ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 6 luglio 2016

Ipaziamento?

cavalcoli
” Perchè la Chiesa dovrebbe chiedere scusa ai gay?  Certe dichiarazioni del Papa sono imprudenti”. Lo afferma in questa intervista a Lafedequotidiana il noto teologo domenicano padre Giovanni Cavalcoli.
Padre Cavalcoli, il Papa dice che la  Chiesa deve chiedere perdono anche ai gay, è d’accordo?
” No, non vedo perché. Il problema è complesso. Il Papa è il Vicario di Cristo sulla terra per  i cattolici, progressisti e conservatori,  va rispettato. Però, con altrettanta franchezza dico che sta perdendo colpi, ha delle uscite, come questa sui gay,  poco spiegabili, che turbano o per lo meno sconcertano”.

E allora?
” Penso che il Papa volesse dire un’altra cosa, ammonire dal rischio di una condotta anche verbale troppo dura e senza misericordia verso i gay e questo è giusto, qualche volta è accaduto. Però avrebbe dovuto e potuto associare a quella affermazione una seconda parte nella quale ricordava la gravità morale del peccato di sodomia, vale a dire completare il discorso. Penso che egli sia carente nella virtù della prudenza, spesso ambiguo nelle sue affermazioni che possono essere interpretate in vari modi, parla troppo e a braccio, un male specialmente per uno che è non è padrone di  un ‘altra lingua. In certi casi è rozzo”.
Perché imprudente?
” Perché quando parla lui è impegnativo, le sue dichiarazioni non appartengono all’ uomo della strada o al parroco di campagna. A certi livelli è bene evitare la faciloneria, argomenti tanto delicati non si affrontano in cinque minuti di conferenza sull’ aereo che  non è Magistero e dunque è criticabile. Non vorrei essere nei panni del povero Padre Lombardi. Io ho lavorato nella Segreteria di Stato ed è una ricchezza stare a contatto col Papa. Le dico che Giovanni Paolo II faceva rivedere i discorsi, era umile e prudente. Bergoglio vuole fare tutto da solo, parla spesso a braccio fa e disfa come vuole e crea problemi, oltre alla difficoltà di interpretazione. Occorre  umiltà”.
E il successo mediatico?
” Anche qui  è complicato ed è un guaio per molti aspetti. Se gli atei, i comunisti e i massoni ti elogiano, mentre tanti cattolici, progressisti e non, hanno dubbi, qualche cosa non funziona, ma lui, Bergoglio, non se ne da per inteso. Tanti cattolici  sono preoccupati , ci sta del disorientamento. E qui non esiste il paragone ardito che spesso egli fa di Gesù che mangiava coi peccatori, Gesù parlava chiaro e diceva sì quando è sì, non quando è no. Indubbiamente non possiamo togliere a questo Papa il buono che ha, specie nella pastorale sociale, e non condivido le accuse di eresia, però  ci sono cose che non vanno e penso al linguaggio, alla imprudenza e alla faciloneria anche teologica in alcune circostanze. Non dovrebbe parlare a braccio e troppo, crea pasticci”.
Sodomia è peccato?
” Lo è. San Paolo  è chiaro. E’ un peccato mortale, roba da Catechismo  e chi è in peccato mortale se muore senza pentimento,  va all’ Inferno, è bene che anche preti e vescovi se lo mettano in testa e  noi sacerdoti dobbiamo dirlo costi quel che costi”.
Lutero fu davvero medicina per la Chiesa cattolica?
” Anche qui vale lo steso discorso. Poteva risparmiarsela, lo dico con filiale devozione e affetto”.
Chiede scusa ai gay?
” Perchè mai?”
Bruno Volpe

 Michele M. Ippolito
  6 luglio 2016  
http://www.lafedequotidiana.it/padre-cavalcoli-quando-parla-a-braccio-papa-francesco-crea-pasticci/

FAMIGLIA E ANARCHIA SESSUALE

    Distruggere la famiglia per distruggere la società mediante l’anarchia sessuale. L’obiettivo della Gnosi massonica è distruggere la società, per farlo bisogna distruggere il suo nucleo fondamentale, che è la famiglia di Francesco Lamendola  



L’obiettivo della Gnosi massonica è distruggere la società; per distruggere la società, bisogna distruggere il suo nucleo fondamentale, che è la famiglia; e non si può farlo solo per via legislativa, anche se questa strada è tuttora praticata e svolge un ruolo sussidiario nella strategia globale, ma bisogna puntare soprattutto su una auto-distruzione volontaria di essa. Come? Predicando e diffondendo una totale anarchia sessuale, presentata sotto le spoglie di una sedicente “liberazione”, in modo che l’uomo e la donna, e specialmente i giovani, siano orientati verso il sesso fine a se stesso, verso il disordine della concupiscenza carnale, invece che verso l’unione matura e responsabile che si realizza nel modello familiare tradizionalmente, specialmente religioso e cristiano. Si tratta, quindi, di presentare il modello familiare come intrinsecamente repressivo, soffocante, malvagio, intollerabile, e di additare ai giovani, e specialmente alle ragazze, la meta del piacere e il rifiuto della genitorialità, della maternità, del ruolo femminile “tradizionale”; ciò che è stato fatto, in forma sempre più esplicita, a partire dal secondo dopoguerra, e specialmente negli anni intorno al ‘68. Oggi, tutto ciò è diventato parte della “cultura” di base della maggior pare delle persone, poiché la famiglia stessa e le altre agenzie educative, la scuola, in parte la Chiesa stessa, hanno accettato simili principi, o li hanno avallati di fatto: sicché il femminismo, l’omosessualità, la bisessualità, la teoria delgender, sono diventati parte irrinunciabile del modo di pensare dell’uomo e della donna moderni, e chiunque la pensi altrimenti è divenuto, almeno apparentemente, minoranza, contro la quale si attuano o si invocano provvedimenti di legge.
Si prenda il caso del dotto Joseph Nicolosi, uno psicologo californiano (classe 1947) che è divenuto noto in tutto il mondo per la sua teoria riparativa dell’omosessualità. In sintesi, Nicolsi afferma quello che sostenevano, fino a qualche tempo fa, praticamente tutti gli psicologi, ma che adesso è divenuto politicamente scorretto e motivo di scandalo: che l’omosessualità è una deviazione dal normale sviluppo psicologico del bambino, causato da un padre assente, una madre possessiva e un certo gradi di “predisposizione”; e che è possibile, se lo si desidera, intraprendere dei percorsi per “riparare” alla propria condizione omosessuale, orientandosi nuovamente verso l’altro sesso. Nicolosi non si è limitato alle parole, è passato alla pratica e ha pubblicato degli studi dai quali risulta che una percentuale non indifferente di pazienti (circa un terzo), i quali hanno seguito le sue terapie riparative, sono riusciti a liberarsi dalle proprie tendenze omosessuali - o, più esattamente, dalle proprie carenze di “identità” sessuale - e a “riconciliarsi” con il sesso opposto. Ebbene, contro di lui si è mobilitato quasi tutto l’establishment medico e psicologico americano e mondiale; le maggiori istituzioni accademiche – come l’American Psychological Association e l’American Psychiatric Association - hanno puntato il dito contro di lui e la sua teoria, affermando che l’omosessualità non è una psicopatologia e, quindi, che é intrinsecamente sbagliato “curarla” come tale. E questo benché Nicolosi abbia specificato di non considerare necessariamente l’omosessualità come una malattia semmai come un “disordine affettivo”, ma di ritenere che molte persone con tendenze omosessuali soffrano non solo e non tanto per la discriminazione di cui sarebbero oggetto da parte della cultura “omofobica” dominante, bensì per i modelli e gli stili di vita propagandati dalla cultura gay militante, modelli e stili che esse non condividono e che le mettono in uno stato d’imbarazzo, di ansia e di fortissimo disagio, causando loro tutta una serie di ulteriori problemi psicologici.
Considerando le cose sotto questo puto di vista, si arriva alla conclusione che fenomeni “culturali” come il femminismo e, ora, la diffusione della cosiddetta ideologia gender, non sono affatto spontanei, non sono maturati dal basso, cioè dalla coscienza e dalla consapevolezza di persone, o di minoranze, divenute finalmente consapevoli dei loro diritti e della discriminazione e/o sottomissione, cui la società le avrebbe lungamente costrette, ma che sono state pensate, volute, studiate e pianificate, nonché materialmente sostenute e finanziate, da centri di potere occulto, il cui obiettivo ultimo è, attraverso la distruzione della famiglia, la distruzione della società, allo scopo di ricostruirla partendo da zero, secondo il modello gnostico-massonico di una élite mondiale che a ciò sta lavorando, da molto tempo, dietro le quinte della storia.
Uno dei pensatori che con maggiore lucidità si sono resi conto, per tempo, che era in atto una dinamica come quella qui brevemente descritta, e che il riduzionismo religioso, il femminismo, il relativismo e lo stesso marxismo, nonché i movimenti e le teorie della cosiddetta “liberazione sessuale”, per non parlare delle “cristologie antimetafisiche” dei vari Karl Rahner ed Hans Küng, avevano ed hanno, quale matrice comune, la gnosi, ossia un disegno di “salvezza” da perseguire mediante la scienza e la politica, è stato l’italiano Emanuele Samek Lodovici (nato a Messina il 28 dicembre 1942 e spentosi a Milano, dove era sempre vissuto, il 5 maggio 1981), un grande filosofo tuttora pochissimo conosciuto rispetto ai suoi meriti effettivi. Augusto del Noce lo salutò come un futuro maestro; tuttavia, a parte Vittorio Mathieu, non si può certo dire che il mondo accademico italiano si sia accorto di lui, e meno ancora la stampa e i salotti televisivi, tutti dominanti dalla onnipresente cultura di sinistra. Senza dubbio, alla congiura del silenzio hanno contribuito anche le sue radici cattoliche e la sua dichiarata volontà di restaurare la spiritualità minacciata, contro le forze sovversive della disgregazione morale, sociale e intellettuale. Discorso che, appunto negli anni intorno al ’68, quando gran parte dell’establishmentculturale cercava di accodarsi o di acconciarsi, con più o meno successo, al carrozzone marxista e neomarxista, pervaso dalla sue velleità e farneticazioni rivoluzionarie (e si pensi anche a patetici episodi, come i sonori fischi degli studenti ad Alberto Moravia, il quale credeva di “incassare” la loro gratitudine, forse appunto per aver sparato a zero, per tutta la vita, contro l’istituto familiare), appariva non solo donchisciottesco, ma quasi suicida.
In uno dei suoi libri, scritti con chiarezza esemplare e senza inutili tecnicismi o gratuiti sfoggi dialettici (cosa che non si può certo dire di altri filosofi italiani che pure vanno per la maggiore, forse perché politicamente correttissimi nel loro apparente “andare controcorrente”), Metamorfosi della gnosi, egli, fra le altre cose, indicava in Wilhelm Reich il grande “santone” della rivoluzione sessuale contemporanea e mostrava come quest’ultima sia stata parte di un disegno gnostico mondiale mirante alla deliberata distruzione della famiglia.
Vogliamo riportare qui un passaggio centrale della sua analisi, da cui appare la sua straordinaria lucidità ed esattezza (da: F. Samek Lodovici, Metamorfosi della gnosi. Quadri della dissoluzione contemporanea, Milano, Edizioni Ares, 1979, pp. 149-1152):

Esiste, allora, a questo punto, un ultimo mezzo che penetra più degli altri sino in fondo nella struttura familiare e che ne può far scoppiare il nucleo intimo; ed è merito (se così si può dire) si Wilhelm Reich di averne colto la figura radicale e di averla collegata al processo rivoluzionario. Vogliamo parlare della “rivoluzione sessuale”. Quello di cui Marx ed Engels avevano soltanto posto le premesse ideali (non esiste una morale assoluta) e quello che Engels non aveva osato affermare pienamente ma solo implicitamente (la passione non deve trovare inibizioni) si trova pienamente teorizzato da Reich e in lui agganciato alla lotta rivoluzionaria.
Reich, infatti, merita di essere ricordato almeno per due ragioni. La PRIMA perché è la dimostrazione vivente che la proclamazione del sesso come idea-guida liberatrice non è una tesi IN OPPOSIZIONE ma IN CONTINUITÀ con la liberazione politica promossa al marxismo classico. Si potrà sostenere sin che si vuole la struttura essenzialmente puritana della società socialista, ma non si può dimenticare […] che anche all’interno del marxismo classico esiste un momento di abbandono ad una sessualità non razionalizzata. O, per dirla in altri termini, la lotta alla repressione, che Reich ha visto come lotta suprema e inglobante (o hegelianamente “superante”) tutte le lotte di tipo politico per il progresso delle classi proletarie, la lotta alla repressione sessuale, dicevamo, è in ultima analisi il momento alla lunga vincente, una volta che fosse possibile, ala rivoluzione, di prendere tutto il potere. Nelle società in cui la rivoluzione ha vinto, infatti, ciò che impedisce la goduria generalizzata è il PRINCIPIO DI REALTÀ, un mero principio di fatto, si badi bene, e questo non significa per nulla che il grande intermezzo fourieristico non rappresenti il porto finale a cui, per forza di cose, deve concludere una società liberata, dall’impasse di principi morali trascendenti.
La SECONDA ragione dell’interesse di reich sta invece nella sua profonda consapevolezza che la rivoluzione sessuale ha come ostacolo precipuo la forma tradizionale della famiglia. È la famiglia che inibisce la sessualità libera dei coniugi, è la famiglia che fabbrica le mentalità autoritarie e le strutture conservatrici, è la famiglia che prepara, attraverso la limitazione della sessualità genitale del bambino, una serie di adulti fondamentalmente repressi e incapaci di godere. La famiglia, infatti, al dire di Reich, “con la sua stessa forma  e con una diretta influenza, non solo trasmette le ideologie e gli atteggiamenti conservatori all’assetto sociale esistente; ma basandosi sulla struttura sessuale alla quale deve la sua esistenza e con cui procrea [una struttura in cui c’è un padre-padrone da un lato e mogie e figli dall’altro] esercita anche una influenza immediata, in senso conservatore sulla struttura sessuale infantile” (“Reich, “La rivoluzione sessuale”, Milano, 1972, p. 72). Ecco perché necessario abolirla. Si capisce allora come una rivoluzione sessuale, che parta dalla tesi reichiana che il vero obiettivo della vita è l’emancipazione sessuale, finisca per essere profondamente incidente sulla struttura di questa cellula germinale della società. Si prenda sul serio la tesi della lotta alla repressione e se ne dia corso attraverso un’adeguata campagna di stampa che diffonda modelli di “vita sessuale liberata”, che diffonda costumi aberranti, o tolleri benevolmente la “Sexwelle” pornografica, e si vedrà subito la profondità delle conseguenze per l’istituto familiare. Ogni componente di esso inseguirà un sogno di libertà erotica che lo separerà totalmente dagli altri. Il marito dalla moglie, e viceversa, i figli dai genitori, e viceversa (non si capisce infatti in base a quali considerazioni vi dovrebbero essere rinunce o differimenti di fronte a qualsivoglia occasione di piacere). Rispetto al mio io tutti gli altri saranno mezzo e non più fine; il mondo intero diventerà il combustibile  della mia passione. Alla maniera dei vecchi anarchici tipo Stirner, saremo tutti un unico che, come una candela, vivrà consumandosi freneticamente, preoccupato soltanto del massimo di godimento possibile qui ed ora. E con ciò la dissoluzione sociale familiare sarà portata al suo ultimo stadio.

Non si poteva essere più chiari, più lucidi, più conseguenti: nessuna rottura, ma anzi perfetta continuità, fra marxismo e rivoluzione sessuale; il preteso puritanesimo marxista è solo apparente; nei fatti, vi è una convergenza inesorabile fra la liberazione politica del proletariato, da conseguire mediante la rivoluzione comunista, e la liberazione sessuale degli uomini, e specialmente delle donne, da ottenere mediante la rivoluzione sessuale. Wilhelm Reich è il “filosofo” del femminismo e della “liberazione sessuale”, il vero erede di Marx ed Engels, colui che ha portato alle logiche conseguenze le premesse relativiste e soggettiviste già presenti nei “maestri”. Perché limitare la “liberazione” all’ambito socio-politico ed economico? L’uomo sarà sempre schiavo, e la donna sarà sempre sottomessa a questo schiavo, finché entrambi non conosceranno le delizie della piena e incondizionata libertà sessuale. Ma c’è un ultimo ostacolo da abbattere, per giungere alla meta: la famiglia. Così come la borghesia deve essere tolta di mezzo affinché il proletariato possa emanciparsi, allo stesso modo la famiglia deve essere spazzata via, affinché i singoli individui possano trovare, mediante la gioia del sesso illimitato e incondizionato, la piena realizzazione di sé, la “felicità” d’illuministica memoria. E qui c’è anche la rivincita postuma di Bakunin e Max Stirner, su Marx ed Engels, dopo l’espulsione degli anarchici dalla prima Internazionale: qui, infatti, affiora il lato anarchico insito, allo stato latente, nel marxismo, filosofia d’ordine, ma che, in quanto rivoluzionaria, non può non fare leva proprio sulle forze istintive, soggettive ed edoniste latenti nell’io. Un ultimo sforzo, dunque: seppellita la famiglia sotto cumuli d’escrementi, il gioco è fatto...


Distruggere la famiglia per distruggere la società mediante l’anarchia sessuale

di Francesco Lamendola
Alberto Maggi“Perdono ai gay? Un atto sensato, giusto e persino tardivo”. Lo afferma il teologo padre Alberto Maggi, Direttore di Studi Biblici Vannucci, appartenente all’ Ordine dei Servi di Maria.
Padre Maggi, di ritorno dal viaggio in Armenia, il Papa ha detto che la Chiesa dovrebbe chiedere scusa anche ai gay, condivide?
“Certo. Credo  che sia un atto sensato, giusto, doveroso  e persino tardivo, è arrivato con ritardo rispetto alla tabella di marcia, visto che i gay hanno subito e subiscono persecuzioni legate alla loro condizione”.
Persecuzioni?
” Sì. Gli omosessuali e le lesbiche sono stati perseguitati e in parte ancora lo sono, solo per la “colpa”, chiamiamola così, di voler bene. Il vero male, al contrario, è odiarsi, detestarsi con la violenza, mai l’amore di qualunque orientamento sessuale sia. In pratica i gay sono perseguitati per il solo fatto di amare e di volersi bene, una cosa illogica”.
Ma la dottrina della Chiesa cattolica e il catechismo sono chiari, vanno in senso  contrario…
” L’ orientamento sessuale al fine delle Beatitudini della vita, non conta. Quello che rileva è la quantità e la qualità di amore che  si danno e pertanto che senso ha giudicare in base al sesso o alle inclinazioni? La dottrina, inoltre, non è un monolite o un fossile, può cambiare, si evolve con i tempi e poi..”.
Poi?
“Vangelo alla mano, di omosessualità non si parla, trovatemi un passo del Vangelo, dico uno. Il problema omosessualità non si trova e certamente il Vangelo non vi ha prestato attenzione, perchè a suo tempo non  era al centro dei dibattiti come oggi. Non ho mai letto nel Vangelo un versetto che discimini i gay”.
Secondo lei due omosessuali o lesbiche possono adottare  bambini?
” E’ una faccenda molto delicata che richiede conoscenza e ponderazione. Io non sono un esperto e non so dare risposte precise o competenti. Dico  che dopo la Grande Guerra tante donne hanno allevato da sole o con altre donne i bambini causa della morte dei mariti  durante i combattimenti e non sono cresciuti degli anormali”.
Che cosa pensa di Papa Francesco?
” Lo trovo geniale, ha scelto con saggezza la via della misericordia e la sua grandezza consiste nell’ aver compreso che non bisogna portare gli uomini verso Dio, ma Dio verso gli uomini con la  tenerezza. Ha scelto la via della compassione , io sono entusiasta di lui, ci fa respirare ogni giorno, il buon profumo del Vangelo”.
Bruno Volpe

4 commenti:

  1. Il teologo Alberto Maggi: “I gay sono perseguitati solo perchè amano” ma ci faccia il piacere non si può sentire un eretico....altro che teologo...dovrebbe essere scomunicato .. dice"è la quantità e la qualità di amore "....si si quando si presenterà a Dio poi vedrà "la quantità e la qualità" di punizione per il peccato che grida vendetta a Dio! O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio?“Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci ...

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  2. il caro alberto maggi dimostra di non aver capito niente della religione cattolica come il suo tanto amato Bergoglio:chi mi ama preda la sua croce e mi segua.Cristo è venuto sulla terra per riportare gli uomini a Dio,uomini che si erano allontanati da lui con il peccato originale e che mai e poi mai avrebbero potuto rimediare a tale danno.Il cammino per ritornare a Lui c'è stato indicato nel vangelo...abbandonare l'uomo antico pieno di tutti le perversioni'immoralita' e rivestirsi dell'uomo nuovo(CRISTO)e a tale uomo ci sia arriva rispettando i commandamenti(TUTTI),i sacramenti(TUTTI)la preghiera,la confessione sincera con il fermo proponimento di non commettere più alcun peccato mortale(va e non peccare più),la comunione ricevuta in STATO DI GRAZIA(per non mangiare la propria condanna)e il santissimo rosario della Mediatrice di tutte le Grazie.La misericordia bergogliana che lascia l'uomo nello stato pietoso del peccato(convincendolo che Dio perdona tutto a prescindere del pentimento)non porta Dio all'uomo,ma satana e il suo inferno(che ESISTE ed è strapieno dim anime dannate per l'eternità).

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  3. Il Papa Bergoglio, con la sua predicazione (?), è diventato elemento dirimente.

    Chi lo esalta e si dice entusiasta di lui e del suo insegnamento (?) fa una precisa scelta di campo: quello dell'anticristo.

    Il teologo Maggi, inoltre, non pago dello sviolinamento papolatrico e dell'incensamento degli Lgbt (è tutto ammoore-ammoris melassa) ci tiene a dire molto anche di sé e della sponda scelta.

    Che poi finga di non avere mai visto un gaypride e addirittura di non sapere cosa la Bibbia dice di Sodoma e Gomorra la dice lunga sul personaggio.

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  4. Il "teologo" Alberto Maggi farebbe bene ad impegnare un po' del suo tempo ad una più attenta rilettura del Vangelo.

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