Chiesa cattolica, è in atto una guerra civile
Papa Francesco ha chiuso la Porta Santa, ma il suo messaggio è accompagnato dal brontolio di una crisi sotterranea. Una guerra civile è in corso nella Chiesa. Uno scontro che tocca l’autorità del pontefice e il suo programma riformatore. Sono in gioco visioni opposte sul ruolo della Chiesa, il “peccato”, la salvezza delle anime. E come in tutte le guerre civili il conflitto non contempla compromessi.
E’ un evento assolutamente inedito nella storia moderna del papato. E la prima cosa che colpisce è il silenzio imbarazzatodelle alte gerarchie ecclesiastiche. Non un cardinale ha controbattuto pubblicamente le loro tesi, non un presidente di conferenza episcopale, non il dirigente di qualche grande associazione cattolica. E dire che, prendendo di petto il ruolo della coscienza, di cui parla Francesco, i quattro porporati affermano che in tal caso si rischia di arrivare al punto in cui diventano ipotizzabili “casi adulterio virtuoso, omicidio legale e spergiuro obbligatorio”.
Due dei porporati sono esponenti di Curia: il tedesco Walter Brandmueller, già presidente del pontificio Comitato di scienze storiche, e l’americano Raymond Burke, già presidente del tribunale della Segnatura apostolica. E due sono arcivescovi emeriti di grandi diocesi: Carlo Caffarra, caro a Giovanni Paolo II eBenedetto XVI e fino al 2015 alla guida di Bologna, e Joachim Meisner, un intimo di papa Ratzinger, fino al 2014 a capo della diocesi di Colonia.
Liquidare la loro lettera – a cui Francesco ha risposto indirettamente in un’intervista ad Avvenire , denunciando un“certo legalismo che può essere ideologico” – come il sussulto di quattro “ultraconservatori” significa non comprendere lo scontro sotterraneo, che si è andato sviluppando nella Chiesa cattolica nell’ultimo biennio. I quattro sono la punta di un iceberg, che si va allargando e diffondendo. Parlano anche permolti che non si espongono.
Per anni i media non hanno compreso la profondità delmovimento anti-Obama, che ha portato l’8 novembre alla sconfitta della sua politica. Oggi rischiano di ripetere lo stesso errore con Francesco. Abbacinati dal suo carisma e dal consenso planetario di cui gode anche tra agnostici e non credenti, molti rimuovono la sistematica escalation di quanti tra il clero, gli episcopati, il collegio cardinalizio contestano la teologia di misericordia del pontefice.
Tra i due Sinodi c’è stato uno spostamento di accento fondamentale. Se nei passati decenni, nello scontro tra riformatori e conservatori, il pontefice rimaneva “arbitro” per la maggioranza della gerarchia ecclesiastica. Oggi, invece, il Papa è diventato parte in causa. Basta leggere l’ultima intervista del cardinale Burke: l’Amoris Laetitia, afferma, “non è Magistero perché contiene serie ambiguità che confondono i fedeli e li possono indurre all’errore e al peccato grave. Un documento che presenti questi difetti non può far parte dell’insegnamento perenne della Chiesa”.
In due anni c’è stato un crescendo di azioni di dissenso. Prima del Sinodo 2014 cinque cardinali scrissero un libro in difesa della dottrina tradizionale del matrimonio. Poi intervennero con un altro libro 11 porporati di ogni parte del mondo, fra cui personalità importanti, riconosciute tra il clero e l’episcopato. Intanto quasi 800mila cattolici, fra cui 100 vescovi, firmavano una petizione al Papa per bloccare le innovazioni. A Sinodo 2015 iniziato, 13 cardinali scrissero a Bergoglio mettendo in questione la regolarità della direzione dell’assemblea.
Un movimento sistematico di contestazione a cui il fronte riformatore ha opposto solo timidezza. E infatti – benché molti vogliano dimenticarlo – nelle votazioni al Sinodo sulla Famigliadel 2015 sono state rigettate le tesi di una via penitenziale, che riconoscesse apertamente la possibilità della comunione ai divorziati risposati. La maggioranza tradizionalista di questo parlamento mondiale dei vescovi ha detto “no”. Nel frattempo è sorta una rete di cardinali, vescovi, preti, teologi e laici impegnati, firmatari di una “Dichiarazione di fedeltà al magistero immutabile della Chiesa sul matrimonio”. Successivamente 45 teologi hanno scritto (in forma anonima) al collegio cardinalizio, insinuando che certe interpretazioni di Amoris Laetitia potrebbero essere “eretiche”.
Il movimento anti-Bergoglio lavora sul tempo. Negli Stati Uniti l’escalation sottovalutata contro Obama ha portato alla sconfitta dei Democratici. Nella Chiesa cattolica la posta in gioco è ilfuturo conclave. Oggi lo storico della Chiesa Alberto Melloniparla di “isolamento” del pontefice. E Andrea Riccardi, storico anche lui, spiega che mai nel Novecento un pontefice ha trovato tanta opposizione tra gli episcopati e il clero.
Nella guerra civile in corso nella Chiesa l’obiettivo è il dopo-Francesco: non dovrà arrivare sul trono papale un uomo che porti a sviluppo le riforme iniziate.
Socci: “Bergoglio è stato un fallimento, si dimetterà tra un mese”
-Redazione- Antonio Socci dalle pagine di Libero attacca in maniera decisa, circostanziata e pesante il pontificato di Papa Francesco.
“Negli ambienti cattolici c’è ormai la sensazione che questo pontificato sia finito in un vicolo cieco, venuto meno oltretutto il contesto politico in cui è nato (la presidenza Obama/Clinton)” scrive Socci.
Il Giubileo non è stato un successo, aggiunge: “Il «Giubileo di Francesco» è stato un flop e non solo per gli albergatori romani. Il popolo cristiano lo ha disertato o non lo ha vissuto con convinzione”.
Le critiche continuano: “Il fallimento più grosso di papa Bergoglio è quello politico, visto che proprio tre temi politici ultraprogressisti caratterizzano il suo pontificato: spalancare le porte a emigrazioni di massa, l’ ecocatastrofismo e le aperture acritiche all’ Islam”.
Soprattutto la vittoria di Donald Trump nelle presidenziali americane che rappresenta per lui una disfatta. Anzitutto perché Trump ha una linea opposta alla sua (e a quella di Obama) su emigrazione, ecocatastrofismo e Islam. In secondo luogo perché Bergoglio, durante il suo viaggio in America, aveva esplicitamente attaccato Trump con un duro anatema «ad personam» del tutto irrituale e invasivo.
Poi Socci “sgancia la bomba”:
Altri ipotizzano dimissioni allo scoccare degli 80 anni (fra un mese).
21/11/2016
http://www.articolotre.com/2016/11/socci-bergoglio-e-stato-un-fallimento-si-dimettera-tra-un-mese/
Il Giubileo non è stato un successo, aggiunge: “Il «Giubileo di Francesco» è stato un flop e non solo per gli albergatori romani. Il popolo cristiano lo ha disertato o non lo ha vissuto con convinzione”.
Le critiche continuano: “Il fallimento più grosso di papa Bergoglio è quello politico, visto che proprio tre temi politici ultraprogressisti caratterizzano il suo pontificato: spalancare le porte a emigrazioni di massa, l’ ecocatastrofismo e le aperture acritiche all’ Islam”.
Soprattutto la vittoria di Donald Trump nelle presidenziali americane che rappresenta per lui una disfatta. Anzitutto perché Trump ha una linea opposta alla sua (e a quella di Obama) su emigrazione, ecocatastrofismo e Islam. In secondo luogo perché Bergoglio, durante il suo viaggio in America, aveva esplicitamente attaccato Trump con un duro anatema «ad personam» del tutto irrituale e invasivo.
Poi Socci “sgancia la bomba”:
Altri ipotizzano dimissioni allo scoccare degli 80 anni (fra un mese).
21/11/2016
Fa strabiliare l'affermazione di Politi: "Molti media, ABBACINATI DAL SUO CARISMA [di papa Bergoglio, ndr] E DAL CONSENSO PLANETARIO DI CUI GODE anche tra agnostici e non credenti, .............."
RispondiEliminaMa di quale carisma abbacinante e di quale consenso planetario parla Politi???
Allora l'ha capito solo il popolo dei credenti che i cosiddetti carisma abbacinante e consenso planetario (Uomo dell'anno di qua, Premio Carlo Magno di là, relatore al congresso USA, e via applaudendo) di papa Bergoglio non sono altro che gigantesche coreografie posticce montate e gonfiate ad arte dai committenti perché il loro 'incaricato' portasse a termine l'opera di smantellamento, pezzo dopo pezzo, della Chiesa cattolica?
Ma ci sbatteranno tutti la teta, i suoi committenti e lo stesso "Grande Riformatore", come è stato definito questo nemico di NSGC. "Ma il Signore aveva altri progetti", ci ricorda la profezia della Emmerick, ma da quell'orecchio questi tizzoni infernali fanno finta di non sentirci, vuol dire che saranno costretti ad aprire gli occhi al momento in cui la Madonna lascerà cadere il braccio del Suo Divin Figlio ( a La Salette Lei ci ha detto che il braccio di Gesù è diventato così pesante che non riesce quasi più a trattenerlo alzato). Ancora, a un bel momento la Madonna non farà più rinfoderare la spada di fuoco a san Michele Arcangelo : se ne accorgeranno, allora, questi massoni, questi adoratori di Satana, come è bello essersi schierati dalla parte del nemico di Cristo !
EliminaIl grosso problema sarà DISFARE quello che ha fatto l'argentino.
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