ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 13 maggio 2017

Fatimafobia

Le parrocchie italiane si impegnano per la Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia

        


La scristianizzazione della società non provoca impegni del genere: dozzine di parrocchie italiane hanno deciso di essere in prima linea contro ciò che i benpensanti chiamano «l’omofobia». Così hanno architettato diverse iniziative per la Giornata mondiale di lotta contro l’omofobia e la transfobia, che avrà luogo il prossimo 17 maggio: veglie e incontri sono al centro dei preparativi per combattere «le discriminazioni»… e cambiare le mentalità nei confronti dell’omosessualità e di tutte le deviazioni che ne derivano.

Un’offensiva pro-Lgbt diretta da ecclesiastici molto gay-friendly e certamente ispirati dalle diverse prese di posizioni di Papa Francesco sull’argomento: più di una volta il pontefice argentino ha espresso dichiarazioni o compiuto delle azioni equivoche a favore del mondo arcobaleno. Dal suo «Chi sono io per giudicare?» alla sua richiesta di «accompagnare le persone che intraprendono un cambiamento di sesso», egli ha dato il via al grande cantiere per la trasformazione della dottrina della Chiesa su queste questioni morali.

In più, tutte le sue azioni permettono di praticare un sacrosanto ecumenismo e soprattutto di non lasciare ai soli protestanti l’impegno omosessualmente corretto, così importante per essere ben visto nel mondo e dal mondo. Niente di meglio per compiacere il Papa argentino!

A Milano, la parrocchia Santa Maria della Passione organizza una veglia di preghiera in contemporanea con la chiesa evangelica valdese, presente nell’Italia del Nord. Mentre a Palermo, in Sicilia, i padri gesuiti e i padri comboniani di sono accodati alla chiesa evangelica luterana.
A Pinerolo, vicino Torino, la comunità cristiana del prete militante Lgbt e scomunicato nel 2003, Franco Berbero, che «sposa» le coppie gay, organizza una manifestazione per le vie cittadine per «salutare il rinnovamento teologico della Chiesa». Iniziative simili sono previste anche a Firenze, Catania, Trieste, Bologna e in altre città italiane.
A Genova, sarà niente meno che il Vicario generale Nicolò Anselmi a partecipare alla veglia organizzata in una delle parrocchie del cardinale-arcivescovo Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

La Chiesa conciliare si adatta bene e sicuramente al mondo arcobaleno…



di Francesca de Villasmundo
Pubblicato sul sito francese Medias presse info

L'immagine è nostra

Cercasi nazista serio, meglio se omofobo e russo, per suffragare tesi del cazzo. Niente perditempo

Mi è parso di sentirli, per tutta la giornata, gli alti lai provenienti dalle redazioni giornalistiche di mezza Italia. Gente i cui coglioni giravano così veloci da poter produrre energia sufficiente a illuminare Las Vegas per un mese, costretta a buttare nel cesso scalette di trasmissioni già pronte, editoriali indignati, edizioni speciali e inchieste in grado di contendere il Nobel al film sugli “Elmetti bianchi”. Perché ok per le rom morte a Roma in un incendio doloso, sogno di ogni buonista, interrotto però dagli inquirenti che battono la pista della vendetta tra clan nomadi ma anche l’attivista gay fermato in Russia e liberato dopo poche ore è troppo: che cazzo strumentalizzano, adesso, visto che dal fronte ONG le cose si mettono male ed è spuntata una nave di Medici senza frontiere tra quelle che agiscono senza l’ok della Guardia costiera? Ma entriamo nel vivo dello psicodramma russofobo durato poche ore e che ha infranto molti sogni.
Tale Yuri Guaiana, membro dell’associazione radicale “Certi Diritti”, è stato fermato dalla polizia a Mosca, insieme ad altri 4 attivisti russi, mentre andava alla Procura generale per consegnare le firme raccolte dalla petizione contro il trattamento dei gay in Cecenia. Trattenuti in questura per alcune ore, tutti sono stati rilasciati. Insomma, non è successo niente. Eppure, non solo le redazioni sono entrate in uno stato di eccitazione degno di un gruppo di 14enni con casa libera e dvd di Moana Pozzi ma anche la Farnesina e il ministero della Giustizia, quest’ultimo per bocca direttamente di Andrea Orlando, hanno sbroccato. Orlando – forse ancora sotto shock per il risultato delle primarie PD – ha dichiarato quanto segue: “Le notizie dalla Cecenia e quello che è successo in Russia desta preoccupazione. Forme di democrazia autoritaria sono forze di riferimento a forze politiche che agiscono nel nostro continente e nel nostro Paese con movimenti omofobi”. Insomma, una mezza dichiarazione di guerra alla Russia di Putin da uno che ha preso il 20% in primarie a cui hanno votato quattro gatti: Putin pare si stia cagando addosso da stamattina.

Qualche altro dettaglio di questa pantomima. Guaiana è stato fermato mentre “consegnava per conto dell’Ong AllOut, le firme di cittadini da tutto il mondo che chiedono giustizia e verità sulle persecuzioni di gay in Cecenia”, hanno detto il segretario dell’associazione, Leonardo Monaco e Marco Cappato, al secolo “Dottor morte”, appena venuti a conoscenza dell’arresto. Torturato? Fucilato? Guaiana non è mai stato irraggiungibile e l’attivista stesso ha spiegato che stava bene, che era “in carcere, in una stanza con altri quattro cittadini russi e un poliziotto. Ogni tanto vengono a farci domande e chiedere documenti, in particolare a me per il visto. Non sappiamo cosa succederà adesso. Non abbiamo ancora mangiato, non ci hanno portato neanche un bicchiere d’acqua. Ci hanno comunicato che siamo in detenzione amministrativa”. Dunque, era in stato di fermo nella stazione Tverskoj della polizia per accertamenti in base all’articolo 20.2 del codice amministrativo russo. Ovvero? Organizzazione di manifestazioni senza autorizzazione.
E c’è bisogno di montare questo casino? O forse è stata l’assenza del pranzo a scatenare le nostre autorità? Ora, io capisco quei poveracci dei Radicali, i quali hanno chiesto l’intervento diretto dell’UE – perché non dell’ONU, organismo che mette l’Arabia Saudita a vigilare sui diritti delle donne senza che gli orfani di Pannella abbiano un cazzo da ridire, forse perché gli USA a loro fanno comodo – ma Farnesina, ministero della Giustizia e tutti i media italiani non avevano altro da fare che inscenare una crisi stile ostaggio americano in Iran per un fermo di polizia in un Paese affatto ostile, nonostante le nostre sanzioni da imbecilli? Conosco gente che per aver tirato due fumogeni allo stadio è stata in Questura più a lungo. E tu, caro Yuri – con il nome partivi anche bene in Russia -, fatti dire due cose. Primo, informati. Dopo le manifestazioni organizzate da Alexei Navalni e dopo l’attentato a San Pietroburgo, in Russia non è che ci si possa avvicinare agli edifici governativi come cazzo ti pare: l’accusa di manifestazione non autorizzata scatta anche solo per due persone, in maniera preventiva. Non eri sulla Piazza Rossa a farti un selfie ma alla Procura generale. Secondo, se il tuo modo di presentarti al mondo è basato su queste credenziali

e viaggi in certi Paesi, oltretutto con intento critico e accusatorio, dovresti ringraziare il tuo dio di aver concluso la faccenda in poche ore ed essere filato tranquillo in aeroporto. D’altronde, Vladimir Putin nel suo colloquio con Angela Merkel della scorsa settimana, lo aveva detto: “La polizia russa è più democratica di molte di quelle europee”. Ma aveva anche dentro altro all’UE per quanto riguardava gli affari interni della Russia: “Fatevi i cazzi vostri”. Caro Yuri, ora goditi tranquillo i tuoi giorni di notorietà: vai ospite nelle trasmissioni tv, rilascia intervista, intervieni a convegni. Poi, però, lascia stare la Russia. E ringrazia che Putin è un democratico.
Comunque occorre fare un plauso alla celerità di intervento della Farnesina, soprattutto del sottosegretario Benedetto Della Vedova, ex Radicale e attentissimo alle tematiche legate ai diritti civili. Non si vedeva un’attività così febbrile dalla crisi di Sigonella, chissà come mai. Forse perché oltre che legato a un’associazione dei Radicali, il caro Yuri è gay? Non stupirebbe, dopo quello che si è sentito giungere dal Vaticano: “Probabilmente alcuni santi erano gay”. No, tranquilli, non ho bevuto troppo. Lo ha scritto su Facebook padre James Martin, il gesuita chiamato il mese scorso a ricoprire il ruolo di consulente della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. Me cojoni!
Tutto è iniziato il 5 maggio, quando il sacerdote ha postato sulla propria pagina Facebook un post riguardante l’incontro tra il vescovo di Lexington, John Stowe e i supporter di New Ways Ministry, un gruppo che “sostiene lesbiche, gay, bisessuali e trans cattolici”. Padre Martin ha commentato così questa notizia: “Un altro segno di benvenuto e di costruzione di ponti”. Molti commentatori non hanno apprezzato la scelta del gesuita e hanno fatto notare come la dottrina della Chiesa dica tutt’altro. A questo punto, padre Martin è intervenuto dicendo che “alcuni santi erano probabilmente gay. Una certa parte dell’umanità è gay. Anche una certa parte dei santi poteva esserlo. Potresti essere  sorpreso quando in Paradiso verrai salutato da uomini e donne Lgbt”. Io non ho bevuto ma lui spero che qualcosa abbia fumato, altrimenti la cosa è grave. Complimento al Vaticano, immagino sia imminente l’apertura di un sexy shop e di un coffee shop tra le Mura.
Io, poi, mi chiedo sempre perché le associazioni gay, LGBT, sal cazzo cosa, non vadano mai a chiedere conto della violazione dei loro diritti, ad esempio, nei Paesi del Golfo. Direte voi, sono lontani. Vero, anche se Mosca non è esattamente il corrispettivo di Camogli per un milanese, non ci vai per il weekend. Eppure, gli scorsi 10 e 11 aprile, le rappresentanze di Paesi del Golfo e della Turchia, altra nazione notoriamente amante dei gay (i quali, infatti, vengono in Italia a fare i registi di film sui gay), erano presenti come ospiti alla sessione del G7 a Lucca, decisamente a portata di mano. Vi pesava il culo ad andare fino in Toscana? Meglio consegnare le firme alla Procura generale di Mosca, farsi tre orette di stazione di polizia ma armare un gran caso politico-mediatico verso Putin, vero? Eh sì, mai come in questo caso l’adagio di Ricucci casca a fagiolo. Non si disturbano i Paesi del Golfo, eccheccazzo. Prendi l’Arabia Saudita, dove i gay sono condannati a morte.

Perché disturbarla, le si regalano comitati e presidenze farsa all’Onu e, soprattutto, si tace ciò che sta combinando in Yemen. Ma siccome io non sono né gay, né amico di Soros, vi dico che è di oggi la notizia in base alla quale si aggrava in Yemen – dove si combatte da oltre due anni nell’indifferenza più totale dei media, forse perché non c’è una sede Arcigay a Sanaa – l’epidemia di colera e diarrea acuta scoppiata nell’ottobre scorso. A partire dal 30 marzo, cioè in meno di un mese e mezzo, sono 780 i casi registrati e le autorità locali hanno segnalato anche 310 casi nella capitale Sanaa. Dal marzo del 2015 molti ospedali hanno smesso di funzionare a causa del conflitto e per milioni di persone l’accesso alle cure è diventato estremamente difficile: “Siamo preoccupati che l’epidemia continui a diffondersi e vada fuori controllo”, ha detto Shinjiro Murata, capo missione di Medici senza frontiere in Yemen.

A cui va tutto il mio rispetto, meno quando difendono a spada tratta ONG che operano come scafisti. Come mai degli yemeniti che muoiono in questi giorni e in queste ore di colera – ho detto COLERA – non frega un beato cazzo a nessuno, mentre imbarchiamo migranti economici da Paesi senza guerre, né epidemie, come non ci fosse un domani? Perché ogni nigeriano con le emorroidi rappresenta un’emergenza umanitaria e quella gente no? Forse perché ad ammazzarli con bombe e malattie ci stanno pensando sauditi e americani?
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Ma si sa, parlando di medici, va riconosciuto che sono persone particolari, anime votate all’altro e alla sua salute. Sarà pe questo che il dottor Corrado Lauro, ha sentito il bisogno di postare quanto segue su Facebook.

Il medico, che opera anche in chirurgia generale all’ospedale Santa Croce di Carle di Cuneo, ha così operato la sua vendetta sugli abitanti delle frazioni di Roata Canale e Spinetta, dopo la polemica scoppiata per i manifesti anonimi comparsi nelle vie di questi paesi. I cittadini protestavano aspramente contro l’ipotesi che la Casa delle opere parrocchiali ospitasse 24 migranti o richiedenti asilo e la polemica sui migranti aveva coinvolto anche il vescovo di Cuneo, monsignor Piero Delbosco, che aveva incontrato circa 400 cittadini in un’assemblea pubblica il 30 aprile. Ma tutti gli avevano risposto quasi all’unisono: “Non li vogliamo”. Tutti avvisati: i medici, dopo l’obiezione di coscienza sull’aborto, ora possono rivendicare anche quella verso chi non intende ospitare migranti nel suo comune. L’ordine nazionale non ha nulla da ridire al riguardo?
Sono certo di no, perché diciamo che l’autorità in generale ci sta andando un pochino con la manica larga verso le risorse presenti nel nostro Paese, come dimostra il caso di Dougboyou Tahibe Ignace, originario della Costa d’Avorio, il quale pochi giorni fa ha pestato due agenti della polizia a Milano, mandandoli all’ospedale. Arrestato e portato di fronte a un giudice con le accuse di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e spaccio di droga, ll pm ha conferma immediatamente il fermo e gli agenti lo hanno portato immediatamente in carcere. E poi? Il giudice monocratico del Tribunale di Milano, dopo l’udienza per direttissima, il giorno successivo lo libera.

Perché? Ecco la motivazione testuale: addosso aveva una dose modesta di sostanze stupefacenti e la sua violenta “seppure spregevole” reazione è dovuta alla “insofferenza per i controlli di polizia”. Verrà almeno espulso, direte voi, essendo clandestino? No, dovrà solamente presentarsi in commissariato tre volte alla settimana per firmare un documento. Capito, se anche voi siete insofferenti ai controlli di polizia, sapete cosa fare: c’è una sentenza che fa giurisprudenza a Milano. No, non si tratta di una bufala: è la verità di questo Paese, anno 2017.
Ma non tutto è perduto, c’è una ragione che giustifica – e, anzi, nobilita – l’operato di quel magistrato, come quello del medico cuneese o delle ONG che operano come taxi. Ce lo dice “La Stampa”, la quale l’altro giorno ha pubblicato un articolo dal titolo “Ci rafforzeranno i microbi africani”. Ovvero? Stando a uno studio, la cui scientificità è pari allo scioglimento delle Mentos nella Coca Cola, i batteri che arrivano oggi in Italia attraverso i migranti sono in grado di aiutare i nostri figli, sempre più fragili e tendenti ad ammalarsi, ad avere un sistema immunitario molto più resistente nei prossimi anni. Proprio sicuri che l’incontro tra ceppi batterici o virali e persone che non hanno sistemi anticorpali strutturati per riceverli, si tramuti in un successo?

Diciamo che gli indios amazzonici o del Sud America non hanno reagito benissimo alle infezioni importate dai colonizzatori. Magari tra 100 o 200 anni questa teoria avrà qualche riscontro ma, nel frattempo, non rischiamo una bella epidemia, magari da meningococchi, endemici nell’Africa subsahariana o di tubercolosi? Insomma, con il mito del buon selvaggio, Rousseau e soci hanno fatto più danni della grandine. Insomma, in bocca al vibrione a tutti. E per voi, giornalisti e politici che attendete con ansia un nazista serio, magari russo e omofobo, che suffraghi le vostre tesi buoniste del cazzo, buona fortuna. E un abbraccio. Eia eia eia, alalà!
Di Mauro Bottarelli , il 83 Comment 
Sono Mauro Bottarelli, Seguimi su Twitter! Follow @maurobottarelli
https://www.rischiocalcolato.it/2017/05/cercasi-nazista-serio-meglio-omofobo-russo-suffragare-tesi-del-cazzo-niente-perditempo.htm


I COMANDOS GLBT DELL'IMPERO




YURI GUAIANA, SUCCESSORE DI VLADIMIR LUXURIA, EROE DELL'iSOLA DEI FAMOSI IN HONDURAS QUANDO I GOLPISTI VI AMMAZZAVANO I LEADER DEI DIRITTI UMANI. QUELLI VERI. Per la proprietà del contrappasso, queste ricorrenti e abbastanza nauseanti commediole russofobe, tornano fortunatamente tutte a vantaggio di Putin e, sfortunatamente, a detrimento dei gay innocenti. Che farebbero bene a prendersela con chi specula sulla loro identità e pretende di impegnarne la categoria al servizio dei peggiori stragisti di "diversi", cioè non omologati, della storia e del mondo.

Grazie all’amico Federico ho avuto queste chiarificatrici notizie fotografiche sul santo-subito Yuri Guaiana, impegnato a Mosca nella ricerca di martirio fake in difesa di gay virtuali, ma trafitti da bruti russi che neanche San Sebasatiano. La scaletta del copione è sempre la stessa. Ottenne le standing ovation della "sinistra" e di "Liberazione" anche Luxuria, inventatosi vindice di gay a Soci e confermatosi del tutto indifferente a questi quando imperversava con stile eccelso nell'Isola dei Famosi, in un Honduras dove i golpisti di Hillary, in quei giorni, sterminavano difensori dei diritti umani e dei GLBT

 Mossadgay

C’è niente da aggiungere per capire chi, cosa, perchè. Solo che li scelgono proprio brutti brutti, quelli del CIASSAD. E' per questo che non ci fanno dei selfie insieme, come invece il rotto a tutti i gusti John McCain con i patrioti imperiali di Isis, Al Qaida, Naziucraini?


CIAgay

Il che non turba ovviamente il “manifesto”, sempre pronto a impegnarsi per la causa. Così ieri, per non farsi mancare nulla del menu di Soros, ha inneggiato su una pagina di difesa delle Ong sorosiane, a tale Michel Forst, relatore ONU per i diritti umani (il che già dice tutto), ma anche compariello di Soros e già capo di Amnesty International nel nome e nell'interesse del Dipartimento di Stato. (e il comunista vero, Manlio, rubrichista fogliafichista del "manifesto", che dice?)

Casabiancagay
http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2017/05/i-comandos-glbt-dellimpero.html 


Commemorazione sacrilega – attraverso un gay pride – per la prima unione civile italiana …e la diocesi manda vicario a veglia antiomofobia



Il “Vescovo Massimo”
Sarebbe da non prendere in considerazione come notizia reale ma invece è così.
Il sito prideonline.it (la casa madre di queste operazioni) lancia la notizia in modo inequivocabile: “Reggio Emilia rilancia la sfida per la piena uguaglianza delle persone Lgbti. La città, che ha celebrato la prima unione civile, scenderà in piazza per la prima volta sabato 3 Giugno”.
Insomma la prima unione civile italiana è stata celebrata a Reggio e a Reggio dovrà andare in scena un gay pride commemorativo per chiedere ancora di più.
Cosa si legge sul medesimo sito?
Nel ricco menù rivendicativo della manifestazione […], che ha incassato il patrocinio del Comune e un’importante collaborazione con la Ausl cittadina sul tema della prevenzione delle IST, non c’è solo il rilancio della lotta per il matrimonio egualitario. Il corteo, che partirà dalla stazione centrale per arrivare a piazza della Vittoria, riprenderà le fila di alcune storiche battaglie del movimento Lgbti: dal potenziamento degli interventi di educazione affettiva e sessuale e contro il bullismo omotransfobico nelle scuole, alla pretesa che la legge contro l’omotransfobia esca finalmente dagli impolverati cassetti del Parlamento nei quali è relegata da anni. Senza dimenticare l’aggiornamento della legge 164, per consentire il cambio anagrafico del nome senza l’obbligo dell’intervento chirurgico, e la riforma del diritto di famiglia per dare pari diritti alle famiglie omogenitoriali rimaste orfane della stepchild adoption dopo l’approvazione della legge Cirinnà.
[…]
Non mancheranno gli incontri di autofinanziamento che partiranno con la serata in programma il prossimo 24 Marzo che avrà ospite Piergiorgio Paterlini, proseguiranno con il pranzo con la senatrice Monica Cirinnà e lo sceneggiatore Ivan Cotroneo, in calendario per il 20 Maggio, passando per il Drag Queen Bingo ospitato dal Circolo Arci Pigal.

E fin qui siamo alla descrizione degli atti compiuti dai nemici certi e dichiarati (a loro modo “onesti” nel disprezzare la legge naturale e il senso comune). Fin qui, insomma, siamo nella versione ordinaria del principio Oportet ut scandala eveniant (Matteo, XVIII, 7).


I sodomiti all'Inferno di Andrè Goncalves Cappella di Nossa Senhora da Conceição, della chiesa gesuita di Horta (Portogallo)

Ma i “cattolici” che fanno? Lo riporta il nostro collaboratore Cristiano Lugli sul sito Riscossa Cristiana:
Don Paolo Cugini ha deciso di dare un volto nuovo alla città, e anzi potremmo dire alla Diocesi di Reggio, organizzando per domenica 14 Maggio, alle ore 21.00, una “veglia di preghiera in chiesa per combattere l’omofobia”, dal titolo “Benedite e non maledite”, strumentalizzando la Lettera ai Romani di San Paolo, che come sappiamo non usava mezze misure nel definire la sodomia come grave peccato contro natura. Le dichiarazioni rilasciate ai giornali locali da don Cugini sono agghiaccianti; ne riportiamo alcune per rendere meglio l’idea di ciò che sta accadendo con il complice silenzio di tutti:
“Sarà il primo evento del genere in città nato sulla scia delle parole di Papa Francesco”.
“Vogliamo interrompere la catena dell’odio contro i cristiani gay”…


Il parroco di Regina Pacis ci spiega come l’idea sia nata “dalla richiesta di genitori di ragazzi omosessuali dai 20 ai 30 anni che abitano nel quartiere (…) Già da tempo facciamo incontri con loro, una volta al mese, dove mangiamo la pizza insieme, dialoghiamo e infine leggiamo il Vangelo. ‘Benedite e non maledite’ è la frase spunto che abbiamo preso dalla parola di San Paolo. Quello che vogliamo fare in modo molto semplice è lottare contro l’omofobia che è ancora molto presente nella nostra società, attraverso la preghiera e l’amore. Vogliamo interrompere la catena dell’odio contro i cristiani omosessuali. Ma anche denunciare e sensibilizzare sul tema del bullismo che sono costretti a subire gli adolescenti omosessuali”.
Già in passato, come ammette lo stesso don Cugini, nella parrocchia di Regina Pacis erano stati pubblicati articoli a favore dei cristiani LGBT sul bollettino parrocchiale

Ma a questo punto, voi direte, che fa la curia?
Notizia di oggi riportata dalla Gazzetta di Reggio: manderà alla veglia don “Alberto Nicelli, vicario generale del vescovo Camisasca”.

Una sintesi?
La prima “unione civile” italiana è stata celebrata a Reggio e a Reggio dovrà andare in scena un gay pride commemorativo per chiedere ancora di più, alla preparazione morale di questo evento (accompagnato ad altri sul territorio nazionale) hanno contribuito icone dell’omosessualismo italiano (valga per tutte la senatrice Cirinnà). Nella parrocchia di Regina Pacis si favorisce il clima con una veglia antiomofobia e la diocesi manda il vicario generale del vescovo a dare appoggio.
A questo punto penserete …è finita qui. Vero?

No. Ora si arriva alla parte “comica”. Il giorno prima della “veglia” è il 13 maggio e il vescovo farà una processione in onore della Madonna di Fatima, con relativa consacrazione della diocesi (il giorno prima dalla parte della Vergine che a Fatima disse: “I peccati che portano più anime all’Inferno sono i peccati della carne”, il giorno dopo – il 14 – manda il suo vicario alla veglia descritta nelle righe precedenti).

Ma ecco il bello:
i cattolici “conservatori” della diocesi staranno facendo tutti le barricate, staranno mandando tutti lettere infuocate, di fronte ad una simile farsa? Al contrario: pare essere partita una raccolta di firme – proprio in ambienti conservatori – per ringraziare “il Vescovo Massimo” per la processione-consacrazione del 13 maggio!
La logica elementare insegna che anche gli orologi fermi due volte al giorno segnano l’ora esatta e non bisogna complimentarsi con l’orologiaio quando accidentalmente avviene che le lancette corrispondano alla verità. Sempre per logica elementare, ringraziare “il Vescovo Massimo” per la processione sembra non troppo diverso che ringraziare Lutero per le ampie citazioni del Vangelo.
Verrebbe da dire: se proprio si vuole respingere con fermezza il lume della ragione, si accetti almeno il lume della Fede che – attraverso Santi e Papi – ci ricorda che il veleno dell’errore mescolato al miele di qualche atto meritorio rende solo meno ripugnante e più pericoloso l’errore.
San Beda il Venerabile diceva: «Il fatto che l’acqua del diluvio non salvi, ma uccida quelli che sono situati fuori dall’arca, prefigura senza alcun dubbio che ogni eretico, benché possieda il sacramento del battesimo, è sprofondato agli inferi non da altre acque, ma da quelle stesse che sollevano l’arca al cielo».
Riparare a tutto questo sarà necessario. Non importa quanti saranno quelli che avranno la forza di aderire. Ma qualcosa andrà fatto.


La Gazzetta di Reggio, 12 maggio 2017.

www.radiospada.org/…/commemorazione-…
https://gloria.tv/article/6g9Zbq7LrruG1W1VpTmzeueGe

L’epilogo della farsa tragica di Reggio Emilia

Redazione12/5/2017
Sabato 13 il vescovo guiderà la processione in onore della Madonna di Fatima; il giorno successivo lo stesso vescovo manderà il suo vicario a partecipare alla “veglia antiomofobia” nella parrocchia di Regina Pacis. Un giornale locale, forse involontariamente, ha fatto un’analisi perfetta in poche parole…
Redazione
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Ne parlava due giorni fa il nostro Cristiano Lugli: il parroco dell’Unità Pastorale 5 di Reggio Emilia, don Paolo Cugini, organizza per domenica 14 una “veglia di preghiera” per le solite “vittime” di omofobia, transfobia, eccetera.
La cosa non è piaciuta a tutti: ci informano che le linee telefoniche e mail della Curia reggiana sono state sottoposte a duro lavoro per le proteste di molti fedeli che evidentemente hanno ancora le nozioni elementari di Dottrina cattolica e si ricordano ancora che esiste il peccato, e in particolare quello mortale, ancor più grave se si tratta di uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio.
Hanno telefonato e scritto in molti alla Curia e questa come ha risposto? Mandando un vicario del vescovo a partecipare alla “veglia”.
Più chiaro di così, si muore. Poi, non stiamo a fare i pignoli: ma come, il vescovo il giorno prima celebra la Madonna di Fatima e il giorno dopo manda un suo rappresentante a celebrare gli invertiti? Queste sono le delizie della neochiesa: c’è spazio per tutti e per tutto, tanto non si crede più in nulla. L’unico precetto universale è il “volemose bene”, che tra l’altro è anche assai comodo, togliendo la fatica di ammonire, insegnare, predicare, eccetera.
Comunque, per conoscere tutto lo sviluppo della farsa tragica reggiana vi consigliamo di leggere – cliccando qui – l’articolo pubblicato su Radio Spada, col titolo Commemorazione sacrilega – attraverso un gay pride – per la prima unione civile italiana …e la diocesi manda vicario a veglia antiomofobia.
Da parte nostra notiamo solo una cosa: sulla Gazzetta di Reggio è uscito un articolo (che riproduciamo qui sotto) nel quale, forse involontariamente, è stata fatta la fotografia perfetta di questo manicomio. Abbiamo evidenziato un passaggio, proprio all’inizio dell’articolo, in cui si dice: “… la Chiesa bergogliana della Misericordia”. Appunto: la “chiesa” bergogliana. Roba sua. Se la tenga. Continuiamo a restare cattolici, è l’unico modo per salvarsi. Se altri vogliono divertirsi con queste tragiche farse, tanto peggio per loro, ma teniamocene lontani e avvisiamo gli amici di fare altrettanto.
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