L’enclave ortodossa che odia Israele
Nel cuore di Gerusalemme esistono ebrei che non riconoscono lo stato di Israele, che si rifiutano di servire nell’esercito e che considerano il sionismo una ideologia perversa, supportano attivamente la causa palestinese e si rifiutano di pregare al Muro del Pianto. Sono i Neturei Karta, letteralmente “I Difensori della Città”.
Raramente capita di vederli al di fuori della loro roccaforte: il quartiere ebraico ultra-ortodosso di Mea Shearim. Ufficialmente a nessuno è impedito l’ingresso, ma più mi addentro nel quartiere più i volti si fanno sospettosi, gli sguardi sempre più ostili, qualcuno mi urla qualcosa in Yiddish (gli ebrei anti-sionisti si rifiutano di parlare in Ebraico, lingua che utlizzano soltanto per pregare).
I Neturei Karta rappresentano soltanto una piccola percentuale all’interno della galassia ultra-ortodossa presente in Israele, ma senz’altro sono tra quelli che negli ultimi anni hanno ottenuto maggiore visibilità. Molti di loro collaborano e hanno contatti diretti con esponenti di Hamas e Hezbollah oltre che aver supportato alcune delle teorie negazioniste dell’ex-presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.
A Mea Shearim i soldati dell’esercito israeliano sono il nemico numero uno. Sono palestinesi infatti le uniche bandiere che sventolano appese ai balconi, sulle porte delle case fatiscenti la scritta in inglese “Jews are not Zionists”.
All’interno della variegata società israeliana la comunità ultra-ortodossa inizia a rappresentare un serio problema per lo stato. Essi infatti non svolgono nessuna attività lavorativa e occupano le loro giornate studiando testi religiosi ma ricevono comunque sussidi da uno stato che non riconoscono. Oltre a questo evidente paradosso, che ha scatento contro di loro le ire degli strati più laici della popolazione, il numero degli haredi sta aumentando esponenzialmente. Secondo un recente studio, condotto dal centro israeliano di statistica, la media di figli per donna all’interno della comunità ultra-ortodossa ha raggiunto quota 7.5.
A Mea Shearim gli Haredi non possiedono computer né televisioni, non conoscono nulla di ciò che accade nel mondo. Quello che sanno lo apprendono tramite i pashkevilim, i grandi manifesti informativi che tappezzano i muri del quartiere. Alcuni di questi, firmati proprio dal movimento Neturei Karta invitano i giovani Haredi a “colpire” (senza specificare come) le donne soldato.
Rav Meir Hirsch, il loro leader ci accoglie in casa con un sorriso nascosto dalla folta barba bianca. Porta un lungo abito nero, un cappello nero e una spilla con la bandiera palestinese appuntata sul petto.
Rabbino Hirsch, chi sono i Neturei Karta?
Il Movimento Neturei Karta è nato ufficialmente nel 1935 ma in realtà l’ideologia antisionista è iniziata già nel 1917 quanto fu siglata la dichiarazione di Balfour. Gli ebrei ortodossi di Gerusalemme si opposero strenuamente alla dichiarazione di Balfour perchè la creazione di uno stato ebraico avrebbe messo in pericolo l’ebraismo ortodosso (e la venuta del messia ndr). Nel 1935, mio nonno Aharon Katzenellenbogen fondò il movimento Neturei Karta. Neturei Karta è una parola in aramaico, significa “difensori della città”. Difendere la città dal sionismo dilagante. Per fare questo non usiamo armi. La nostra è una difesa ideologica.
Con quali modalità portate avanti questa lotta?
Lo facciamo tramite eventi pubblici, conferenze, manifestazioni, e incontri insieme a diversi leader politici nel mondo. Vogliamo che a tutti risulti chiaro ed evidente che il sionismo e l’ebraismo sono due idee opposte e contrarie.
Qual’è la differenza fondamentale tra voi e gli altri ebrei haredi?
In generale tutti gli Haredi sono contrari al sionismo, ma i Neturei Karta pensano che sia indispensabile agire attivamente contro questo male. Questa è la vera grande differenza.
Alcuni Haredim però hanno creato un partito (lo SHAS ndr.) per dare una rappresentanza politica a queste idee. Cosa pensa di questa iniziativa?
Siccome Israele ormai esiste, alcuni Haredim pensano che sia giusto combatterlo dall’interno. Noi siamo totalmente contro ogni forma di collaborazione politica col governo sionista. Non prendiamo soldi e non partecipiamo alle elezioni del parlamento. Non parliamo nella loro lingua, non serviamo sotto il loro esercito. Da parte nostra non facciamo nulla che possa legittimare l’esistenza di uno stato sionista.
Quindi voi non prendete soldi dal governo come invece fanno altri haredi?
Assolutamente no! non prendiamo nulla.
E allora come fate a sopravvivere? Se non lavorate, con quali attività riuscite a mantenervi?
Mandiamo persone a raccogliere fondi nei paesi stranieri. Esistono diverse personalità molto ricche all’estero che ci appoggiano. In questo modo riusciamo a sopravvivere.
Quali sono i fondamenti teologici del vostro pensiero?
È scritto nel Talmud in Ketubot nel foglio 111: Dio fece giurare al popolo ebraico che durante la diaspora non avrebbero sovvertito l’ordine delle nazioni del mondo. In alcun modo avrebbero creato un nuovo stato. La vera Israele verrà ricostituita soltanto quando arriverà il Messia. Non si può in nessun modo accelerare la sua venuta. Per questo noi siamo contrari al sionismo, è la Torah stessa ad essere contraria. Il sionismo non viene per unire, ma per strappare il popolo ebraico dalle sue radici profonde e trasformarlo in un nuovo popolo diverso da quello originale. Un nuovo popolo che non ha nulla a che fare con le sue radici religiose.
Voi siete acerrimi nemici dell’esercito e contrastate in maniera molto forte la leva obbligatoria. Il governo però ha varato nuove leggi che agevolano l’ingresso degli ultra-ortodossi nelle forze armate. Molti giovani haredi iniziano ad arruolarsi…
Per quanto riguarda l’arruolamento recente di alcuni haredi posso dirti che per noi chiunque si arruola diventa automaticamente un laico. Ti posso assicurare che non vi è alcun Haredi nell’esercito. Non sono Haredi, nemmeno se pregano e digiunano. Anche se porta i Peyot e gli TziTzit (i boccoli laterali e l’abito con le frange, tipici degli ebrei più ortodossi, ndr.), questo non fa di lui un ebreo credente.
Quali sono i vostri rapporti con i movimenti palestinesi? Oggi sembra che tra Fatah e Hamas si sia ormai arrivati allo scontro aperto, voi da che parte vi schierate?
Noi non siamo un ente politico ma un’entità ideologica. Per questo siamo in contatto sia con Hamas che con Fatah, non giudichiamo le loro questioni interne, ci interessa la lotta comune che portiamo avanti contro Israele seppur con diverse modalità. Noi supportiamo attivamente la battaglia dei palestinesi per la liberazione di questa terra. Noi stessi ci sentiamo a tutti gli effetti palestinesi. Riteniamo che il sionismo non abbia alcun diritto di governare su questa terra.
L’idea di due stati per noi non ha nessun senso. Deve esserci una sola Palestina per entrambi i popoli.
L’idea di due stati per noi non ha nessun senso. Deve esserci una sola Palestina per entrambi i popoli.
Voi ritenete che la Shoah sia stata architettata dai sionisti?
Oggi se provate ad andare allo Yad Vashem vi raccontano che sionisti hanno salvato il popolo ebraico. Mentre invece hanno collaborato per sterminare parte del loro stesso popolo.
Il leader dei sionisti ungheresi quando iniziò l’Olocausto disse: “Solo con il sangue potremo avere un nostro stato. Quanti più ebrei verranno uccisi nella Shoah, tanto più sarà facile ottenere uno stato”. E poi aggiunse “una vacca sul suolo israeliano per noi vale più di 1000 ebrei in Ungheria”.
Queste sono accuse molto forti. Molto simili a quelle espresse dall’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Che cosa risponde a chi vi accusa di negazionismo?
Bisogna innanzitutto dire una cosa: gli iraniani non hanno mai negato che la Shoah sia avvenuta. Noi anni fa organizzammo una conferenza insieme con le autorità iraniane per analizzare l’Olocausto in maniera critica. Sono stati i sionisti a dire che la conferenza aveva il solo scopo di negare l’Olocausto. Questa è l’unica vera arma che i sionisti possono usare contro gli iraniani per metterli in cattiva luce agli occhi del mondo: accusarli di negazionismo. La cosa che fa sorridere è che in Iran oggi abitano più di 30.000 ebrei che hanno un uguaglianza completa nei diritti. Anche più dei musulmani!
Ha subito qualche pressione o minaccia da parte dello stato a causa di queste sue idee estreme?
Sempre! Sono anni che vengo sorvegliato e minacciato. Dopotutto, io e gli altri Neturei Karta siamo in guerra contro lo stato Sionista.
Passando all’attualità. Qual’è l’idea che vi siete fatti della situazione oggi in medio oriente anche rispetto alla Guerra in Siria e al terrorismo?
Sono stati i sionisti a creare il problema dell’odio anti-ebraico nel mondo musulmano. La verità è sono loro il primo gruppo terrorista del medio oriente. Chi conosce un po’ di storia sa che coloro che per primi hanno sviluppato l’idea del terrore sono stati proprio i sionisti.
Durante il mandato britannico hanno messo delle bombe al King David Hotel e compiuto numerosi attentati. E poi parlano degli arabi come fossero terroristi! Loro sono stati i maestri del terrorismo! Hanno insegnato al mondo come si fa il terrorismo! Come quando nel 1948 hanno preso i bambini palestinesi di Deir Yassin e li hanno trucidati nei modi più orrendi.
Ma la situazione oggi è ben diversa dall’epoca del mandato…
Assolutamente no! Oggi la cosa si è solo istituzionalizzata anche grazie al supporto degli Stati Uniti che forniscono ai sionisti le armi più sviluppate e micidiali per continuare a fare terrorismo in tutto il mondo ma in modo diplomatico.
Allora sono tutti terroristi, sia i sionisti che i palestinesi che accoltellano civili e militari qui a Gerusalemme…
Noi condanniamo sempre gli atti di violenza, ma riteniamo che i palestinesi non siano “terroristi”, per noi sono combattenti per la libertà.
Cosa pensa invece della situazione dei cristiani perseguitati in medio oriente? Crede che anche dietro questo odio ci sia una macchinazione sionista?
Non ho nessun dubbio che si tratti di una invenzione sionista e americana. Per raggiungere i loro obiettivi gli israeliani vogliono mettere gli uni contro gli altri. Vogliono creare una Guerra di religione che non esiste.
Ma nel Corano esistono passaggi in cui è evidente l’odio verso I cristiani e verso gli ebrei…
Questo non è vero! Ho letto il Corano e non esiste nessun versetto in cui si dice questo. Non c’è scritto nulla contro ebrei e cristiani. È previsto che paghino una tassa in quanto “popoli del Libro” ma non c’è scritto da nessuna parte che tutti devono convertirsi all’Islam.
Riesce a prevedere una fine al conflitto tra Israele e Palestina? Secondo lei in quale modo avverrà questo?
Io l’ho anche scritto al segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon. Per prima cosa l’ONU deve inviare qui un contingente internazionale che protegga I diritti del popolo palestinese contro l’occupazione sionista. Ma se si vuole essere razionali non bisogna coprirsi gli occhi e dire che va tuto bene. Bisogna a tutti I costi eliminare il governo sionista e riconsegnare la terra ai suoi legittimi proprietari cioè I palestinesi. Questa è la vera soluzione.
In che modo pensa che si debba eliminare il governo sionista? Non avete detto di essere contro la violenza?
Non serve la violenza! L’ONU deve cancellare la risoluzione con cui ha permesso la creazione dello stato di Israele. È come quando si fa un contratto…se posso fare una firma posso anche cancellarla. Gli ebrei che vivono qui potranno tranquillamente vivere insieme ai palestinesi come prima della creazione dello stato ebraico.
Come può pensare che questo sia possibile?
Certo che è possibile, il problema è che il mondo non guarda o non vuole vedere quello che avviene in Palestina. Il mondo parla, parla e non agisce. Nessuno fa nulla di concreto per risolvere questo problema.
Ultima domanda. Lei non ha mai visto il muro del tempio pur abitando a poche centinaia di metri questo. Quanto desidera andare a pregare nel luogo simbolo del giudaismo?
Moltissimo! Ma per via dell’occupazione non posso farlo. Quando qualcuno prega al muro del Tempio dovrebbe provare gratitudine. Io non posso provare questo sentimento, non posso dire grazie a chi ha occupato il mio paese.
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