ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 24 aprile 2017

Spirito-so?


Papa Francesco, per favore, lasci perdere i cattivi maestri come Don Milani e i falsi profeti come Lutero

Davvero saremo curiosi di sapere chi è il “suggeritore, ispiratore” di Papa Francesco. Non venite a dirci che è lo Spirito Santo, perché Egli, Terza Persona della Santissima Trinità, non è schizofrenico e non può suggerire contraddizioni dottrinali, né Egli confonde tra Riformatori e rivoluzionari.
Piuttosto il Santo Padre, volendo accogliere la spiegazione data dallo stesso Padre Cavalcoli OP – clicca qui – si è circondato di persone moderniste che “mal lo consigliano”…
È la seconda volta che Papa Francesco porta come testimonial Don Milani (si dice che la prima volta è un caso, la seconda è coincidenza, la terza diventa consuetudine o addirittura predizione), e questa volta lo ha fatto attraverso un video messaggio il cui testo ufficiale lo trovate qui. Qualcuno dovrebbe far sapere, al Papa regnante – che non ha mai conosciuto Don Milani, e che non conosce affatto la vita ecclesiale italiana di quegli anni – che Don Milani fu tra i primi sacerdoti a SFRATTARE IL CROCEFISSO DALLE AULE SCOLASTICHE, ma forse egli lo sa e non gli interessa nulla?


Don Lorenzo MIlani (1923-67)

Qualcuno dovrebbe donare al Papa regnante il prezioso libro di chi, Don Milani, lo ha conosciuto di persona, il domenicano Padre Tito Centi il quale, partendo onestamente da una serie di elogi al sacerdote in questione in quanto prete, conclude il libro con una chiara denuncia al suo pensiero NON cattolico, anzi, perfino ingannevole. Il libro “Incontri e scontri con don Milani“, lo trovate sul sito TotusTuus nella biblioteca gratuita, perché in cartaceo non risulta esserci mentre, cliccando qui, troverete una documentata riflessione sul testo in questione e sugli errori dottrinali, pastorali di Don Milani.
Non è forse significativo che S. Giovanni XXIII fece ritirare dal commercio le opere del priore di Barbania in quanto fosse un «un povero pazzerello scappato dal manicomio»? Non è altrettanto  significativo che san Giovanni Paolo II, in tutto il suo pontificato di ben 25 anni, non ha mai citato Don Milani quale esempio o modello da seguire,  e che neppure Benedetto XVI nell’Anno Sacerdotale 2009-2010 ebbe ad indicare MAI questo sacerdote come modello? Ben tre Pontefici hanno detto “no” al pensiero di Don Milani!
Ma Papa Francesco, si sa, lui opta per lo “straordinario” ed in fondo, avendo sdoganato Martin Lutero, che vuoi che sia sdoganare Don Lorenzo Milani?
Qualcuno dovrebbe ricordare al santo Padre Francesco che esiste una “condanna” della Congregazione per la Dottrina della Fede, sul pensiero cattolico di Don Milani “Esperienze pastorali” (lui non fu mai scomunicato) e che non a caso, lo stesso libro di Padre Tito Centi, il cui autore si era reso pure aperto e tollerante nei confronti delle idee pastorali di Milani, conclude a pag. 51 con queste parole durissime:
Il libro di don Milani si rivelò deleterio per molti cristiani e per non pochi sacerdoti, giovani e non più giovani. Fu il primo focolaio di un pericoloso contagio che, dal classismo, li avrebbe portati addirittura al marxismo. Non per nulla i marxisti furono pressoché unanimi nell’esaltare le idee del Priore di Barbiana. Si potrà, forse, denunziare l’appropriazione indebita, perché contraria alla volontà del legittimo proprietario; ma, in casi del genere, le intenzioni non contano. Idee e fatti hanno la loro logica inesorabile… (..) Dovetti anch’io convincermi assai presto che un libro come quello di don Milani non doveva essere stampato”.
C’è chi parla di “ingiustizia” nei confronti di Don Lorenzo Milani e di “incomprensione”, la solita tarantella di un linguaggio liquido atto a voler giustificare una certa apostasia dottrinale che non nasce oggi, ma che semmai inizia ad uscire allo scoperto nel primo dopo guerra, fra gli anni Cinquanta e Sessanta, tuttavia ben bloccata dal venerabile Pio XII.
Nel 2007 Pucci Cipriani così ricordava: “Il «prete rosso» il cui mito fu portato avanti dalle maestrine d’allora (le future «mammine sessantottine!») che andavano in fregola di fronte alle teorie del convertito che viene «esiliato» sui monti del Mugello dai suoi superiori.
Ma Don Milani trovò sulle montagne dell’Appennino toscano il proprio “habitat”, (non dimenticò nemmeno per un momento di essere il virgulto di quella borghesia illuminata e laicista che, in definitiva, lo aveva forgiato e che lui non rinnegherà mai nonostante le invettive e gli slogan filomaoisti!), circondato dalle «menti» più famose del sinistrismo italiano si proclamò maestro dei diseredati, una sorta di moderno Socrate che si “sfogava” nel fare la cosa peggiore che si potesse allora fare: il «conformismo dell’anticonformismo ». Per cui godeva nello stupire dicendo parolacce, nel mandare anatemi al suo Vescovo («una Curia che ascolta le spie ed esilia i santi») pretendendo, poi, di avere un «pubblico riconoscimento » ed esser fatto «monsignore».
Don Lorenzo Milani soffiò, insomma, sulle ceneri di un fuoco, non mai sopito in quelle zone che già avevano visto scatenarsi il terrore con la «caccia all’uomo» nel dopoguerra, dell’invidia, della lotta di classe e delle vendette fratricide.
Cercò di coniugare, con incredibile saccenteria, il verbo di Marx con quello di Cristo… e tutta questa demagogia riuscì a infiammare le menti più deboli, e a dominare i cervelli di una certa, seppur marginale, classe insegnante che aveva una qualche infarinatura di «antiautoritarismo» attinta, alle Magistrali, in qualche paginetta di Rousseau, di Comenio o del Dewy…”.
Martin Lutero e Don Milani hanno lo stesso fondamento, o fondamentalismo. E laddove può sembrare eccessivo descrivere Don Milani “prete rosso o comunista”, possiamo dire che effettivamente egli non era “comunista” in senso lato, ma senza dubbio era di quei preti come quelli della Teologia della Liberazione che volevano, e sapevano, cattolicizzare il marxismo. Don Lorenzo Milani più che comunista in senso stretto, infatti, era di stampo LIBERALE protestante. Non ci rimproveri l’illustre discepolo di don Milani se al momento ci viene a mente questa associazione di idee: Lutero sosteneva giusta la sua battaglia, tanto da essere convinto che avrebbe spazzato via l’edificio della Chiesa romana. L’ex frate agostiniano diceva: “L’Altissimo mi manda a voi per additare alla vostra esecrazione il pontefice abominevole che vi spoglia e vi opprime. Popolo, giù il papato!”…. senza dubbio che Don Milani non giunse mai a queste conclusioni, al contrario, cercò, effettivamente, di obbedire e tuttavia, cercando anche di portare avanti le sue idee nonostante il “no” dei suoi superiori, anche lui come Lutero non è che rinnegasse “La Chiesa”, entrambi volevano solo “cambiarla”, rivoluzionarla dottrinalmente.


Martin Lutero (1483-1546)

Se un Papa oggi sdogana Martin Lutero, perché non dovrebbe sdoganare anche un Don Milani? Certo, questo ci farebbe chiedere, legittimamente, in quale chiesa stiamo vivendo…. e ci farebbe rispondere, senza cadere nell’eresia: “Santità, proprio no! Non accettiamo un modello di sacerdote nell’insegnamento di Don Lorenzo Milani!”, e nessun Papa potrebbe mai imporlo a meno che… non giungesse una equipollente canonizzazione, purtroppo facile di questi tempi! Di fatto cosa avviene? Che non avviene alcuna canonizzazione equipollente, ma uno sdoganamento di un pensiero in passato dichiarato eretico, ed oggi cattolicizzato.
La soluzione è INFORMARSI sui fatti e sulla vera dottrina, sul Catechismo (prima che giungano a farlo scomparire, o a ritirarlo) e su tutto il magistero bimillenario della Chiesa, e non solo quello degli ultimi quattro anni! RESISTERE a non lasciarsi intimorire da imposizioni su personaggi che nessuno, neppure un Papa, può imporre alla Chiesa quale modello, specialmente se sbagliato.
Un profeta? Un santo? Un grande educatore? No! Don Lorenzo Milani fu solo un povero prete, il cui mito è stato gonfiato ad arte dai nemici della Chiesa per dare un diverso indirizzo al ministero sacerdotale e per far nascere nuova confusione tra i cattolici, e non riteniamo un caso questo sdoganamento, in questi tempi in cui si sta imponendo una serie di re-interpretazioni della dottrina cattolica, sulla Messa, sulla Liturgia, sui pastori protestanti e quindi, anche sulla nuova figura del sacerdote…
Forse qualcuno dovrebbe dire a Papa Francesco che Don Milani insegnava che L’OBBEDIENZA NON E’ PIU’ UNA VIRTU’…. e che se lui ha citato dell’obbedienza di Milani al suo vescovo nel testo-messaggio, rincorreva spesso in forti contraddizioni tra ciò che diceva, insegnava e poi faceva…. il suo modo di fare era alla fine un tantino schizofrenico a tal punto che, la sua monumentale opera scolastica non vide mai la luce e non ebbe mai una grande diffusione, grazie a Dio, la quale opera era sostenuta da tutta la fascia democristiana confluita, guarda il caso, nella sinistra italiana.
Concludendo: non ci accaniamo contro la persona di Don Lorenzo Milani, buon prete, convertito per altro dall’ebraismo, e di sani principi morali con i quali nulla ebbe poi da spartire con gli incresciosi fatti di grave pedofilia nel centro da lui fondato… e ancora al vaglio della magistratura. Qui non accettiamo semplicemente il suo pensiero che non ebbe nulla di cattolico, ma solo di stampo RIVOLUZIONARIO E NON RIFORMATORE. Come Lutero infatti viene fatto passare oggi per Riformatore, mentre fu solo un nemico rivoluzionario contro la Santa Chiesa, clicca qui, così oggi si vuole promuovere il pensiero di Don Milani come “riformatore” mentre fu anch’egli un rivoluzionario della dottrina cattolica. E questo è inaccettabile, anche se a promuoverlo è il Pontefice regnante.
Bisogna fare discernimento tra RIFORMATORI E RIVOLUZIONARI: i primi sono i SANTI, i secondi sono tutti anticattolici ed anticristici! Santità, perché non studia il caso di Don Dolindo Ruotolo o di Don Divo Barsotti, veri modelli di Sacerdoti della Chiesa da portare come esempio e, perché no, anche da beatificare?


Ebbene sì, papa Francesco elogia anche Don Milani! Cliccare sull’immagine per ascoltare.

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