ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 20 febbraio 2017

Gli insegnamenti del Papa un virus?


19:57
Benedetto XVI e il vergognoso "caso" Sapienza: docufilm del blog. Video e riflessioni

Carissimi amici, buona domenica!
La nostra Gemma ci ha fatto un grande regalo realizzando questo "docufilm" per ripercorrere il "caso" Sapienza. Molti aggettivi potrebbero accompagnare il sostantivo "caso", ma credo che "vergognoso" continui a essere quello più indicato. Lo speciale del blog è raggiungibile qui.
Questo video, che si conclude con le parole e le immagini più che eloquenti dell'Angelus del 20 gennaio 2008, è davvero importante anche come documento storico.
Chi oggi parlerebbe così del Papa? Chi ne avrebbe così tanta paura? La risposta è nei fatti: nessuno!

E' lampante che i docenti intervistati avevano paura del confronto con Benedetto XVI o, forse, con il professor Ratzinger. Qualcuno lo dice anche chiaramente. Professori e mass media (grande e grave la loro responsabilità) fomentarono le proteste degli studenti decisi a sbarrare la strada al Papa. Sono passati nove anni e c'è da augurarsi che almeno i discenti abbiano capito che non si va da nessuno parte impedendo al prossimo di parlare.
Registriamo che alcuni dei protagonisti del dibattito hanno (in certi casi avevano visto che sono deceduti) cambiato idea con il passaggio di Pontificato. Hanno anche ricevuto telefonate di cui erano orgogliosi. E i loro eredi, afflitti ora da gravi divisioni interne (manca il nemico comune?), non si lamentano più dell'eccessiva presenza del Papa e della chiesa in televisione. Evidentemente era un Papa in particolare che dava fastidio. Magari la chiesa dovrebbe riflettere anche su questo punto. E' meglio dare fastidio ma essere rilevanti o andare d'accordo con tutti finendo in una sorta di minestrone in cui tutti dicono la stessa cosa? :-)
Oggi chi paragonerebbe gli insegnamenti del Papa a un virus? Suvvia...
Vespa ribatte alle lagne sull'eccessiva presenza del Pontefice in tv ricordando gli ascolti degli eventi con protagonista Benedetto. Pare che oggi le cose siano molto cambiate. Sollecitata da un'intervista rilasciata da un vaticanista, sono andata a curiosare nei dati auditel e devo dire che l'interesse per la chiesa va scemando di mese in mese. Chissà se qualcuno si è posto o si pone qualche domanda.
Tornando al video, penso che sia molto importante anche come esempio di mitezza e cultura (quelle di Benedetto) contrapposte all'arroganza e all'intolleranza (quelle di molti "soloni" mediatici).
R.

YOUTUBE Papa Francesco, mega statua al confine tra Messico e Usa

CIUDAD JUAREZ – Quattro metri e 60 cm di altezza, oltre una tonnellata di peso, bianca: si presenta così la scultura dedicata a Papa Francesco, realizzata dall’ artista messicano Pedro Francisco Martinez e collocata giovedì scorso a Ciudad Juarez, alla frontiera tra Messico e Stati Uniti.
L’opera è stata collocata precisamente nel “Punto”, dove è posta la frontiera tra i due Paesi, il luogo che il Pontefice visitò un anno fa come ultima tappa del suo viaggio in Messico, in un luogo di passaggio di migranti latinoamericani verso gli Stati Uniti. “E’ un simbolo dell’amore, bontà e solidarietà”, ha spiegato l’artista Pedro Francisco Martinez. Il braccio sinistro è parallelo al Rio Bravo, il fiume che divide il Messico dagli Stati Uniti perché lanci un messaggio di speranza con la colomba, e unisca la nostra città con El Paso, ovvero la città in Texas, Usa, subito dopo il confine.
“Sono città unite – prosegue lo scultore – che non devono essere separate né da un muro né da un fiume. La comunità umana non ha frontiere”. Alla cerimonia di inaugurazione, da programma la presenza del sindaco della città messicana, Enrique Serrano, e dell’orchestra Aztec, formata da 120 giovani musicisti. A presiedere la messa conclusiva, infine, il vescovo locale, mons. Josè Guadalupe Torres. Negli ultimi giorni decine di migliaia di messicani – riferiscono i media locali – sono scesi in piazza per protestare contro la decisione del neo presidente Usa Trump di costruire un muro alla frontiera tra i due Paesi. Proteste si sono registrate anche in alcune città statunitensi. A seguire il video YouTube della statua.

ERESIE E ISLAMIZZAZIONE

    Le parole e messaggio di Papa Francesco sull'islam: siamo di fronte ad un'eresia! Affermare che non esiste il “terrorismo islamico” è un'offesa a tutti i martiri cristiani massacrati in questi decenni da terroristi islamici 
di Cinzia Palmacci  



“Nessun popolo è criminale e nessuna religione è terrorista”, mentre “non esiste il terrorismo cristiano” né quello “ebraico” o “islamico”. Lo afferma papa Francesco nel messaggio inviato ai partecipanti all’incontro dei Movimenti popolari che si è svolto di recente nella città di Modesto, in California. “Affrontando il terrore con l’amore, dice, lavoriamo per la pace” e in ciò, conclude, “sta la vera umanità che resiste alla disumanizzazione manifestata in forma di indifferenza, ipocrisia e intolleranza”. Affermare che non esiste il “terrorismo islamico” è un'offesa a tutti i martiri cristiani massacrati in questi decenni da terroristi islamici. Siamo di fronte ad un'eresia! Quando le civiltà decadono, nelle fasi finali, appaiono sempre falsi profeti e personaggi che incitano i popoli al suicidio collettivo: Bergoglio è uno di questi personaggi. Un pastore che porta il gregge cristiano al macello islamico. Con misericordia. San Paolo comanda: Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità o quale unione tra la luce e le tenebre? Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? (2 Cor 6,14-15), e San Giovanni esorta a non accogliere presso di noi chiunque respinga la Fede cattolica e a non salutarlo neppure, sotto pena di partecipare alle sue opere perverse (2 Gv 7-11). Nel 2014 Bergoglio inviò una lettera ai musulmani in occasione del ramadan, la prima nella storia del papato, e l'abate francese Guy Pagès scrisse una lettera indirizzata a Bergoglio per sottolineare l'inopportuna iniziativa da parte di un papa cattolico. Per grandi linee l'abate scrisse: "Salutando con “un grande piacere„ i musulmani in occasione del ramadan, considerato come un tempo dedicato “al digiuno, alla preghiera e all’elemosina„, lei sembra ignorare che il digiuno del ramadan è tale da far aumentare “del 30% la spesa media di una famiglia che fa il ramadan„, che l’elemosina musulmana è riservata soltanto ai musulmani bisognosi, che la preghiera musulmana consiste propriamente nel respingere per cinque volte al giorno la Fede nella Trinità e in Gesù Cristo e nel chiedere di essere preservati dal seguire la via di quegli sviati che sono i cristiani… Inoltre, durante il ramadan, la delinquenza aumenta in maniera vertiginosa. C’è realmente in queste pratiche qualche motivo ragionevole che ne giustifichi l’elogio? La sua lettera afferma che dobbiamo avere stima per i musulmani e “specialmente per coloro che sono capi religiosi„, ma lei non dice affatto a quale titolo. Giacché si rivolge loro in quanto musulmani, ne consegue che tale stima è rivolta anche all’islam. Ma che cos’è l’islam per un cristiano, dal momento che “nega il Padre e il Figlio „ (1 Gv 2,22), se non uno degli Anticristi più potenti che ci siano, per numero e per violenza (Ap 20,7-10)? Come si può, allo stesso tempo, stimare il Cristo e ciò che a Lui si oppone?...I suoi appelli “a rispettare in ciascuna persona, (…) innanzitutto la sua vita, la sua integrità fisica, la sua dignità e i diritti che ne scaturiscono, la sua reputazione, la sua proprietà, la sua identità etnica e culturale, le sue idee e le sue scelte politiche „ non possono piegare le disposizioni date da Allah, che sono immutabili, e di cui ne ho appena enumerato alcune. Ma se occorre rispettare “le idee e le scelte politiche„ degli altri, come opporsi allora alla lapidazione, alla amputazione e a qualsiasi tipo di altre pratiche abominevoli comandate dalla sharia ?...Santo Padre, come può la sua lettera affermare che “specialmente tra cristiani e musulmani, siamo chiamati a rispettare la religione dell’altro, i suoi insegnamenti, simboli e valori „? Come si può rispettare l’islam, che bestemmia continuamente la Santissima Trinità e Nostro Signore Gesù Cristo, accusa la Chiesa di aver falsificato il Vangelo e cerca di soppiantarla (Ap 12,4)? Sant’Ireneo che ha scritto « Contro le eresie », San Giovanni Damasceno che ha scritto « Delle eresie », dove fa rilevare “tante assurdità assolutamente risibili riportate nel Corano„, San Tommaso d’Aquino con la sua « Summa contra Gentiles » e tutti i Santi che si sono dedicati a criticare le false religioni, non erano dunque cristiani perché lei condanni oggi retrospettivamente la loro azione, come anche quella di alcuni rari apologeti contemporanei? Dalla cooperazione tra ragione e fede, tanto incoraggiata da Benedetto XVI, dovrebbe essere esclusa proprio la religione? Se si segue l’appello formulato nella sua lettera, Santo Padre, bisogna allora chiedere, insieme con l’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OCI)che dappertutto nel mondo sia condannata ogni critica all’islam e cooperare, in tal modo, con l’OCI ad espandere l’islam, il quale insegna, lo ripeto, che, essendo il cristianesimo corrotto, l’islam viene a sostituirlo… Perché voler imbavagliare, d’accordo con l’OCI, l’apologetica cristiana?...Non volendo criticare l’islam, la sua lettera giustifica in maniera particolare quei vescovi che poseranno la prima pietra delle moschee, cosa che faranno anche essi per cortesia, per la preoccupazione di compiacere tutti e favorire la pace civile. Quando un domani i loro fedeli saranno diventati musulmani, questi potranno dire che è stato il loro vescovo a mostrare loro la via della moschea, anziché metterli in guardia da essa… E potranno dire la medesima cosa anche riguardo alla Santa Sede, poiché questa non avrà insegnato loro a pensare il vero sull’islam, bensì ad onorarlo come buono e rispettabile in sé…La sua lettera giustifica gli auguri di buona festa di ramadan affermando che, “chiaramente, nel manifestare rispetto per la religione degli altri o nel porgere loro gli auguri in occasione di una celebrazione religiosa, cerchiamo semplicemente di condividerne la gioia, senza fare riferimento al contenuto delle loro convinzioni religiose„. Come rallegrarsi di una gioia che glorifica l’islam? Il modo di fare che lei raccomanda, Santo Padre, si accorda con il comandamento di Gesù: “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno„ (Mt 5,37)? Tanti musulmani mi hanno già comunicato la loro gioia per il fatto che lei onora la loro religione. Come potranno mai convertirsi, se la Chiesa li incoraggia a praticare l’islam? In che modo la Santa Sede pensa di annunciare loro che l’islam è falso e che essi, per salvarsi, hanno il dovere di abbandonarlo, ricevendo il santo Battesimo? Non favorisce essa forse il relativismo religioso, per il quale poco importa ciò che differenzia le religioni, dato che conterebbe soltanto ciò che di buono vi è nell’uomo e che lo salverebbe, indipendentemente dalla religione praticata?...La diplomazia vaticana ritiene forse che, tacendo su che cos’è l’islam, potrebbe così risparmiare la vita degli sventurati cristiani che vivono nei Paesi musulmani? No, l’islam continuerà a perseguitarli (Gv 16,2) e ciò tanto più quanto più vedrà che nessuno gli fa opposizione, e ciò perché questa è la sua ragion d’essere (Corano 9.30). Quei cristiani, così come tutti i cristiani, non si aspettano piuttosto da lei che ricordi loro come il destino di ogni discepolo di Cristo quaggiù è questo, di essere cioè perseguitati a causa del Suo Nome (Mt 16,24; Mc 13,13; Gv 15,20), e che questa è una grazia insigne di cui bisogna saper essere lieti? Gesù ci ha raccomandato di non temere affatto i tormenti della persecuzione (Lc 12,4) e ai fratelli perseguitati a causa della Fede ha consigliato di rallegrarsi per l’ottava Beatitudine (Mt 5,11-12). Questa gioia non è, forse, la migliore testimonianza da offrire? Quale miglior servizio potremmo noi rendere ai musulmani ferventi, che non temono affatto di morire tanto sono sicuri di andare a godersi le Huri che Allah promette loro come premio per i loro crimini, se non quello di mostrare ad essi dei cristiani felici di offrire, al contrario, la propria vita per puro amore di Dio e per la salvezza del prossimo? La sua lettera rievoca la testimonianza di San Francesco, ma non dice che San Francesco inviò dei Frati ad evangelizzare i musulmani del Marocco pur sapendo che là sarebbero stati con molta probabilità martirizzati, come effettivamente avvenne, e che si accinse egli stesso ad evangelizzare il sultano Al Malik Al Kamil.La carità denuncia la menzogna e chiama alla conversione. Santo Padre, abbiamo difficoltà a trovare nel suo Messaggio ai musulmani l’eco della carità di San Paolo che comanda: “Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l’iniquità o quale unione tra la luce e le tenebre? Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele?„ (2 Cor 6,14-15), o di quella del mite San Giovanni che esorta a non accogliere presso di noi chiunque respinga la Fede cattolica e a non salutarlo neppure, sotto pena di partecipare “alle sue opere perverse„ (2 Gv 7-11)… Salutando i musulmani in occasione del ramadan, non si partecipa forse alle loro opere perverse? Chi odia, oggi, persino la loro tunica (Gd 23)? La dottrina degli Apostoli non è più di attualità?... Santo Padre, la diplomazia non è coperta dal carisma dell’infallibilità e il suo messaggio ai musulmani in occasione della fine del Ramadan non è un atto magisteriale, per questo mi permetto di criticarlo con rispetto e chiarezza (can. 212 § 3). Certamente lei avrà considerato che, prima di parlare di “teologia„ con i musulmani, fosse necessario disporre innanzitutto i loro cuori con un insegnamento sul dovere, pur elementare, di rispettare gli altri. Tenevo a dirle che ci sembra che un tale insegnamento dovrebbe essere impartito al di fuori di qualsiasi riferimento all’islam, per evitare ogni ambiguità al riguardo. Perché non in occasione del Capodanno o del Natale? Non è certo senza un motivo che Benedetto XVI aveva sciolto il Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-religioso e ne aveva trasferito le prerogative al Pontificio Consiglio per la Cultura… Ciò detto, rinnovo l’impegno della mia fedeltà alla Cattedra di San Pietro e la fede nel suo Magistero infallibile, e coltivo il desiderio di vedere tutti i cattolici che sono stati turbati nella loro fede, a causa del suo Messaggio ai musulmani in occasione della fine del Ramadan, fare anch’essi la medesima cosa". Abbé Guy Pagès (da www.carmelacossa.com). Inutile aggingere che questo accorato appello non ricevette alcuna risposta da Bergoglio. Le aperture "conciliative" di questo papa stanno cominciando a sortire i primi effetti, data la notizia sorprendente della legalizzazione delle "ronde della sharia" in Germania che aprono di fatto la strada all'islamizzazione forzata dell'Europa. E dall'islamizzazione alla persecuzione il passo è breve. Già dal 2014, nella città tedesca di Wuppertal nella Renania, alcunigiovani integralisti della Sharia seminarono la paura fermandochiunque a loro non piacesse con queste intimidazioni: ‘Donna, copriti col velo, vestiti in modo decente, non insultare l’Onnipotente e misericordioso!’, ‘Moglie, sii devota, cammina tre passi dietro il tuo consorte e i figli maschi’, ‘Ragazzo, ricorda che l’Islam è la tua fede e la tua identità, piantala con l’immonda birra, bevanda degli infedeli’. Furono fermate undici persone dalla polizia tedesca tra cui l’artefice, un giovane tedesco convertito all’islam fondamentalista, Sven Lau, noto in passato perché fumava spinelli, ora capo della Shariah police legalizzata tre anni dopo. E con la shariah police, dopo anni di assassinii di giovani donne musulmane che rifiutavano i matrimoni combinati, gli ultrà hanno costruito ormai una società separata auto-ghettizzata nel cuore dell’Europa democratica, un Califfato nello Stato. L’allarme vale per tutti, anche per noi. E in nome della tolleranza e del no all’intolleranza stile ‘shariah police’, la tolleranza zero davvero non guasterebbe.

Profezie antiche e moderne di una nuova persecuzione dei cristiani

Un profondo conoscitore dell’islamismo, come padre Samir Khalil Samir, su Asia News ha ribadito quanto va dicendo da tempo: “Purtroppo l’islam fa fatica a integrarsi perché ha una cultura in molti punti opposta a quella attuale dell’occidente. Dal punto di vista religioso, sociale, dei rapporti uomo-donna, in rapporto al mangiare… è un sistema completo. Che la religione sia diversa, questo non è un problema. Ma il fatto è che nell’islam la religione è legata a un sistema politico, sociale, culturale, storico, di costume, che influenza tutto: il vestire, il dar la mano a uno o all’altra, le relazioni sociali. Sono così tante cose che rendono difficile assimilare le idee dell’occidente”. E l’influsso radicale islamista rende ancora più difficile questa integrazione“Si deve anche avere il coraggio di dire anche che l’islam ha elementi di violenza nel Corano e nella vita di Maometto. Se invece si continua a dire che l’islam è una religione di pace, creiamo solo confusione e mistificazione”. Un messaggio a Bergoglio. Quello che è successo in Germania deve porre in allarme soprattutto l'Italia, e Roma in modo particolare. Tante sono le profezie di santi e mistici che avvertono del pericolo rappresentato dagli "uomini dalla grande barba". In queste profezie e rivelazioni mariane si trova curiosamente uno scenario simile a quello minacciato dall’Isis. E si tratta di “profezie” scritte e pubblicate assai prima della nascita dell’Isis. La prima è di Anna Caterina Emmerich, una mistica tedesca che è stata beatificata nel 2004 da Giovanni Paolo II. Attorno al 1820 ebbe le sue visioni sulla Chiesa futura. La Emmerich il 13 maggio 1820 scrive: “ho avuto una visione delle più mirabili su due chiese e due Papi e su un’infinità di cose antiche e nuove”. Difficile non pensare ad oggi. La Emmerich dichiarava che la più grande era una “strana chiesa”, non voluta dal Cielo: “una contraffazione della chiesa. La vidi accrescersi e vidi eretici di tutte le condizioni venire a Roma”. Ma al contempo la Emmerich vede una chiesa più piccola e perseguitata che è la vera Chiesa cattolica. In questo contesto ecco il flash che qui ci interessa e che sembra riferirsi a Roma: “Vidi guerre e sangue versato. Vidi un popolo feroce, ignorante intervenire con violenza, ma questo non durò a lungo” e infine “vidi di nuovo la Santa Vergine porsi sopra la chiesa e stendere su di essa il suo mantello”. Il riferimento a “un popolo feroce e ignorante” che irrompe “con violenza” potrebbe far pensare effettivamente all’Isis.Il secondo caso coinvolge uno dei più grani teologi del Novecento, padre Hans Urs Von Balthasar per cui Giovanni Paolo II manifestava “stima e venerazione” considerandolo “un grande uomo di Chiesa”, tanto da nominarlo cardinale nel maggio 1988. Il mese prima di questa nomina, Von Balthasar pubblicò un libro intitolato “Erika” che raccoglieva gli scritti di sour Erika Holzach, una religiosa che era stata segretaria del professor Feiner, teologo e perito del Vaticano II. Nel libro c’è una cupa profezia, riferita all’Europa, che recita: “ci sarà una breve persecuzione ai cristiani da parte dell’Islam”. Ma la Madonna “attraverso la sua intercessione, abbrevierà la catastrofe”. Tuttavia gli avvertimenti più drammatici relativi a Roma sono contenuti nei messaggi delle cosiddette “apparizioni di Anguera”, in Brasile, nello Stato di Bahia, a un contadino che si chiama Pedro Régis. Molti di questi messaggi riguardano la Chiesa Cattolica e sono dello stesso tenore delle visioni della Emmerich. Quello del 12 marzo 2005 potrebbe preconizzare l’irrompere di colui che (solo oggi, non nel 2005) conosciamo come il Califfo al-Baghdadi: “Cari figli, l’ira di un uomo dall’apparenza di profeta, ma non un profeta, lascerà una sedia vuota. Gli uomini fedeli verseranno lacrime, ma Dio non li abbandonerà”. Altri messaggi precisano: “Gli uomini seguaci del falso profeta marceranno con grande furia in direzione del tempio santo. Lì ci sarà grande distruzione. La Chiesa piangerà e si lamenterà. In questo giorno sarà visibile una eclissi lunare” (23-3-2008). Nel messaggio del 18 marzo si legge perfino che “i nemici arriveranno dalla Via Appia” “agiranno con grande furia. La morte sarà nella casa di Dio”. E poi: “Il re lascerà la sua casa in fretta, ma dovrà passare attraverso il sangue che scorre nel suo palazzo” (26-3-2005). “Il palazzo sarà sorpreso dall’invasione furiosa e sanguinosa degli uomini dalla grande barba” (31-5-2005). Nel 2005 non c’era ancora l’Isis e qui si parla degli “uomini dalla grande barba”. Ed ancora: “Gli uomini del terrore raggiungeranno il Vaticano. La piazza sarà piena di cadaveri. L’umanità vedrà l’azione malefica degli uomini dalla grande barba. Il Colosseo crollerà” (24-7-2005). “Un uomo perverso comanderà una grande invasione. Nei cuori degli uomini ci saranno furia e desiderio di morte. La città dei sette colli sarà distrutta” (22-10-2005). “Il terrore si diffonderà nel mondo causando morte e distruzione. La vendetta arriverà al trono di Pietro” (10-11-2005). Ed ancora: “Il trono di Pietro cadrà. La morte arriverà agli ecclesiastici, che soffriranno dolori fisici” (31-12-2005). Altri due messaggi: “Il Palazzo sarà circondato dai nemici, che agiranno con grande furore” (12-12-2006); “la città dei sette colli berrà il calice amaro del dolore. Sarà bagnata dal sangue e il terrore si diffonderà ovunque” (21-12-2006). Tuttavia la più importante profezia legittimata dalla Chiesa, il famoso Terzo Segreto di Fatima, presenta uno scenario molto simile: c’è “un vescovo vestito di bianco”, poi c’è “il Santo Padre” che “mezzo tremulo con passo vacillante” attraversa “una grande città mezza in rovina”, con tanti morti sulle strade e poi il grande martirio del vecchio papa e di vescovi, clero e fedeli. Il Terzo Segreto si conclude con il “Trionfo del Cuore Immacolato di Maria” e Benedetto XVI, a Fatima, nel 2010, in vista del centenario di Fatima, nel 2017, disse: “Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”. La persecuzione dei cristiani è giunta anche da noi, e se non iniziamo a ribellarci, in primis la comunità internazionale, contrastando la decristianizzazione che da tempo dilaga in Europa, la mancata difesa della nostra fede potrebbe segnare la condanna a morte dei cristiani. Chi pensa che convertirsi all'Islam lo possa salvare, si è già consegnato nelle mani del boia.   


La persecuzione dopo l'islamizzazione

di Cinzia Palmacci

L’immigrazione, la Chiesa e l’Occidente. Parla Ettore Gotti Tedeschi

Le motivazioni economiche non bastano a spiegare l’immigrazione di massa. E’ un fenomeno “previsto e voluto per modificare la struttura sociale e religiosa della nostra civiltà, in pratica, per ridimensionare il cattolicesimo”. Sono parole messe nero su bianco da Ettore Gotti Tedeschi nell’Ottavo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo curato dall’Osservatorio internazionale card. van Thuân sul tema immigrazione. L’economista e banchiere cattolico, già presidente Ior, ha affidato a un breve saggio le sue valutazioni, che dopo la presentazione del Rapporto a Roma hanno suscitato alcune critiche (qui e qui) insieme a commenti positivi.
Gotti Tedeschi, nel suo intervento lei parla di una “correzione fraterna” ad alcune istituzioni ecclesiali che non avrebbero compreso il problema dell’immigrazione. In cosa consiste questa correzione?
Sono rimasto preoccupato della solerzia umanitaria piena di toni emotivi che tende a ignorare i numeri del fenomeno e non affronta le cause del problema. Si direbbe infatti che ci siano tre “tabù” che oggi non si devono o possono affrontare razionalmente e in modo completo: il problema della natalità, dell’ambiente e delle migrazioni. Si direbbe che ci sia una volontà superiore, diffusa ed imposta, che non vuole che si discutano questi tre tabù. Così come si direbbe che ci siano “controllori” pronti ad usare ogni mezzo, inclusa l’intimidazione, affinché su questi tabù si accetti un pensiero unico: basta nascite perché l’uomo distrugge l’ambiente, facilitiamo perciò l’immigrazione perché è la miglior soluzione. Ci sono molti punti non chiari su tutti e tre i tabù, ma per rimanere in tema è bene sapere che i dati e le informazioni sulle immigrazioni regolari sono influenzati da accordi o “ricatti economici” con nazioni di partenza migrazioni. I dati e le informazioni sulle immigrazioni irregolari sono ancor meno chiari; si pensi che gli sbarchi irregolari in Italia nel 2016 (181.436) sono stati quaranta volte quelli del 2010 (4.406). E  ci si renda conto che il fenomeno della clandestinità è in aumento e  fuori controllo. Nel 2015 lo status di rifugiato è stato riconosciuto solo per il 5% dei casi, il 36% ha ricevuto assistenza umanitaria ed il 59% è stato rifiutato, ma non si sa dove sia. E si tratta di più di 100mila persone (su 153.842 sbarcati). Nel 2016  il dato è cresciuto, sono arrivate via mare 181.436 persone (18% in più del 2015) e gli irregolari espulsi con riaccompagnamento nel Paese di origine sono stati solo il 5%. In pratica, la cosiddetta clandestinità cresce ad un ritmo di 100mila unità all’anno, e i Paesi confinanti con il nostro ostacolano gli espatri.  Si tratta di dati forniti dall’Alto Commissariato dell’Onu sui rifugiati.
Perché non bastano le ragioni economiche per spiegare il fenomeno migratorio?
Il fenomeno migratorio viene spiegato, o meglio lasciato intuire, con tre principali cause: i conflitti, la povertà, il bisogno di manodopera. E’ evidente che queste tre cause esistono, ma da cosa sono spiegate, e se possano esser risolte, non viene quasi mai discusso. Prendiamo il primo, i conflitti. Fino ad una decina di anni fa venivano “spenti” praticamente sul nascere, poi si direbbe che siano stati tollerati (o persino provocati, si pensi alla Libia), mentre la vendita di armi verso vari Paesi cresceva e si ritiene che queste armi possano esser servite all’Isis. I conflitti che hanno generato migrazioni potevano esser soffocati o no? Prendiamo la seconda causa, la crescita della povertà. Non appare così vero il problema, se guardiamo i flussi migratori. Quelli provenienti da Paesi in vere difficoltà economiche sono tra il 5 e il 10%. Ma è importante notare come questa povertà sia anche dovuta a nostre mancanze negli ultimi dieci anni. Si vada a vedere le conclusioni del famoso G8 per l’Africa dove ci impegnavamo a sostenere investimenti e esportazioni dai Paesi poveri; che abbiamo fatto? Praticamente nulla. Infine, il bisogno di manodopera; il gap di popolazione per il crollo demografico rende necessarie le migrazioni? Ma chi o cosa ha provocato questo gap che oggi pretende di gestire? Chi ha imposto il crollo della natalità in Occidente e ora pensa di compensarlo con immigrazioni? In un momento di crisi economica, con un tasso di disoccupazione nel nostro Paese come l’attuale? Con un costo di accoglimento così gravoso per il nostro bilancio?
Io ho parlato dell’esigenza di chiarire le vere cause del problema, che altrimenti non si risolve, anzi si aggrava. I dubbi sul fatto che si vogliano disconoscere queste vere cause stanno anche nella confusione che regna in Europa. Si è mai pensato come mai i migranti siano prevalentemente giovani e sani? I meno giovani non temono i conflitti e la fame?
Veniamo al punto. Lei ha scritto che c’è un disegno per “ridimensionare il cattolicesimo”, ha parlato di un progetto di re-ingegnerizzazione gnostica del mondo che ha un nemico dichiarato: la Chiesa cattolica, e lo ha fatto citando il segretario dell’Onu Ban Ki-moon e il Rapporto Kissinger del 1974. Perché la Chiesa cattolica è il bersaglio?
Io credo proprio che il fenomeno migrazioni sia una delle (peggiori) conseguenze dei fallimenti del cosiddetto Nuovo Ordine economico Mondiale instaurato negli anni Settanta per regolare il necessario processo di globalizzazione. Invito a riflettere sul fatto che tutti gli obiettivi del Nuovo Ordine non solo non si son realizzati, ma si è prodotto esattamente il contrario: si volevano estinguere tutte la cause di conflitti, diseguaglianze, povertà, intolleranza religiosa, totalitarismi, e si è prodotto il risultato opposto, incluso un processo di migrazione forzato. Il vero grande “successo” del Nuovo Ordine è stato aver creato una crisi economica globale, a sua volta origine di altre conseguenze dannose. Dobbiamo poi riconoscere che c’è stato un altro “vero successo”: quello legato al processo dichiarato di relativizzazione delle fedi religiose, mirante alla laicizzazione delle stesse, con conseguente crollo dei valori morali e cambiamenti all’interno della Chiesa cattolica. Se osserviamo le conseguenze di questi fatti osservati, non possiamo non riflettere sul rischio (per alcuni) o opportunità (per altri) di una processo di reingegneria socio-religiosa ispirata certamente, e direi anche gestita. Se poi avessimo anche la pazienza di andarci a rileggere le dichiarazioni fatte dai leader internazionali negli ultimi quaranta anni, troveremmo materia di analisi sul fatto che “nulla succede per caso”. Non parliamo di teorie di complotto, parliamo di fatti.
Leggendo il suo saggio, viene da pensare che la stessa Chiesa cattolica finita sotto attacco non abbia capito quanto sta accadendo. E’ così?
Il cattolicesimo è una fede assoluta e dogmatica che pretende doveri verso il Creatore. Il mondo laicista non tollera questi “doveri”. Vede, il progetto di Nuovo Ordine Mondiale prevedeva più obiettivi strategici che andavano dal controllo delle nascite ai nuovi paradigmi etici verso le fedi religiose più dogmatiche, al fine di avere una sola grande religione universale. Negli ultimi quarant’anni non si è fatto altro che discutere sui nuovi obiettivi per l’umanità, poi abbiamo avuto l’11 settembre e tutto è cambiato, si è gestita opportunisticamente l’emergenza… Si è lasciato ben intendere che i diritti civili che il mondo meritava non avevano nulla a che fare con quelli insegnati dalla morale cattolica tanto che il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità arrivò a spiegare che l’etica cristiana non avrebbe più dovuto esser applicata in futuro. E Obama nel 2009 dichiarò che la salute è benessere psico-bio-sociale, e via ad aborto senza restrizioni, eutanasia grazie a limitazione cure, negazione al diritto di coscienza. Era evidente che il cattolicesimo era sotto attacco, no? Poi il segretario dell’Onu Kofi Annan nel suo storico discorso ai leader religiosi a New York nel 2000 arrivò a parlare di una esigenza di sincretismo religioso per creare una nuova religione universale, spiegando che i processi di immigrazione avrebbero aiutato questo progetto…
La Chiesa è rimasta a guardare?
Io non mi permetto di criticare le istituzioni ecclesiastiche, tantomeno il Papa; che mai potrebbe dire di diverso il Papa, se non esortare alla carità? Semmai resto perplesso di fronte ad affermazioni fatte da illustri membri di istituzioni che sembrano voler ignorare le cause e fanno proposte genericamente umanitarie, prescindendone. Ha mai visto risolvere un problema agendo sugli effetti anziché sulle cause? Come si può pensare di risolvere problemi di miseria materiale e sociale senza risolvere prima i problemi morali? Ma questi illustri ecclesiastici hanno letto e meditato su Caritas in Veritate e Lumen Fidei? E poi trovo sbagliato usare considerazioni morali-umanitarie facendo riferimenti sacri.
Qualcuno l’ha attaccata dicendo che con le sue teorie va contro il messaggio di Papa Francesco e si avvicina alle tesi di Trump e Salvini. Come risponde?

Avrà notato che da qualche tempo nel nostro Paese si son sviluppati due sport: gli “interpretatori del Santo Padre” e i “cacciatori dei dissidenti” (veri o inventati) del pensiero del Papa. Mancando argomenti inventano similitudini suggestive ed offendenti.



“Spifferi parte VI: Vallini, la mafia di San Gallo e le dimissioni di Benedetto XVI” di Fra Cristoforo
Nelle dimissioni di Papa Ratzinger, un ruolo importante  l’ha avuto  il Cardinale Vallini (Vicario di Roma).
Tale Cardinale, pur non appartenendo alla famosa mafia di San Gallo,
(http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1309_Tosatti_Francesco_elezione_preparata.html),
è stato colui che ha dovuto tenere le “fila” esterne dell’ideologia della suddetta mafia.
Vallini è un Cardinale che ha strettissimi rapporti con la Chiesa tedesca, e pare che sia uno dei “traditori” di Benedetto XVI.
Uno che ha sempre lavorato dietro le quinte per la dimissione di Papa Ratzinger, e poi a favore dell’elezione di Bergoglio.
Sembra che lui c’entri anche con la lettera famosa che Benedetto ricevette prima di decidere le sue dimissioni.
Non che sia stato il problema principale, ma giusto per capire chi Benedetto aveva attorno.
Vallini però ha tessuto ogni trama dall’interno, fino ad influenzare il conclave che Bergoglio fosse l’unica speranza per la Chiesa.
Non prendiamo sotto gamba questo cardinale in tutta questa storia. Tra l’altro pare che il cardinale Martini, prima di morire, avesse proprio fatto i nomi di Bergoglio a Vallini, come possibili successori di Ratzinger.
Insomma, una trama che non finisce più. E tra gesuiti, Martini e il Cardinale argentino, già se l’intendevano.
Vallini, comunque, personaggio oscuro; personaggio di cui parleremo ancora in seguito.
Intanto ‘sorbettatevi’ questo ultimo articolo, che conferma solo quello che ho scritto
(http://www.lastampa.it/2017/02/20/vaticaninsider/ita/vaticano/perch-sei-diventato-papa-francesco-spiega-il-conclave-ai-bimbi-MklIC6X3uu9wF6IlwaTZVJ/pagina.html).
So che questo spiffero mi costerà qualcosa. Ma è la Verità. E la Verità va gridata sui tetti.
Fra Cristoforo

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