Conclusesi ormai le apparizioni e i messaggi trasmessi nel 1917 alla Cova da Iria, il 10 dicembre 1925 la Vergine apparve di nuovo a Lucia mentre era postulante presso le religiose Dorotee a Pontevedra (Spagna). Nell’apparizione di luglio, infatti, aveva preannunciato: « Verrò a chiedere […] la Comunione riparatrice nei primi sabati ». Ed è in questa occasione che venne a presentare la sua richiesta.
Primo passo: seguiamo il racconto di suor Lucia …
La Serva di Dio racconta:
« Proprio mentre mi dibattevo in un mare di angoscia la cara Madre celeste si degnò di venire un’altra volta incontro a quella povera figlia alla quale aveva promesso la sua protezione speciale.
Era il 10 dicembre 1925. Mi trovavo in camera mia, quando tutto s’illuminò all’improvviso: era la luce della cara Madre celeste che arrivava insieme a Gesù Bambino all’interno di una nube luminosa.
La Madonna, come per farmi coraggio, mi posò dolcemente la sua mano materna sulla spalla destra, mostrandomi al tempo stesso il suo Cuore Immacolato che teneva nell’altra mano, circondato di spine, e il Bambino Gesù disse:
“Abbi pena del cuore della tua Santissima Madre, ricoperto di spine conficcate in continuazione dagli uomini ingrati, senza che nessuno faccia un atto di riparazione per estrarle”.
Poi la Madonna disse:
“Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine, che gli uomini ingrati mi conficcano in continuazione attraverso la bestemmia e l’ingratitudine. ALMENO TU PROVA A CONSOLARMI e di’ a tutti che per cinque mesi, ogni primo sabato, si confessino e si comunichino recitando un rosario e mi tengano compagnia per un quarto d’ora meditando sui misteri del rosario allo scopo di alleviare il peso che porto. In cambio prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie per la salvezza delle loro anime”.
Dopo aver ricevuto questa grazia, come potevo sottrarmi al minimo sacrificio che il Signore voleva chiedermi? Pur di riconfortare il cuore della mia cara Madre celeste avrei sorbito di buon grado le gocce del calice più amaro ».
Secondo passo: una riflessione attualizzante…
Questo evento di grazia è stato commentato dalle consorelle di suor Lucia con queste meravigliose riflessioni che seguono e che offro alla lettura meditata di tutti. Fanno un gran bene e sono risultato di una grande nobiltà e profondità d’animo da parte di quelle sante monache che ci hanno regalato un vero gioiello scrivendo la vita di suor Lucia e raccogliendo tanti inediti da cui traspare tutta la bellezza dell’anima della prediletta del Cuore Immacolato di Maria. Leggiamo:
« Queste parole afflitte che sgorgavano dal cuore della Madre non erano rivolte solo alla sua confidente ma, attraverso di lei, erano un appello materno a ogni figlio disposto ad ascoltarle e a metterle in pratica.
La Madonna lancia un’altra scialuppa di salvataggio ai suoi figli, sempre più sprofondati negli abissi del peccato, per aiutarli a vivere nella grazia di Dio. E un nuovo invito alla conversione, il lamento di una madre che teme per il figlio in pericolo e in preda al terrore, e gli insegna pazientemente a percorrere la strada più sicura.
C’è da sperare che chiunque, per cinque mesi di seguito, si accosti alla confessione sacramentale per poi ricevere la Comunione in stato di grazia e reciti il rosario meditando su uno o più misteri contemplando la Madre, finisca per innamorarsi di Maria.
A poco a poco crescerà in lui l’intimo desiderio di vivere tutto il mese e tutti i giorni nello spirito del primo sabato, cioè in ascesi e conversione, evitando il peccato. Nel cuore di chi pratichi questa devozione, per il fatto stesso di soffermarsi a guardare Maria, sorge inevitabilmente il desiderio di assomigliarle, divenendo graditi al Padre, a imitazione di Gesù. Scompare dunque la concentrazione sul beneficio della promessa, sostituita dalla necessità interiore di vivere così, e la vita diviene un atto di riparazione per il Cuore della Madre, essendo una vita gradita agli occhi di Dio.
Ecco perché Maria fece visita ai suoi figli: per indicare loro il cammino della felicità e insegnare loro a essere liberi. E l’uomo è tanto più libero e felice quanto più la sua vita è scevra dal peccato. È la libertà nel suo essere e nella sua vita, la libertà della verginità, la libertà dello spirito di Cristo.
Nel cuore di ogni essere umano alberga il desiderio innato di essere felice. Chi non lo avverte? Ma quanti inganni procura la felicità! Si confonde la felicità con il piacere e l’amore con la passione fugace, e più il cuore cerca di aggrapparsi ai fuochi fatui di quella folle fantasia, più si svuota e si ritrova affamato.
Per questo giunge la voce dolce e sollecita di Maria a indicare la sorgente di quella felicità tanto agognata. E chiunque la scopra può esclamare con sant’Agostino: “Per te ci hai fatti e il nostro cuore è inquieto finché in te non trovi pace” ».
Note:
1) Suor Lucia, O meu caminho, volume I, Archivio del Carmelo de Coimbra, p. 228 (trad. it. C. Cuppi e P. Vallerga).
2) Carmelo di Coimbra (a cura di), Cammino sotto lo sguardo di Maria. Biografia di suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria, Edizioni OCD, Roma 2014, pp. 186-187
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