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mercoledì 1 febbraio 2017

Mancanza di misericordia?

Müller striglia i vescovi che interpretano il Papa: «Niente comunione ai divorziati risposati»

Intervista esclusiva al mensile Il Timone del cardinale Gerard Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede: «Non mi piace, non è corretto che tanti vescovi stiano interpretando Amoris Laetitia secondo il loro proprio modo di intendere l’insegnamento del Papa: «Non si può dire che ci sono circostanze per cui un adulterio non costituisce peccato mortale».


«La Amoris Laetitia va interpretata alla luce di tutta la dottrina della Chiesa…. Non mi piace, non è corretto che tanti vescovi stiano interpretando Amoris Laetitia secondo il loro proprio modo di intendere l’insegnamento del Papa. Questo non va nella linea della dottrina cattolica». Sono le chiare affermazioni del cardinale Gerard Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in una lunga intervista rilasciata al mensile Il Timone.

Nell’intervista, che appare nel numero di febbraio da oggi acquistabile e immediatamente disponibile sul sito della rivista (un numero 3 euro, abbonamento annuale 28 euro), il cardinale Müller esclude la possibilità della comunione per i divorziati risposati: «Non si può dire che ci sono circostanze per cui un adulterio non costituisce peccato mortale».
Mancanza di misericordia? Niente affatto: «Noi siamo chiamati ad aiutare le persone, poco a poco, per raggiungere la pienezza nel loro rapporto con Dio, ma non possiamo fare sconti», afferma Müller. E i vescovi – con codazzo di giornalisti adulanti - che indicano ormai possibile la comunione ai divorziati risposati? «A tutti questi che parlano troppo – è la risposta del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede – raccomando di studiare prima la dottrina sul papato e sull’episcopato nei due concili vaticani, senza dimenticare la dottrina sui sette sacramenti».
La lunga intervista, che tocca molti temi inerenti la dottrina cattolica, arriva come una doccia fredda sugli entusiasmi di quegli osservatori che consideravano le ormai famose dichiarazioni del cardinale Müller al TgCom24 (clicca qui) come il distacco definitivo del prefetto dalle posizioni dei quattro cardinali che hanno firmato i Dubia. Al contrario, le articolate risposte di Müller suonano come una risposta positiva ai Dubia, un contributo alla chiarezza così come i quattro chiedono.
Ai sopra citati vescovi, teologi e giornalisti, non piacerà neanche la parte in cui il il cardinale Müller spazza via il politicamente corretto in tema di ecumenismo. «La riforma protestante – ha osservato Müller – non deve essere semplicemente intesa come una riforma da alcuni abusi morali, ma bisogna riconoscere che andava a incidere sul nucleo del concetto cattolico di Rivelazione». «Si può sempre riformare la vita morale, le nostre istituzioni, università, strutture pastorali; è necessario anche sbarazzarsi di una certa “mondanizzazione” della Chiesa».

Al proposito Müller afferma che «ci sono errori dogmatici fra i riformatori che noi mai possiamo accettare. Con i protestanti il problema non sta solo nel numero dei Sacramenti, ma anche nel loro significato». Müller ha poi messo in guardia, per quel che riguarda l’ecumenismo, dal relativismo e dall’indifferenza verso i temi dottrinali: «Per cercare l’unità non possiamo accettare di “regalare” due o tre sacramenti, o accettare che il Papa sia una specie di presidente delle diverse confessioni cristiane», ha detto.
Tutti questi temi sono maggiormente approfonditi nell’intervista, che tocca molti altri punti interessanti. Di sicuro il cardinale Müller ha voluto lanciare un avvertimento a chi crede di poter liquidare facilmente la dottrina (che altro non è che il contenuto della Rivelazione di Gesù) pensando così di andare incontro alle esigenze dell’uomo moderno. «Senza dottrina non c’è Chiesa», titola in copertina Il Timone sintetizzando le parole del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Non si può immaginare nulla di più ecclesialmente scorretto.
di Riccardo Cascioli01-02-2017
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-mller-striglia-i-vescovi-che-interpretano-il-papaniente-comunione-ai-divorziati-risposati-18797.htm



Mosebach: i fedeli hanno diritto morale alla risposta ai dubbi


Martin Mosebach (nella foto), autore tedesco molto noto, già conosciuto anche per il suo libro Eresia dell’informe (Cantagalli), è stato intervistato dal sito UsaLifesitenews a proposito dei dubia presentati da quattro cardinali sulla controversa interpretazione di Amoris laetitia.
L’autore ha detto, tra l’altro, che i «rimproveri» piovuti sui cardinali sono spesso arrivati da ambienti di curia, che «un tempo era nota per il suo stile “curiale”. Dobbiamo registrare anche l’abbandono di questa preziosa tradizione».
«Diventa sempre più chiaro nella Chiesa», ha specificato, «che i fedeli hanno un diritto morale a una risposta, qualunque essa sia».
Il fatto che il Papa continui a non fornire alcuna risposta ai dubia potrebbe, secondo Mosebach, finire «per danneggiare la sua autorità. Il risultato finale sarebbe quello che il più alto Magistero della Chiesa non sa come esprimersi in modo chiaro e non è in grado di rispondere alle incertezze e farla finita con i dubbi».


Il papa tace, ma parla il cardinale Müller. Che ai "dubia" risponde così


muller

Anche a lui, oltre che a papa Francesco, i cardinali Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner avevano inoltrato i loro cinque "dubia" sull'interpretazione di "Amoris laetitia", chiedendo di "fare chiarezza".
E né lui, il cardinale Gerhard L. Müller, prefetto della congregazione per la dottrina della fede, né tanto meno il papa avevano fin qui risposto alle domande dei quattro cardinali.
In compenso, però, ora Müller "chiarezza" la fa, eccome, nell'ampia sua intervista che esce oggi sulla rivista "Il Timone", raccolta dal direttore Riccardo Cascioli e da Lorenzo Bertocchi:
Nell'intervista, il cardinale non fa parola dei "dubia", ma dice "apertis verbis" proprio ciò che i quattro cardinali chiedevano che fosse chiarito.
E non manca di sferzare quei vescovi che con i loro "sofismi" interpretativi – dice – invece che fare da guida ai loro fedeli cadono "nel rischio che un cieco conduca per mano altri ciechi".
Ecco i passaggi chiave dell'intervista.
*
D. – Si può dare una contraddizione tra dottrina e coscienza personale?
R. – No, è impossibile. Ad esempio, non si può dire che ci sono circostanze
per cui un adulterio non costituisce un peccato mortale. Per la dottrina cattolica è impossibile la coesistenza tra il peccato mortale e la grazia giustificante. Per superare questa assurda contraddizione, Cristo ha istituito per i fedeli il Sacramento della penitenza e riconciliazione con Dio e con la Chiesa.
D. – È una questione di cui si discute molto a proposito del dibattito intorno all’esortazione post-sinodale "Amoris laetitia".
R. – La "Amoris laetitia" va chiaramente interpretata alla luce di tutta la dottrina della Chiesa. […] Non mi piace, non è corretto che tanti vescovi stiano interpretando "Amoris laetitia" secondo il loro proprio modo di intendere l’insegnamento del papa. Questo non va nella linea della dottrina cattolica. Il magistero del papa è interpretato solo da lui stesso o tramite la Congregazione per la dottrina della fede. Il papa interpreta i vescovi, non sono i vescovi a interpretare il papa, questo costituirebbe un rovesciamento della struttura della Chiesa cattolica. A tutti questi che parlano troppo, raccomando di studiare prima la dottrina [dei concili] sul papato e sull’episcopato. Il vescovo, quale maestro della Parola, deve lui per primo essere ben formato per non cadere nel rischio che un cieco conduca per mano altri ciechi. [...]
D. – L’esortazione di san Giovanni Paolo II, "Familiaris consortio", prevede che le coppie di divorziati risposati che non possono separarsi, per poter accedere ai sacramenti devono impegnarsi a vivere in continenza. È ancora valido questo impegno?
R. – Certo, non è superabile perché non è solo una legge positiva di Giovanni Paolo II, ma lui ha espresso ciò che è costitutivamente elemento della teologia morale cristiana e della teologia dei sacramenti. La confusione su questo punto riguarda anche la mancata accettazione dell’enciclica "Veritatis splendor" con la chiara dottrina dell’"intrinsece malum".  […]  Per noi il matrimonio è l’espressione della partecipazione dell’unità tra Cristo sposo e la Chiesa sua sposa. Questa non è, come alcuni hanno detto durante il Sinodo, una semplice vaga analogia. No! Questa è la sostanza del sacramento, e nessun potere in cielo e in terra, né un angelo, né il papa, né un concilio, né una legge dei vescovi, ha la facoltà di modificarlo.
D. – Come si può risolvere il caos che si genera a causa delle diverse interpretazioni che vengono date di questo passaggio di Amoris laetitia?
D. – Raccomando a tutti di riflettere, studiando prima la dottrina della Chiesa, a partire dalla Parola di Dio nella Sacra Scrittura che sul matrimonio è molto chiara. Consiglierei anche di non entrare in alcuna casuistica che può facilmente generare malintesi, soprattutto quello per cui se muore l’amore, allora è morto il vincolo del matrimonio. Questi sono sofismi: la Parola di Dio è molto chiara e la Chiesa non accetta di secolarizzare il matrimonio. Il compito di sacerdoti e vescovi non è quello di creare confusione, ma quello di fare chiarezza. Non ci si può riferire soltanto a piccoli passaggi presenti in "Amoris laetitia", ma occorre leggere tutto nell’insieme, con lo scopo di rendere più attrattivo per le persone il Vangelo del matrimonio e della famiglia. Non è "Amoris laetitia" che ha provocato una confusa interpretazione, ma alcuni confusi interpreti di essa. Tutti dobbiamo comprendere ed accettare la dottrina di Cristo e della sua Chiesa e allo stesso tempo essere pronti ad aiutare gli altri a comprenderla e a metterla in pratica anche in situazioni difficili.
*
Fin qui il cardinale Müller, che tra i "confusi interpreti" di "Amoris laetitia" da lui presi di mira non può non aver incluso anche i vescovi argentini della regione di Buenos Aires.
Ai quali però papa Francesco scrisse approvandoli in pieno: "El escrito es muy bueno y explícita cabalmente el sentido del capítulo VIII de 'Amoris laetitia'. No hay otras interpretaciones."…


Settimo Cielo di Sandro Magister01 feb


http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/02/01/il-papa-tace-ma-parla-il-cardinale-muller-che-ai-dubia-risponde-cosi/


FEBBRAIO: MÜLLER SULL'OSCURAMENTO DELLA DOTTRINA NELLA CHIESA, IL TIMONE IN FORMATO DIGITALE E MOLTO ALTRO

Febbraio: Müller sull'oscuramento della dottrina nella Chiesa, il Timone in formato digitale e molto altro
Oggi Il Timone sbarca sul digitale. L'offerta editoriale si arricchisce per una lettura da PC, smarthphone e tablet, grazie anche a una app personalizzata per iPhone, iPad o Android. Rimane ovviamente tutta l'offerta in versione cartacea a cui speriamo che sempre più lettori possano affezionarsi.
Il Timone, rivista di apologetica cattolica fondata nel 1999 a Milano, è diretto da Riccardo Cascioli e offre attualità, storia, filosofia, arte, letteratura, teologia, tutto osservato con uno sguardo cattolico senza altri aggettivi. Il numero 160 con cui si apre anche l'edizione digitale è un numero speciale.

Troverete sei pagine con un'intervista esclusiva concessa al Timone dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Il custode della ortodossia cattolica ci parla del significato della dottrina per la vita della Chiesa, del rapporto con la coscienza personale, l'ecumenismo e del dibattito sull'interpretazione di Amoris laetitia.
«Noi siamo chiamati ad aiutare le persone, poco a poco, per raggiungere la pienezza del loro rapporto con Dio», ha detto il cardinale, «ma non possiamo fare sconti. (…) La Chiesa è un corpo vivo, lo sviluppo è un movimento per comprendere meglio le profondità dei misteri. Però non è possibile superare dichiarazioni del magistero quando si tratta di dichiarazioni che riguardano la fede divina cattolica rivelata».

Il dossier, quello che solitamente è il cuore della rivista, lo abbiamo intitolato “Rapporto sulla dottrina” per approfondire ancora quale significato ha per la vita dei fedeli. Questo rapporto lo hanno scritto Mauro Gagliardi, sacerdote e professore di Teologia dogmatica, Giacomo Samek Lodovici, filosofo e docente all'Università Cattolica, Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste, e Stefano Bimbi, parroco senese.

Lo spazio dell'attualità è occupato da una inchiesta di Vincenzo Sansonetti sulle verità taciute, cioè quelle cose che non si possono dire, anche se supportate da indagini scientifiche che mostrano i rischi e i danni causati da alcuni miti del nostro tempo, vale a dire divorzio, aborto, fecondazioni assistita, condizione gay. Il caso della consacrazione pubblica a Cristo di due Stati, Perù e Polonia, è, invece, analizzato da Andrea Zambrano.

Costanza Miriano ci ricorda che “i cattolici lo fanno meglio”, basta che sappiano custodire il linguaggio della sessualità. Per questo ci offre un elenco di errori classici da evitare tra moglie e marito. Come sempre Il Timone ospita le sue rubriche, a partire da quelle storiche, “Vivaio”, di Vittorio Messori, “Il Kattolico” di Rino Cammilleri, “La versione di Barra”, del fondatore della rivista Gianpaolo Barra; e altre più recenti come ad esempio “L'infiltrato” e “Don Camillo sul crinale” di Lorenzo Bertocchi.

Da oggi tutto questo lo potrai leggere anche in digitale, dal primo giorno di ogni mese di pubblicazione Il Timone arriverà sul tuo PC, tablet o smartphone.

Link per accedere allo sfogliatore dal PC: http://edicola.iltimone.org/iltimone
Nel pomeriggio saranno disponibili le applicazioni dal Play Store e Apple Store, per accessi diretti da cellulari e tablet.
Per ogni informazione scrivere a: supporto@iltimone.org 

1 commento:

  1. Mueller e company, basta con le manfrine! E i quattro eroi dubbiosi, dove sono?! Fanno tutti lo stesso giochino, tutti, e tutti saranno spazzati, a partire dal mostro biancovestito!

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