ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 7 giugno 2016

Ho proprio l’impressione che siamo in piena Babele

                                           
                          CHIEDO UN PO’ DI CHIAREZZA AL CODICE DI DIRITTO CANONICO

                                                                                                   di don Enzo Boninsegna*

Le Leggi della Chiesa ieri 
         Il cristiano si trova davanti a delle leggi divine che nessuno, neanche il papa può cambiare, perché il Sommo Pontefice non è la sorgente della legge divina, né il padrone della Chiesa, semmai ne è il servitore, il “servo dei servi di Dio”: dev’essere il custode delle verità e della volontà di Dio, manifestate a noi da Gesù Cristo.
        Ma accanto alle leggi divine ci sono anche leggi che il Papa può fare, o modificare, o abolire e sono le leggi ecclesiastiche, contenute prevalentemente nel Codice di Diritto Canonico. Cito alcuni esempi, i più conosciuti, di leggi ecclesiastiche che erano valide fino a qualche decennio fa, contenute nel vecchio Codice di Diritto Canonico approvato nel 1917: l’obbligo di mangiar di magro il venerdì, l’obbligo del digiuno dalla mezzanotte per chi desiderava ricevere la Comunione, ecc.
Poi la Chiesa ha sostituito l’obbligo del “mangiar magro” che valeva per tutti i venerdì dell’anno, con un’altra penitenza a propria scelta e il digiuno in vista della Comunione l’ha ridotto prima a tre ore e poi a un’ora soltanto. Un’altra legge modificata dalla Chiesa è quella riguardante il funerale dei suicidi: un tempo per questi poveri fratelli nostri non venivano celebrate le esequie ecclesiastiche, ora invece anche per chi si è tolto la vita viene celebrato il funerale religioso, a meno che… Sbagliava ieri o sbaglia oggi la Chiesa? Non sbagliava né ieri né oggi. In passato usava quella severità perché, nel contesto di quel tempo, vista cioè la diffusa e radicata religiosità di allora, si pensava che il timore di non avere un funerale religioso funzionasse come freno che poteva contribuire a far superare la tentazione del suicidio. Oggi, invece, in un diverso contesto religioso, cioè con una religiosità ridotta al lumicino, il mancato funerale celebrato in chiesa non funzionerebbe più come un freno capace di far superare la tentazione del suicidio, ma semmai come una prova della durezza di cuore della
Chiesa. E perciò…La Chiesa considera inoltre, e giustamente, che qualcuno possa arrivare alla soppressione della propria vita senza colpa , ma solo a causa di una devastante patologia mentale.

Nel nuovo Codice di Diritto Canonico 

        Nel nuovo Codice di Diritto Canonico, al capitolo: «A chi si devono concedere o negare le esequie ecclesiastiche» (can.1184 - &1), si legge: «Se prima della morte non diedero alcun segno di pentimento, devono essere privati delle esequie ecclesiastiche: 1° i notoriamenti apostati, eretici, scismatici; 2° coloro che scelsero la cremazione del proprio corpo per ragioni contrarie alla fede cristiana; 3° gli altri peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli». Tutto chiaro! Anzi no, qualcosa qui non è affatto chiaro, ma è piuttosto ambiguo! Per qualche aspetto siamo nel vago e quindi nell’equivoco. Che cosa s’intende per “peccatori manifesti”, cioè per “pubblici peccatori”? Vengono citati esplicitamente solo apostati, ereteci e scismatici. E fin qui va bene. E chi si è battuto pubblicamente in favore dell’aborto o si batte per altre cose diaboliche che piacciono a Satana e non certo a Gesù Cristo? Va considerato come un “peccatore manifesto” e quindi privato delle esequie ecclesiastiche: sì o no? Ma veniamo al concreto. Uno come Pannella, che si è battuto per il divorzio, per l’aborto, per la droga libera, per i matrimoni gay, per l’eutanasia e altre porcate diaboliche, uno come lui che potrebbe ricoprire il ruolo di “papa dell’anticristo”, va considerato come “pubblico peccatore” sì o no? Io penso di sì. Eppure temo che quando tirerà le cuoia qualcuno cercherà di fargli le esequie ecclesiastiche, visto il desiderio espresso da Pannella di diventare cittadino vaticano in omaggio a papa Francesco. Si noti bene… in omaggio a papa Francesco, non a Gesù Cristo.
        Sono il solito pessimista? E allora mi si spieghi perché è stato fatto il funerale religioso a un prete assatanato e oggettivamente assassino come don Gallo che, oltre a solidarizzare con tutte le scelte diaboliche volute da Pannella, si è battuto anche per il comunismo (!!!), ha esaltato il suicidio (!!!) e ha portato diverse ragazze ad abortire (parola sua) da “medici di fiducia”? Don Gallo non era forse un “pubblico peccatore”? Più di così? Cos’avrebbe dovuto fare per essere considerato tale? Forse uccidere il Papa? «Ma – può obiettare qualcuno – a differenza di Pannella, don Gallo era un prete». Purtroppo! Ma il suo essere prete era un motivo in più per considerare don Gallo, oggettivamente parlando, più colpevole di un Pannella senza-Dio. E perciò il suo essere prete era semmai un motivo in più per negare a don Gallo ciò che già dev’essere negato ad altri che hanno meno colpe e più attenuanti di lui. Ho citato due casi estremi. E se si tratta di gay “felicemente” conviventi o addirittura “sposati” secondo le future ventilate normative civili e magari diventati anche, per legge, genitori adottivi di bambini, che vengono così privati o del padre o della madre? Che fare? Sono o non sono anche questi da considerare “pubblici peccatori”?
        Ma ora, venendo a situazioni più “normali” e più frequenti, mi chiedo: «L’aver concluso un’esperienza matrimoniale e l’aver avviato un’altra relazione più o meno coniugale (matrimonio civile o convivenza) colloca quelle persone tra i peccatori manifesti?»: sì o no? Il peccato, oggettivamente parlando, c’è e c’è pure la notorietà, per cui si dovrebbe poter parlare anche per queste persone di “peccatori manifesti”. E allora che cosa fare? Che dovrà fare un parroco quando qualcuno verrà a chiedere il funerale religioso per persone che sono vissute in questa situazione? Il Codice di Diritto Canonico non lo dice. Nella nota di commento all’art. 1184, tra i “peccatori manifesti”, si citano anche i “pubblici concubini, gli aderenti a sette o associazioni che tramano contro la Chiesa, propugnatori di ideologie atee e materialiste”. E dunque, che si fa? Si negano le esequie ecclesiastiche ai divorziati risposati? Sì? No? Qual è l’esatto pensiero e l’ordine della Chiesa? A me non compete decidere, né dare un’interpretazione a quanto disposto dal Codice di Diritto Canonico. Vorrei solo più chiarezza. Cosa impone il Codice? Chiedo troppo? Se anche i “pubblici concubini” vanno considerati “peccatori manifesti” al punto da venir privati delle esequie religiose … come si spiega che oggi a tutti questi si fanno i funerali religiosi? Trattandosi di una legge ecclesiastica (che può essere modificata) e non di una legge divina, non sarebbe il caso di autorizzare esplicitamente (com’è avvenuto per i suicidi) ciò che ora è o sembra vietato anche per mettere fine al regime di anarchia in forza della quale ognuno, tra i sacerdoti, fa quello che vuole?
        E un’altra domanda mi pongo. Da quanto illustrato sopra si vede che attualmente la Chiesa, con le sue leggi, nega le esequie religiose ai divorziati risposati, pur essendo in suo potere concederle. Dall’altra parte si sta premendo a tutti i livelli, anche più alti, per arrivare a dare la Comunione ai divorziati risposati, cosa che nessuno può autorizzare perché si tratta di una legge divina che neanche un Papa può cambiare. Non siamo qui in piena contraddizione? Da una parte, in linea di principio, anche se non di fatto, si negano le esequie che si potrebbero concedere, e dall’altra si vorrebbe dare la Comunione, che non si potrà mai dare. In altre parole: a chi non si può o non si vuol dare il “meno”, si sta progettando di dare il “di più”. Ho proprio l’impressione che siamo in piena Babele: sbaglio? Qualcuno, se riesce, si prenda per favore la briga di dimostrarmi che sto sbagliando, grazie!

 * da “Combatti la buona battaglia 9”, pro-manuscripto, Verona, 2015

     «Marco Pannella è una persona con cui ci siamo trovati spesso in passato su posizioni discordanti, ma di cui non si poteva non apprezzare l’impegno totale e disinteressato per nobili cause [...]. Lo ricordo con stima e simpatia, pensando che ci lascia una eredità umana e spirituale importante, di rapporti franchi, di espressione libera e di impegno civile e politico generoso, per gli altri e in particolare per i deboli e i bisognosi di solidarietà» (Dalla dichiarazione di P. Federico Lombardi, “portavoce” di papa Bergoglio, alla Radio Vaticana,[1] 19/ 05/ 2016). 

     Ci chiediamo se i principi elementari del buon senso, prima che di quelli della fede, abbiano ancora qualche significato per il “portavoce” che si inginocchia dinanzi al capostipite della tirannide anticristiana moderna. [1]
http:/ / media02.radiovaticana.va/ audio/ audio2/ mp3/ 00531143.mp3

http://www.presenzadivina.it/275.pdf

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