ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 13 novembre 2017

L’adesione all’apologetica dell’Anticristo

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L’ANESTETICO MORALE

         Chi ha buona volontà non ha difficoltà ad esprimere i veri sentimenti sulla dignità dei Papi considerati al di sopra dei comuni mortali per la missione di condurre alla salvezza eterna le anime. Non avrà difficoltà nemmeno a constatare l’efficacia del Magistero Apostolico se caratterizzato dall’ortodossia e dalla fedeltà ai princìpi soprannaturali con l’opera di evangelizzazione. Talune innovazioni, che già mezzo secolo fa avevano suscitato le recriminazioni di Montini (il fumo di satana è entrato nel Tempo di Dio), sono oggi sfociate nel totale rovesciamento del Vangelo e nel sovvertimento della vita religiosa. Brividi di leggerezza, si direbbe! Assolutamente. I fatti storici hanno sempre i loro perché. Tutti i tradimenti nascono dal tentativo, poi concretato, di modellare il cristianesimo alle esigenze dell’uomo. Le iniziative recenti di svuotare del suo vero significato la parola di Cristo chiamano in causa la responsabilità del Magistero su cui non grava la Verità proclamata secondo l’accettazione della Dottrina cristiana. L’abbattimento del sacro, la gestione del potere irenico, il compromesso con i valori mondani esigerebbero una contro-elaborazione: l’emarginazione della Cattedra. La nostra è solo una provocazione perché emarginare la Cattedra, ammesso che qualche don Abbondio osasse farlo, equivale ad occultare quel riferimento capitale che permette di decifrare le implicazioni spirituali attinenti al panorama ed al carisma della Chiesa nel suo governo temporale e mistico. É lecito, tuttavia, segnalare il passaggio nel campo avverso dell’iniquo ponendoci in linea con quanto affermato da Gesù: «Ciò che udite bisbigliato alle orecchie proclamatelo sui tetti» (Mt.10,27). La luce si espande affermando la Verità con l’opera di quanti elevano la voce per arginare il male.


         Aderendo, infatti, ai sentimenti della parte sana del pubblico cattolico, contraria all’azzeramento della morale cristiana, 62 teologi avevano qualche tempo fa invocato la revisione della Esortazione “Amoris Laetitia”. La denuncia dei firmatari del documento (inviato nei mesi scorsi a Bergoglio) è stata riproposta qualche giorno fa con mezzi leciti (stampa e televisione) chiamando in causa il rovesciamento dottrinale del sacramento del matrimonio viziato da plateali alterazioni riguardo alla comunione ai divorziati risposati. Il documento dei 62, inoltre, prospettava anche il decoro dell’ortodossia ignorata da un Papato esposto al mondo con la cornice dell’eresia. Una cornice adeguata al quadro perché l’Esortazione, sfiorata dal contagio perseverante dello scandalo, oltre a sconfinare nel travisamento sistematico del concetto di Misericordia, orienta le coscienze verso compromessi illeciti per la salvaguardia dei valori umani. La schiera dei 62, destinata nel tempo a moltiplicarsi, ha sempre manifestato alla più alta Cattedra del mondo la testimonianza di Fede e la fiducia in Cristo, Fondatore della Chiesa. I contrasti insanabili, tra i valori sacri e la maniera di vivere secondo la concezione sommaria del matrimonio, rendono più pesante le inadempienze di Bergoglio, restio a fornire, dall’alto della Cattedra, una chiarificazione sulla morale e sulla sacralità dell’unione coniugale secondo la Rivelazione dell’Altissimo Dio. Nelle civiltà primitive vigevano i timori ed il culto per l’Essere Supremo, Creatore e Padrone. Oggi non è più così nemmeno in Casa Cattolica. Infatti nessun significato ha il Regno di Dio nell’impatto con la realtà ecclesiale. Il “retaggio” di Cristo serve solo a promuovere la massima celebrità dell’occupante il Soglio romano con la posposizione dei ruoli. Tornando al Pontificato aggiornato ricordiamo alcune iniziative che ne completano la visione pseudo-cristiana: sinodo sull’Amazzonia, appello alla FAO, genealogia della fame, delle risorse alimentari e dei cambiamenti climatici, patto mondiale per i migranti con accoglienza, corridoi umanitari, cittadinanza, integrazione.

         Torniamo all’iniziativa dei 62 precisando che analoga richiesta di chiarificazione era già stata, in passato, indirizzata a Bergoglio dai Cardinali Meisner, Burke, Brandmuller, Caffarra. Non a caso la Provvidenza aveva preso per mano i quattro, i quali avevano ravvisato nell’Esortazione papale criteri teologici che contrariano le Verità Divine. Avevano sottolineato la gravità nel coniugare i princìpi di opportunità con l’azione illecita e con un cristianesimo adeguato al mondo. Richiamavano la Cattedra di Verità alle proprie responsabilità su una materia che implica l’itinerario mentale allineato alla continuità teologica che ha sublimato, nei secoli, il cammino della Chiesa e l’immensa schiera di coniugi santificati dal sacramento del matrimonio. Tra l’altro con la scomparsa del Card. Caffarra (deceduto pochi giorni fa) nessun dettaglio, a cadavere ancora caldo, Bergoglio aveva rilanciato trincerandosi nell’ostinato e sprezzante silenzio, lasciando che sul capo del defunto si abbattesse l’umiliazione dei vinti. Alla reticenza cronica di Bergoglio va contrapposta la miglior apologia della bontà e della verità: «Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo alla comunità, se non ascolta neppure la comunità consideratelo come il pagano» (Mt. 18,17). Il Signore invita a dissipare il “fumo” in colui che persevera creando un clima di pensiero e di vita aperto a tutte le avventure morali ed intellettuali. Inoltre vuole, nelle necessità estreme, che l’ostinata volontà dell’errante possa essere vinta con la preghiera, la carità ed infine con l’esortazione alla riparazione dello scandalo. Con il rifiuto lo scandaloso, dice Gesù, deve essere considerato senza fede, come un pagano pericoloso. Il dialogo chiarificatore con gli onesti oppositori richiederebbe un bagno di umiltà. Ma ciò violerebbe quel clima di perenne riserbo (ben sigillato nei Sacri Palazzi) su argomenti che capovolgono i veri orientamenti della vita cristiana e che implicherebbero l’ammissione tacita della vulnerabilità teologica in una mentalità allo sbando. E le miserie, non certo velate, della mentalità di Bergoglio hanno prodotto (si accingono ancora a produrre) danni e devastazioni facilmente documentabili con la storia e l’esperienza di quasi tutti i giorni. Con l’errore ed il peccato c’è la morte, perché gli effetti di certe pazzie travolgono le anime conducendole alla perdizione eterna. Ma di questo non mostra alcun interesse. Inoltrarsi nell’etimologia oggi è pericoloso; è pericoloso pronunciare la parola anima, è pericoloso credere che Gesù è presente nei nostri altari. Il recupero del senso originario solo di questo potrebbe portare alla riconquista della Fede. Il Papa ha bisogno di credere per trasmettere ai popoli la Verità perchè qualsiasi cambiamento esterno rischia il fallimento se non è preceduto dalla
trasformazione interiore delle coscienze.

         Dicevamo che nella mistica penombra del Tempio Sacro più che semplificare si negano verità, teorie e orizzonti evangelici. Uniformarsi all’intransigenza del Vangelo,all’essenza del soprannaturale e alla missione salvifica delle anime suscita brividi. Scritture e Testamenti non trovano né condivisione né consensi. Quando manca il procedimento sacrale con la difesa dell’Altare, quando il messaggio cristiano è sopraffatto dall’occultamento del Verbo, dal ripudio della vita interiore, dalla falsificazione del sacerdozio, non resta che ripiegare sulla redenzione umana. La motivazione (di tutto ciò) è indicativa del travaglio folgorante in un carisma mitigato dall’anestetico morale con l’adesione all’apologetica dell’Anticristo. A quel punto i sentimenti, i risentimenti e gli stati d’animo obbediscono ad un preciso calcolo: giocare sull’equivoco col creare un orientamento di pensiero di vita contrario al Vangelo calandosi in avventure intellettuali e morali sotto l’apparente rispetto della Fede, modellando allo spirito del mondo l’edificazione di una società plurireligiosa svincolata dall’azione sacramentale. Giovanni, l’Apostolo dell’amore, oltre a definire anticristo chi nega il Padre e il Figlio, invita a non salutare chi non porta l’insegnamento di Cristo e a non riceverlo in casa, poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse (2Gv.10-11).

         Non andiamo oltre se non per ribadire ancora una volta come la coercizione, l’astuzia, la rivoluzione, l’urgenza di porre la Chiesa al servizio delle proprie idee abbiano aperto un nuovo e tenebroso capitolo. Non siamo alla perdita dell’entità soprannaturale della Chiesa perché l’origine Divina la preserva dalla sterilità e dalla morte. Non siamo al tracollo del Primato di Pietro. Siamo alla pigrizia mentale, all’ignavia, al degrado, allo smantellamento dell’anima cattolica, alla contaminazione mondana, al sentimentalismo che scalda i cuori e riempie la vita, alla perdita della percezione della gravità del momento le cui implicazioni richiamano il mistero di iniquità, l’apostasia, il «serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana» (Ap.12,9). Siamo al culto del serpente con una liturgia, fra non molto, che non obbligherà più sul piano della Redenzione e della salvezza.

di Nicola Di Carlo

http://www.presenzadivina.it/291-11.pdf

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