ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 7 ottobre 2017

Per chi ancora non é uscito..



Qualche giorno fa su Avvenire un lettore, evidentemente entusiasta del nuovo acquisto del direttore, scriveva: “E’ meglio essere cristiano senza dirlo che dirlo e non esserlo”. Ci deve essere un equivoco: Staino non dice di essere cristiano perché non lo è, non lo è perché non vuole esserlo, non vuole esserlo perché è ateo, perché
Per me Gesù è un bellissimo personaggio storico, il primo dei socialisti, il primo a combattere per i poveri [solo che] aveva questa sua idea fissa [voleva farci credere di essere morto e risorto, ndr] (1)
e lo dichiara candidamente al candidissimo quotidiano. Come se un giornalista cattolico qualche decennio fa fosse andato a lavorare per l’Unità dichiarando che il comunismo era da considerasi alla stregua dell’opera di propaganda sovietica La corazzata Potëmkin vista da Fantozzi.

Certo che il cristianesimo misericordista è proprio singolare: vuole appiccicare a tutti la patente di cattolicità, in particolare a quelli che non la vogliono. Che Staino non la voglia mi pare chiaro fuor di ogni ragionevole dubbio dalla sua intervista ad una Marina Corradi prestatasi a questa farsa che definire indigesta è il minimo.
Ma per chi non abbia voglia di leggere la sua intervista non c’è problema, sono le sue vignette a parlare, e a mostrare che non siamo di fronte né ad un cristiano né ad un laico, bensì ad un laicista; quindi uno con tutte le carte in regola per essere definito anticattolico.
Si tratta in genere di disegni pubblicati su l’Unità e ripubblicati su L’Ateo, “prestigiosa” rivista reperibile in rete, espressione del famoso UAAR (Unione Atei Agnostici e Razionalisti) (2), su cui si possono trovare contributi di autorità tipo Piergiorgio Odifreddi, Margherita Hack (prima di trapassare e trovare la sorpresa), Dario Fo (idem), Telmo Pievani, Carlo Flamigni, Francesco Onida, Laura Balbo, Luca Pardi, Michela Marzano, Vauro Senesi, Altan.
Una piccola parentesi sull’associazione; dalla rivista stessa leggiamo:
I valori dell’UAAR
Tra i valori a cui si ispira l’UAAR ci sono: la razionalità; il laicismo; il rispetto dei diritti umani; la libertà di coscienza; il principio di pari opportunità nelle istituzioni per tutti i cittadini, senza distinzioni basate sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale, sulle concezioni filosofiche o religiose.
Che basta leggere i primi due “valori” e uno capisce tutto. Il dizionario insegna:
laicismo s. m. [der. di laico]. – Atteggiamento ideologico e pratico che, opponendosi all’ingerenza del clero nella vita civile e a ogni forma di clericalismo e di confessionalismo, afferma l’indipendenza del pensiero e dell’attività dei singoli individui, nonché l’autonomia dello stato e delle sue istituzioni, dall’autorità della Chiesa e dal suo magistero in ogni manifestazione della vita politica, sociale e culturale.
Cosa c’entra la razionalità con un atteggiamento ideologico? Nulla, le due cose sono incompatibili: l’esercizio del raziocinio esclude l’ideologia, mentre l’ideologia piega la realtà a proprio uso. Se i due principali valori su cui si fonda l’UAAR cozzano tra loro, cosa ne potrà mai uscire di buono? Vi troviamo poi alcune tra le principali parole d’ordine della dissoluzione, ma ci saremmo stupiti del contrario (pari opportunità, identità di genere, orientamento  sessuale).
I mangiapreti Uaariani sono dotati di uno sportello “SOS laicità”, di una “Assistenza morale non confessionale”, fanno “cerimonie laico-umaniste” e pro- muovono il famoso “Sbattezzo”. Insomma, sono sì atei, ma muniti di tutti i conforti della loro religione: la dea (s)ragione.
Il novello collaboratore di Avvenire, Sergio Staino, è questa roba qua, anzi, è presidente onorario di questa simpatica associazione. Perché un vecchio di- segnatore che ha combattuto una vita per l’idea sbagliata, anziché andare in pensione, visto che or- mai quello che aveva da dire l’ha purtroppo detto, viene recuperato dal giornale dei sedicenti vescovi? Lui, esattamente, cosa pensa delle questioni inerenti alla fede e alla Chiesa? Visto che è un disegnatore umorista, facciamo rispondere a lui con alcune delle sue opere. Cominciando proprio dai pastori.
E sui Papa boys ai tempi di Giovanni Paolo II?
Il papato, ovviamente oppressivo e prepotente nei confronti dello stato. Un’immagine di qualche anno fa, che vista oggi fa sorridere per la sua assurdità.
Casomai oggidì al posto di quella povera Italia dovrebbe stare la povera Chiesa.
Abbiamo poi un Vaticano contro i diritti dell’uomo. Un Vaticano armato che combatte contro il mondo. Qualcuno l’ha mai visto? Lui sì.
Per proseguire, una spruzzata di femminismo di maniera non può mancare in un rivoluzionario di regime.
Tutto il clero è da buttare, ma ovviamente c’era un alto prelato per il quale Staino stravedeva, come del resto tutti i nemici della Chiesa.
Il Vaticano oscurantista, e un paese succube di quello che ordina il Vaticano. Altra roba mai vista.
E sull’aborto? Tranquilli, non ce lo fa mancare, nemmeno questo.
Bene, se vi siete ricomposti dalle risate, proseguiamo con anticoncezionali e pillole killer, con tanto di ringraziamenti al mandante.
Un po’ di umorismo marxista d’antan.
Ed una quantità di evoluzionismo darwinista da vendere.
Per chi non lo sapesse, il Darwin Day è il giorno in cui gli atei scientisti festeggiano la scoperta che il loro (sottolineo loro) progenitore era uno scimpanzé. Ecco spiegato probabilmente perché sono portatori  di idee così balzane.
Concludiamo gettando nella spazzatura i simboli religiosi, mischiando vera e false religioni, per affidarsi alla religione dell’ammore e del volémose bbene, che notoriamente dal 68 in poi, ha prodotto tante cose buone (famiglie distrutte, strage di nascituri, vagabondaggio sessuale, omosessualismo, degrado sociale, divorzio, società dei consumi, mercificazione degli esseri umani, eccetera)
Non è vero comunque che nell’UAAR sia tutto da deprecare. Ci sentiamo di sottoscrivere la dichiarazione che introduce il loro “manifesto di intenti”:
In un paese migliore, un’associazione come l’Uaar non dovrebbe nemmeno esistere. (3)
Ciò che ormai è da deprecare in blocco è invece Avvenire, che non trova un freno in questa corsa verso  l’abisso.  E’ certo che in comune con Staino   ha almeno un paio di cose che balzano all’occhio: l’adesione alla distruttiva ideologia immigrazionista,   e lo zelo negazionista nei confronti  del  vero annuncio  cristiano:  Gesù   Cristo   quale   “primo  dei socialisti” è  una  di  quelle  sciocche  banalità  che  ormai  non  si  sentono  più   nemmeno   nei  bar  di  periferia.  Le  dobbiamo  leggere   su Avvenire. Nell’attesa che qualcuno  mandi  un esorcista in Piazza  Carbonari  a  Milano,  e  dopo tutto questo umorismo, essendo in vena di spiritosaggini proponiamo per andare in aiuto di Tarquinio un nuovo logo per la testata.
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(1)   Intervista su Avvenire di Domenica 1 Ottobre.
(2)   Membro associato dell’IHEU – International Humanist & Ethical Union, un nome che è tutto un programma.
(3)    https://www.uaar.it/uaar/manifesto/
di Marco Manfredini
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