Fatima: profezia di una crisi annunciata e promessa di un trionfo atteso
Quasi un secolo è trascorso dal grande evento di Fatima in cui la Madonna, messaggera di Dio, apparve alla piccolezza di tre pastorelli per dare un grande messaggio e per offrire la sua materna intercessione ad una umanità travagliata dal peccato e sempre più narcotizzata dall’ insinuante secolarizzazione.
Maria Santissima è la Regina del regno atteso, previsto secondo la sua promessa, ed imprevisto secondo tempi e modalità; speranza di un nuovo millennio per i figli della luce, la schiera militante del popolo di Dio, mosso dallo Spirito Santo nei marosi dell’agitazione e del disordine, in direzione del porto sicuro descritto nel sogno di san Giovanni Bosco, ad indicare le due colonne di salvezza, l’Eucarestia e la Vergine Maria.
Una crisi prevista e annunciata nel 1917, giunta in piena attuazione: a poco meno di un secolo ed è il conto alla rovescia per l’abbreviarsi di questi tempi di iniquità, preparati dai falsi miti della scienza che osa sempre più sfidare l’onnipotenza creatrice di Dio per mutare e sfuggire alla legge naturale fondata sull’ azione procreatrice della famiglia, unica sorgente di vita e scuola di valori perenni e universali.
Un disorientamento provocato, che spiazza le migliori coscienze e confonde le più ardue intelligenze, accecate dalla brama di potere e di notorietà, sviate dalla satanica illusione di false promesse che allontanano dal servizio della buona causa a cui essere devoti, fino alla perseveranza finale. La Madonna ha parlato a tre pastorelli per spiazzare i superbi nei pensieri del loro cuore, e innalzare gli umili, in un tempo di apostasia atto ad annullare il dogma della fede e capovolgere ogni verità assoluta. E’ la Chiesa che soffre per il tradimento dei suoi ministri, che risucchiati dal vortice della corruzione, allontanano le pecore dall’ ovile, incapaci di discernere la voce del loro pastore.
Siamo alle soglie della grande promessa di Fatima secondo cui la Donna vestita di Sole, all’ alba di un nuovo tempo di pace, trionferà e con esso l’imprevisto mistero che rivestirà l’umanità di nuova luce, la luce radiosa del Cuore Immacolato di Maria, sposa di Cristo, che da sempre prega, geme e soffre con la sua Chiesa, la perdita dei suoi figli, sperando fino all’ ultimo nella loro salvezza, così, come una madre, alle soglie del parto, per dare alla luce la nuova vita.
Francesca Bonadonna
La nuova eugenetica, l’ecatombe mondiale e il vilipendio dei non nati.
ABORTO E CRESCITA DEMOGRAFICANei giorni scorsi si è discusso sulla proposta del vice presidente polacco del partito polacco Diritto e Giustizia, Beata Szydło. La proposta polacca intendeva cancellare la legge che in Polonia consente l’aborto. La motivazione fornita dal governo era di incrementare le nascite, ormai decimate in tutto il mondo occidentale a causa della selezione incivile che sopprime la vita di migliaia di bambini. Una preoccupazione più che legittima: infatti la Polonia -dove la denatalità ha toccato record storici-, sta subendo anche lo stress provocato dal grande caos americano in Ucraina, Il regime di Kiev ha ridotto il paese a un buco nero, causando a tutt’oggi l’emigrazione di migliaia di profughi ucraini in Polonia. Quindi con la crescita demografica si manterrebbe sicuramente intatta ancora per molti anni la cultura polacca, ma si darebbe anche uno slancio economico all’accasciato Paese: solo pochi Paesi sembrano infatti aver capito che popolazione fa rima con ricchezza, nonostante tutte le ramanzine che ogni giorno ci propinano, ossia le cosiddette teorie “malthusiane” (un po’ datate a dir la verità) sul problema del sovraffollamento globale, la mancanza di risorse per tutti ecc.
LA CRESCITA DEMOGRAFICA, UNA RICCHEZZA DELLA QUALE NON DISPONIAMOIn un discorso tenuto nel 2008, un politico potente come Zbigniew Brzezinski ammette senza difficoltà:
“Forse un tempo era più facile controllare un milione di persone, anziché ucciderle fisicamente. Oggi è infinitamente più facile uccidere un milione di persone piuttosto che controllarle.”
Per l’allora consigliere per la politica estera, Brzezinski del neo eletto presidente Obama “E’ più facile uccidere che controllare”. Risalendo all’indietro nel tempo sino alla fine del 1974, un altro protagonista della politica statunitense e internazionale, Henry Kissinger sottoscrive, insieme all’allora presidente Nixon, un piano adottato meno di un anno dopo da Gerald Ford. Si tratta del National Security Study Memorandum 200: ‘Implicazioni derivanti dalla crescita della popolazione per la sicurezza e per gli interessi oltremare statunitensi’, che presenta nero su bianco la necessità di eliminare 3 miliardi di persone dalla faccia della terra. Ogni strumento è lecito per impedire la crescita della popolazione mondiale, a beneficio solo dell’èlite. E’ questo infatti il fine di tutte le campagne contro la vita, ma questo sembra che l’abbiano capito solo alcuni paesi ex comunisti: i primi che hanno introdotto nella loro legislazione l’aborto, sono oggi i primi a voler rimediare a tanti danni che ha causato. Perchè è fuori dubbio che la pratica dell’aborto, oltre ad essere un crimine ingiustificabile, impoverisce anche le Nazioni che lo praticano. Ma siccome Chesterton aveva vaticinato che sarebbe arrivata un’epoca in cui si sarebbe lottato per dimostrare che 2+2 fa 4, tiriamo un sospiro e procediamo nell’umiliante compito.
In GERMANIA la superficie è 357 mila km per 228 abitanti per ogni Km. In MADAGASCAR la superficie è di 587 mila Km e 36 abitanti per ogni Km. Ma i tedeschi buttano il cibo nella spazzatura, mentre in Madagascar fanno spesso la fame. In INGHILTERRA la superficie è di 130 mila e 400 km² con 407 abitanti per ogni km. Il CONGO ha una superficie di 2 milioni e 300 mila km² e 33.abitanti per ogni km. Anche qui vale lo stesso discorso per il caso precedente. Potrei continuare all’infinito. Ma spero che abbiate capito che l’aumento demografico è stato motore di sviluppo, dall’epoca delle colonizzazioni greche, alla Rinascita dell’anno Mille, alla rivoluzione industriale, ecc.. Leggendo i dati – facilmente reperibili su qualsiasi testo di quinta elementare si capirebbe benissimo chela povertà non è assolutamente determinata dall’eccesso di popolazione. Questo lo sanno tutti. Lo sanno anche i media, i promotori dell’aborto, dell’immigrazione selvaggia e anche coloro che li foraggiano che per far accettare alle masse l’invasione “siriana” (sessualmente feconda tra l’altro…) propongono lunghi editoriali denunciando dati allarmanti: “L’Italia, un paese di vecchi”, o ancora l’età media è di 55 anni” o “L’Italia non cresce” ecc. Ovviamente i lecchini si guardano bene di dire che negli ultimi 40 anni solo in Italia si è sterminato un bambino su tre.L’unica soluzione, a detta di questi signori, sarebbe la sostituzione razziale e non la cessazione di un crimine che ha reso per forza vecchio e debole questo paese.
VITE STAPPATE DALLA TERRADopo il mondo comunista -che ha introdotto per per primo l’aborto nella sua legislazione nel 1920- è quello anglosassone, inglese e americano – storicamente protestante, liberale e capitalista – ad introdurre l’aborto. La prima è l’Inghilterra, nel 1968.
Negli Stati Uniti, la Corte Suprema di Giustizia, con sentenza del 22 gennaio 1973, è giunta ad ammettere l’aborto fino a sei mesi. In questa patriottica Nazione tra l’altro fino al 2002 – la pratica era di sopprimere i superstiti dell’aborto, per strangolamento o soffocamento, lasciandoli morire, o buttandoli via se i bambini fossero nati vivi. Questo perdurò fino poco tempo fa (5 agosto 2002), quando Bushha firmato la straordinaria legge per la «protezione dei nati vivi».
I termini per abortire subiscono progressivi allargamenti. Si giunge a permettere un aborto molto tardivo, fino alla trentaduesima settimana, che viene così descritto da Il Giornale del 18 gennaio 1997: «La tecnica consiste nel far nascere il bambino fino ad un certo punto. L’ostetrico lo fa scendere intatto, fino a quando la testa non esce dal grembo della madre. A questo punto inserisce un paio di forbici da chirurgo nella base del cranio, le apre, allarga il buco e il cervello viene succhiato fuori. In questa maniera la testina si riduce e può essere estratta».
Negli Stati Uniti, la Corte Suprema di Giustizia, con sentenza del 22 gennaio 1973, è giunta ad ammettere l’aborto fino a sei mesi. In questa patriottica Nazione tra l’altro fino al 2002 – la pratica era di sopprimere i superstiti dell’aborto, per strangolamento o soffocamento, lasciandoli morire, o buttandoli via se i bambini fossero nati vivi. Questo perdurò fino poco tempo fa (5 agosto 2002), quando Bushha firmato la straordinaria legge per la «protezione dei nati vivi».
I termini per abortire subiscono progressivi allargamenti. Si giunge a permettere un aborto molto tardivo, fino alla trentaduesima settimana, che viene così descritto da Il Giornale del 18 gennaio 1997: «La tecnica consiste nel far nascere il bambino fino ad un certo punto. L’ostetrico lo fa scendere intatto, fino a quando la testa non esce dal grembo della madre. A questo punto inserisce un paio di forbici da chirurgo nella base del cranio, le apre, allarga il buco e il cervello viene succhiato fuori. In questa maniera la testina si riduce e può essere estratta».
Nel marzo 2016 nell’ospedale “Santa Famiglia” di Varsavia, in Polonia in seguito ad un l’aborto fallito, il bambino (down…) è stato lasciato in agonia per circa un’ora prima di morire. Un caso che sta aprendo polemiche fortissime in Polonia, dopo che il canale televisivo Republika ha riportato la notizia dell’aborto fallito. (clicca qui) Lo scrittore Gianluca Gatta nel suo libro “Aborto: una storia dimenticata” ci narra di alcuni casi, anche italiani di aborto/infanticidio attraverso isteretomia. Con questa tecnica si effettua una sorta di taglio cesareo dopodiché si asporta manualmente il nascituro. Riguardo a questa ultima tecnica abortiva è bene rendere noto che a 21 settimane (circa 5 mesi dal concepimento) il nascituro è perfettamente formato e addirittura capace di sopravvivere al di fuori del ventre materno, se aiutato con opportune cure. A tal riguardo un caso clamoroso si verificò nel giugno 1988 a Pavia.
Al Policlinico S.Matteo i medici avevano deciso di provocare un aborto perchè non riuscivano più a sentire il battito cardiaco del nascituro, che aveva allora 4 mesi e mezzo. Appena fuori il bambino cominciò a urlare, fu messo allora in incubatrice dove restò fino ai nove mesi. Un’altra vicenda, conclusasi questa volta tragicamente, riguarda invece il famoso caso della clinica Mangiagalli a Milano. Nel settembre 1987 venne abortito un bambino di 21 settimane perchè affetto da sindrome di Klinefelter: era ancora vivo quando venne tagliato il cordone ombelicale ma venne lasciato morire. Una vicenda simile accadde a Londra un mese prima, nel luglio 1987: una bambina, abortita alla 21° settimana, aveva cominciato a respirare ma venne abbandonata su un vassoio di metallo in sala operatoria; morì dopo tre ore, dopodiché venne chiusa in un sacco e buttata in un inceneritore!
L’INDUSTRIA DELL’ABORTOIl Prof. Claudio Giorlandino, celebre ginecologo, racconta di aver visto «coppie scegliere l’aborto solo perché il feto aveva sei dita ai piedi (operabilissime, com’è ovvio)», e addirittura procedere in questo modo con «aborti a ripetizione».
Il Prof. Bompiani, riferisce che da una indagine scientifica condotta su 1.020 nascituri sottoposti ad amniocentesi in quanto si sospettava che sarebbero nati infelici, ben 899 risultarono e nacquero perfettamente sani. Ma sarebbe stato lecito sopprimere queste vite se queste avessero veramente presentato malformazioni o altre anomalie? C’è da chiedersi a questo punto chi siano i veri nazisti! I resti dei bimbi uccisi con l’aborto subiscono inoltre le fini più assurde: non ritenuti idonei per la vita valgono molto per altri scopi più impensabili, oltre che essere utilizzati per esperimenti della nuova eugenetica. I bambini abortiti, spesso buttati nelle immondizie, nel lavandino tritatutto, scaricati nel Tevere a Roma, vengono utilizzati anche per la cosmesi. Il Corriere della Sera, del 31 marzo e del 1º aprile 1994, racconta che l’Istituto Cosmetico Merieux di Lione, in Francia, «lavora» diciassette tonnellate di materiale umano ogni giorno, di cui una tonnellata viene importata dalla Russia. Ma non solo.
Il Prof. Bompiani, riferisce che da una indagine scientifica condotta su 1.020 nascituri sottoposti ad amniocentesi in quanto si sospettava che sarebbero nati infelici, ben 899 risultarono e nacquero perfettamente sani. Ma sarebbe stato lecito sopprimere queste vite se queste avessero veramente presentato malformazioni o altre anomalie? C’è da chiedersi a questo punto chi siano i veri nazisti! I resti dei bimbi uccisi con l’aborto subiscono inoltre le fini più assurde: non ritenuti idonei per la vita valgono molto per altri scopi più impensabili, oltre che essere utilizzati per esperimenti della nuova eugenetica. I bambini abortiti, spesso buttati nelle immondizie, nel lavandino tritatutto, scaricati nel Tevere a Roma, vengono utilizzati anche per la cosmesi. Il Corriere della Sera, del 31 marzo e del 1º aprile 1994, racconta che l’Istituto Cosmetico Merieux di Lione, in Francia, «lavora» diciassette tonnellate di materiale umano ogni giorno, di cui una tonnellata viene importata dalla Russia. Ma non solo.
In Gran Bretagna arriva il via libera al primo esperimento nella storia del Paese che modifica geneticamente gli embrioni, (clicca qui) ma i responsabili specificano che gli esperimenti riguarderanno solo i “bambini morti per aborto spontaneo”, è lecito dubitare di questa scusa. Infatti, Obama, secondo il “Washington Post” da il via libera ai fondi federali per la ricerca sulle cellule staminali embrionali ponendo fine -dice- all’era proibizionistica di Bush. E’ quanto prevede la bozza delle nuove linee guida sul tema elaborate dall’amministrazione Obama e che saranno emanate dal National Institutes of Health(Nih), ovviamente finanziate con denaro pubblico. (clicca qui)
L’industria degli embrioni è ormai un business in forte ascesa. In Inghilterra, a motivo della Legge che ha liberalizzato l’aborto, è nata «l’industria dell’aborto». Sull’esistenza e sul dilagare di questa realtà abbietta nessuno più dubita. C’è tutta un’organizzazione «industriale» per convogliare le «clienti» a determinate cliniche, per fare pressione sulla donna incinta ancora dubbiosa se abortire. Impressionante a questo proposito il libro “Bambini da bruciare” (del 1974) risultato di un’indagine svolta minuziosamente presso cliniche e medici di Londra da due giornalisti, in partenza favorevoli all’aborto. Medici, ostetriche, infermiere, assistenti sociali, direttori di cliniche specializzate, in Londra, tutti ben collegati fra loro in una sapiente organizzazione per accaparrarsi le donne che vogliono abortire, o per indurle all’aborto se hanno esitazione.
Nascituri vitali venduti come «cavie» a ditte farmaceutiche per fare esperimenti, oppure venduti a ditte di cosmetici, per farci saponi! Uno dei due giornalisti si presenta a un professore che fà gli aborti e gli chiede di poter acquistare i feti estratti. Dice il professore al giornalista:«Molti dei bambini che ottengo sono già belli e completi e vanno avanti a vivere per un po’, prima che li eliminiamo. Una mattina ce n’erano quattro, uno vicino all’altro, che strillavano come disperati. Non ho avuto il tempo di ucciderli nell’inceneritore; c’era tanto di quel grasso animale che avrebbe potuto essere commerciato»
L’INCREDIBILE STORIA DI PADRE D’ASCANIO, PRETE ANTI-ABORTISTADopo l’Inghilterra e l’America, l’aborto viene introdotto in Germania, in Francia (1975) e gradualmente in quasi tutti i Paesi d’Europa: rimane fuori l’Irlanda cattolica (EIRE), grazie anche a Niamh Nic Mhathuna, presidente di Youth Defence, vincitrice per sette anni del titolo per la migliore musica tradizionale irlandese, arrestata cinque volte per aver fatto circolare letteratura contro l’aborto. Mentre in Italia e nel resto dell’occidente gli abortisti tengono velenosamente d’occhio quei movimenti pro-life, che a distanza di oltre 40 anni dalla legge 194 sull’aborto, continuano coraggiosamente a promuovere il diritto alla vita. L’Unione Europea minaccia l’Italia, colpevole (a suo dire) di avere il 67% di medici obiettori di coscienza con grande soddisfazione della sindacalista Susanna Camusso e dei sindacati. Sindacati che dovrebbero -in teoria- garantire i diritti dei più deboli. Ma nella pratica garantiscono la difesa dei “valori europei”. Valori che continuano a devastare le economie e la crescita soprattutto dei paesi mediterranei. (clicca qui) Comunque sia, vista la situazione di concreta subalternità, l’abrogazione della legge sull’aborto, sembra un obiettivo di difficile raggiungimento nonostante in Italia -grazie alle campagne informative che hanno definitivamente mostrato cos’è veramente l’aborto- gli anti-abortisti si aggirano attorno il 65%.Il sito degli atei (uaar.it), sotto il titolo «Per la laicità dello Stato», idolo ateo a cui si sacrifica ogni vero valore, e «Il pericoloso estremismo cattolico antiabortista», segnala, ad esempio, che il movimento aquilano guidato da Padre Andrea D’Ascanio, che fondò nel 1973 l’associazione “Armata Bianca” per volontà di San Pio da Pietrelcina. L’associazione si è poi sviluppata sulle linee ecclesiali di Giovanni Paolo II nella lotta per la difesa della Vita realizzando per la prima volta a L’Aquila e poi nel mondo il seppellimento dei bimbi vittime dell’aborto.
L’Uaar, ha scritto che Padre D’Ascanio, con una «scena folkloristica» ha osato erigere nel cimitero della città un monumento ai «bambini mai nati», e che lo stesso movimento organizza a Novara «un macabro funerale di feti, ogni fine mese».Macabro sarebbe dunque il funerale, non l’uccisione! Eppure, su uno dei giornali più schiettamente abortisti, l’inviato nella cittadina piemontese, Maurizio Crosetti, descrivendo uno di questi «macabri funerali», fà notare come le creature «che qualcuno chiama “bimbi”, qualcun altro “rifiuti speciali ospedalieri”, oppure “residui di sala operatoria”, o ancora “prodotti abortivi”», a Novara, invece di finire nei soliti «sacchetti di plastica o nei secchi dove radunano gli embrioni», hanno «piccole bare di dieci centimetri che un artigiano dell’Aquila prepara per questi funerali senza nome e senza memoria». Tanta è l’avversione del potere ad una simile opera che Padre Andrea D’Ascanio è poi finito in un incredibile processo in cui veniva accusato addirittura di pedofilia! (clicca qui)
ONU, l’UNFPA, l’UNICEF, OMS, WWF E LA CULTURA DELLA MORTEL’aspetto più terribile delle teorie contro la crescita demografica è che sono predicate a gran voce, da organizzazioni internazionali come l’ONU, l’UNFPA, l’UNICEF e la Banca Mondiale, le quali, di conseguenza, hanno tratto le logiche conclusioni, anche riguardo al modo di spendere i soldi che ricevono: non è il cibo, non sono le medicine, non è lo sviluppo, che, anzi, permettono e allungano la vita, ad abbisognare ai Paesi poveri, quanto semmai i contraccettivi, gli aborti e le sterilizzazioni, anche forzati. Il quotidiano israeliano “Haaretz” denunciò il caso delle donne etiopi che dovevano essere sottoposte rigorosamente a sterilizzazione forzata prima di tornare in Israele. Ma questo succede anche in Perù. Con l’amministrazione Fujimori,sono state sterilizzate forzatamente oltre 200.000 persone con campagne coercitive che impedivano alle coppie che avrebbero voluto sottrarsi alla sterilizzazione, l’accesso ai servizi sanitari, persino ai figli già nati! Ma questo succede anche in Svizzera ed è tutto rigorosamente documentato! I responsabili di questi crimini contro l’umanità -oltre ai governi che lo permettono- è l’OMS (organizzazione mondiale della sanità).
Negli anni 90 l’OMS organizza una campagna straordinaria di vaccinazione contro il tetano in tutti i Paesi a rischio di questa malattia. La campagna di vaccinazione viene destinata esclusivamente alla popolazione femminile e con un’età compresa tra i 15 e i 45 anni. Solo individui di sesso femminile in età fertile può contrarre il tetano? Questo è ciò che ha pensato un comitato locale provita, che fa analizzare il vaccino anti-tetano utilizzato. Si scopre che all’interno, il vaccino è arricchito con un ormone, capace di bloccare l’impianto dell’ovulo fecondato all’interno dell’utero: in buona sostanza provoca un aborto spontaneo quando comincia la gravidanza. In realtà, L’UNICEF, l’UNFPA, il WWF, ecc… associazioni che raccontano di dedicarsi alla pace, all’infanzia nel mondo, alla salute, diffondono invece la morte, sostenendo l’aborto e la sterilizzazione forzata tramite avvelenamento delle acque o altri espedienti. Si pensi solo che l’OMS, organizzazione onusiana per la sanità mondiale, ha fatto studiare, sulla scia di quelli usati per limitare la proliferazione di ratti e conigli, contraccettivi per l’uomo, la cui «somministrazione forzosa» avverrebbe, ad esempio, tramite vaccino anti-influenzale 58! (monia benini-sterminio segreto)
IL VIRUS ZIKA L’EPIDEMIA ARTIFICIALENell’inverno del 2016 scoppia l’ennesima sospetta “epidemia” . Un virus alla quale è stato dato il nome di Zika, il cui contagio avverrebbe tramite una puntura di zanzara del genere Aedes. Nessuno a tutt’oggi è riuscito a spiegare chiaramente quali siano i danni da esso provocati. Si tratta solo di una trentina di casi sospetti sulle migliaia di nati nell’area interessata, una correlazione troppo debole per giungere a delle conclusioni, come affermato anche dalla stessa OMS. Gli effetti sembrano lievi e meno letali rispetto a quelli di una comune influenza. Eppure i signori dell’ONU, e dell’OMS sono subito scesi in campo insieme alla International Planned Parenthood Federation, sostenendo che che la malattia “potrebbe” portare a microcefalie nei feti, se contratta dalle madri durante la gravidanza. Da qui parte la campagna ONU: L’allarme è grave. Il rimedio però esiste, basta adottarlo, subito, ed è anche semplice: aborti a tappeto e legalizzati per tutte le donne incinte. Così funzionano le campagne degli degli ecocatastrofisti. L’ONU a quanto pare ha un’unica ricetta per tutti problemi dei paesi in via di sviluppo, che i loro probemi siano la fame o le malattie, la medicina è sempre la stessa: preservativi e aborto. Nel nome dei “diritti” umani, s’intende.
Ma esaminando un po’ più da vicino “l’allarme Zika, la prima cosa che scopriamo che è stata ampiamente taciuta, è che all’origine della diffusione anomala di zanzare Aedes aegypti, sta un’infelice operazione portata avanti dalla società Oxitec specializzata nel controllo delle popolazioni di insetti con metodi innovativi. Nel caso specifico l’Oxitec ha operato con l’intenzione di ridurre il numero di zanzare Aedes aegypti che sono vettori anche della febbreDengue, a tal fine la società nel 2015 ha liberato nell’ambiente interessato un elevato numero di zanzare maschio modificate geneticamente per dare larve destinate a morire prima di diventare a loro volta zanzare, come testimoniato da un loro comunicato: Oxitec mosquito works to control Aedes aegypti in dengue hotspot. Quello che la Oxitec non ha però considerato adeguatamente, sebbene ne fosse pienamente a conoscenza, è che la sterilità programmata di queste zanzare modificate è annullata dalla presenza dell’antibiotico tetraciclina, come testimonia un documento della stessa Oxitec. Il documento in cui si parla del rischio dell’utilizzo della zanzara geneticamente modificata in aree con presenza di tetraciclina è stato inizialmente classificato come riservato (enzo pennetta)
Il virus ci ricorda molto quell’incidente di Seveso del 1975, nella fabbrica chimica ICMESA dove avvenne un’esplosione che provocò una fuga di gas altamente tossico. Si trattò molto probabilmente di un false flag, sulle cause comunque non si indagò… Ad ogni modo tutti i bambini nati risultarono tutti sani nella norma. Ma nonostante ciò, l’incidente di Seveso fu un pretesto molto significativo per la piena legalizzazione dell’aborto (in Italia lo sarebbe diventato tre anni più tardi 1978) e per accusare la Chiesa Cattolica -schieratasi con veemenza contro l’aborto- di oscurantismo. Che il virus sia scoppiato proprio nei territori dell’America latina non è un caso. In quei territori infatti l’aborto è ancora illegale e molto poco praticato anche clandestinamente. Nei paesi latinoamericani dove è concesso, viene inoltre praticato con numerose limitazioni. Soprattutto nelle zone rurali la fecondità rappresenta un grande beneficio per le famiglie che possono impiegare i figli per i lavori nei campi. Da considerare anche la profonda religiosità dei latino-americani, non ancora entrati pienamente nell’”american/european dream”, quindi ancora in stato di veglia, e in grado di vedere l’aborto per ciò che è: un macabro assassinio di innocenti. Da qui si è tornati ad accusare la Chiesa Cattolica di essere la responsabile di tutti i danni dell’umanità. Un articolo pubblicato dalla Bbc il 29 gennaio porta questo titolo eloquente: “Il dilemma dell’aborto. Leggi e consuetudini nella cattolica America Latina”. L’articolo spiega che, occorre rimuovere degli ostacoli culturali e legali dei quali è responsabile l’influenza della Chiesa cattolica. (clicca qui) Ecco qual è il problema dell’America Latina…
LA LOTTA DELLE ONG IN AFRICA L’imposizione dell’aborto è diventata l’obiettivo principale della comunità internazionale, soprattutto nelle regioni pro-life dell’Africa e del Latino America. Anche in Africa il rimedio da contro tutti i mali dei vari paesi africani sarà la lotta contro la criminalizzazione dell’aborto per dare agli africani la possibilità di assaporare in pieno tutte le gioie del sesso senza noie e senza imprevisti. Organizzazioni come Planned Parenthood, Istituto Guttmacher, il Fondo per la Popolazione e lo Sviluppo delle Nazioni Unite e la Banca Mondiale sono tra quelle che stanno esercitando forti pressioni sui paesi con una solida legislazione pro-vita nel continente africano, dove avvertono sull’altissima mortalità delle donne, non causata dalla miseria, dalla mancanza d’acqua e dalle precarie condizioni igienico-sanitarie in cui tutti, uomini, donne e bambini sono costretti a vivere, bensì dalle difficoltà delle donne ad accedere all’aborto! Il continente africano, con una cultura che valorizza la vita umana dal concepimento alla morte naturale, che riconosce il vero valore della maternità e valuta l`importanza della famiglia è un’area dura e tenace, difficile da persuadere. Quest`impermeabilità è stata dimostrata nella 48º Sessione della Commissione di Popolazione e Sviluppo delle Nazioni Unite, tenutasi alla fine d`aprile a New York. All`incontro si discuteva sul futuro della popolazione ma, soprattutto sul futuro dei diritti sessuali e riproduttivi. Il prossimo obiettivo è la campagna abortista in Uganda, dove gli ugandesi desiderano ancora avere famiglie numerose e condannano con veemenza l’aborto. In Nigeria, dove l’aborto è legale seppur con alcune restrizioni, in seguito agli attentati terroristici per mano di Boko Haram, che rapì e stuprò 700 donne nigeriane, gli Stati Uniti hanno affermato che aiuteranno il governo nigeriano a combattere il terrorismo, ma prima devono riformare la legislazione sull`aborto! (clicca qui)
La Corte Africana dei Diritti dell’Uomo, con il Protocollo di Maputo del 2015, può contare sul sostegno internazionale di lobby e ONG per promuovere l`aborto in tutti i paesi africani. Infatti, questo documento è stato elaborato grazie alla collaborazione dell’ONG “IPAS” che “ha contribuito sulle questioni relative ai “diritti sessuali” e riproduttivi. (clicca qui)
LA LOTTA DELLE ONG IN AFRICA L’imposizione dell’aborto è diventata l’obiettivo principale della comunità internazionale, soprattutto nelle regioni pro-life dell’Africa e del Latino America. Anche in Africa il rimedio da contro tutti i mali dei vari paesi africani sarà la lotta contro la criminalizzazione dell’aborto per dare agli africani la possibilità di assaporare in pieno tutte le gioie del sesso senza noie e senza imprevisti. Organizzazioni come Planned Parenthood, Istituto Guttmacher, il Fondo per la Popolazione e lo Sviluppo delle Nazioni Unite e la Banca Mondiale sono tra quelle che stanno esercitando forti pressioni sui paesi con una solida legislazione pro-vita nel continente africano, dove avvertono sull’altissima mortalità delle donne, non causata dalla miseria, dalla mancanza d’acqua e dalle precarie condizioni igienico-sanitarie in cui tutti, uomini, donne e bambini sono costretti a vivere, bensì dalle difficoltà delle donne ad accedere all’aborto! Il continente africano, con una cultura che valorizza la vita umana dal concepimento alla morte naturale, che riconosce il vero valore della maternità e valuta l`importanza della famiglia è un’area dura e tenace, difficile da persuadere. Quest`impermeabilità è stata dimostrata nella 48º Sessione della Commissione di Popolazione e Sviluppo delle Nazioni Unite, tenutasi alla fine d`aprile a New York. All`incontro si discuteva sul futuro della popolazione ma, soprattutto sul futuro dei diritti sessuali e riproduttivi. Il prossimo obiettivo è la campagna abortista in Uganda, dove gli ugandesi desiderano ancora avere famiglie numerose e condannano con veemenza l’aborto. In Nigeria, dove l’aborto è legale seppur con alcune restrizioni, in seguito agli attentati terroristici per mano di Boko Haram, che rapì e stuprò 700 donne nigeriane, gli Stati Uniti hanno affermato che aiuteranno il governo nigeriano a combattere il terrorismo, ma prima devono riformare la legislazione sull`aborto! (clicca qui)
La Corte Africana dei Diritti dell’Uomo, con il Protocollo di Maputo del 2015, può contare sul sostegno internazionale di lobby e ONG per promuovere l`aborto in tutti i paesi africani. Infatti, questo documento è stato elaborato grazie alla collaborazione dell’ONG “IPAS” che “ha contribuito sulle questioni relative ai “diritti sessuali” e riproduttivi. (clicca qui)
Aborto, contraccezione, gender, matrimoni tra gaii e altre diavolerie ispirate da “entità superiori” nelle conventicole notturne dove lorsignori incappucciati si riuniscono per poi proporli in giacca e cravatta di giorno alle masse. Queste sono le condizioni alla quale i paesi sottosviluppati (per colpa di altri) devono piegarsi per ricevere le elemosine dei neocons! Questo ricatto lo aveva denunciato tempo fa anche il cardinal Robert Sarah. Incitare le povere donne del «Terzo Mondo» ad uccidere i loro figli non è un esempio di filantropia bensì promozione del genocidio. La stessa scienza economica ci assicura che non sono i nascituri i responsabili della fame, dell’emarginazione, della discriminazione. Al contrario, la fertilità di un popolo può costituire uno dei fattori della sua ricchezza. Il premio per i paesi africani che accolgono di buon grado i disegni dei neocons è ambitissimo: gli africani, provenienti da paesi in linea con le dritte occidentali -e quindi sazi e idratati- potranno essere impiegati per il piano Kalergi, ossia la fecondazione delle donne occidentali “liberate” già da tempo da medievali oscurantismi. Non è un caso che sulle nostre coste vediamo arrivare solo virili, sani, forti e ben pasciuti africani, e mai quelli che versano veramente nella miseria e nella malattia. I primi, hanno meritato questa vacanza-missione a spese degli Stati Europei, anzi dei cittadini europei.
IL CASO CINESE E VILIPENDIO DEI NON NATIFu proprio la patria dei neocons e dei pianificatori della Repubblica universale, gli USA appunto che lanciò il motore dell’abortismo nel mondo, finanziandolo e promuovendolo in Europa (tramite associazioni di family planning, le solite agenzie dell’ONU: l’UNFPA, l’UNICEF e altre), ma soprattutto nel Terzo Mondo, in Cina -fino alle feroci proteste che hanno chiesto il taglio dei finanziamenti USA al governo cinese che impone con la violenza l’aborto alle coppie che hanno già un figlio.
IL CASO CINESE E VILIPENDIO DEI NON NATIFu proprio la patria dei neocons e dei pianificatori della Repubblica universale, gli USA appunto che lanciò il motore dell’abortismo nel mondo, finanziandolo e promuovendolo in Europa (tramite associazioni di family planning, le solite agenzie dell’ONU: l’UNFPA, l’UNICEF e altre), ma soprattutto nel Terzo Mondo, in Cina -fino alle feroci proteste che hanno chiesto il taglio dei finanziamenti USA al governo cinese che impone con la violenza l’aborto alle coppie che hanno già un figlio.
Chai Ling, ex leader di Tiananmen, riferisce: “Aborti e sterilizzazioni forzate, aborti selettivi su feti femminili e infanticidi continuano ad essere praticati in Cina da impiegati responsabili del controllo sulla popolazione. Il fatto è che queste operazioni sono finanziate dall’Onu, e da altri organismi internazionali. In questo modo, tutti i Paesi sono implicati in questa enorme ecatombe, definita “cento volte superiore al massacro di Tiananmen, che accade alla luce del giorno, ripetuto ogni singola giornata”. (clicca qui)
Ma vediamo uno dei tanti esempi concreti citati sulla stampa italiana. Riferisce Sette, inserto de Il Corriere della Sera, del 10 agosto 2000: «Non ci hanno dato nemmeno il tempo di dargli un nome. Me lo hanno strappato dalle braccia e lo hanno scaraventato a terra, si è sentito un tonfo, aborto per avvelenamento salinoma il neonato ha continuato a piangere. Non voleva proprio morire. Allora i tre funzionari del governo hanno iniziato a prenderlo a calci. Finché non ha respirato più”.
Ma vediamo uno dei tanti esempi concreti citati sulla stampa italiana. Riferisce Sette, inserto de Il Corriere della Sera, del 10 agosto 2000: «Non ci hanno dato nemmeno il tempo di dargli un nome. Me lo hanno strappato dalle braccia e lo hanno scaraventato a terra, si è sentito un tonfo, aborto per avvelenamento salinoma il neonato ha continuato a piangere. Non voleva proprio morire. Allora i tre funzionari del governo hanno iniziato a prenderlo a calci. Finché non ha respirato più”.
Altra testimonianza, racconta Huang, un cittadino del villaggio di Ding Jia Wang, vicino a Wuhan: “Sono arrivati di notte, ‘Siete troppi’, hanno sentenziato i tre funzionari e hanno costretto JI, già all’ottavo mese di gravidanza, a seguirli in ospedale. Lì le hanno iniettato una soluzione salina per indurle un aborto. Dopo quindici ore di strazianti dolori ha però partorito un figlio sano e vivo. Allora mi hanno guardato freddamente e mi hanno detto: ‘Prendi tuo figlio e annegalo nello scarico del bagno’”, racconta Huang “Mi sono sentito raggelare. Li ho pregati, ho pianto. Senza dire una parola l’hanno gettato al suolo, preso a calci, poi l’hanno affogato in uno stagno”.
In questo panorama desolante si inserisce l’appoggio economico per l’incentivazione dell’aborto dato al governo cinese dall’agenzia UNFPA – United Nations Population Fund – (dell’ONU) e dall’International Planned Parenthood Federation (IPPF): queste ultime, fino al luglio 2002, erano a loro volta finanziate dagli Stati Uniti, che però hanno poi deciso di sospendere i versamenti, non volendo più collaborare a programmi di «aborto forzato o di sterilizzazione non voluta». L’obbligo di un figlio solo a famiglia determina, oltre al precoce invecchiamento della popolazione, una strage delle figlie femmine: i genitori cinesi, potendo avere un solo figlio, spesso uccidono una eventuale figlia femmina, dal momento che non potranno giovarsi del suo aiuto nella lavorazione della terra; oppure è il governo stesso ad eliminarle, tramite aborti selettivi e infanticidi.
Avviene addirittura che i medici vengano pagati dalla Stato a seconda delle sterilizzazioni forzate o degli aborti effettuati (che spesso vengono spacciati, alle povere madri, per terapeutici). Nel migliore dei casi, alcune famiglie, dopo il primo figlio, decidono di non uccidere le loro bambine e riescono, pagando chi di dovere, a non farle registrare, per evitare che siano gli impiegati statali ad eliminarle: in tal caso, però, queste bimbe, di fronte alla legge, non esistono, e non hanno quindi accesso all’istruzione, alla sanità ecc…
Avviene addirittura che i medici vengano pagati dalla Stato a seconda delle sterilizzazioni forzate o degli aborti effettuati (che spesso vengono spacciati, alle povere madri, per terapeutici). Nel migliore dei casi, alcune famiglie, dopo il primo figlio, decidono di non uccidere le loro bambine e riescono, pagando chi di dovere, a non farle registrare, per evitare che siano gli impiegati statali ad eliminarle: in tal caso, però, queste bimbe, di fronte alla legge, non esistono, e non hanno quindi accesso all’istruzione, alla sanità ecc…
Gli aborti forzati in Cina, uniti alla superstizioni orientali, hanno prodotto l’idea che cibarsi di bambini abortiti possa donare corpi atletici e sani oltre che migliorare le prestazioni sessuali! Un rapporto del giornale Seoul Times ha confermato la notizia con diverse immagini spaventose di embrioni umani e feti in zuppe e minestre!
I bambini abortiti vengono venduti. Il prezzario varia a seconda del grado di sviluppo del feto: i bambini ben formati a partire dal quinto mese di gravidanza costano 2000 di yuan cinesi. Quelli abortiti nei primi mesi valgono solo un paio di centinaia di yuan! In Taiwan i bambini morti possono essere acquistati per 70 dollari americani per essere utilizzati come specialità alla griglia! (l’articolo del Seoul Times)
LA RIPRODUZIONE UMANA NELL’ IMMAGINARIO MONDIALISTAPer concludere vorrei citare l’opera diAldous Huxley (1894-1963), figlio di un famosissimo biologo darwiniano, che nel 1932, nel suo romanzo Brave New World («Il Mondo Nuovo»),descrive quella è già la società del futuro. Si tratta di un’opera di fama immensa, soprattutto nei tempi odierni date le analogie della visione del profeta cabalistico con i piani degli Illuminati, ormai in fase di ultimazione.
Huxley, infatti ipotizza un mondo i cui abitanti sono rigidamente controllati, manipolati, soggiogati dal potere in ogni aspetto della loro vita, esattamente come oggi avviene. Dice Huxley: “La riproduzione stessa è sottoposta ad un controllo centralizzato, gli ovuli fecondati in vitro vengono conservati artificialmente. La nascita è quindi anonima (non esiste più la famiglia), e può essere plurigemina, con la capacità di ottenere fino a novantasei gemelli identici da un solo uovo (clonazione). Le conoscenze genetiche permettono di studiare la riproduzione a tavolino e di creare caste di uomini superiori, fisicamente e intellettualmente, e, agendo sulla ossigenazione del cervello durante il processo di sviluppo dell’embrione, di uomini inferiori, pronti ad obbedire ed eseguire i lavori più umili. Il numero dei cittadini è fisso. L’intensità demografica viene controllata attraverso: la sterilizzazione forzata di un numero consistente di donne; attraverso le cosìddette «cinture maltusiane”.
Nel maggio del 2016 la stessa ministra Giannini ha auspicato l’inversione di marcia e il distacco dall’ideale moderno, affermando che nel Nuovo Mondo tutti saranno precari e viaggeranno per i cinque continenti in cerca di un pezzo di pane e di un tetto sulla testa. “non ci sarà più spazio per la famiglia come l’abbiamo conosciuta noi” ammette la Giannini. (clicca qui)Un’ammissione importante. Non ci sarà più né famiglia, né patria. Gli individui saranno infatti fabbricati alla bisogna; non ci sarà più spazio per portatori di handicap; la società del futuro dovrà produrre individui capaci di svolgere il ruolo che gli è stato assegnato. Li hanno chiamati “diritti umani” perchè chiamarli ecatombe di stampo nazi-comunista sembrava brutto!
Nel maggio del 2016 la stessa ministra Giannini ha auspicato l’inversione di marcia e il distacco dall’ideale moderno, affermando che nel Nuovo Mondo tutti saranno precari e viaggeranno per i cinque continenti in cerca di un pezzo di pane e di un tetto sulla testa. “non ci sarà più spazio per la famiglia come l’abbiamo conosciuta noi” ammette la Giannini. (clicca qui)Un’ammissione importante. Non ci sarà più né famiglia, né patria. Gli individui saranno infatti fabbricati alla bisogna; non ci sarà più spazio per portatori di handicap; la società del futuro dovrà produrre individui capaci di svolgere il ruolo che gli è stato assegnato. Li hanno chiamati “diritti umani” perchè chiamarli ecatombe di stampo nazi-comunista sembrava brutto!
Floriana Castro Agnello -Antimassoneria Copyright 2016-
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Scritto il maggio 13, 2016
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http://antimassoneria.altervista.org/la-nuova-eugenetica-lecatombe-mondiale-e-il-vilipendio-dei-non-nati/
05/13/2016
7:07 pm
Libertà e Persona
Gianburrasca
Web site view
La corrispondenza d’amorosi sensi tra Papa Francescoi
e il non plus ultra del laicismo radicale italiano sta portando i suoi
frutti. Non potevano rimanere inevase le plurime lettere di Bergoglio, a Pannella e Bonino, e i messaggi pubblici di plauso nei loro confronti.
Se Papa Francesco è arrivato ad indicare Bonino come un modello di politico, è certo che l’ennesima carezza
avrà avuto il corrispettivo. Anche perchè il tempo speso per
Scalfari, Bonino e Pannella, è stato sottratto, misericordiosamente, a
padre Stefano Manelli, fondatore di un ordine distrutto senza
motivazioni, molto stimato da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma
indegno, appunto, di una telefonata o di una lettera, oggi, nell’anno
mirabile, palingenetico, della misericordia.
Quali i frutti di questa mano tesa, di questi elogi continui, di questi ammiccamenti?
Il plauso di Emma Bonino alla Cei di oggi, alla Cei di Galantino-Formaggino-tappetino, che Emma Bonino, ad Affari italiani, definisce “lontana mille miglia dall’ingerenza veemente dell’epoca Ruini 2005″.
E il rilancio: occorre ora lavorare, ha dichiarato l’anziana signora, per liberalizzazione delle droghe, adozione agli omosessuali, ed eutanasia.
L’ultima la abbiamo messa noi, per rispetto a Bonino: chissà mai che,
ottenuto tutto ciò che vuole, ad una passo dall’eutanasia su se stessa,
non venga davvero conquistata dalla bontà papale. E gli chieda magari, di fare il prete
05/13/2016
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