ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 9 maggio 2016

Le suggestioni dell’antico Avversario

CHE COSA TI E'SUCCESSO CHIESA?

Perché vuoi farti del male distruggerti con le tue stesse mani? Il discorso di papa Bergoglio davanti al fior fiore della Massoneria internazionale dei proconsoli del potere finanziario globale e volonterosi manovali del Piano Kalergi 
di F. Lamendola  



Nel ricevere il Premio Carlo Magno, edizione 2016, conferito per quanti si distinguono a favore dell’integrazione e dell’Unione europea – un premio fortemente permeato dalla Massoneria e da una strisciante, tenacissima, implacabile filosofia mondialista, atea e anticristiana – papa Bergoglio, in presenza dei potenti di Bruxelles, da Juncker alla Merkel, e anche al nostro Matteo Renzi, non si è risparmiato l’ennesimo, infuocato discorso pro-migranti.

Con voce tesa, solenne, quasi ieratica, scandendo bene le parole, ha detto, fra l’altro (lui che è argentino, vale a dire il primo papa in duemila anni di storia della Chiesa che non è europeo; lui che, da cardinale, non aveva mai voluto ricevere premi di alcun genere): Che cosa ti è successo, Europa, terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli? Poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati: mancavano solo scienziati e matematici, e poi il quadro laico sarebbe stato pressoché completo. Peccato che non abbia neppure nominato i santi. Europa, terra di santi? Certo; è la pura verità: da San Benedetto a San Martino, da San Bonifacio a San Patrizio, da San Francesco a San Domenico, da Santa Rita a Santa Teresa d’Avila, da San Tommaso Moro a Santa Teresa di Lisueux, da San Giovanni Bosco a Massimiliano Kolbe; eppure ha preferito non dirlo. Forse per non dispiacere ai tanti, troppi massoni presenti; forse per non offendere gli esponenti della cultura laicista e secolarista.
A un certo punto, il papa ha invocato l’Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà.L’Umanesimo; i diritti dell’uomo (e dunque l’Illuminismo e la Rivoluzione francese); la democrazia e la libertà: benissimo. Ma il cristianesimo, niente? Neppure un accenno? L’Europa sarebbe l’Europa, senza il cristianesimo? Ci sarebbero stati l’Umanesimo, i diritti dell’uomo, la democrazia e la libertà, senza di esso? Eppure, Bergoglio ha fatto proprio come gli esponenti della cultura secolarizzata oggi imperante: si è richiamato alla libertà, ai diritti dell’uomo, all’umanesimo, ma senza citare le loro radici cristiane, i loro precedenti cristiani. Quanto alla democrazia, crediamo che avrebbe potuto risparmiarsi di citarla: da quando in qua il cristianesimo si deve identificare con questa o quella forma politica, con questa o quella forma di governo? Il fatto che la democrazia, oggi - e sottolineiamooggi - ci vada a genio, cioè paia a noi occidentali, l’unica forma di governo meritevole di esistere, non autorizza il cristiano, in quanto cristiano, a sottoscrivere incondizionatamente una tale opinione. Questa non è solo una imprudenza di giudizio (infatti le cose stanno così, ma solo al momento presente; domani potrebbero cambiare), è anche, e soprattutto, una invasione di campo della religione nella sfera politica. L’uomo renda a Cesare quel che è di Cesare, e offra a Dio ciò che appartiene a Lui solo. La forma di governo non riguarda la fede religiosa del cristiano. Molto saggiamente, San Paolo consigliava i nuovi cristiani a non immischiarsi nelle faccende politiche, anzi, ad obbedire al potere legittimo e a rendere onore all’imperatore (senza però adorarlo), con la nota formula: omnis potestas a Deo, qualunque potere (costituito) viene da Dio, nel senso che è permesso da Dio.
Nessun cristiano, e nemmeno il papa, dovrebbe farsi paladino di una forma di governo rispetto a un’altra. Può farlo, naturalmente, da privato cittadino; può perfino fondare un partito cristiano, se lo ritiene opportuno (e chi potrebbe impedirglielo?); ma non deve assolutamente pretendere che le sue opinioni politiche abbiano un carattere vincolante per gli altri cristiani, né che possa esistere una ideologia politica unica e irrinunciabile per tutti loro. Dire che il cristiano deve sposare la causa della democrazia, significa bestemmiare. E perché no quella della monarchia assoluta (come, del resto, faceva un tempo), o del totalitarismo (purché teocratico, s’intende: come facevano i gesuiti nelle reducciones del Paraguay), oppure anche, perché no, del comunismo (come pare facessero i primi cristiani, al tempo della Chiesa primitiva di Gerusalemme)? E perché no, meglio ancora, dell’anarchia, visto che il regno di Cristo non è di questo mondo, e dunque, in questo mondo, ciascuno dovrebbe potersi regolare come meglio crede? L’unica cosa che il cristiano deve sottoscrivere, è la ricerca della pace, dell’amore e del perdono; perciò le uniche forme di governo che il cristiano non può considerare legittime sono quelle che negano o calpestano la pace, l’amore e il perdono fraterni. Ma dal considerare illegittime certe forme di governo, al prendere le armi per abbatterle o per assassinare il tiranno di turno, ce ne corre assai. Se il cristiano è per la pace, l’amore e il perdono, non può essere per la violenza, e meno ancora per l’omicidio. Solo nel caso che quel determinato governo agisca in maniera tale da minacciare direttamente la vita di persone innocenti, è ammissibile una qualche forma di resistenza o di difesa, anche violenta. Se no, no. Del resto, non abbiamo visto la democrazia diventare sempre più aggressiva, sempre più violenta? Non abbiamo visto le maggiori potenze democratiche odierne scatenare guerre “umanitarie”, in realtà guerre di predominio e d’interesse, malamente mascherate con nobili pretesti?
Ma torniamo al discorso di papa Bergoglio davanti al fior fiore della Massoneria internazionale, dei proconsoli del potere finanziario globale, e dei volonterosi manovali del Piano Kalergi. Egli, bontà sua, ha riconosciuto, con inaspettata franchezza, che quella dei cosiddetti migranti è, né più, né meno, una “invasione” (islamica) dell’Europa; “invasione” è l’espressione testuale da lui adoperata: però, subito dopo, ha affermato che ciò non rappresenta necessariamente un male, perché, al contrario, da simili invasioni l’Europa, finora, ha sempre tratto elementi di arricchimento e di rafforzamento. Dunque, avanti con l’invasione islamica: da essa, prima o poi, verrà un gran bene: possiamo dormire sonni tranquilli; garantisce il capo di tutti i cattolici, nella sua incommensurabile saggezza. Strano: credevamo che la matematica non fosse un’opinione; e la matematica dice che, fra 500 milioni di islamici della sponda Sud e di quella Est del Mediterraneo, il 75% dei quali ha meno di trent’anni, e che fanno tre o quattro figli per coppia; e i 500 milioni di Europei della scalcinata Unione in cui essi si sono ingabbiati, il 75% dei quali ha più di trent’anni, e che di figli ne fanno, in media, uno al massimo, non occorre essere dei grandi esperti di scienze statistiche e demografiche per capire che cosa sarà diventata l’Europa fra due o tre generazioni: una appendice del Maghreb o dell’Arabia Saudita.
Ma, al di là di questo, ci sembra che il ragionamento, ammesso che sia tale, di papa Bergoglio, presenti una vistosissima contraddizione. Da un lato, egli ammette che è in corso una invasione dell’Europa; dall’altro, dice che a questa invasione non ci si deve opporre; che non si devono alzar e muri, ma gettare ponti (mio Dio, quanta retorica e quanta demagogia di bassissima lega: ci si vergogna quasi a riportare simili espressioni, buone tutt’al più per una rozza campagna elettorale o per un oratorio parrocchiale che deve occuparsi di qualche individuo disagiato, non per un continente alle prese con milioni di invasori decisi ad andare avanti a qualsiasi costo): insomma, che la si deve incoraggiare e  agevolare in tutti i modi, trasformandola, di fatto, in una auto-invasione. E lui stesso ne ha dato l’esempio, recandosi in visita al campo “profughi” sull’isola di Lesbo e ritornandosene in Vaticano con una dozzina di musulmani al seguito, (domanda: non c’era nemmeno un siriano cristiano, in quel campo profughi? perché quelli sì, scappano davanti a un genocidio religioso; non ci risulta che la stessa cosa possa dirsi per i musulmani, siriani e di qualsiasi altro Paese di provenienza).
Seconda contraddizione: da un lato, ammette che si tratta di una invasione; dall’altro, giudica che ciò non è detto che sia un male. Insomma, fa una scommessa. Sulla pelle degli Europei e specialmente sulla pelle dei cristiani (nel senso letterale del termine: visto come già ora se la stanno passando le sventurate minoranze cristiane in Egitto, Siria, Iraq, Pakistan, eccetera). Ora, dire che una certa cosa non è “necessariamente” un male, equivale a dire che potrebbe essere: a), un male; b), un bene; c), né un male, né un bene. Come si vede, le possibilità che non sia un male sono una su tre: in qualunque caso, si tratta d’un gioco d’azzardo, quasi di un bluff. Ma possiamo permetterci di giocare d’azzardo sul futuro dei nostri figli? Né Bergoglio, né alcun altro della sua generazione farà in tempo a vedere quali effetti sortiranno dalla politica dell’accoglienza indiscriminata e della generosità all’ingrosso, cioè la politica del suicido dell’Europa. Ma i nostri figli e i nostri nipoti potrebbero venirsi a trovare nella condizione di minoranza perseguitata in casa propria: espropriati, sottomessi, costantemente minacciati di morte. Come lo erano gli Armeni nel vecchio Impero Ottomano, i quali di persecuzioni, massacri e genocidi ne subirono parecchi: quello del 1915 fu solo l’ultimo, anche se certamente il più devastante e, come poi si vide, quello risolutivo: perché i pochi scampati preferirono andarsene per sempre, consentendo ai Giovani Turchi di godersi i frutti della loro spietata pulizia etnica: problema armeno risolto una volta per sempre, con la soluzione finale. Ma su ciò, basta; abbiamo detto a sufficienza.
C’è un’altra domanda, che, forse, qualcuno dovrebbe rivolgere a papa Bergoglio: che cosa ti è successo, Chiesa cattolica? Dove stai andando? Che cosa stai facendo? In che cosa credi veramente, in questo inizio di terzo millennio? Credi ancora nel Vangelo di Gesù Cristo, o ti sei fatta proselita del mondo, e stai diventando una delle tante correnti spiritualiste dell’Era dell’Acquario, sempre più debole e incerta nella dottrina, sempre più ambigua e sfumata nell’etica, sempre più possibilista e relativista nelle prospettive e negli orientamenti? Dove l’hanno portata, dove la stanno trascinando i Küng, i Rahner, i Congar, i Schillebeeckx, i Kasper, i Martini e i Mancuso? Fin dove vogliono arrivare, fin dove intendono spingersi, questi arcivescovi che se ne vanno in bicicletta dentro le loro cattedrali; questi vescovi che recitano l’omelia, cantandola sulle note delle ultime canzonette di successo; questi sacerdoti che paiono considerare una vergogna il fatto di andare per la strada vestiti da preti, e che, per rendere più spiritosa e moderna la Santa Messa, la trasformano in uno spettacolo di burattini; questi teologi e questi vescovi e cardinali che non parlano più del Diavolo e dell’Inferno, perché non ci credono (e, infatti, non vogliono neppure sentir parlare di esorcisti nelle loro diocesi); che parlano sempre meno, o niente affatto, del peccato, per non parlare del più “imbarazzante” di tutti (secondo loro), il Peccato originale; che non parlano più della Creazione, né della vita di là, né del destino finale dell’anima – anzi, per dirla tutta, che non parlano più dell’anima, perché si sono allineati in pieno con la cultura secolarizzata odierna, secondo la quale “l’anima” è un concetto superato e scientificamente ingiustificabile, che si deve sostituire con la psiche, il cui grande esperto non è più il sacerdote, e tanto meno il confessore, ma lo psichiatra o, meglio ancora, lo psicanalista freudiano?
Che cosa ti è successo, Chiesa? Perché domandi scusa a tutti, ti fai piccola e vergognosa davanti a tutti, ti senti colpevole nei confronti di tutti, e insegui il fantasma di un dialogo impossibile con chi non vuole dialogare, e una integrazione fallita in partenza, perché chi dovrebbe integrarsi non ha la minima intenzione di farlo? L’altro giorno, il vescovo della diocesi di Concordia-Pordenone,  insieme alle massime autorità statali presenti in quella provincia (prefetto, questore, comandante dei Carabinieri, eccetera) si è recato nel locale Centro di cultura islamico per discutere a proposito di integrazione (in una città, vogliamo dire, dove qualche tempo fa un immigrato islamico massacrò la moglie e la figlioletta perché, a suo parere, si stavano “integrando” troppo). Ebbene, si son trovati in una sala vuota, con davanti delle sedie vuote. Hanno tenuto i loro discorsi davanti al vuoto; nessun islamico, neanche l’imam, si era presentato; con qualche imbarazzo, è stato detto che la domenica il pubblico sarebbe stato più numeroso, “perché il venerdì gli immigrati islamici sono al lavoro”. Ma perfino l’organizzatore islamico che proferiva queste parole, mostrava di crederci poco.
E allora, ripetiamo la domanda: Che cosa ti è successo, Chiesa? Perché vuoi farti del male, perché vuoi distruggerti con le tue stesse mani? Non vedi che stai correndo verso il precipizio? Oppure lo vedi, ma non te ne importa; anzi, è proprio quello che vuoi? Se fosse vera quest’ultima ipotesi, bisognerebbe trarne delle conseguenze estremamente allarmanti, e prepararsi ad un futuro molto difficile. Già Paolo VI affermava di percepire il fumo di Satana in Vaticano. Le forze del Male sono già penetrate nella cittadella? La Massoneria ha già permeato i vertici della Chiesa? E i cardinali massoni sono lasciati liberi di agire quasi alla luce del sole? Non c’è nessuno che lanci l’allarme, che li accusi di apostasia? Lo spirito del mondo si è dunque diffuso come una metastasi nel corpo della Chiesa, senza che i più se ne siano accorti? Ma come si può non accorgersi di una cosa de genere? Vorrebbe dire che la cristianità è ormai ridotta a una folla amorfa, incapace d’un minimo di senso critico. E allora, di nuovo: che cosa ti è successo, Chiesa, una, santa cattolica e apostolica?Perché ti sei allontanata dal tuo divino Maestro? Stai subendo le suggestioni dell’antico Avversario?

Che cosa ti è successo, Chiesa?

di Francesco Lamendola

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