ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 23 maggio 2017

Una manifesta persecuzione.


Quando il silenzio non è quello di Dio


UnknownEsprimiamo il nostro rammarico per il silenzio delle autorità religiose rispetto alle accuse deplorevoli verso le nostre figlie, suore Francescane dell’Immacolata, ad opera del Signor Mario Castellano e pubblichiamo il testo della doverosa petizione, indirizzata a sua Eccellenza Reverendissima Mons J. R. Carballo, Segretario della Congregazione dei Religiosi e a Madre Noris Adriana Calzavara, Commissaria Apostolica del predetto Istituto religioso.
Non resteremo ad assistere passivamente a tutte quelle azioni che ormai, sempre più, sotto gli occhi di tutti, si configurano come una manifesta persecuzione.
Eccellenza Reverendissima,
siamo genitori delle Suore Francescane dell’Immacolata che, con profondo dolore, si accingono a redigere questa lettera.
Già da tempo assistiamo al linciaggio mediatico avverso alla buona reputazione delle nostre figlie, con lo scopo di oscurare primariamente la bontà dell’Istituto religioso cui fanno parte e delle numerose opere di evangelizzazione compiute da quando è sorto. L’opera di denigrazione in corso, tocca l’apice della scelleratezza quando verte sulla presunta corruzione morale delle suore.
In passato era già stata lanciata un’accusa di questo stampo, poi attenuata da più e doverose denunce contro l’autrice che la formulò.
Ora si ritorna sull’argomento e siamo stupiti che a farlo sia il signor Mario Castellano, consulente giuridico del defunto commissario Fidenzio Volpi, con un articolo del 7 aprile u.s. il cui contenuto espone a vituperio le nostre figlie. Per fornire un esempio della gravità di quanto in esso riportato, citiamo alcune parti tratte dal suo scritto diffamatorio: «La corruzione sessuale delle religiose … era finalizzata … a fare delle monache altrettante prostitute, da offrire ai cosiddetti “benefattori” in cambio di dazioni di denaro o di altri beni, oppure di loro autorevoli “protezioni”». Tutto ciò avverrebbe «… in modo sistematico e pianificato» per cui non sarebbe «possibile invocare la debolezza umana come giustificazione, o quanto meno come attenuante per un simile comportamento, che – soprattutto in quanto presentato alle monache come un supposto loro “dovere” – può soltanto appoggiarsi sul principio machiavellico del fine che giustifica i mezzi.»
Secondo Castellano i genitori delle suore, sarebbero padri e madri di ragazze entrate in un Istituto religioso dove si pratica la prostituzione, come dovere ed espressione di sottomissione alla volontà dei superiori. Tali affermazioni ledono prima di tutto l’onore delle nostre figlie e secondariamente soprattutto quello dei genitori e poi di tutti coloro che hanno conosciuto e affiancato le suore nel loro apostolato, a maggior ragione, lo ribadiamo, perché provengono da uno dei collaboratori del commissario Volpi.
Restiamo, altresì, basiti per il silenzio delle commissarie che, avendo conosciuto il tenore di vita praticato dalle Suore Francescane dell’Immacolata, avrebbero il dovere di ammonire pubblicamente l’autore di tali nefandezze, tanto più che sono state divulgate a mezzo stampa e riportate su vari siti internet.
Sembra strano che la stessa Congregazione, garante della verità, non agisca per arginare questa infamia che sta causando notevole imbarazzo tra le nostre figlie suore che, quando escono dai conventi per svolgere ordinarie commissioni, sono additate per strada e talvolta oggetto di volgari apprezzamenti.
Non di rado, anche noi genitori siamo guardati con commiserazione e diffidenza da chi apprende che le nostre figlie sono Suore Francescane dell’Immacolata.
Confidiamo, pertanto, in nome del rispetto della dignità umana, che si ponga un termine a queste turpi insinuazioni che sconvolgono la vita delle nostre figlie e che tanto amareggiano genitori, parenti e amici. Chiediamo un pubblico atto di giustizia delle Autorità ecclesiastiche volto a stroncare questa volgare opera calunniosa.
Genitori delle Suore Francescane dell’Immacolata

1 commento:

  1. La petizione pubblicata non porta una data, per cui non si sa se sia stata inoltrata tempo fa e lasciata cadere nel vuoto, o se sia cosa recente.

    Se si tratta del primo caso, la mia opinione è che è giunto il tempo di presentare querela per calunnia alla Procura della Repubblica contro chi persiste nel divulgare questo tipo di infamie (sulla base di quali prove documentate??)

    Nel secondo caso io mi darei un tempo per attendere risposta dai destinatari, trascorso il quale procederei come al punto di cui sopra.

    È vero che c'è sempre la scelta del martirio bianco da parte delle interessate, ma la situazione generale è talmente confusiva che ritengo sia meglio far prevalere la verità.

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