ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 13 agosto 2017

La strategia del “Ni Ni, So So”


PEZZO GROSSO SPARA ALTO: CHIEDE A BASSETTI, DOPO IL DISCERNIMENTO SUI MIGRANTI, LA TESTA DI GALANTINO…

Pensavamo che Pezzo Grosso fosse in vacanza, godendosi un riposo meditato. Invece – nel week end di Ferragosto! – ci è arrivata una mail. Motivata, come vedrete, dalle parole di maggior saggezza che siamo riusciti ad ascoltare da un responsabile episcopale o della Cei negli ultimi mesi in tema di clandestini o migranti, come preferite chiamarli, e del traffico di esseri umani verso le nostre coste, fonte di benefici economici per quelli che sappiamo; e da cui il mondo ecclesiale non sembra escluso, anzi…Ma ecco la lettera. E poi ci riserviamo un post scriptum con la punta avvelenata…

Pezzo Grosso scrive a Tosatti, chiedendo di pubblicare una lettera aperta a Bassetti  :
“Quindi  mons. Bassetti legge Pezzo Grosso su Stilum Curiae e condivide le sue  analisi e i  suoi suggerimenti. Bene, bravo mons. Bassetti. Ma non basta. Affinché il Suo intervento sui migranti non appaia un gioco delle parti tra Lei e il suo segretario Galantino, deve fare di più. Deve farlo altrimenti in tutti noi albergherà il sospetto, che già si è insinuato, che per fare tutti contenti si continui a utilizzare la strategia del “NI NI, SO SO”, anziché quella  del”  Si Si, No No “ auspicato dal Fondatore del cristianesimo. La strategia del “Ni Ni, So So” sembra esser invece stata adottata in questo pontificato in ogni occasione. I messaggi contraddittori  vanno di moda in questo pontificato, ma anche le correzioni  confondenti. Ciò avviene sia a livello di governo della chiesa universale, dove Parolin corregge  Bergoglio, sia a quello della Cei, dove Bassetti corregge Galantino. Ma il Segretario di Stato  non può “licenziare” il Papa, mentre  il Presidente della Cei può (deve) licenziare il suo Segretario. Altrimenti caro mons. Bassetti, anche lei darà l’impressione di voler  contentare tutti, deludendo invece tutti. Non ci si deve  limitare a dichiarazioni contraddittorie ed opposte perché sembrino “pluraliste”, quando invece sono solo  contraddittorie su cosa è bene e cosa è male, giusto o sbagliato. Se lei vuole fare il bene dei migranti, della popolazione residente più  povera e vulnerabile, della Chiesa stessa, lei ora deve rimuovere Galantino, lo deve licenziare. Con effetti che lei stesso stenterà a credere: la crescita del prestigio della Cei e la conseguente crescita dell’8 per mille, da destinare naturalmente a opere di evangelizzazione, non sociali”.
 Il cardinale Bassetti ha parlato, giustamente, di etica della responsabilità. Vogliamo chiederci quante vite – di quelle perite in mare – si sarebbero salvate, se invece di incoraggiare con gesti e parole lo sbarco indiscriminato il nostro governo – e i vescovi, e il Primate d’Italia, che è il Papa – avessero detto parole di legalità e di saggezza, tese a una politica simile a quella che tutti gli altri Paesi del mondo praticano, dalla Spagna all’Australia? C’è una responsabilità in tutto questo, o le cosiddette buone intenzioni (irrorate di soldi) bastano a placare le coscienze? Io, se fossi uno dei predicatori del migrantismo selvaggio, un piccolo tarlo roditore di dubbio me lo sentirei, in coscienza. Forse anche una talpa. O almeno un criceto…
MARCO TOSATTI                       
http://www.marcotosatti.com/2017/08/13/pezzo-grosso-spara-alto-chiede-a-bassetti-dopo-il-discernimento-sui-migranti-la-testa-di-galantino/


Soros furioso per il blocco delle ONG nel Mediterraneo. Laura Boldrini insorge a difesa delle ONG colluse con gli scafisti

di Luciano Lago
Gli esponenti della sinistra mondialista ed i personaggi legati al traffico di carne umana nel Mediterraneo iniziano ad alzare una controffensiva per contrastare la criminalizzazione delle ONG protette da Soros e dagli organismi transnazionali. La prima ad insorgere con tutto il peso della sua “autorità” derivante dalla terza carica dello Stato è stata Laura Boldrini.
“Il rispetto e l’ammirazione di cui hanno sempre goduto coloro che cercano di salvare vite e alleviare sofferenze – afferma la Boldrini – sembrano non valere più per le Ong impegnate nel Mediterraneo e oggetto da settimane di una pesantissima indiscriminata campagna di denigrazione”.
Secondo la Boldrini “se tra le Ong qualcuna si è comportata in modo non trasparente e ha violato leggi, è giusto che i singoli responsabili vengano sanzionati. Ma è inaccettabile la criminalizzazione di un intero gruppo sociale.(….) Queste le dichiarazioni rilasciate dalla “presidenta” della Camera in relazione alle inchieste giudiziarie in cui sono incappate le ONG che operano al largo delle coste libiche.
Le dichiarazioni della Boldrini, intrise della consueta retorica dell’accoglienza a tutti i costi, fanno parte di una serie di reazioni causate dalla notizia della rinunzia ad operare da parte di alcune ONG per causa del divieto imposto dalla Guardia Costiera Libica che inizia a svolgere il suo ruolo di pattugliamento delle coste e del mare antistante, anche oltre le sue acque territoriali.
Laura Boldrini
Alla Boldrini poco importa delle inchieste giudiziarie e giornalistiche, dell’indagine del Senato e della denuncia della Marina libica, lei continua a schierarsi al fianco delle Ong, contro le quali pende l’accusa di aiutare gli scafisti che trasportano migranti. Le ONG sono sempre benemerite “senza se e senza ma”.
In concreto accade che per le ONG è finita la pacchia di potersi avvicinare a poche miglia dalla costa libica per prelevare il carico di africani portati a bordo dei barconi e cortesemente trasbordati ad opera degli scafisti. Il giochino delle ONG è stato ormai scoperto, tardi rispetto a quando era stato denunciato già da due anni (dai servizi di intelligence austriaci) ma, come si dice in questi casi, meglio tardi che mai. I finanziamenti di cui godevano alcune delle ONG per questo traffico rischiano di terminare e lo stesso dicasi per i lauti guadagni degli scafisti e delle mafie che si occupano dei trasferimenti delle persone dall’Africa alla Libia.
Anche gli esponenti delle Istituzioni ed i politici del PD che avevano sempre lodato il lavoro delle ONG, iniziano a prendere le distanze per paura di essere sputtanati prima delle elezioni, viste le prove incontrovertibili della complicità fra ONG e scafisti, raccolte dalle procure della Sicilia (Trapani e Catania ).
Una grave battuta d’arresto per tutta la filiera che ha fino ad oggi incassato lauti profitti su questo traffico. Uno smacco per la propaganda dei mondialisti che affermavano che tutto si svolgeva per “scopi umanitari”. Si conferma la teoria del Buzzi secondo la quale il traffico di migranti rende più della droga.
Il più incazzato è lo stesso George Soros che, con la sua Open Society aveva finanziato per milioni di dollari sia le ONG sia le organizzazioni di coloro che promuovono i trasferimenti dei migranti verso l’Italia. Sembra certo che Soros stia tempestando di telefonate i suoi referenti politici nel Governo italiano per rinfacciare loro le promesse fatte di agevolare gli sbarchi e l’ondata migratoria. Sono molti i politici che si erano messi al servizio del miliardario ed alcuni cercano di negarsi al telefono con delle scuse per evitare doversi giustificare con il magnate ungherese. “L’onorevole è fuori ufficio, si è preso una vacanza, capirà siamo sotto Ferragosto”, questa la più frequente giustificazione che viene detta al telefono ma a Soros questa non basta ed ha già sguinzagliato i sui fiduciari per rintracciare dalla spiagge della Versilia alal Sardegna, da Forte dei Marmi a Porto Cervo, dalla Liguria alla Costa Azzurra, da Portofino a Cannes i suoi referenti in vacanza. Non è dato sapere se, al momento, anche Gentiloni abbia ricevuto una telefonata, visto che fra lui e Soros vi era stata una cordiale riunione di intenti pochi mesi prima.
George Soros con Gentiloni
Un fatto è certo: la cosa non finisce qui. Soros non si rassegna ed ha già mobilitato le sue truppe. Presto si vedranno manifestazioni di protesta con attivisti della rete di Soros come la “No Borders” ed altre associazioni, incatenati ai porti e con striscione sulle banchine per reclamare accoglienza verso tutti abolizione delle restrizioni.
Fra le altre telefonate, Soros sembra che abbia chiamato il suo “compare” Peter Sutherland, rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU sulle migrazioni internazionali, per ottenere un suo interessamento in modo che l’ONU si pronunci facendo pressioni sul governo italiano e su quello libico per sbloccare la situazione a favore della ripresa degli sbarchi e dei permessi alle sue ONG. Vedi: Quelli che tirano le fila della crisi migratoria
Inoltre sembra sicuro che Soros stia tentando di corrompere gli ufficiali della Marina libica, approfittando della confusione nel paese nordafricano, per convincere a disattendere gli ordini dati dal Generale Haftar e, considerando la fame di denaro dei libici, facile pensare che potrà riuscire ad allentare il blocco. Con i “dollaroni” di Soros tutto è possibile ottenere e si comprano politici, militari, giornalisti e funzionari pubblici.Il caso italiano fa testo. Poi naturalmente si maschera tutto con i “motivi umanitari” e l’invasione della Penisola può continuare secondo i piani.

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