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FRANCESCO? E' TORNATO A SANTA MARTA (CON QUALCHE NOTA)
Per l’ennesima volta i gesti di Francesco contraddicono certe sue dichiarazioni. Vedi, quale esempio clamoroso, quanto successo con il matrimonio express nel volo Santiago del Cile – Iquique. Sconcerto e confusione tra i cattolici fedeli alla dottrina sociale della Chiesa. Ma nel mondo cattolico non passa giorno ormai senza qualche picconata da parte di parte di consacrati all’edificio ecclesiale.
Siate cristiani veri, scuotetevi nel profondo, andate controcorrente, guardate a Gesù Cristo, è a Lui che si deve guardare…testimoniate con la vostra vita - già nel vostro ambito di famiglia e di lavoro - quei valori che contrastano con quelli aridi e frou frou propri del mondo in cui siamo immersi. L’omelia di don Giuseppe domenica 21 gennaio 2018, alla messa di mezzogiorno nella chiesa di Sant’Ippolito a piazza Bologna (Roma), è come al solito ardente, stavolta ancora di più. Scrutiamo i volti dei tanti presenti: assorti e impenetrabili. Si potrebbe pensare che i parrocchiani dormano. Realisticamente si può invece presumere che don Giuseppe sia riuscito a scuoterne non pochi, tanto da spingerli a porsi almeno qualche domanda. Pure alcuni di quelli tetragoni, quelle anime ingenue che vegetano in tante parrocchie e che - per pigrizia intellettuale e per vocazione al politicamente corretto –scambiano Avvenire per il Vangelo e sono portate a votare Pd o peggio ancora alle elezioni politiche.
Alla fine della messa (ma anche per strada il giorno prima) ecco che nei capannelli trasvolano parole inusuali per queste lande. Sul Papa. “Ma che fa? Che cosa sono queste sceneggiate in aereo… sposa due a lui sconosciuti in volo e al volo… così, senza quegli adempimenti cui tutti noi siamo stati costretti… dopo il divorzio express, il matrimonio express, che però in questo viene addirittura dal Papa… roba da manicomio… poveri parroci… che facciamo, che dobbiamo fare, non si capisce più niente!”. S’alzano gli occhi al cielo… “Non ci resta che pregare”…
IL CELESTIALE MATRIMONIO EXPRESS
Lui adesso è tornato da Cile e Perù, dopo aver cercato – nella consueta conferenza-stampa in volo - di precisare meglio (ma con scarso successo) quanto accaduto il 18 gennaio nel trasferimento in aereo tra Santiago e Iquique. In quel frangente Francesco aveva unito in matrimonio lo steward Carlos (39 anni) e la hostess Paula (41). I due sono sposati civilmente da otto anni e, a quanto hanno detto, avrebbero voluto sposarsi anche religiosamente – sempre nel febbraio 2010 (ripetiamo: otto anni fa) - ma un terremoto fece crollare il tetto della chiesa. Hanno due figlie, di sei e quattro anni.
In aereo, comunicando estasiati ai giornalisti quanto successo in occasione della tradizionale foto del Papa con gli assistenti di volo, Carlos e Paula hanno detto tra l’altro: E’ stato un caso…nessuno aveva fatto cenno all’argomento…il Papa ci ha chiesto: “Voi siete sposati?”…E’ stato così, è stata una sua idea. Non so se qualcuno glielo aveva detto, ma è così…il Papa ha detto:”Vi sposo! Dai, facciamolo!” Il direttore della Sala stampa vaticana, il buon Greg Burke, in visibile imbarazzo, aveva commentato a caldo: E’ stata una sorpresa per tutti… si può fare… c’erano due testimoni… dicono chi sono, non ci sono impedimenti…
ANDREA TORNIELLI NON DELUDE MAI…
Su Vatican Insider Andrea Tornielli ha aggiunto altri particolari, invero anche raccapriccianti dal punto di vista del diritto canonico (ma il Turiferario Maggiore non si è certo scomposto per tali bazzecole): Quando si sono avvicinati, hanno detto di essere sposati civilmente e hanno chiesto al Papa una benedizione. Francesco ha domandato: “Volete che vi sposi?”. Quasi non credendo alle sue parole, hanno risposto di sì. Francescoha domandato ripetutamente a Carlos e Paula: “Siete davvero sicuri?”. “Sì”, hanno risposto entrambi. “Ho bisogno dei testimoni” ha replicato Bergoglio. Lo sposo è corso a chiamare Ignacio Cueto, il proprietario della compagnia aerea. E il secondo testimone è stato Mauricio Rueda Belz, il prelato colombiano organizzatore dei viaggi papali.
Ha continuato Tornielli, con la sua cronaca ispirata: In loro presenza, Francesco ha preso le mani dei due sposi e ha pronunciato la formula di rito chiedendo a entrambi il consenso al matrimonio cristiano. “Il Papa ci ha chiesto se c’era amore nella nostra unione e se volevamo rimanere insieme per tutta la vita – racconta commosso Carlos – Noi, emozionati, abbiamo risposto di sì. Ci siamo innamorati in volo e ora siamo diventati marito e moglie davanti alla Chiesa in volo!”.
Non è finita, il Turiferario Maggiore non ci risparmia proprio neanche un grammo di incenso: Lo steward ha raccontato a Bergoglio come si erano conosciuti e che al momento del primo incontro Paula era la sua responsabile. “Francesco mi ha guardato e mi ha domandato: Detto fra di noi, continua a essere ancora lei il capo?. Ho risposto di sì! E il nostro matrimonio funziona”. Poi, aggiunge Carlos, “monsignor Rueda ci ha domandato se il matrimonio poteva essere reso pubblico. Il Papa ha detto che lui non aveva alcun problema. Così siamo venuti a raccontarlo, e soprattutto a condividere questa gioia con i nostri colleghi dell’equipaggio”.
Conclusione in linea con il resto: Il certificato di matrimonio è stato scritto a mano su un foglio, con la firma dei testimoni e quella di “Francesco” come celebrante (foto). Il Papa ha commentato: “Speriamo che quello che avete fatto voi sia di ispirazione per altre coppie nel mondo”. Il primo matrimonio benedetto da un Pontefice sui cieli. (da notare quel: “sui cieli”… “nei cieli” avrebbe potuto indurre a pensare ad altro…)
…MA ANTONIO SPADARO FA ANCHE DI MEGLIO!
C’è chi, esplodendo di gaudio irrefrenabile, ha così commentato, sotto una foto dei coniugi: “SPOSATO IN AEREO questa coppia di assistenti di volo! Una felicità! La coppia parlava col Papa. Hanno detto che non si erano sposati in Chiesa. Il Papa ha chiesto se volevano sposarsi subito. HANNO DETTO SI’. Gli atti sono firmati su un normale foglio A4!” Che dite? La celestialmente garrula Maria Elena Boschi ne ha fatta un’altra delle sue? No, vi sbagliate… la firma è quella di un noto gesuita, nientepopodimeno che il tuttomaiuscolo ANTONIO SPADARO, megadirettore della Civiltà cattolica.
E GIA’ IL 19 DICEMBRE EL MERCURIO…
Tiremm innanz… Intanto si è scoperto che la storia di Carlos e Paula, assistenti di volo previsti per il viaggio papale, era già stata riportata il 19 dicembre 2017 dal grande quotidiano cileno El Mercurio: (…) Così entrambi sperano che nel gennaio prossimo questo progetto ritardato (NdR: di sposarsi religiosamente) possa finalmente concretizzarsi il prossimo gennaio in aereo e diretto addirittura dal Papa stesso: “Sarebbe bellissimo. E’ il nostro posto, è la nostra seconda casa, è là dove ci sentiamo sicuri”. Uno a questo punto può chiedersi: ma allora….
Ed ecco qui la risposta data da Francesco durante la conferenza-stampa nel volo tra Lima e Roma. Dalla quale si vengono a sapere altri particolari, che oggettivamente non depongono proprio a favore del matrimonio-sorpresa…: Uno di voi mi ha detto che sono matto a fare queste cose. Ma la cosa è stata semplice. Lo steward aveva partecipato al volo del giorno prima. Lei invece non c’era. Mi ha parlato. E anch’io ho parlato della vita, di come pensavo io la vita, poi la vita di famiglia. Una bella chiacchierata. Il giorno dopo c’erano tutti e due e quando abbiamo fatto le fotografie mi hanno detto che otto anni fa stavano per sposarsi in chiesa, ma che il giorno prima la chiesa era crollata per il terremoto e così non c’è stato matrimonio. Hanno detto: “Domani lo facciamo, dopodomani…” Poi la vita, viene una figlia, poi un’altra. Ma sempre questo avevano nel cuore: noi non siamo sposati. Io li ho interrogati un po’ e mi hanno detto di aver fatto i corsi prematrimoniali per arrivare al matrimonio. Ho giudicato che erano preparati. Perché allora fare domani quello che si può fare oggi? E se quel domani avrebbe potuto magari significare dieci anni in più? Entrambi si sono preparati davanti al Signore con il sacramento della penitenza. Mi hanno anche detto che avevano già anticipato ad alcuni la loro intenzione di chiedermi di sposarli… I sacramenti sono per gli uomini, tutte le condizioni erano chiare. Dite perciò ai parroci che il Papa li ha interrogati bene.
Lo steward il giorno prima ha parlato con il Papa… una bella chiacchierata sulla vita di famiglia. Il giorno dopo il Papa li ha “interrogati un po’ ”, gli hanno detto di aver fatto i corsi prematrimoniali, il Papa ha giudicato che erano preparati. Gli hanno detto che si erano confessati… I parroci possono stare tranquilli.
Certo i parroci possono trovare una pezza d’appoggio nella succursale odierna di Repubblica (cioè Avvenire), che nell’intertitolo di pagina 5 scrive tra l’altro in maniera truffaldina: “Sul matrimonio in volo: gli sposi erano preparati, li ho interrogati bene”. Ma il Papa li ha interrogati “un po’ “ (come dice lui) o li ha interrogati “bene” come falsifica Avvenire? Che del resto già aveva festeggiato il fatto il 19 gennaio (box a pagina 5), a firma dell’estatica Turiferaria di casa Stefania Falasca dall’incipit fulminante: Un matrimonio al volo. Cercavano una benedizione dal Papa ma il Papa li ha sposati seduta stante.
UNA PERCEZIONE DISASTROSA PER LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
Il matrimonio ad alta quota è stato percepito dall’opinione pubblica come un nuovo colpo di piccone all’edificio ecclesiale (e perfino a un intero capitolo della tanto osannata Amoris laetitia, opera bergogliana tra le più mirabili), un incoraggiamento (ripetiamo: così in ogni caso è stato percepito) alla società fluida che punta alla fragilità di legami così da rendere più debole e più manipolabile la persona. Il risultato per molti cattolici (parroci compresi)? Confusione, smarrimento, demotivazione. Insomma: tana, liberi tutti. E’ questo che vuole papa Francesco? Forse no, ma la realtà ecclesiale di ogni giorno parla invece una lingua diversa.
I cattolici fedeli alla dottrina sociale della Chiesa si sentono emarginati. Dappertutto e a ritmo sempre più incalzante all’interno del cattolicesimo spuntano episodi gravi e sconcertanti che non possono non indurre molti allo scoraggiamento e al pessimismo.
OGNI GIORNO UN NUOVO EPISODIO SCONCERTANTE…
Ne ricordiamo brevemente alcuni tra i più recenti.
L’onorificenza dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno data a Lilianne Ploumen, già ministro olandese dello sviluppo, abortista convinta e scatenata, attivissima anche in favore delle lobby lgbt (onore a Marco Tosatti/ Stilum Curiae che con la sua tenacia è riuscito a strappare alla vicedirettrice della Sala Stampa Vaticana un comunicato di conferma, pur se – Paloma, ahimè – per nulla convincente quando parla di “prassi normale” in occasione di visite diplomatiche).
Le dichiarazioni del vicepresidente della Conferenza episcopale tedesca, il vescovo Franz Josef Bode, che vorrebbe la benedizione ecclesiale delle coppie omosessuali (“Non c’è in esse così tanto di positivo e di buono e di giusto, così che dobbiamo essere più giusti?”): non dubitiamo che il catto-fluido Bode riuscirà nel suo intento (a meno di eventi imprevedibili).
La Trinità ‘migrante’ dell’arcivescovo di Trento monsignor Lauro Tisi, che rivolgendosi ai migranti in cattedrale nel giorno dell’Epifania ha detto tra l’altro: “Cari fratelli migranti, con la vostra presenza ci dite che il mondo è squilibrato perché qualcuno ha troppo e molti non hanno niente, e avete modi di agire diversi dai nostri, che ci destabilizzano. Meno male che siete arrivati: un popolo seduto è destinato a morire, voi ci fate capire che bisogna cambiare e siete angeli di Dio mandati a svegliarci, a dirci che è bello essere diversi e che la gioia dell'arcobaleno prevale rispetto al colore unico. (…) I Magi portano doni al bambino senza conoscere la Bibbia (NdR: ma che dice?), si sono messi in movimento come voi che ci portate la freschezza della Parola di Dio. Poi sono tornati per altra via: è la via innovativa di Gesù, la via dell'accoglienza, dell'essere contenti che ci sono gli altri e della diversità. Impariamo a percorrerla senza paura, la Chiesa non deve creare barriere, il volto del fratello va incontrato e festeggiato ricordando che i cristiani sono tutti migranti: chi ama, esce da sé per donare vita, Dio stesso è migrante nella Trinità (NdR: questa ci mancava proprio…)". Aggiungiamo anche quanto riporta la stampa locale sulle parole di Tisi: “Affermo dei principi che potrebbero anche irritare a tal punto quegli scribi che studiano la Bibbia senza applicarla a denunciarmi. Lo facciano, saprò difendermi”.
L’ultimo grave episodio che vogliamo ricordare è quello, segnalatoci la settimana scorsa, da un amico attento e informato, sui gesuiti della Georgetown University di Washington. Leggiamo: A partire dall’anno accademico 2018-2019 saranno predisposti degli spazi abitativi all’interno del campus riservati agli studenti e alle studentesse interessati a esplorare “il gender e la propria sessualità”. Uno spazio “neutro” per chi non si riconosce nelle categorie uomo-donna e non vuole essere costretto a scegliere in quale alloggio del College sistemarsi, quello maschile o quello femminile, perché oltre al binomio uomo-donna c’è qualcosa d’altro. Dagli uffici del College fanno sapere che questa novità è in nome “dei nostri valori cattolici e gesuiti” (NdR: che facciatosta questi catto-fluidi!) che prevedono “un linguaggio, una prospettiva e un senso di inclusione votati ad approfondire il nostro senso di cura personale”. Del resto, ci si fa sapere, “la Georgetown University aveva già provveduto – prima e unica università gesuita degli Stati Uniti – a istituire un centro risorse LGBTQ e ad allestire dei bagni no gender”. Questo è quanto succede oggi nella chiesa di Francesco, a dispetto delle dichiarazioni del papa gesuita sul gender come “errore della mente umana” e “colonizzazione ideologica”. Dichiarazioni certo, non seguite da interventi incisivi nella realtà quotidiana. Come dimostra quanto succede alla Georgetown University, al peggio non c’è limite.
IL VESCOVO BARROS E L’ATTACCO DI LUIS BADILLA A DARIO EDOARDO VIGANO’
Del viaggio apostolico di Francesco ci sarebbe tanto altro da dire. Lasciateci solo ricordare la penosa vicenda, kafkiana e di grande impatto mediatico, sviluppatasi attorno alle richieste dimissioni del vescovo Juan Barros (per aver coperto atti di pedofilia accertata da parte del sacerdote Karadima, di cui lo stesso Barros è stato segretario). Chi vuole essere informato nei dettagli legga Magister sul suo sito Settimo cielo. Sempre a proposito della vicenda, va notato l’attacco durissimo che – sulla gestione del caso – il direttore-inquisitore del Sismografo, il cileno allendista in salsda castrista Luis Badilla, ha sferrato a mons. Dario Edoardo Viganò (pur senza citarlo esplicitamente) nella Postilla delle 18.23 del 22 gennaio 2018: “Ascoltando oggi le risposte di Papa Francesco nel corso della conferenza stampa sull'aereo, al rientro dal Sudamerica, in merito alla complessa e drammatica questione degli abusi in Cile e in Perù, in particolare sulla vicenda del vescovo di Osorno, il cileno Juan Barros, si chiariscono diversi passaggi che sino ad oggi erano stati percepiti, raccontati e amplificati in modo radicalmente diverso. Quanto è accaduto in questo pellegrinaggio internazionale del Papa dovrebbe essere studiato a fondo e soprattutto, gli esperti e responsabili della comunicazione vaticana dovrebbero trarne le lezioni opportune”.
Per oggi sufficit.
FRANCESCO? E’ TORNATO A SANTA MARTA (CON QUALCHE NOTA) – di GIUSEPPE RUSCONI –www.rossoporpora.org – 23 gennaio 2018
La nuova stravaganza di Papa Francesco:
un matrimonio celebrato in volo e alla volata.
Ma che ne è della giurisdizione dell’Ordinario?
I media vaticani e internazionali ne sono eccitati: Papa Francesco ha celebrato ieri, 18 gennaio, un matrimonio tra uno steward, Carlos Ciuffardi Elorriaga di 41 anni, e un’hostess, Paula Podest Ruiz di 39 anni, nell’aereo che in Cile lo portava dalla capitale Santiago a Iquique.
Con questo, Papa Francesco ha messo a segno un colpo mediatico dalla portata mondiale. Se verrà ricordato qualcosa di questo suo viaggio apostolico in Cile, sarà proprio questo matrimonio al volo e a 36.000 piedi d’altezza!
Colpo mediatico, ma nuovo attacco al matrimonio cattolico: è questa la triste portata di questo gesto sconsiderato.
I due piccioncini in effetti non sono due giovani fidanzati in attesa della pubblicazione dei bandi matrimoniali: sposati civilmente da 10 anni, avrebbero dovuto sposarsi in chiesa nel 2010, ma la loro parrocchia, sita nella capitale del Cile, è andata distrutta per un terremoto. Hanno quindi rimandato la cerimonia religiosa… ed è da 8 anni che la rimandano.
Carlos e Paula vivono quindi in concubinaggio e hanno avuto due figli, che hanno 6 e 4 anni.
Quando si sono avvicinati al Papa per ricevere una benedizione, Francesco ha chiesto loro se erano sposati in chiesa ed essi hanno risposto che erano sposati solo civilmente. Incredibilmente, Jorge Mario Bergoglio ha proposto loro di sposarli all’istante; offerta che essi hanno subito accettato:
Il proprietario della Compagnia aerea Latam, Ignacio Cueto, e Mons. Mauricio Rueda, il prelato colombiano organizzatore dei viaggi pontifici, hanno fatto da testimoni. Così ne è nata una piccola cerimonia a bordo dell’aereo, che ovviamente non è la chiesa parrocchiale che questi due Cileni hanno desiderato fin dall’inizio!
Il Papa ha chiesto loro se c’era amore nel loro «matrimonio» e se volevano stare insieme per tutta la vita. Essi hanno risposto: «Sì», e il Papa li ha sposati.
Carlo Ciuffardi racconta:
L’ospite vaticano ha anche aggiunto:
«Questo è storico, mai un papa ha celebrato un matrimonio in un aereo in volo».
Su questo punto non si sbaglia il Papa argentino: la sua rivoluzionaria e mediatica azione pastorale, nella quale si inserisce perfettamente questa cerimonia in volo e di volata, rimarrà negli annali della storia della Chiesa post-conciliare!
Anche perché in questa sorprendente cerimonia, Papa Francesco ha dimenticato la sua stessa esortazione familiare Amoris laetitia, nella quale dedica un intero capitolo agli indispensabili corsi pre-matrimoniali. Tranne che ritenga che il concubinaggio faccia le veci della preparazione al matrimonio!
Ma cosa ancora più grave: egli ha follemente infranto le leggi del Diritto Canonico, sia quello del 1917 sia quello del 1983, che regolano la celebrazione del matrimonio: nonostante anche la suprema autorità nella Chiesa debba sottomettersi all’insieme della legislazione ecclesiastica.
Nel corso di questo matrimonio mediatico ad alta quota, sono state omesse le raccomandazioni canoniche necessarie per approfittare delle grazie del sacramento, come la confessione e l’Eucarestia, al pari delle indagini pre-matrimoniali previste dal Diritto Canonico e atte a verificare se i futuri sposi sono battezzati, se non sono già sposati in chiesa, se esistono degli impedimenti…; così come è stata omessa la presenza dell’Ordinario del luogo, peraltro indispensabile per la validità del sacramento, salvo il caso dei matrimoni celebrati secondo la giurisdizione di supplenza, disciplina in vigore finora nella FSSPX, ma non nella Chiesa conciliare.
Inoltre, per autorizzare un tale matrimonio è davvero difficile basarsi sulle disposizioni canoniche previste in caso di pericolo di morte, anche se è vero che un viaggio in aereo può essere pericoloso.
Dunque, una cosa sembra palese: questi sposi non avranno alcuna difficoltà ad ottenere l’annullamento del matrimonio se un giorno decidessero di separarsi, visto che questo sacramento è stato conferito loro al di fuori della legalità canonica…
Indubbiamente, con questa mancanza di rispetto del Diritto Canonico e della necessaria preparazione dei futuri sposi, Papa Francesco ha relativizzato, una volta di più e seguendo la logica di Amoris laetitia, il carattere sacro e indissolubile di questo sacramento.
Questa nuova stravaganza bergogliana ha tuttavia il merito di dissipare le incertezze che certuni potrebbero avere riguardo ai matrimoni celebrati nella Tradizione non ricollegata con la Roma modernista: per essere validi, i matrimoni celebrati in questo ambito tradizionale da più di 40 anni secondo la giurisdizione di supplenza, quindi in conformità al diritto, per quale motivo avrebbero improvvisamente bisogno dell’autorizzazione veniente della giurisdizione dell’Ordinario del luogo? Quella giurisdizione offerta da questo stesso Papa Francesco che celebra un tale matrimonio in pieno volo e alla volata con tanta allegria e con tanto di benedizione?
un matrimonio celebrato in volo e alla volata.
Ma che ne è della giurisdizione dell’Ordinario?
I media vaticani e internazionali ne sono eccitati: Papa Francesco ha celebrato ieri, 18 gennaio, un matrimonio tra uno steward, Carlos Ciuffardi Elorriaga di 41 anni, e un’hostess, Paula Podest Ruiz di 39 anni, nell’aereo che in Cile lo portava dalla capitale Santiago a Iquique.
Con questo, Papa Francesco ha messo a segno un colpo mediatico dalla portata mondiale. Se verrà ricordato qualcosa di questo suo viaggio apostolico in Cile, sarà proprio questo matrimonio al volo e a 36.000 piedi d’altezza!
Colpo mediatico, ma nuovo attacco al matrimonio cattolico: è questa la triste portata di questo gesto sconsiderato.
I due piccioncini in effetti non sono due giovani fidanzati in attesa della pubblicazione dei bandi matrimoniali: sposati civilmente da 10 anni, avrebbero dovuto sposarsi in chiesa nel 2010, ma la loro parrocchia, sita nella capitale del Cile, è andata distrutta per un terremoto. Hanno quindi rimandato la cerimonia religiosa… ed è da 8 anni che la rimandano.
Carlos e Paula vivono quindi in concubinaggio e hanno avuto due figli, che hanno 6 e 4 anni.
Quando si sono avvicinati al Papa per ricevere una benedizione, Francesco ha chiesto loro se erano sposati in chiesa ed essi hanno risposto che erano sposati solo civilmente. Incredibilmente, Jorge Mario Bergoglio ha proposto loro di sposarli all’istante; offerta che essi hanno subito accettato:
«E’ una gioia immensa. Essere sposati dal Papa su un aereo: non c’è niente di più bello per una coppia che si ama».
Ha raccontato Carlos Ciuffardi, prima di aggiungere:
«Tutto è avvenuto in modo spontaneo, non c’era niente di preparato. Il Papa ha ascoltato la nostra storia e ha deciso di celebrare le nozze».
Il proprietario della Compagnia aerea Latam, Ignacio Cueto, e Mons. Mauricio Rueda, il prelato colombiano organizzatore dei viaggi pontifici, hanno fatto da testimoni. Così ne è nata una piccola cerimonia a bordo dell’aereo, che ovviamente non è la chiesa parrocchiale che questi due Cileni hanno desiderato fin dall’inizio!
Il Papa ha chiesto loro se c’era amore nel loro «matrimonio» e se volevano stare insieme per tutta la vita. Essi hanno risposto: «Sì», e il Papa li ha sposati.
Carlo Ciuffardi racconta:
«Il Papa ha preso le nostre mani, ha benedetto le fedi e ci ha sposati in nome di Dio. Quello che ci ha detto è molto importante: “il sacramento del matrimonio è un sacramento di cui il mondo ha bisogno. Io spero che questo spingerà le coppie a sposarsi”. Parlando poi delle fedi, Papa Francesco ha detto che esse non devono essere né troppo strette, perché sarebbe una tortura, né troppo larghe, perché si rischierebbe di smarrirle»
L’ospite vaticano ha anche aggiunto:
«Questo è storico, mai un papa ha celebrato un matrimonio in un aereo in volo».
Su questo punto non si sbaglia il Papa argentino: la sua rivoluzionaria e mediatica azione pastorale, nella quale si inserisce perfettamente questa cerimonia in volo e di volata, rimarrà negli annali della storia della Chiesa post-conciliare!
Anche perché in questa sorprendente cerimonia, Papa Francesco ha dimenticato la sua stessa esortazione familiare Amoris laetitia, nella quale dedica un intero capitolo agli indispensabili corsi pre-matrimoniali. Tranne che ritenga che il concubinaggio faccia le veci della preparazione al matrimonio!
Ma cosa ancora più grave: egli ha follemente infranto le leggi del Diritto Canonico, sia quello del 1917 sia quello del 1983, che regolano la celebrazione del matrimonio: nonostante anche la suprema autorità nella Chiesa debba sottomettersi all’insieme della legislazione ecclesiastica.
Nel corso di questo matrimonio mediatico ad alta quota, sono state omesse le raccomandazioni canoniche necessarie per approfittare delle grazie del sacramento, come la confessione e l’Eucarestia, al pari delle indagini pre-matrimoniali previste dal Diritto Canonico e atte a verificare se i futuri sposi sono battezzati, se non sono già sposati in chiesa, se esistono degli impedimenti…; così come è stata omessa la presenza dell’Ordinario del luogo, peraltro indispensabile per la validità del sacramento, salvo il caso dei matrimoni celebrati secondo la giurisdizione di supplenza, disciplina in vigore finora nella FSSPX, ma non nella Chiesa conciliare.
Inoltre, per autorizzare un tale matrimonio è davvero difficile basarsi sulle disposizioni canoniche previste in caso di pericolo di morte, anche se è vero che un viaggio in aereo può essere pericoloso.
Dunque, una cosa sembra palese: questi sposi non avranno alcuna difficoltà ad ottenere l’annullamento del matrimonio se un giorno decidessero di separarsi, visto che questo sacramento è stato conferito loro al di fuori della legalità canonica…
Indubbiamente, con questa mancanza di rispetto del Diritto Canonico e della necessaria preparazione dei futuri sposi, Papa Francesco ha relativizzato, una volta di più e seguendo la logica di Amoris laetitia, il carattere sacro e indissolubile di questo sacramento.
Questa nuova stravaganza bergogliana ha tuttavia il merito di dissipare le incertezze che certuni potrebbero avere riguardo ai matrimoni celebrati nella Tradizione non ricollegata con la Roma modernista: per essere validi, i matrimoni celebrati in questo ambito tradizionale da più di 40 anni secondo la giurisdizione di supplenza, quindi in conformità al diritto, per quale motivo avrebbero improvvisamente bisogno dell’autorizzazione veniente della giurisdizione dell’Ordinario del luogo? Quella giurisdizione offerta da questo stesso Papa Francesco che celebra un tale matrimonio in pieno volo e alla volata con tanta allegria e con tanto di benedizione?
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