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lunedì 2 gennaio 2017

Anime belle

Mattarella papa, Bergoglio presidente

                                       Mattarella papa, Bergoglio presidente
Italiani, c'è un clamoroso equivoco, un qui pro quo, una vistosa inversione di ruoli istituzionali. C'è Mattarella che fa il Papa e Bergoglio che fa il Presidente, della Fao, di Amnesty international o di Emergency, al posto di Gino Strada. Se notate quel che dice Mattarella e come lo dice, i suoi gesti e i suoi messaggi non sono quelli di un Presidente della Repubblica.
Il suo tema ricorrente, assoluto, ripetitivo è l'accoglienza, il suo compito è celebrare esequie, aprire le porte ai migranti e fare prediche morali. Funerali e sbarchi, la vita degli italiani lo interessa meno (salvo i terremoti). Si occupa di Africa più che di Italia, di umanità più che di nazionalità.
Di professione Anima Bella, più che Capo dello Stato. E guarda con l'occhio serafico, il Beato Sergio da Palermo, col suo sorriso fisso, sotto la nuvola candida che sovrasta il capo incassato nelle spalle sotto il peso dell'aureola. Un vero papa, che porta il suo santo corpo in processione e si muove come i papi di una volta, con passo solenne e quando saluta sembra benedire.
Dall'altra parte del Tevere, invece, c'è Bergoglio, che sul lavoro si fa chiamare Francesco, che non si occupa tanto di Dio, della Madonna, della fede e dei fedeli ma di poveri, banche, immigrati, muri da abbattere (salvo le mura vaticane).
Per lui cattolici o protestanti pari sono, gli islamici hanno la priority, la civiltà cristiana deve diventare una specie di gigantesco b&b dell'accoglienza planetaria. Concede interviste e sorrisi solo ad atei e mangiapreti, strizza l'occhio al politically correct e chiude un occhio sulla famiglia, la vita, l'aborto, la fede.
Un bel sindacalista, si direbbe, un vero presidente di organizzazioni umanitarie, un lìder maximo per la sinistra mondiale in crisi, un papulista, cioè un populista e pauperista che di mestiere fa il papa. E poi come si muove, con gli scarponi che va a comprare di persona e la borsa in mano, il passo da segretario generale dell'Onu.
Nel tempo dei transgender abbiamo un Presidente eletto dal Parlamento che fa il Papa e un Presidente. Hanno preso i voti di scambio?


di Marcello Veneziani - 30/12/2016

Fonte: Marcello Veneziani

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