ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 9 luglio 2016

Dritti verso la rovina

Tremendi castighi sull’Italia e sul mondo

Pio XII aveva ben previsto: “Oggi quasi tutta l’umanità va rapidamente dividendosi in due schiere opposte: con Cristo o contro Cristo. Il genere umano al presente attraversa una formidabile crisi che si risolverà in salvezza con Cristo o in funestissime rovine” (Enciclica Evangelii praecones, 2 giugno 1951).
Ci troviamo allo scontro finale tra la Chiesa e la contro-chiesa. La situazione odierna è peggiore di quella che precedette l’abbattimento della Torre di Babele, il diluvio universale, la distruzione di Sodoma e Gomorra.
Il 13 maggio 2010 Benedetto XVI a Fatima disse: “Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria”. Ma il trionfo del Cuore di Maria, secondo ciò che la Madonna disse ai pastorelli in Cova di Iria sarà preceduto da una terribile prova: “martirio dei buoni, nazioni annichilite, il Papa martirizzato”.
Nel 1994 Giovanni Paolo II dichiarò a Vittorio Messori che le parole della Madonna a Fatima “sembrano avvicinarsi al loro compimento”.

Antonio Socci sostiene che secondo padre Joaquin Alonso (l’archivista ufficiale di Fatima) nel terzo segreto si parlerebbe di «uno stato critico della fede, […], di lotte intestine nel seno della Chiesa e di gravi negligenze pastorali dell’alta gerarchia, […] di défaillances della gerarchia. Ed è interessante notare che la parola défaillance nel Dizionario Larousse ha questi significati: “incapacità di svolgere pienamente il proprio ruolo o funzione, inabilità. Perdita improvvisa e momentanea di una facoltà”».
In un colloquio tra Suor Lucia e il padre Agostino Fuentes (26 dicembre 1957) la veggente disse: «La punizione del Cielo è imminente. […]. Dio ha deciso di dare al mondo gli ultimi due rimedi contro il male, che sono il Rosario e la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Non ce ne saranno altri. Quando Egli vede che il mondo non presta alcuna attenzione ai Suoi messaggi, allora ci offre “con un certo timore” l’ultima possibilità di salvezza: l’intervento della Sua Santissima Madre. Lo fa “con un certo timore” perché, se anche quest’ultima risorsa non avrà successo non potremo sperare più in nessun tipo di perdono dal Cielo. Non dimentichiamoci che Gesù Cristo è un figlio molto buono e non ci permetterà di offendere e disprezzare la sua santa Madre».
Giovanni Paolo II ha detto a Fatima (13 maggio 1982): “Minacce quasi apocalittiche incombono sulle nazioni e sull’umanità”.
Socci nel suo ultimo libro molto interessante (La profezia finale) cita la beata Caterina Emmerich che il 13 maggio del 1820 scriveva: “Ho avuto una visione su due chiese e due papi […]. La chiesa più grande era una strana chiesa, non voluta dal Cielo, una contraffazione della Chiesa, la vidi accrescersi e vidi eretici di tutte le condizioni venire a Roma, ma ho visto una Chiesa più piccola e perseguitata, che è la vera Chiesa cattolica” (op. cit., p. 60).
Socci cita anche le apparizioni della Madonna a Quito in Ecuador a Suor Mariana Francisca de Jésus Torres y Berriochoa (1563-1635) e scrive che la Madonna nel lontano XVII secolo chiedeva alle “anime consacrate di immolarsi per gli uomini del XX secolo, che saranno le preferite del Suo Cuore, perché in quel periodo l’Inferno si scatenerà e molte anime si perderanno” (op. cit., p. 76).
Quindi, Socci, termina citando le quindici apparizioni della Madonna a Civitavecchia (nel 1995) in località Pantano (ove ora sorge la chiesa di S. Agostino) nelle quali la Madonna ha parlato di una “minaccia di un conflitto nucleare tra l’Occidente e l’Oriente, la Terza Guerra Mondiale” (op. cit., p. 86).
Queste sono Rivelazioni private, ma son state approvate dalla Chiesa. Quindi non si deve dar loro un assenso di fede, ma neppure è lecito disprezzarle. Esse convergono in maniera impressionante con le circa sessanta apparizioni che la Madonna della Rivelazione riservò a Bruno Cornacchiola dal 1947 al 2001, di cui ne cito una soltanto:  “I pastori del gregge non fanno il loro dovere. Troppo mondo è entrato nella loro anima per dare scandalo al gregge e sviarlo dalla via. […]. Prima che la Russia si converta e lasci la via dell’ateismo, si scatenerà una tremenda e grave persecuzione. Pregate, si può fermare. […]. Allontanatavi dalle false cose del mondo: vani spettacoli, stampe d’oscenità. […]. Satana è sciolto per un periodo di tempo e accenderà tra gli uomini il fuoco della protesta. Figli, siate forti, resistete all’assalto infernale. […]. La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i suoi ministri. […]. Sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo all’assalto: false ideologie e teologie. […]. Vi saranno giorni di dolori e di lutti. Dalla parte d’oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo e spezzerà le cose più sacre e sante. […]. Il mondo entrerà in un’altra guerra, più spietata delle precedenti; maggiormente sarà colpita la Rocca eterna (Roma). L’ira di satana non è più mantenuta; lo Spirito di Dio si ritira dalla terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, sarà lasciata in balìa del mondo. […]. La colpita maggiormente sarà la Chiesa di Cristo per nettarla dalle sozzure che vi sono dentro. […]. I sacerdoti saranno calpestati e trucidati, ecco la croce rotta vicino alla talare dello spogliamento esteriore sacerdotale” (Saverio Gaeta, Il veggente. Il segreto delle tre fontane, Milano, Salani, 2016, pp. 80-88).
Mala praevisa minus feriunt / i mali previsti fan meno male” perché abbiamo la possibilità di ricorrere alla preghiera, alla penitenza e alla conversione sincera. Più di questo oggi non si può fare. Il male è più potente delle anime fedeli, che cercano sinceramente Dio, ma l’Onnipotenza divina da ogni male e castigo sa trarre un bene maggiore.
È con questo spirito di contrizione unito alla fiducia che dobbiamo affrontare la prova finale la quale incombe oramai sui nostri capi (v. la situazione in Siria, ove gli Usa minacciano di bombardare Damasco e la Russia di Putin mette in guardia che quest’atto scatenerebbe una guerra atomica di portata mondiale).
Regina Martyrum ora pro nobis!
Don Curzio Nitoglia (doncurzionitoglia.wordpress.com)
http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=1433

FERMARE L"UMANESIMO DISUMANO"

    


Bisogna fermare questo umanesimo disumano prima che distrugga l’uomo e la sua la civiltà. Una nube nera sta accecando l’umanità: i poteri occulti hanno stravolto il senso morale dell’umanità impadronendosi di "tutto" 
di Francesco Lamendola  





L’umanesimo può essere disumano?
Sì, se parte da una errata idea dell’uomo; se nega la natura essenziale dell’uomo; se pretende di sostituire ad essa una immagine artificiale, ideologica, costruita a tavolino, e poi pretende d’imporla a tutti, in nome dei “diritti universali” che esistono soltanto nella mente di qualche intellettuale e di un certo numero di uomini politici, magari a colpi di codice penale, magari calpestando, frattanto, i veri bisogni e le giuste aspirazioni dell’uomo.
Ebbene: è proprio quello che sta accadendo. Con la pretesa di garantire a ciascuno l’esercizio dei “diritti” e d’imporne il rispetto a tutti gli altri, anche se tali diritti non sono affatto naturali, né etici, anzi, se sono radicalmente innaturali e decisamente immorali, lo Stato moderno, che agonizza e abdica in tutti gli altri ambiti – finanziario, economico, politico, culturale, e perfino nella difesa dei propri confini e della propria identità – qui, e qui soltanto, cioè nella sfera dei cosiddetti diritti civili, fa la voce grossa, s’impone, invade spazi che non gli appartengono e non gli competono.

Esso minaccia ed applica sanzioni severe; legifera con ritmo febbrile; conduce una strenua battaglia “di civiltà” che consiste nel sottrarre la patria potestà a quei genitori che impartiscono ai figli una educazione “troppo religiosa”, nel  comminare ammende salatissime o mandare in galera chi, per ragioni di coscienza, rifiuta d’inchinarsi all’ideologia omosessualista, nel minacciare licenziamenti e multe a quei medici e a quelle infermiere che dichiarano l’obiezione di coscienza rispetto alla pratica ospedaliera dall’aborto volontario. Inoltre, programma ed impone nella scuola pubblica un programma di “educazione sessuale” che è tutta un’apologia della cosiddetta filosofia gender.
L’ultima “prodezza” di questo redivivo Stato etico, che si credeva sepolto per sempre fra le macerie di una storia passata e che, al contrario, sta dimostrando una vitalità e un grado d’invadenza che pochi avrebbero sospettato, c’è l’estensione del “sacro” diritto al trattamento di fine vita, cioè al suicidio-omicidio legalizzato del malato terminale, dalle persone maggiorenni a quelle minorenni: per ora in Belgio, domani nel resto dell’Europa e del mondo occidentale, come logico e necessario coronamento di tutta una maniera d’intendere i “diritti” che s’è affermata a partire dalla Rivoluzione francese. Né si dimentichi che il 14 luglio è tuttora la solenne ricorrenza della festa nazionale francese: del giorno, cioè, in cui le parole magiche: LibertéFraternitéEgalité, vennero gridate per le strade, mentre una testa umana – la testa del governatore della Bastiglia, Bernard-René Jourdan de Launay – veniva portata in trionfo dalla folla ebbra di sangue, esibita in cima a una picca, affinché tutti i parigini, anche quelli che se ne stavano in casa, potessero godere il bellissimo spettacolo, semplicemente avvicinandosi alle finestre e ai balconi in quella storica, radiosa giornata, annunciatrice d’un mondo nuovo.
Vi è una coerenza impeccabile, in questo processo storico che incomincia con la sagra delle teste tagliate (oh, ma scientificamente, pulitamente: dopo de Launay, ci penserà il dottor Joseph-Ignace Guillotin, un medico che, evidentemente, era anche un filantropo, a ideare una macchina per decapitazioni che fosse rapida, efficace e razionale) e culmina nel cosiddetto “principio di autodeterminazione”. Una bella espressione tronfia, tornita, che suona bene, e che, in pratica, significa l’instaurazione di una società fondata sull’aborto, sull’eutanasia, sul matrimonio omosessuale, e nella quale il magistrato – debitamente “progressista” e “democratico”, ovvero legittimo erede dei giudici giacobini dei tribunali rivoluzionari del 1793 - diviene il rappresentante in terra, dotato di pieni poteri, di una divinità nuova e inesorabile, la Virtù di robesperriana memoria: la Virtù, cioè, intesa non certo come qualità cristiana, o come qualità, genericamente, umana, ma come l’insieme dei “valori” e delle “verità” che formano il sistema etico, se così lo si può chiamare, della religione gnostico-massonica oggi imperante all’ombra di un  umanesimo tanto sbandierato, ad ogni pie’ sospinto, ma solo a parole, quanto negato e contraddetto, in continuazione, nella pratica.
Su questo tema, ha osservato il giornalista e saggista Pier Giorgio Liverani nell’articolo Una nube nera sta accecando l’umanità (nel mensile Sì alla Vita, del Movimento per la Vita, Milano, n. 1 del gennaio 2015, pp. 21-23):

Aborto palese e mascherato da contraccezione, riproduzione artificiale, concepimento eterologo, affitto dell’utero, separazione tra sessualità e procreazione, “diritto di scelta”, autogestione dell’utero, divorzio, pluralismo etico personalizzato, embrioni soprannumerari e da esperimenti conservati sotto azoto liquido, commercio di oociti e di spermatozoi, dichiarazioni anticipate di fine vita, suicidi assistiti, eutanasia per tutti compresi anche i bambini [sotto i dodici anni: al di sopra, essa era già legale in Olanda, ma dal 2014 una legge approvata dal Parlamento belga estende il diritto all’eutanasia  a tutti i minori, abolendo ogni limite di età; nota nostra].
Ancora: tentativi di parificare al matrimonio e alla famiglia le semplici convivenze e perfino le unioni tra persone dello stesso sesso, trasformazione del corpo della donna (quello che l’aborto – dicono – avrebbe riscattato da antiche schiavitù clericali) in produttore di ormoni e oociti e di manipolazioni sessuali: abolizione della menopausa, traffico di gameti, nonne spinte a diventare madri vecchi e decadenti, figli prodotti per esercitare su di loro i nuovi egoismi e poteri femminili, medici, politici e commerciali… Tutto questo sotto la bandiera del principio di autodeterminazione (si cominciò con “l’utero è mio e lo gestisco io”…) che ormai sembra essere diventata la legge morale “laica” che dà forma e contenuti all’”homo novus” protagonista del regno della falsità laicista e liberatore da ogni vincolo mitologico. Ma è umanità questa? O una sua parodia? […]
La seconda guerra mondiale, che noi credevamo rappresentasse il culmine del famigerato “secolo breve”, teatro e realizzatore delle più grandi stragi e schiavitù della storia – autocrazie dittatoriali comuniste e nazista – aveva invece aperto le porte alla crisi della “umanità” che, lo costatiamo oggi, ha reso l’uomo disponibile alle novità dell’idolo Scienza e, insieme, al principio di autodeterminazione. Questo, al principio, non era ancora esplicito ed evidente, affascinante com’era e nascosto nei panni di servizio ai nuovi poteri e finalismi disumani. Lo capirono, però, alcuni romanzieri-profeti (Aldous Huxley con “Il mondo nuovo” e George Orwell con “1984”): il nuovo non-umanesimo ammetteva l’esistenza e la disponibilità dio esseri umani inferiori.
Era vero: oggi, in Italia e in Europa, i concepiti possono essere eliminati, i “donatori” non sono altro che spacciatori di propri gameti, le donne possono affittare il loro utero, i bambini possono essere prodotti artificialmente in proprio o commissionati ad altri per soddisfare desideri i desideri di un potere arcaico (lo “ius vitae ac necis” dell’antica Roma). L’omosessualità è equivalente alla normalità sessuale persino nell’adozione di chi diventa orfano di un genitore, i nuovi diritti cosiddetti “civili” possono esistere in contrasto con i diritti dell’uomo, quelli degli adulti possono azzerare i diritti dei bambini, la sessualità è disponibile a qualsiasi uso e mutazione, il potere politico può emanare leggi omicide e varare un’etica di Stato.
Una nube oscura che sembra un brutto sogno, ma è realtà. Quella nuvola ha un nome: la potremmo chiamare “nuova antropologia” come, profeticamente, il cardinale Camillo Ruini l’aveva chiamata in apertura della 44a Settimana Sociale dei cattolici italiani a Bologna, nell’ottobre 2004. Si stava – si sta tuttora – costruendo un umanesimo disumano, soggiogato dalla quasi onnipotenza della tecnologia, dal culto della scienza e dello sviluppo economico, dall’ideologia della “autodeterminazione” e dalla filosofia del “laicismo” spacciato per laicità. […]
Si sta tentando, insomma, più o meno consapevolmente, di demolire l’idea di uomo e di persona da rifare artificialmente senza legami o riferimenti metafisici. […]
Il principio di autodeterminazione spinge a pensare soprattutto a se stessi, è una specie di suicidio collettivo e a livello mondiale. Se vogliamo evitare che il mondo si suicidi, cominciamo con il ripensarle varie leggi 194 di tutto il mondo…

In pratica, sarà una battaglia difficilissima contro la nuova versione, democratica e progressista, dello Stato etico; uno stato che tratta da criminali i dissenzienti e che toglie la patria potestà ai genitori che non curano i figli ammalati, seguendo le prescrizioni della medicina accademica; o gli storici che avanzano qualche dubbio sulla cifra di sei milioni delle vittime ebree del genocidio perpetrato dal nazismo; o che spedisce ai servizi sociali, per una processo di “rieducazione”, una coppia di  pasticcieri, marito e moglie, i quali si sono rifiutati di confezionare una torta di nozze per due donne lesbiche convolanti a “giuste” nozze.
E sarà difficile non solo perché, ormai, i poteri occulti intenzionati a stravolgere il senso morale dell’umanità si sono saldamente impadroniti non solo dei parlamenti e della magistratura, ma anche e soprattutto degli organi d’informazione, del cinema e di buona parte della classe insegnante, dall’asilo e dalla scuola elementare fino all’università; ma, più ancora, perché un senso di torpore, di stanchezza, di rassegnazione e quasi d’indifferenza, si è impadronito di moltissime persone, le quali, anche se, probabilmente, formano tuttora una maggioranza perplessa o contraria a tali trasformazioni, si sentono e si credono, di fatto, isolate e minoritarie, disarmate, impotenti, scoraggiate, per cui rinunciano a battersi in partenza e si accontentano di sopravvivere, cercando di non vedere e di non farsi notare, e sperando, così, che i cambiamenti in atto non giungano a irrompere con forza devastante nel bel mezzo delle loro vite.
In pratica, questa maggioranza silenziosa sta subendo in pieno un ricatto di enormi proporzioni: ricatto intellettuale, morale e civile, poiché teme di essere giudicata poco intelligente e poco evoluta, nonché poco sensibile ai diritti delle minoranze, e, infine, perché teme di incorrere nei rigori della legge. Non si sono visti dei giudici condannare dei genitori, rei di avere affibbiato un meritatissimo ceffone al figlio che l’aveva combinata grossa? O condannare dei genitori che si erano stancati di mantenere a vita il figlio quarantenne, eterno studente fuori corso e disoccupato non troppo ansioso di trovarsi un lavoro? E non si è vista la corte suprema di Strasburgo condannare l’Italia al risarcimento dei “danni morali”, per non aver acconsentito alla concessione della cittadinanza a un cittadino straniero, che la chiedeva per “ricongiungimento al coniuge”, laddove il “coniuge” era un cittadino italiano del suo stesso sesso?
Quanto all’aborto, chi ormai ne parla più, tranne pochi gruppetti irriducibili? E come mai, alle manifestazioni del Family Day, che vorrebbero richiamare l’attenzione dei politici e dell’opinione pubblica sull’importanza di sostenere e valorizzare la famiglia naturale, formata da un uomo, una donna e (possibilmente) dei figli, è mancato quasi del tutto l’appoggio e l’incoraggiamento della Chiesa cattolica? La Chiesa di papa Francesco si ritiene troppo progressista, troppo evoluta, troppo moderna, per prendere posizione su taliantiquate questioni? Forse si vergogna un poco, o magari parecchio, di questi troppo zelanti difensori della sua morale, di questi paladini di una causa ch’essa giudica ormai persa? È talmente preoccupata dei “diritti”, veri e presunti, delle persone, a cominciare da quelli degli immigrati/invasori clandestini, da scordarsi dei diritti dei nascituri, soppressi nell’utero materno? Ci tiene troppo a mantenere buone relazioni con il potere politico, con lo Stato etico, al punto che preferisce convivere con la religione gnostico-massonica da esso veicolata, e mandar giù in silenzio tutti i bocconi amari, consolandosi col pensiero di un male inteso “ecumenismo” e di una ancor più equivoca “laicità”, che poi non è altro che sfrenato laicismo, non solo anticristiano, ma anche, in definitiva, anti-umano?
Torniamo al punto di partenza del nostro ragionamento. Se si ha dell’uomo una idea sbagliata, le leggi varate in suo “favore”, a difesa dei suoi “diritti”, si ritorceranno fatalmente contro di lui. Ora, è radicalmente sbagliata, anche sul piano strettamente filosofico – e si può dimostrarlo -, l’idea che l‘uomo sia un essere autosufficiente e completo in se stesso, pienamente padrone di sé e sciolto da qualunque vincolo di responsabilità e di solidarietà con i suoi simili e con il mondo tutto. In altre parole, una società basata sulla erronea filosofia dei diritti a senso unico, corre dritta verso la rovina.


Bisogna fermare questo umanesimo disumano prima che distrugga l’uomo e la sua la civiltà

di Francesco Lamendola

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