con il 2,4% dei voti.
Il primo turno delle presidenziali austriache segna dunque la clamorosa e storicadébâcle dei socialisti e dei popolari, i grandi partiti tradizionali alleati nella Große Koalition al potere, che ha guidato il Paese per oltre settanta anni dal 1945 ad oggi. Al secondo turno, previsto per il prossimo 22 maggio, per la prima volta, il ballottaggio non avrà candidati socialisti e popolari e vedrà affrontarsi per il voto decisivo Hofer e Van der Bellen.
Al primo turno per eleggere quello che sarà il nono capo dello Stato della seconda Repubblica, nata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, hanno preso parte 6,4 milioni di austriaci con più di 16 anni. Per l’FPÖ il Partito della Libertà Austriaco nazionalista, euroscettico e anti-immigrazione, fondato dal controverso governatore della Carinzia Jörg Haider morto nel 2008, si tratta della migliore performance di sempre. Il suo leader Heinz-Christian Strache ha accolto con scontato entusiasmo lo straordinario risultato, sottolineando come esso rappresenti l’inizio di una nuova fase politica: «Abbiamo scritto la storia, oggi inizia una nuova era politica».
L’FPÖ, secondo gli ultimi sondaggi, sarebbe il partito più votato anche in caso di elezioni generali, con il 30% dei voti. Ago della bilancia e tema centrale del voto delle presidenziali di domenica è stato il programma politico dei candidati nei confronti dei rifugiati e dell’immigrazione. L’attuale governo austriaco, guidato dal socialista Werner Faymann, ha cercato invano di recuperare terreno, assecondando l’umore popolare riguardo l’immigrazione, opponendosi all’utopico e fallimentare paradigma dell’accoglienza illimitata.
Da parte sua, Hofer, da sempre convinto anti-europeista, dopo aver definito “fatale” l’accordo sui migranti dell’Unione Europea con la Turchia, ha minacciato, da presidente, di sfiduciare il governo se non adotterà misure più restrittive sui migranti per impedire che l’Austria diventa una «terra di immigrazione».
Michael Volker, capo della redazione politica del quotidiano austriaco Der Standardha spiegato al Corriere della Sera come il voto di domenica sia destinato ad avere inevitabili e profonde ripercussioni sulla politica estera austriaca, dichiarando: «il risultato del primo turno destabilizza il cancelliere Werner Feyman e la coalizione che lo sostiene. Soprattuto l’affermazione di Hofer è destinata a influenzare la politica estera austriaca: SPÖ e ÖVP hanno già cambiato le loro misure nei confronti dei rifugiati, piegandole secondo le richieste della FPÖ, per esempio con la chiusura del Brennero».
Lo storico risultato austriaco, accolto con gioia dai partiti di estrema destra di tutta Europa, da Salvini a Le Pen, a Wilders, è destinato a cambiare inevitabilmente gli equilibri politici del Paese e della stessa Unione Europea. A distanza di poco più di un mese dalle amministrative regionali tedesche, che hanno visto la clamorosa affermazione in tre Länder del partito fortemente anti immigrazione e anti euro,Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania), la fragile impalcatura europea subisce dunque un nuovo durissimo colpo.
Di fronte ai macroscopici errori e alle fallimentari politiche in tema di immigrazione, volenti o nolenti, sono oggi i partiti di estrema destra o identitari a dettare la linea politica, in quanto gli unici in grado di intercettare e rappresentare il vero “sentire” del popolo, vittima di annosi ed ottusi programmi politici. Un’inedita e significativa strategia, emblematicamente raffigurata dal premier austriaco Faymann, il quale, per non scontentare la piazza, si trova costretto, paradossalmente, a dire e promettere “cose di destra”. Il vento identitario, rappresentante di un crescente sentimento popolare anti euro e anti immigrazione, soffia sempre più intensamente dal basso verso gli alti piani di Bruxelles. (Lupo Glori)

A volte ritornano. Da Andreas Hofer a Norbert Hofer 

Pochi hanno notato che Norbert Hofer, il quarantacinquenne leader del Fpö (Partito austriaco della libertà), che ha stravinto le elezioni in Austria, ha lo stesso cognome (e forse un lontano legame di parentela) con il mitico comandante della rivolta antinapoleonica di fine Settecento. Si chiamava Andreas Hofer e fu l’eroe dell’indipendenza del Tirolo dalla Francia e dalla vassalla Baviera napoleonica e il difensore ad oltranza dell’imperatore d’Austria.

di Luciano Garibaldi
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zzzzhof2Pochi hanno notato che Norbert Hofer, il quarantacinquenne leader del Fpö (Partito austriaco della libertà), che ha stravinto le elezioni in Austria, ha lo stesso cognome (e forse un lontano legame di parentela) con il mitico comandante della rivolta antinapoleonica di fine Settecento. Si chiamava Andreas Hofer e fu l’eroe dell’indipendenza del Tirolo dalla Francia e dalla vassalla Baviera napoleonica e il difensore ad oltranza dell’imperatore d’Austria.
Ma soprattutto rimane il campione in ogni tempo della controrivoluzione cattolica, il nemico eterno dei giacobini e, più in generale, dei rivoluzionari di sinistra. Lo è al punto che formazioni tradizionaliste di ogni Paese ne adottano l’inno, il celebre e trascinante «Tiroler Adler» (l’aquila tirolese), come una propria musica. Queste cose molti Schutzen di Bolzano e provincia nemmeno le sanno. Così come non sanno che fu una città italiana, Mantova, a cercar di strappare Andreas Hofer alla morte decretata per lui da Napoleone. Potranno forse porsi qualche domanda leggendo quel che segue.
zzzzhof1Andreas Hofer nacque a Sand, in Val Passiria, nel 1767. Benestante, albergatore, proprietario di malghe e terreni, era conosciuto ed apprezzato soprattutto per la sua grande fede cattolica in un ambiente che alla religione romana era tradizionalmente legato fin dai tempi della Riforma e del Concilio di Trento.
Come capo militare emerse quasi improvvisamente nel mese di aprile 1809, all’età di 42 anni, allorché si pose alla testa di quattrocento insorti della Val Passiria, decisi a disarmare il presidio franco-bavarese. Era in corso da mesi una delle tante guerre napoleoniche contro gli eserciti dell’imperatore Francesco I d’Asburgo. Hofer e i suoi compaesani stavano naturalmente dalla parte dell’imperatore contro l’usurpatore corso, ex giacobino ed ex rivoluzionario. Giunta la notizia che gli arciduchi Carlo e Giovanni, figli dell’imperatore Francesco, avevano dato inizio ad una controffensiva, i passiriani si armarono di schioppi e sciabole e sopraffecero i francesi.
L’insurrezione divampò rapidamente in tutto il Tirolo, grazie all’appoggio dei parroci, che trasformarono le canoniche in comandi militari, sull’esempio di ciò ch’era accaduto in Vandea alcuni anni prima. Hofer divenne ben presto un formidabile generale, capo di un’armata di più di 50 mila uomini, 18 mila dei quali italiani di Trento che avevano risposto al suo proclama «Ai tirolesi italiani» (Hofer era tra l’altro perfettamente bilingue). Non è certo privo di significato che, dei volontari di lingua italiana, ben quattromila morirono ai suoi ordini.
Il successo militare dell’esercito tirolese fu travolgente. Hofer batté il generale francese Lefevre in due sanguinose battaglie a Sterzing (Vipiteno) e ad Innsbruck, ma soprattutto a Berg Isel, dove fece ben 10.000 prigionieri, risparmiando loro la vita, cosa che non facevano certo i francesi nei confronti dei suoi uomini. Hofer era infatti generoso coi vinti, al punto da far curare i nemici feriti dalle donne del Tirolo, trasformate in infermiere. Ciò ch’è tipico dei combattenti cattolici, proprio a partire dalle guerre di Vandea. Lo storico Carlo Botta, nella sua opera «Storia d’Italia dal 1789 al 1814» (Pisa, 1824) lo definì «uccisore ardentissimo di chi resisteva, difensore magnanimo di chi si arrendeva».
Famoso anche per i suoi proclami e i suoi discorsi (fu il primo a parlare di «Nazione tirolese»), Hofer faceva vita semplice, quasi monacale, non portava insegne né gradi, vestiva come qualsiasi altro valligiano, con gli stessi abiti che oggi sono la folkloristica divisa degli Schutzen: gilet, pantaloni al ginocchio, cappello piumato. La sua guerra ai franco-bavaresi fu caratterizzata soprattutto da agguati, imboscate, rapide scaramucce. Una vera e propria guerra partigiana, che rese impossibile la vita degli orgogliosi occupanti. Sovente, quando passava qualche pattuglia francese a cavallo, i tirolesi le scaraventavano addosso giganteschi massi fatti rotolare dalla cima delle montagne.
All’interno del Tirolo, di cui Hofer il 15 agosto 1809 fu acclamato «comandante supremo», vigevano disposizioni molto severe soprattutto in materia religiosa: vietati i balli e i canti nelle osterie tranne che per le feste di matrimonio, locali pubblici chiusi durante qualsiasi tipo di cerimonia religiosa. E di canti in latino, dal «Te Deum» al «Gloria», echeggiavano le vallate dopo ogni battaglia o scaramuccia vinta dai tirolesi. Così come «Heil Maria!» (Viva Maria!) era il loro grido di battaglia, mutuato dagli insorgenti antifrancesi italiani degli ultimi anni del Settecento.
Napoleone sconfisse l’esercito austriaco a Wagram il 5 e 6 luglio costringendo l’imperatore alla resa. L’11 luglio fu firmata la pace di Vienna. Ma Andreas Hofer e il suo esercito continuarono la resistenza ad oltranza. Per piegarli, Napoleone, che nel frattempo aveva annunciato il proprio fidanzamento nientemeno che con la figlia dell’imperatore sconfitto, Maria Luisa d’Austria, inviò due armate al comando del generale d’Hilliers. I francesi si abbandonarono ad ogni sorta di crudeltà, compreso il massacro di trecento donne di Bolzano sorprese con le armi (le «ausiliarie» di Hofer).
Braccato dai francesi, il comandante si rifugia in Val Passiria, nella malga Mader, sull’Alpe di Pfandler, a 1350 metri, con la moglie Anna, il figlio Giovanni e l’aiutante di battaglia Gaetano Sweth. Centinaia lo proteggono e lo riforniscono, uno lo tradisce rivelandone il nascondiglio. D’Hilliers manda mille soldati a stanarlo. Hofer si arrende il 18 gennaio 1810, a condizione che si risparmi la vita della moglie e del figlio. Trasportato a Mantova, qui processato e condannato a morte da un tribunale militare francese, invano la cittadinanza tenta di comprarne la libertà offrendo ai francesi un riscatto di 5000 scudi, pari a un miliardo di oggi: Napoleone lo vuole morto. E Hofer viene fucilato il 20 febbraio 1810, proprio il giorno in cui l’imperatore dei francesi celebra ufficialmente a Vienna, nel tripudio della folla, il proprio fidanzamento con Maria Luisa, che sposerà il 2 aprile.
Hofer ordinò egli stesso il fuoco al plotone d’esecuzione. Prima di morire gridò «Viva l’imperatore Francesco!». Ma l’imperatore per lui non fece nulla, impegnato com’era a patteggiare le nozze della figlia con Napoleone. Nel 1823 la salma sarà trasportata dalla chiesa di San Michele, a Mantova, dove la pietà popolare gli aveva dato cristiana sepoltura, alla cattedrale di Innsbruck, la Hofkirche, accanto alle tombe degli imperatori d’Austria. Omaggio tardivo ad un eroe che non fu capito allora né è del tutto capito oggi.

– di Luciano Garibaldi



Redazione

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