Papa Francesco: "Aiutare i migranti è come accogliere Dio stesso"
"Esprimo la mia solidarietà ai migranti del mondo e ringrazio coloro che li aiutano: accogliere l'altro è come accogliere Dio in persona!". Lo scrive Papa Francesco in un tweet, pubblicato in occasione della Giornata mondiale dei migranti.
CHI E' IL VERO "MIGRANTE" ?
Questa società non punta ad accogliere chi arriva da noi, ma a rendere migrante chi c'è già.
Il capitale non mira a integrare i migranti ma a disintegrare i non-ancora-migranti affinché si adattino allo stile di vita apolide e nomade
Il capitale non mira a integrare i migranti ma a disintegrare i non-ancora-migranti affinché si adattino allo stile di vita apolide e nomade
di Diego Fusaro
TRIONFO DELL'INSTABILITÀ
ALTRO CHE INTEGRAZIONE
http://www.ilcorrieredelleregioni.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10455:chi-e-il-vero-qmigranteq-&catid=114:civiltaoccidentale&Itemid=145
L’elogio ipocrita dell’immigrazione da parte dell’èlite neofeudale e dei suoi oratores della sinistra del costume non si spiega unicamente in ragione dell’«esercito industriale di riserva» (Marx) che i migranti vanno a costituire, abbassando i costi della forza lavoro e accrescendone la debolezza.
I migranti sono per il capitale gli schiavi ideali: ricattabili, senza coscienza di classe, disposti a tutto pur di sopravvivere.
Accanto a questo motivo, e a esso connesso, ve ne è un altro.
Il nuovo profilo antropologico coessenziale al tempo della precarietà a tempo indeterminato corrisponde a quello dell’uomo senza identità e senza radici; il quale è, al tempo stesso, homo migransdeterritorializzato, apolide e sradicato, sempre pronto, valigia alla mano, a spostarsi seguendo i processi della delocalizzazione e della volatilizzazione dei capitali.
I migranti sono per il capitale gli schiavi ideali: ricattabili, senza coscienza di classe, disposti a tutto pur di sopravvivere.
Accanto a questo motivo, e a esso connesso, ve ne è un altro.
Il nuovo profilo antropologico coessenziale al tempo della precarietà a tempo indeterminato corrisponde a quello dell’uomo senza identità e senza radici; il quale è, al tempo stesso, homo migransdeterritorializzato, apolide e sradicato, sempre pronto, valigia alla mano, a spostarsi seguendo i processi della delocalizzazione e della volatilizzazione dei capitali.
TRIONFO DELL'INSTABILITÀ
In virtù del fatto che, nel regime della precarietà assoluta del finanz-capitalismo, ogni progetto e ogni legame risultano a tempo determinato, il soggetto deve sapersi distaccare disinvoltamente da tutto, abbandonando non solo l’ideale della stabilità lavorativa e affettiva e, più in generale, la sfera dell’«eticità» (Sittlichkeit) di hegeliana memoria.
Deve anche, in pari tempo, affrancarsi da ogni radicamento territoriale, mantenendosi pronto a improvvise migrazioni e all’inseguimento, al di là dei mari e dei confini, delle cosiddette “sfide della globalizzazione”.
In altri termini, è chiamato a congedarsi da ogni idea di territorialità e di patria, ma poi anche di casa fissa e di stabile “focolare domestico”: e, dunque, ad aderire al “cattivo universalismo” della mondializzazione come sradicamento obbligato, che riduce gli esseri umani a enti neutri e disponibili su scala planetaria, ad atomi erogatori intermittenti di forza lavoro fisica e neuronale.
Deve anche, in pari tempo, affrancarsi da ogni radicamento territoriale, mantenendosi pronto a improvvise migrazioni e all’inseguimento, al di là dei mari e dei confini, delle cosiddette “sfide della globalizzazione”.
In altri termini, è chiamato a congedarsi da ogni idea di territorialità e di patria, ma poi anche di casa fissa e di stabile “focolare domestico”: e, dunque, ad aderire al “cattivo universalismo” della mondializzazione come sradicamento obbligato, che riduce gli esseri umani a enti neutri e disponibili su scala planetaria, ad atomi erogatori intermittenti di forza lavoro fisica e neuronale.
ALTRO CHE INTEGRAZIONE
È sotto questo profilo che emerge il nesso simbiotico che lega la flessibilizzazione delle masse e il nuovo paradigma antropologico dell’homo migrans, con annesse celebrazioni entusiastiche e altamente ideologiche della flessibilità e della migrazione come stili di vita contraddistinti dall’indipendenza e dalla varietà e contrapposti alla precedente eticità stabilizzata borghese e proletaria.
Diciamolo senza perifrasi: il capitale non mira a integrare i migranti.
Aspira, invece, a disintegrare i non-ancora-migranti, affinché anche questi ultimi si adattino allo stile di vita apolide e nomade, senza fissa dimora e senza radicamento tipico dei primi.
Diciamolo senza perifrasi: il capitale non mira a integrare i migranti.
Aspira, invece, a disintegrare i non-ancora-migranti, affinché anche questi ultimi si adattino allo stile di vita apolide e nomade, senza fissa dimora e senza radicamento tipico dei primi.
Diego Fusaro
Fonte:http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=57939 del 18/12/16 in redazione il 20 Dicembre 2016
Questa società non punta ad accogliere chi arriva da noi, ma a rendere migrante chi c'è già
di
Diego Fusaro
Arianna Editrice - Lettera 43
La rivelazione del terrorista di Parigi: "Ci siamo infiltrati tra i migranti"
Ayoub El Khazzani autore dell'attacco fallito a un treno diretto a Parigi rivela il metodo d'infiltrzione usato dai jihadisti per entrare in Europa
Quella di Ayoub El Khazzani, unico terrorista legato alla cellula degli attentati di Parigi che ha deciso di collaborare con la polizia, è una rivelazione che chiarisce i piani e le strategie messe in atto dall'Isis per colpire l'Europa.
Ayoub El Khazzani autore dell'attacco fallito a un treno diretto a Parigi rivela il metodo d'infiltrzione usato dai jihadisti per entrare in Europa
Quella di Ayoub El Khazzani, unico terrorista legato alla cellula degli attentati di Parigi che ha deciso di collaborare con la polizia, è una rivelazione che chiarisce i piani e le strategie messe in atto dall'Isis per colpire l'Europa.
"Ci siamo finti immigrati per entrare in Europa"
I controlli agli aeroporti nell'area Schengen sono troppo precisi e puntuali. Ma solo lì. I terroristi lo sanno, così hanno trovato un metodo per evitarli: fingersi dei migranti. È quanto ammette nella quinta audizione davanti ai giudici, Ayoub El Khazzani, autore dell'attentato sventato sul Thalys Bruxelles-Parigi del 21 agosto 2015.
Il 27enne marocchino lo dice chiaramente: lui e Abdelhamid Abaaoud, il coordinatore degli attacchi nella capitale francese, hanno usato le stesse rotte che ogni giorno i profughi usano per arrivare in Europa. Sono stati i primi, lo hanno inagurato, e ne hanno compreso l'efficacia. La tecnica infatti è stata usata alla perfezione dagli attentatori suicidi che hanno colpito Parigi il 13 novembre.
Il suo racconto, riportato insieme ai verbali delle udienze, sono riportati su Le Monde. La voontà di parlare del terrorista non deriva dal rimorso bensì - rivela - "per dare un’immagine che corrisponda al meglio". "Sono un vero jihadista ma non massacro donne e bambini. Non sono un massacratore ma un nobile combattente. Sono un soldato" sottolineando con orgoglio che il suo attentato, poi sventato, voleva colpire solo "gli americani", non passeggeri che si trovavano lì per caso. Un gesto per vendicare i bombardamenti in Siria. Ma come spesso accade la motivazione è uguale per tutti, come lo è il passato che conduce al radicalismo.
Ayoub El Khazzani spiega dei suopi trascorsi in Spagna, poi il soggiorno in Siria, dove viene a contatto con l'Isis, fino ad arrivare all'attentato sul treno Thalys e alle settimane passate tra Istanbul e Bruxelles, in compagni di colui che sarebbe diventato il coordinatore delle uccisioni di Parigi.
Caserma Montello: italiani senza casa chiedono ospitalità, i frati li cacciano
CRONACA, In risaltomartedì, 13, dicembre, 2016
Di Claudio Bernieri
Milano Pd – Tre homeless, i cosìdetti senza casa, infreddoliti ma con il peccato originale di essere italiani hanno chiesto ospitalità alla caserma Montello, il resort dove dormono 300 clandestini, alloggiati a spese dei contribuenti.
Siamo a Milano, dove i fratelli di san Francesco gestiscono con i soldi pubblici l’ex caserma, ora hotel. Il funzionario della cooperativa , responsabile del residence per clandestini, ha aperto la porta a mezzanotte quando nella nebbia ha bussato qualcuno: ma una volta verificato che i tre senza casa, che chiedevano un letto, erano italiani, non li ha accettati
Siamo a Milano, dove i fratelli di san Francesco gestiscono con i soldi pubblici l’ex caserma, ora hotel. Il funzionario della cooperativa , responsabile del residence per clandestini, ha aperto la porta a mezzanotte quando nella nebbia ha bussato qualcuno: ma una volta verificato che i tre senza casa, che chiedevano un letto, erano italiani, non li ha accettati
Fuori dalla hall. Fora di ball. Eppure è quasi Natale
Sono le ore 24, e decine di africani tornano infreddoliti all’Hotel, dopo aver lavorato nel racket dell’elemosina o visitato sale giochi . Negli altri centri di accoglienza si chiude alle 18, ma qui alla Montello si chiude un occhio Anzi, due. Ed ecco la cronaca di una notte particolare…
Arrivano nella notte i fortunati ospiti della ex caserma: africani del Gambia, del Senegal, del Congo..…Dove, si sa, impazzano guerre e genocidi. Una fanciulla nigeriana approda all’hotel a mezzanotte, come una Cenerentola reduce dal ballo.
Alla fine , un funzionario inviato dal prefetto, che svolge il ruolo insolito di affittacamere, ha cercato ulna soluzione per i tre senza casa che stazionavano davanti al poco francescano hotel e minacciavano di bivaccare davanti alla entrata, insieme ai volontari della ProTetto Onlus e di Milano Sicura, che ogni notte girano tra portici e panchine all’aria aperta dove dormono centinaia di homeless, colpevoli di non essere congolesi o gambiesi, ma italianissimi poveri.
Alla fine , un funzionario inviato dal prefetto, che svolge il ruolo insolito di affittacamere, ha cercato ulna soluzione per i tre senza casa che stazionavano davanti al poco francescano hotel e minacciavano di bivaccare davanti alla entrata, insieme ai volontari della ProTetto Onlus e di Milano Sicura, che ogni notte girano tra portici e panchine all’aria aperta dove dormono centinaia di homeless, colpevoli di non essere congolesi o gambiesi, ma italianissimi poveri.
Alla fine il funzionario inviato dal prefetto, improvvisatosi tour operator, circondato dal pronto intervento Digos e da un paio di Volanti, ha trovato una soluzione brillante ma temporanea: i tre homeless italiani avrebbero potuto (ma solo per una notte) dormire per terra, avvolti in un sacco a pelo, in un’altra struttura gestita dal business dell’accoglienza. Comunque , al caldo e sotto un tetto.
Domani ,di notte, di nuovo per strada. Si sa, i centri di accoglienza vivono di business, e sono i contribuenti italiani a pagare gli alloggi agli africani. Chi è italiano, e non ha viaggiato in gommone, resta al freddo, Non gode dei famosi 45 euro che vanno alle cooperative Srl.
Domani ,di notte, di nuovo per strada. Si sa, i centri di accoglienza vivono di business, e sono i contribuenti italiani a pagare gli alloggi agli africani. Chi è italiano, e non ha viaggiato in gommone, resta al freddo, Non gode dei famosi 45 euro che vanno alle cooperative Srl.
Ma i volontari di ProTetto e MilanoSicura promettono di ritornare davanti all’Hotel Montello con altri cento senza dimora italiani nei prossimi giorni…E’ Natale, sta per nascere Gesù Bambino : insomma, formeranno un presepe vivente e dolente avanti alla hall. E i fratelli di San Francesco dovranno accogliere francescanamente anche i poveri italiani ed aprire le maledette porte di questo caldo residence riservato solo ai clandestini. O il Santo di Assisi questa volta potrebbe incavolarsi davvero, uscire dalla sua tomba e minacciare anatema , inferno e sfracelli agli sciocchi razzisti confratelli di Milano, a Majorino e al sindaco di Saint Moritz et Milan Beppe Sala,.
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