ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 20 novembre 2017

Se le deviazioni già colpite riprendono lena

Definitività delle sentenze



La Chiesa Romana celebra oggi la memoria liturgica di San Gelasio I, Papa (secolo V). Originario dell’Africa, fu eletto al supremo pontificato nel 492. È ricordato principalmente per la ferma opposizione allo scisma acaciano e per la strenua difesa del primato della sede romana contro le pretese, civili ed ecclesiastiche, di Costantinopoli. Morí il 21 novembre del 496 e fu seppellito nella basilica vaticana. La sua celebrazione liturgica viene anticipata a oggi per la coincidenza con la memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria. Riportiamo, per la sua attualità, un brano tratto da una lunga lettera da lui scritta ai Vescovi della Dardania (regione corrispondente all’attuale Macedonia e Serbia meridionale), con la quale dimostra che Acacio, Patriarca di Costantinopoli dal 471 al 489, era stato giustamente condannato con sentenza definitiva della Sede Apostolica.
Q


Il clown, cioè il teologo

7 14 21 28 con una quaterna distruggono la Santissima Trinità


«Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste…» (Gv.8,42)
Sembra di udire il: venghino Siori e Siore,  venghino…. lo andavano urlando per le strade  quelli che improvvisavano teatrini per le vie, o quando arrivava un circo, per attirare la gente e mendicare qualche spicciolo…

Si va indietro e non avanti!

Riforme controriforme e rivoluzioni: cosa sta accadendo dentro la Chiesa oggi?


Cari Amici, come ben sapete in questo sito ci occupiamo di sana apologetica Cattolica, della sua dottrina, della sua storia e – “cooperatori della Verità” – cerchiamo di non essere “autoreferenziali”, ma di ascoltare e seguire i veri maestri, cerchiamo umilmente di procedere col discernimento della sana ragione in obbedienza alle Leggi divine in Cristo Gesù per mezzo della Sua santa Chiesa e, proponendoci molte domande, cercare delle risposte cattoliche.
Fin dai primi giorni della sua elezione a sommo Pontefice, Papa Francesco ha da subito manifestato il legittimo e santo desiderio di “Riforma” della Curia Romana, si veda qui, e, sempre legittimamente, ha creato un piccolo gruppo di cardinali per dare vita ad un “Consiglio” più ristretto che lo aiutasse in questa decisione. Tutto legittimo sia ben chiaro, altri Papi prima di lui hanno creato questo “Consiglio” e tutti i Papi, ognuno nel suo piccolo, hanno portato novità e trasformazioni all’interno della Curia Romana, perciò nulla di nuovo.

Il Nobel per la banalità


ARIAS DIO NON TORNA INDIETRO

Dio non torna indietro? Dipende da chi pone le indicazioni stradali. Abusando del suo ruolo di prete, o di ex prete, Arias infila una collezione pietosa di slogan sessantotteschi che meriterebbero il Nobel per la banalità 
di Francesco Lamendola   

Dio non torna indietro, dicono da alcuni decenni, e specialmente oggi, i fanatici dello “spirito del Concilio”, che sentono odor di rivincita e che pregustano, con la “dotta” guida del cardinale Walter Kasper, il piacere di imprimere alla Chiesa cattolica quella irreversibile svolta a sinistra, in senso progressista e modernista, che invece, a partire dalla enciclica Humane vitae di Paolo VI, e sino al pontificato di Benedetto XVI, era stata, secondo loro, perfidamente e ottusamente ostacolata, sabotata, snaturata e perfino “tradita” (come se si potesse tradire una interpretazione soggettiva).
Dio non torna indietro: essi hanno arruolato Dio nelle loro file, gli hanno applicato una coccarda tricolore sul petto, gli hanno messo un berretto frigio sulla testa, gli hanno infilato una bandiera rivoluzionaria tra le mani: e hanno deciso che quel Dio, il loro Dio, andrà sempre avanti, sulle barricate, spazzando via, una dopo l’altra, tutte le resistenze conservatrici e oscurantiste. Dio è con loro, essi con Lui: marciano col medesimo passo cadenzato, verso le magnifiche sorti e progressive.

La laicità come un’arma

Il sogno di eliminare il cristianesimo

foto tratta da Google Maps
Così il secolarismo tace sull’islam ma si accanisce sui cattolici. Il Figaro intervista Rémi Brague a proposito della decisione del Consiglio di stato di rimuovere la croce a Plöermel, in nome della laicità

Dopo la polemica generata dalla decisione del Consiglio di stato di rimuovere la croce a Plöermel, in nome della laicità, il filosofo francese Rémi Brague ritorna sulla nozione di laicità. Ne parla con Alexandre Devecchio del Figaro. “Ci sono due ragioni: da un lato, la stanchezza di fronte a ciò che è ripetitivo in queste misure; d’altra parte, il fastidio per la meschinità che testimoniano. In Bretagna, non puoi lanciare un mattone senza che cada su un recinto parrocchiale. E dov’è che una croce è più al suo posto che sopra la statua di un Papa? Il secolarismo non ha nulla della dignità di un principio filosofico, ma costituisce una nozione specificamente francese. La parola è persino intraducibile”.

In Vaticano ci sono dei cattivoni..

L’ABATE FARIA A NUZZI: MA GUARDA CHE LO SAPEVAMO GIÀ CHE IL VATICANO È PIENO DI CATTIVONI CONTRO NATURA…


                                        

L’Abate Faria ha letto l’ultima fatica letteraria di Gianluigi Nuzzi, (la quarta della serie), “Peccato originale”. Poi, dopo aver lungamente riflettuto, ha spedito a Stilum Curiae l’esito delle sue meditazioni. Ecco, mi sembra che si sia divertito; forse a leggere, di sicuro a scrivere. Mai come questa volta sembra proprio un bell’abate che ne ha viste e sentite tante, soprattutto fra canoniche cori e sagrestie…e non sembra molto ottimista sull’esito di quelle che Nuzzi definisce “riforme” del Pontefice.

Amoris Laetitia si applica anche ai mafiosi?


Il riassunto del lunedì. Dov'è finito Toto Riina?

Dubia. In settimana il cardinale Burke ha "festeggiato" l'anniversario dei dubia. Esattamente un anno la pubblicazione, i quattro cardinali (ridotti ormai a due) non hanno ricevuto alcuna risposta (e te pareva?) e il caos esistenziale nella Chiesa è cresciuto a dismisura. E, aggiungiamo noi, aumenta ogni giorno che passa.

Morte Riina. E' morto Totò Riina, uno dei mafiosi più sanguinari della storia d'Italia. Puntuale come il mal di denti, è stato recuperato tutto il ciarpame possibile riguardo la scomunica ai mafiosi (mai formalmente comminata) di cui tempo fa parlava Bergoglio. Purtroppo sulla questione della mafia emerge tutta la debolezza della retorica bergogliana. L'attuale pontefice da un lato sta cercando di eliminare il concetto di peccato, dall'altro assieme ai suoi sodali gesuiti sta cercando di eliminare il concetto di inferno. Quindi, in mezzo a tutti i suoi attorcigliamenti, come può dire, come farebbe un normalissimo cattolico, che il peccatore mai pentito Totò Riina ora sta bruciando all'inferno? Ok, poniamo il caso che sia scomunicato, ma se l'inferno non esiste, al momento il boss dov'è? Anche lui è stato perdonato come se niente fosse? 

Pensano di essere grandi riformatori

Editto di Modena. Ucci, ucci, sento odor di Tirannucci


                                           La pagina con la lettera contro la Bussola

Il vescovo si sente attaccato da un giornale che lo critica per i suoi metodi stalinisti? Allora offende privatamente il giornalista “reo” delle accuse e costringe un’associazione di laici ritenuta “amica” della testata incriminata a dissociarsi pubblicamente. Sembrerebbe una storia d’altri tempi, invece succede oggi: protagonisti l’arcivescovo di Modena, monsignor Erio Castellucci, la nostra testata, La Nuova Bussola Quotidiana, e un Centro culturale modenese, Il Faro.

domenica 19 novembre 2017

Se non ritornerete come bambini..

Silenzio, adorazione, preghiera. La lezione dei bambini

Oggi Santa Subito mi ha raccontato una bella esperienza con i suoi bambini del secondo anno di catechismo.
I ragazzini sono tredici, di nove anni. L’argomento affrontato è «La chiamata». Prima nel Vecchio Testamento, poi nel Nuovo.
Dopo aver approfondito la conoscenza della storia di Abramo, è il turno di Mosè: la sua origine, la vita, i problemi di balbuzie, l’episodio dell’uccisione di un sorvegliante che picchiava uno schiavo ebreo. E poi Mosè chiamato da Dio, che si manifesta come fuoco nel roveto ardente.
Mosè accetta di avvicinarsi mosso prima di tutto dalla meraviglia e dalla curiosità. Il roveto arde misteriosamente e lui vuole capire perché. Dio si presenta, spiega di essere il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe, e Mosè, che si sente inadeguato, prova paura, tanto che si copre il volto, come è naturale in un simile frangente.
Il racconto ci riguarda, spiegano le catechiste ai bambini, perché dimostra che Dio, per manifestarsi, può scegliere anche un uomo tutt’altro che esemplare, un pastore che ha un sacco di difetti, si è reso responsabile di un omicidio, ha problemi nell’esprimersi e, cresciuto con gli egiziani, non conosce il Dio del suo popolo. C’è anche un faraone che se la prende con gli ebrei e li perseguita, il che dimostra che certe difficoltà di convivenza non sono poi una novità.

Tutto viene da Gesù

La Messa, opera dell’uomo-Dio


Quando venne la pienezza dei tempi, il Verbo si fece carne ed abitò tra noi: Egli venne non per distruggere, ma per compiere e perfezionare la Legge ed il culto. È lecito pertanto chiedersi: Gesù ha stabilito anche delle “norme liturgiche”?

La Liturgia – il culto di Dio – è realtà così grande che per trovare la sua origine, si deve risalire fino a Dio. Nella contemplazione della sua infinita perfezione, Dio si loda e si glorifica senza fine, amandosi di un amore eterno. Solo Dio può dare in pienezza culto a se stesso. Lui solo è infinito ed eterno e, come tale, merita un culto infinito ed eterno, che solo Lui può dare a se stesso.
Questo culto – la divina Liturgia – compiuto da Dio, ha avuto manifestazione visibile – davvero liturgica – soltanto quando la seconda Persona della Santissima Trinità, il Figlio, ha preso la natura umana per rendere il pieno culto di adorazione a Dio. Ed è così che Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, associa l’uomo che lo accoglie, alla sua adorazione eterna, alla divina Liturgia della Trinità. 

Altra scomunica in arrivo?

Sacerdote di Bologna su Facebook «Emma Bonino ha ucciso più di Riina»

Dopo il caso del prete che accusava una vittima di stupro «di essersela cercata» un altro religioso accusa Bonino per le vittime degli aborti. E cita il Consiglio Vaticano II


A pochi giorni dalle critiche e dalle polemiche sollevate dalle parole scritte sulla sua pagina Facebook da un parroco bolognese, don Lorenzo Guidotti, riguardo la violenza subita da una 17enne dopo una serata alcolica per la quale aveva detto di non provare pietà, tocca a un altro sacerdote bolognese, e ancora su Facebook, finire al centro dell’attenzione: sul social network - come riporta `il Resto del Carlino´, don Francesco Pieri, riguardo il tema dell’aborto, ha postato la frase: `ha più morti innocenti sulla coscienza Toto´ Riina o Emma Bonino?’.

Saltare verso l’alto


NOI CERCHIAMO LA VERITA'


Noi cerchiamo la verità perché possiamo coglierla. Per la cultura moderna, smentendo secoli di tradizione, la verità è inesistente, mentre in realtà è un impulso naturale nessuno si sente naturalmente attratto verso la menzogna 
di Francesco Lamendola  

  
In amore veritatis a pueritia mea contiue sum nutritus: è un pensiero di Dante Alighieri (Quaestio de aqua et terra, 1), che egli riferisce alla propria biografia spirituale, ma che possiamo estendere all’uomo in quanto creatura razionale: “mi sono nutrito, sin dall’infanzia – dice il sommo Poeta -  di un amore incessante per la verità”. Gli uomini, dunque, tendono alla verità: tale è la loro natura, tale il loro destino, anche se lo disattendono. Non vale, infatti, l’obiezione secondo la quale la stragrande maggioranza degli uomini non cerca affatto la verità, non ne sente affatto il richiamo e la nostalgia, né sin dall’infanzia, e neppure nell’età adulta: perché la realtà di fatto non smentisce la realtà di principio. Semplicemente mostra che esiste una distanza, più o meno grande, fra ciò che è possibile e ciò che viene messo in pratica. Se ci si permette una similitudine molto semplice, forse banale, ma in compenso assai chiara, con il mondo dell’atletica, il fatto che un solo essere umano (il cubano Javier Sotomayor, nell’ormai lontano 1993) sia riuscito a saltare l’asticella a 2 metri e 45 centimetri d’altezza, mentre gli altri sette miliardi di persone non vi riuscirebbero mai, non dimostra che gli uomini non sono capaci di saltare verso l’alto, ma che solo pochi riescono a raggiungere risultati di eccellenza, peraltro sempre passibili di ulteriore miglioramento; proprio quei pochi, però, in quanto esseri umani, e non marziani, dimostrano che saltare in alto, sempre più in alto, è possibile e che l’uomo prova un impulso a farlo e ne ha la capacità.

Che fine ha fatto la Chiesa non-di-questo-mondo ?



https://michael-media.gloria.tv/gregor/d/i7/wq35pz7gvxi8xoc5781oc3359xoc5781oc336.jpg?sum=XTT7tchBWfOS7zXxDzs20Q&due=1511179200

EL PAPA PARLA DI FINE VITA. E SOLLEVA NUOVI “DUBIA”


Ho tre domande sul testo seguente, e poi due domande riepilogative.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCOAI PARTECIPANTI AL MEETING REGIONALE EUROPEO
DELLA “WORLD MEDICAL ASSOCIATION”
SULLE QUESTIONI DEL “FINE-VITA”
[Vaticano, Aula Vecchia del Sinodo, 16-17 novembre 2017]
Al Venerato Fratello   Mons. Vincenzo Paglia
Presidente della Pontificia Accademia per la Vita
[…]Per stabilire se un intervento medico clinicamente appropriato sia effettivamente proporzionato …. Occorre un attento discernimento, che consideri l’oggetto morale, le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti.

Nel “discernimento” non hanno alcun ruolo la Fede, e la Dottrina della Chiesa ?

Lasciamo che parlino i fatti…


LA NEOCHIESA E' FALSA


Hanno perso la fede e la fiducia nella grazia di Dio? La neochiesa è falsa perché non crede alla Chiesa che è un "Istituzione divina" e non una creazione umana, come il clero modernista e progressista sembra volerci far credere 
di Francesco Lamendola  

 
  
Ha fatto bensì scalpore, ma non quanto avrebbe dovuto, e non abbastanza da indurre il papa a intervenire in modo chiaro e deciso, l’affermazione del generale dei gesuiti, padre Arturo Sosa Abascal, nel febbraio scorso, parlando al giornalista Giuseppe Rusconi, del sito Rossoporpora, con tono di disinvoltura mondana e quasi di leggerezza salottiera: che noi non sappiamo cosa abbia detto realmente Gesù Cristo, nonostante i Vangeli, perché, a quei tempi, non c’erano dei registratori per fermare le sue parole. Precisamente, ha detto proprio così:

Intanto bisognerebbe incominciare una bella riflessone su che cosa ha detto veramente Gesù… A quel tempo nessuno aveva un i per inciderne le parole. Quello che si sa è che le parole di Gesù vanno contestualizzate, sono espresse con un linguaggio, in un ambiente preciso, sono indirizzate a qualcuno di definito…

Chi ci rimette?

LA LETTERA E IL GRIDO DI UN CATTOLICO AL PAPA: LA TUA CHIESA HA ABBANDONATO I DEBOLI E GLI INNOCENTI.

 Ho ricevuto questa lettera da un collega e amico. Qualcuno che ha lavorato da cattolico nella cultura, nel giornalismo, e nell’insegnamento, e che adesso si definisce “ex”; ex per quanto riguarda gli impegni attivi – anche se nonostante tutto ancora si dà da fare, eccome – ma certamente non da cattolico. Più che una lettera è un grido di dolore, rivolto al Pontefice; e io spero che il Pontefice la legga, e cercherò, con i miei limitatissimi mezzi, di fare in modo che chi si occupa della sua comunicazione la riceva, e, forse, se non scatta qualche meccanismo cortigiano, gliela sottoponga. Io credo che renderebbe al Pontefice un grande servizio; perché è una lettera sincera, nata da un amore e una sofferenza reali, e profondi.

La Chiesa di Bergoglio ha abbandonato deboli e innocenti

I dubbi dei parroci sono molti..

Bologna, la rivolta dei preti: niente pranzo con i migranti

L'arcivescovo Zuppi lancia l'iniziativa "Ospita a pranzo uno straniero". Ma aderiscono solo 20 preti su 90: "Che senso ha accogliere un islamico in chiesa?"
Tutto nasce da un'iniziativa di papa Francesco. Oggi, infatti, si celebra la "Giornata mondiale dei poveri".
È stata istituita proprio quest'anno dal Santo Padre e a Bologna è stata il pretesto per creare una forte divisione all'interno della Curia. La rivolta della stragrande maggioranza dei parroci, però, non è contro Bergoglio ma contro l'arcivescovo Mattia Zuppi che, come racconta il Corriere della Sera, ha chiesto ai preti della città di ospitare a pranzo i migrantidell’hub di via Mattei. Il risultato è stato imponente. Appena venti parrocchie su novanta hanno, infatti, aderito all'iniziativa.

sabato 18 novembre 2017

Le strade imperscrutabili di Dio

Notre Dame de Sofanieh – un miracolo per Damasco

Qualche tempo fa vi raccontai una storia al limite del paradosso: la Valdimir’skaya cioè la Santa Madre di Dio raffigurata in un’icona del XIII secolo, detta anche la Vergine di Kazan, apparve, in Libano, al metropolita Elia che per tre giorni e tre notti aveva vegliato in preghiera per chieder l’aiuto della Santissima Madre di Dio di Kazan, la Madonna protrettrice della Santa Russia, per salvare la medesima dalla catastrofe della guerra.
Oggi la scena si sposta un pochino più ad est del martoriato Libano e precisamente in Siria, a Sofanieh un sobborgo di Damasco.
I benpensanti cattolici  neo-bergogliani   cominceranno già a storcere il naso: può mai qualcosa di buono arrivare per il mondo dalla Sira di Assad, il dittatore sanguinario oppressore e carnefice del suo popolo?
Ma come accadde per la Russia sovietica anche qui le strade imperscrutabili di Dio seguono tutta un’altra logica. Essa, naturalmente non è assolutamente quella umana e tanto meno quella che vorrebbero imporci gli oscuri servitori del principe di questo mondo.
Vedrete che nel corso della narrazione salteranno immediatamente alla vostra attenzione delle cose davvero completamente diverse dall’assordante chiasso della propaganda di cui i media sono gli amplificatori.

Libertà al servizio della verità


La papolatrìa, una nuova eresia?
SI HA IL DIRITTO DI CRITICARE IL PAPA? – Breve videointervista a François Billot de Lochner, direttore del sito online francese Liberté Politique – 17 novembre 2017
In questi ultimi tempi, nel mondo cattolico in generale e in quello francese, in particolare, sta aumentando la polemica su un tema fondamentale: “Si ha, o no, il diritto di criticare il papa?
(Appare sullo schermo papa Francesco che dice il suo primo “Buona sera!”. Ndt)
Questa polemica appare del tutto inattesa, visto che in passato era qualcosa di logico, ma anche perché andiamo a toccare degli aspetti essenziali. Degli aspetti che appaiono polemici in primo luogo perché si incrociano con certe posizioni del papa, sulle quali alcuni dicono che si può esercitare il diritto di critica.
Intervistatore. – Ci sono quindi degli aspetti (o dichiarazioni papali), su cui un cattolico è legittimato a criticare le posizioni del papa?
Billot de Lochner. – Certamente! Ci sono degli aspetti su cui, non solo il cattolico di base, è legittimato a criticare il papa, ma ha anche il dovere di farlo. È la famosa “correzione fraterna”, di cui si parla sovente. Ovviamente non devono essere aspetti di carattere dogmatico, ma semplicemente aspetti o temi di carattere politico. Quando il papa emana un’enciclica e denuncia delle vere contro verità, a riguardo, per esempio, dell’ecologia, quando il papa si trasforma in climatologo, in questo caso può essere criticato.

Dàgli al negro!


La rivincita delle periferie. Anche "La Civiltà Cattolica" infierisce sul cardinale Sarah


Dopo la pubblica reprimenda di Francesco al cardinale Robert Sarah, prefetto della congregazione per il culto divino, non c'è più alcun dubbio sulle reali intenzioni del papa in materia di traduzioni nelle lingue moderne dei testi liturgici di rito latino, demandate in pieno alle Chiese nazionali, con l'approvazione vaticana ridotta a una pura formalità.
Ma a rincarare la dose – con in più il sarcasmo nei confronti dei presunti retrogradi – è arrivata puntuale "La Civiltà Cattolica", assurta da tempo a "house organ" di Santa Marta.
Nel suo ultimo numero, la storica rivista dei gesuiti diretta da padre Antonio Spadaro ha dedicato il suo articolo di apertura proprio alla "restituzione" alle conferenze episcopali nazionali della piena competenza sulla traduzione dei libri liturgici.
La tesi dell'articolo de "La Civiltà Cattolica", infatti, è che questa facoltà era già stata devoluta alle Chiese nazionali nel 1969, da un'istruzione – in realtà la lettera di un cardinale – dal titolo "Comme le prévoit", ma presto era stata data per morta "per ragioni ideologiche", col prevalere degli avversari della riforma liturgica. Fino a che è arrivato papa Francesco a richiamarla in vita e quindi a segnare la rivincita delle "periferie" sul centralismo vaticano.

La sfida raggelante


Francesco fase B. Ma lo stile è quello del Vaticano II

Riguardo alla situazione di degrado teologico vigente credo di voler sottoscrivere l’opinione espressa da padre Scalese, relativamente alla FASE B appena iniziata. Suggerisce Scalese: “Perché parlo di una seconda fase del pontificato? Perché ho l’impressione che ci troviamo di fronte a una svolta. La fase A del pontificato di Papa Bergoglio è stata caratterizzata da quella che lui ha chiamato, in Evangelii gaudium, “conversione pastorale” (n. 25). C’è stato chi ha parlato, a questo proposito, di “cambio di paradigma” (qui); noi, forse con una certa audacia, abbiamo parlato di “rivoluzione pastorale” (qui). La caratteristica di questa prima fase è stata la sottovalutazione della dottrina in favore della pastorale: la dottrina — è stato insistentemente ripetuto — non cambia; ciò che cambia è l’atteggiamento della Chiesa verso le persone. L’evento piú significativo di questa prima fase è stato, senza alcun dubbio, la pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris laetitia.Si ha l’impressione che il discorso dell’11 ottobre segni il passaggio a una nuova fase, nella quale, pur ribadendo che la dottrina non cambia, si pone l’accento sull’esigenza che essa progredisca”. Se Scalese ha ragione, allora io e il mio attuale articolo siamo in ritardo. Non me ne cruccio: in ogni caso non avremmo contribuito a virate di sorta.

Che cosa temono?

BESTIARIO. – CHI HA PAURA DEL SEDEVACANTISTA CATTIVO? – AVVENIRE E IL CAPOSCOUT GAY: STARE AI PRIMI DANNI. – PRETE CELEBRA MATRIMONIO GAY IN MESSICO. – PARIGI: PEDOFILIA, ZOOFILIA O RAZZISMO? – NIENTE CONVENZIONE MONDIALE ATEA NEL 2018. – USA: TRE HURRAH PER NAUMANN PRO-LIFE. 


Questa settimana Bestiario si concentrerà, ahimè, soprattutto e specialmente sui giornali. Anche se non mancheranno altri argomenti, più strettamente clericali…
E cominciamo da uno strano annuncio, di una conferenza stampa – di presentazione di un libro – molto blindata. Vi riportiamo il comunicato:
Il 21 novembre in Vaticano la presentazione di “Sedevacantisti” con Gomez e Saluzzi.
Martedì 21 novembre 2017 alle 18 nella sede di Radio Vaticana (Sala Marconi – Piazza Pia, 3 – Palazzo Pio – Città del Vaticano) Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e di Fq MillenniuM, Paola Saluzzi, giornalista di Tv2000, e Javier Martínez-Brocal, direttore di Rome Reports, presentano il libro Sedevacantisti (Tau) di Francesco Antonio Grana, vaticanista de ilfattoquotidiano.it.
Francesco non è stato eletto legittimamente. È eretico.
Vuole canonizzare perfino Martin Lutero. In cinque anni di pontificato i critici, fuori e soprattutto dentro la Chiesa cattolica, hanno attaccato Bergoglio accusandolo di eresia,
 come hanno fatto i quattro cardinali che hanno espresso i
loro dubbi per le sue aperture in favore dei divorziati risposati
o coloro che hanno realizzato 200 manifesti affissi per le
strade di Roma che irridevano la poca misericordia del Papa latinoamericano verso i suoi oppositori. Sedevacantisti vuole rispondere punto per punto agli attacchi infondati e ingiustificati contro Bergoglio ripercorrendo i suoi grandi successi in campo ecclesiale
e sul panorama geopolitico mondiale.

Nei melmosi meandri delle false dottrine

Chiesa, resistere e combattere contro Papa Francesco

Pena la débacle del cattolicesimo romano

Aper de silva. Maiale selvatico. In questi termini, mutuati dal Salmo 80 (79), 14, si esprime Papa Leone X de'Medici (1513-1522), nella Bolla di condanna Exsurge Domine, del 15 giugno 1520, allorchè si rende pienamente conto, sebbene con notevole ritardo, di quale esiziale devastazione, anche a lunga prospettiva, siano portatrici le cosiddette 95 tesi che Martin Lutero (1483-1546), volle affiggere sui battenti della Cattedrale di Wittenberg, il 31 ottobre del 1517, che costituiscono l'humus velenoso del suo pensiero per lanciare un attacco violento contro la Chiesa di Roma, colpevole, a suo dire, della dilagata corruzione tra il clero e i popoli del Vecchio Continente, specialmente quelli tedeschi, dovuta alla vendita delle indulgenze per finanziare la costruzione della grandiosa Basilica di San Pietro in Vaticano, che doveva sostituire quella costantiniana, ormai irredimibilmente pericolante. Da cui, in seguito, nacque la Riforma protestante che indusse a recidere, di netto, il proprio filiale legame, con le popolazioni tedesche e del nord Europa con la Cattedra Petrina e la millenaria tradizione sulla quale, letteralmente, riposa, nel bene e nel male, l'Istituzione ecclesiastica cattolica e l'intera civiltà dell'Occidente permeato intensamente, sin nelle sue più intime latèbre, della cultura classica, ellenica e latina.

La coscienza di sé


L'ODIO DI DIO E DI SE STESSI

  
  Una società che odia Dio odia se stessa. Chi non è cristiano nel senso culturale dell’espressione non è veramente europeo: è un apolide un vagabondo un marziano al quale nulla importa della sua stessa casa dei suoi stessi figli 
di Francesco Lamendola  

  
  
Il 12 febbraio del 2013, per festeggiare l’abdicazione di Benedetto XVI, un gruppo di nove ragazze del famigerato gruppo ucrainoFemen, indossanti solo le mutandine e con il corpo decorato con scritte oltraggiose per la fede cattolica, hanno fatto irruzione nella basilica di Notre Dame, a Parigi, in mezzo al popolo dei fedeli, scandendo lo slogan Non più papa, e scagliandosi contro un’antica campana di bronzo dorato, che hanno preso a bastonate.
Allontanate a fatica dagli inservienti, sono state rinviate a giudizio e il processo si è concluso, nel settembre dell’anno seguente (!), con l’assoluzione totale. La sentenza è stata il risultato di una riduzione dell’accusa ai soli aspetti materiali dell’irruzione: niente vandalismo, niente oltraggio alla religione, niente incitamento all’odio antireligioso, ma solo danneggiamento (eventuale) di beni. E siccome gli unici danni materiali erano i segni lasciati dalle balde ragazzotte sulla secolare campana, ma nessuno poteva attribuirli con certezza proprio a loro, il comprensivo magistrato ha concluso per il nulla di fatto e le ha rimandate assolte. La loro portavoce ha dichiarato: Cari cattolici, caro papa, caro Dio, fatevene una ragione: oggi è stato tolto l’appoggio dello Stato alla vostra falsa morale. 

Scontro decisivo tra la luce e le tenebre

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Maskirovka



È un termine russo che si traduce alla lettera camuffamentooccultamento o simili, ma designa una tattica militare, praticata fin dall’antichità, con la quale si trae il nemico in inganno riguardo alle manovre belliche, alle intenzioni o all’effettiva consistenza dell’esercito avversario. Gli strateghi sovietici lo battezzarono così e, proprio grazie ad un massiccio impiego della maskirovka e ad altre nefandezze, vinsero quell’orrenda carneficina che fu la guerra civile provocata dal colpo di Stato, di cui ricorreva in questi giorni il centenario, perpetrato da quel demonio incarnato di Lenin. Anche quel pugno di manigoldi di formazione e mentalità marxista che ha occupato il Vaticano, a quanto pare, questa lezione l’ha imparata bene e continua a menarci per il naso su vari fronti, distogliendo la nostra attenzione dalle vere questioni di fondo e dalle manovre occulte con cui stanno realizzando la loro esecrabile agenda.

venerdì 17 novembre 2017

Grazie a Dio..!


CAFFARRA NON PIACEVA?      
  

Ma certo che Caffarra non piaceva. Grazie a Dio. Deceduto il 6 settembre scorso fra i cattolici progressisti e fra i modernisti travestiti da cattolici non piaceva né poteva piacere era uno dei quattro cardinali dei "Dubia" 
di Francesco Lamendola  


  
Anche se il nuovo arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi, un monsignore bergogliano a ventiquattro carati, ha detto di avere il cuore colmo di tristezza per la morte improvvisa di Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di quella diocesi, che aveva retto per dodici anni, dal 2003 al 2015, la verità, nuda e cruda, è che nessuno, fra il neoclero della neochiesa, e specialmente fra i suoi colleghi arcivescovi e vescovi “di strada”, come ora, civettuoli, amano chiamarsi, deve aver pianto troppo. Caffarra, deceduto il 6 settembre scorso, fra i cattolici progressisti e fra i modernisti travestiti da cattolici, non piaceva, né poteva piacere. Grazie a Dio, aggiungiamo noi. Era uno dei quattro cardinali che avevano redatto e inoltrato i loro dubia sull’esortazione Amoris laetitia al papa Francesco, senza mai ricevere risposta. Poi, lui personalmente aveva chiesto, anche a nome degli altri tre, d’essere ricevuti in udienza privata: nessuna risposta neppure a tale richiesta, da parte del misericordioso pontefice.

“Diventare Fatima”

PADRE PIO E FATIMA: DUE TRAI PIÙ PORTENTOSI INTERVENTI DI DIO NEL XX SEC. PER LA SALVEZZA DEL MONDO E DELLA CHIESA

« Maria è l’unica sorgente che ha fatto sgorgare padre Pio e Fatima. Sua è la mano che descrive le meraviglie di Fatima come le meraviglie di padre Pio: due momenti di un’unica azione soprannaturale gestita da Maria, che ha il fine di stabilire il Trionfo del suo Cuore Immacolato, perché si realizzi il Regno di Cristo. E’ il fine per cui lavorò padre Pio, gloria vivente di Maria, in riparazione degli eventi futuri » (1).

Il sacerdote padovano don Attilio Negrisolo, intimo figlio spirituale di san Pio da Pietrelcina, in una sua catechesi sul santo del Gargano affermava che « i secoli peggiori della storia dell’umanità sono 3: il II, il XV ed il XIX. Ma oltre questi 3 ve ne è stato uno ancora peggiore: il XX. Oggigiorno, in modo particolare, vi è davvero una “corrente satananica” che sconvolge tutto » .

Eppure Dio non ci ha abbandonato in questa potestà di satana. I suoi interventi, letti alla luce dei segni dei tempi, non sono di certo mancati.

... Sia anatema

Attacco alla Tradizione

16/11/2017 - E' possibile che un sacerdote che vuole dire la S. Messa di domenica si ritrovi ad elemosinare una chiesa, vedendosi rifiutato da un'intera diocesi? Purtroppo, è ciò che è successo recentemente in una diocesi del nord Italia, dove ad un sacerdote della Fraternità sacerdotale S. Pietro, in visita al gruppo di fedeli che segue spiritualmente da anni, è stato impedito di celebrare la S. Messa in chiesa.
Si capisce, la S. Messa che doveva essere celebrata sarebbe stata in rito tridentino e, come volevasi dimostrare, quando si tratta della S. Messa non riformata dal Concilio Vaticano II, si scatenano un odio e un veemente attacco alla Tradizione e al Magistero perenne della Chiesa a dir poco impressionanti. Quei fedeli che si muovono chiedendo spiegazione a parroci o a sacerdoti o perfino alla curia di cui fanno parte, si sentono dare risposte formali, persino ridicole, che hanno chiaramente i contorni della derisione e del dileggio più astioso e velenoso.