Enzo Bianchi: La sessualità è cambiata. Includere divorziati e omosessuali
«Quello di cui la Chiesa deve occuparsi sono le storie d’amore quindi dell’inclusione di separati e divorziati, delle famiglie “atipiche” e degli omosessuali».
Lo ha detto Enzo Bianchi intervenuto ad Ostuni presso la sede della Fraternità di Bose in Ostuni. Il suo commento all’esortazione post-sinodale Amoris laetitia, così come riportato dal portale web Ostunilive.it, appare veramente significativo.
Per questo ritengo che il Governo abbia fatto bene a riconoscere le unioni civili, perché chiunque ha diritto di amare ed essere amato. Ugualmente la comunità cristiana e la Chiesa devono accogliere le persone divorziate, come fedeli che vanno accompagnati, aiutati a capire e integrati.
È compito della Chiesa e dei suoi Pastori includere, piuttosto che mettere ai margini; seguire prove e difficoltà dei soggetti che si trovano nella situazione di dover venire meno al giuramento del matrimonio. Il buon pastore aiuta a discernere, ovvero a operare secondo la propria coscienza.
Nella Chiesa Cattolica invece negli ultimi decenni è stata vietata la libertà di coscienza, ogni libera scelta veniva condannata a priori, e ci vorrà ancora molto tempo per abituare le nuove generazioni ad agire secondo coscienza. Dobbiamo cambiare prospettiva in maniera critica, comprendere che l’eucarestia non è un premio per i cristiani forti, ma per i fedeli deboli, se non sono guidati dalla consapevolezza.
Esercitare la propria coscienza significa vivere un fede matura. Chi ha coscienza non ha paura di niente e di nessuno e va avanti con la schiena dritta».
Per Enzo Bianchi quindi c’è una “nuova grammatica antropologica” da imparare, l’uomo è nuovo, sempre cangiante nella sua natura. Con buona pace dei pontefici precedenti è l’ora di una vera libertà di coscienza. Sulla coscienza però occorre vigilare, perchè non diventi “creativa” (Cfr. QUI e QUI). Ma, forse, queste erano preoccupazioni di una Chiesa oscurantista?
http://sinodo2015.lanuovabq.it/enzo-bianchi-la-sessualita-e-cambiata-includere-divorziati-e-omosessuali/
Ricordando le famose dieci domande di Repubblica riceviamo e pubblichiamo dieci scottanti domande che negli ultimi tre anni di vita della Chiesa sono state suscitate ma rimangono ad oggi drammaticamente in attesa di risposta :
1) Il cattolico che si impegna in una unione civile con persona dello stesso sesso compie un atto immorale contrario alla volontà di Dio? Si pone a rischio di salvezza eterna?
2) Il politico che dà il suo suffragio alla legge sulle unioni civili , pur escludendone la possibilità di adozione, pone un atto morale gravemente disordinato? Detto in altri termini : la nota della Congregazione per la Dottrina della fede del 2003, voluta da Giovanni Paolo II e preparata dall'allora cardinale Ratzinger conserva la sua validità ?
3) La pratica omossessuale è ancora , come dice il Catechismo, uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio? Se si perché non lo si dice più!
4) Quale documento di Paolo VI o di qualsiasi altro pontefice prescrive delle eccezioni alla contraccezione ? Chi lo sa lo dica!
5) Vi può essere un contrasto fra due comandamenti del decalogo?
6) I comandamenti del decalogo obbligano ancora “semper et pro semper” come è stato sempre insegnato? C è qualche autorità sulla terra che possa dispensarne l’osservanza?
7) I principi non negoziabili, sanciti dal magistero ecclesiastico ( BenedettoXVI) sono ancora validi o su alcuni e possibile una contrattazione?
8) L’indulgenza è ancora la remissione della pena temporale o indica una generica indulgenza ?
9) La comunione esige sempre lo stato di grazia?
10) La Chiesa possiede mandato e competenze per poter discettare di riscaldamento climatico? E se non li possiede i suoi pronunciamenti in materia che valore hanno? Quello di mere opinioni?
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.