Se fosse una fiction ci divertiremmo
Sono stato a distanza dalle critiche verso l’attuale Pontefice, un po’ per prudenza e un po’ per senso di inutilità delle medesime, un po’ perché non ho capito se c’è o no un Pontefice.
Però, come sapete, in estate le giornate si allungano e bisogna pur riempire il tempo, per cui nessuno si allerti se rispolvero una puntata dell’ambita serie “I Bergoglioni”.
I Bergoglioni ha un vago precedente nei Cesaroni, che a loro volta si ispirano a Los Serrano. Tutte fiction che piacciono ai media e alla critica, ma chefanno accapponare la pelle se riportare a vita reale.
I Cesaroni parla di due ex fidanzati, Giulio e Lucia, che riscoprono il loro amore, si sposano e vanno a vivere a casa di lui, a Roma, con i tre figli di lui e le due figlie di lei; i Cesaroni sono inoltre circondati da parenti e amici, etc. (fonte: wiki). I Bergoglioni invece tratta di una scena surreale in cui due pontefici con i relativi seguiti di livree e di fedeli vanno a vivere assieme e si trovano tutti d’amore e d’accordo, tra colpi di scena e momenti di suspense, che però tradiscono ad ogni ciack l’immancabile lieto fine. Quello dei Bergoglioni è il mondo “tout va très bien madame la marquise” in cui giornali, radio, TV, curie e sempre meno fedeli vivono da alcuni anni in qua.
Per darvene un esempio, di recente ho avuto modo di raccogliere uno sketch bergoglione che grossomodo viaggiava su questi toni: «Il Papa non parla 'ai lontani', ma parla all'uomo post-moderno [3], e se non usa quei criteri (umani e non teologici [2]) non passerebbe nessun messaggio. Così dimostra che è necessario rifondare le basi umane prima ancora che convertire [1]), sennò in sostanza farebbe le cose a metà o non si partirebbe nemmeno [4]. La situazione ecclesiale poi non mi pare una cosa così ingestibile e non CREDO ancora che possa portare grandi drammi nella Chiesa [5]».
Quindi? Quindi “tout va très bien madame la marquise” (applausi!). Una bella puntata, non c’è che dire, a patto che la si guardi con attitudine da telespettatore. Se invece ci trovassimo nella vita reale, allora qualche obiezione andrebbe mossa e senza tanti complimenti. La prima è stata suggerita sopra: sono sempre meno i fedeli convinti di questa tranquillità di fondo: si tratti di teologi, chierici e non, che hanno risposto con durezza sorprendente ad alcune recenti dichiarazioni e pubblicazioni papali, o di più semplici opinionisti e giornalisti, che da gioviali estimatori del Pontefice sono divenuti suoi aperti e scientifici critici.
Lasciatemi fare pochi nomi, tra i laici: Maurizio Blondet, che prima ha elogiato e poi, dopo alcuni mesi, demolito Francesco; il Mastino, che prima ha criticato, poi salvato, poi ignorato e ora (mi pare) di nuovo piccona sul pontificato; Langone, che biasimava Gnocchi&Palmaro per le loro visioni retrive, ma ormai li ha pareggiati ampiamente; la Miriano – mi dicono – che in punta di tacchi qualcuna indietro gliel’ha rimandata, a Giorgione; Aldo Maria Valli, che non ha mancato recenti esternazioni sul suo blog. Sono alcuni esempi, cui andrebbero aggiunte decine di insabbiati. Non si smuovono invece, sempre tra i laici, gli inossidabili: Socci e Gnocchi sul fronte dei critici, Tornielli e Bianchi su quello degli adulatori.
E sia, il mare dei bergoglioni è ancora abbastanza vasto e carico di ottime convinzioni. Convinzioni che mettono tristezza a tutti, tranne al telespettatore. Ma insomma, voi cosa rispondereste al monologo della marchesa appena citato? Io basito ho risposto per punti, ma sapendo che si tratta di un gioco che non interessa a nessuno, non serve a nessuno e non giova a nessuno: Punto primo [1], rifondare e convertire non sono due step che possano essere separati in tutto e per tutto, anche Hegel col suo sistema dialettico potrebbe insegnarcelo (così, tanto per citare un eretico, che magari lo ascoltano più volentieri). Punto secondo [2], umano e teologico non si contrappongono, ma si intersecano; la scissione tra natura e soprannatura (detta duplex ordo) è stata mortalmente ferita proprio nel contesto conciliare, possibile che il più conciliarista dei pontificati abbia oscurato questo sapere teologicamente aggiornatissimo? Punto terzo [3], mi pare che il Papa in realtà stia ancora parlando all'uomo moderno, per il semplice fatto che il post-moderno ha rotto gli argini spaziali, temporali e culturali in ogni direzione; esemplifico per non annoiare: Radio Spada è ospite graditissimo del post-moderno, ospite sgraditissimo del moderno (questa analisi farà pure indispettire tutti, ma questo è il post-moderno e non per mia scelta) – del resto non mi stupirei se persino in Vaticano non avessero chiaro la cosa (non coloro che hanno voce in capitolo). Punto quarto [4], ci manca solo che il Vangelo univocamente inteso (cioè senza cedere a contraddizioni, eresie materiali, luteranismi) non sia più sufficiente ad evangelizzare, almeno per l'azione dello Spirito che agisce tramite esso: il Papa rappresenta Cristo, non lo sostituisce, e nel Vangelo è Gesù che seda la tempesta, Pietro ben che vada affonda tra le onde. Punto quinti [5], io SPERO che i drammi che Cristo ha finora permesso e ancora permetterà tramite l'attuale stagione servano a purificarci, o almeno a purificare me. Per il resto, godetevi il prosieguo dei Bergoglioni, per essere intrattenimento è anche piacevole, esilarante a tratti, guardando per esempio alle incestuosità dottrinali che l’ecumenismo ispira a passi presti e svelti.
Però, come sapete, in estate le giornate si allungano e bisogna pur riempire il tempo, per cui nessuno si allerti se rispolvero una puntata dell’ambita serie “I Bergoglioni”.
I Bergoglioni ha un vago precedente nei Cesaroni, che a loro volta si ispirano a Los Serrano. Tutte fiction che piacciono ai media e alla critica, ma chefanno accapponare la pelle se riportare a vita reale.
I Cesaroni parla di due ex fidanzati, Giulio e Lucia, che riscoprono il loro amore, si sposano e vanno a vivere a casa di lui, a Roma, con i tre figli di lui e le due figlie di lei; i Cesaroni sono inoltre circondati da parenti e amici, etc. (fonte: wiki). I Bergoglioni invece tratta di una scena surreale in cui due pontefici con i relativi seguiti di livree e di fedeli vanno a vivere assieme e si trovano tutti d’amore e d’accordo, tra colpi di scena e momenti di suspense, che però tradiscono ad ogni ciack l’immancabile lieto fine. Quello dei Bergoglioni è il mondo “tout va très bien madame la marquise” in cui giornali, radio, TV, curie e sempre meno fedeli vivono da alcuni anni in qua.
Per darvene un esempio, di recente ho avuto modo di raccogliere uno sketch bergoglione che grossomodo viaggiava su questi toni: «Il Papa non parla 'ai lontani', ma parla all'uomo post-moderno [3], e se non usa quei criteri (umani e non teologici [2]) non passerebbe nessun messaggio. Così dimostra che è necessario rifondare le basi umane prima ancora che convertire [1]), sennò in sostanza farebbe le cose a metà o non si partirebbe nemmeno [4]. La situazione ecclesiale poi non mi pare una cosa così ingestibile e non CREDO ancora che possa portare grandi drammi nella Chiesa [5]».
Quindi? Quindi “tout va très bien madame la marquise” (applausi!). Una bella puntata, non c’è che dire, a patto che la si guardi con attitudine da telespettatore. Se invece ci trovassimo nella vita reale, allora qualche obiezione andrebbe mossa e senza tanti complimenti. La prima è stata suggerita sopra: sono sempre meno i fedeli convinti di questa tranquillità di fondo: si tratti di teologi, chierici e non, che hanno risposto con durezza sorprendente ad alcune recenti dichiarazioni e pubblicazioni papali, o di più semplici opinionisti e giornalisti, che da gioviali estimatori del Pontefice sono divenuti suoi aperti e scientifici critici.
Lasciatemi fare pochi nomi, tra i laici: Maurizio Blondet, che prima ha elogiato e poi, dopo alcuni mesi, demolito Francesco; il Mastino, che prima ha criticato, poi salvato, poi ignorato e ora (mi pare) di nuovo piccona sul pontificato; Langone, che biasimava Gnocchi&Palmaro per le loro visioni retrive, ma ormai li ha pareggiati ampiamente; la Miriano – mi dicono – che in punta di tacchi qualcuna indietro gliel’ha rimandata, a Giorgione; Aldo Maria Valli, che non ha mancato recenti esternazioni sul suo blog. Sono alcuni esempi, cui andrebbero aggiunte decine di insabbiati. Non si smuovono invece, sempre tra i laici, gli inossidabili: Socci e Gnocchi sul fronte dei critici, Tornielli e Bianchi su quello degli adulatori.
E sia, il mare dei bergoglioni è ancora abbastanza vasto e carico di ottime convinzioni. Convinzioni che mettono tristezza a tutti, tranne al telespettatore. Ma insomma, voi cosa rispondereste al monologo della marchesa appena citato? Io basito ho risposto per punti, ma sapendo che si tratta di un gioco che non interessa a nessuno, non serve a nessuno e non giova a nessuno: Punto primo [1], rifondare e convertire non sono due step che possano essere separati in tutto e per tutto, anche Hegel col suo sistema dialettico potrebbe insegnarcelo (così, tanto per citare un eretico, che magari lo ascoltano più volentieri). Punto secondo [2], umano e teologico non si contrappongono, ma si intersecano; la scissione tra natura e soprannatura (detta duplex ordo) è stata mortalmente ferita proprio nel contesto conciliare, possibile che il più conciliarista dei pontificati abbia oscurato questo sapere teologicamente aggiornatissimo? Punto terzo [3], mi pare che il Papa in realtà stia ancora parlando all'uomo moderno, per il semplice fatto che il post-moderno ha rotto gli argini spaziali, temporali e culturali in ogni direzione; esemplifico per non annoiare: Radio Spada è ospite graditissimo del post-moderno, ospite sgraditissimo del moderno (questa analisi farà pure indispettire tutti, ma questo è il post-moderno e non per mia scelta) – del resto non mi stupirei se persino in Vaticano non avessero chiaro la cosa (non coloro che hanno voce in capitolo). Punto quarto [4], ci manca solo che il Vangelo univocamente inteso (cioè senza cedere a contraddizioni, eresie materiali, luteranismi) non sia più sufficiente ad evangelizzare, almeno per l'azione dello Spirito che agisce tramite esso: il Papa rappresenta Cristo, non lo sostituisce, e nel Vangelo è Gesù che seda la tempesta, Pietro ben che vada affonda tra le onde. Punto quinti [5], io SPERO che i drammi che Cristo ha finora permesso e ancora permetterà tramite l'attuale stagione servano a purificarci, o almeno a purificare me. Per il resto, godetevi il prosieguo dei Bergoglioni, per essere intrattenimento è anche piacevole, esilarante a tratti, guardando per esempio alle incestuosità dottrinali che l’ecumenismo ispira a passi presti e svelti.
di Satiricus
Che il ragazzo Mastino sia annoverato fra i savii laici commentatori rovina un pò il pezzo e fa ridere...Meglio Colafemmina non trovate?
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