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martedì 30 gennaio 2018

“Una persecuzione diabolica”

Una persecuzione diabolica 
Padre Paolo Siano,  tra i massimi esperti mondiali di storia della Massoneria  - in un intervento pubblicato ieri da “Corrispondenza Romana”, ripreso da “Chiesa e Post Concilio” e da molti altri siti - scrive sul destino dei Francescani dell'Immacolata, fondati da Padre Stefano Manelli. E’ un intervento coraggioso e importante. Della vicenda dei Francescani dell’Immacolata ho parlato in uno dei miei ultimi libri: “Disorientamento pastorale - La fallacia umanistica al posto della Verità rivelata?” (Introduzione Teologica di Mons. Antonio Livi - Casa Editrice Leonardo da Vinci). Avevo intitolato il paragrafo “Una persecuzione diabolica”. Ve lo propongo alla lettura e vi chiedo di diffonderlo il più possibile.
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L’11 luglio 2013, a pochi mesi dall’elezione di papa Francesco, il cardinale João Braz Card. de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e l’arcivescovo-segretario della stessa, José Rodríguez Carballo, firmano il Decreto di commissariamento dei Frati Francescani dell'Immacolata, dove si legge: «La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, attese le considerazioni formulate nella Relazione presentata dal Rev.do Mons. Vito Angelo Todisco a conclusione della Visita Apostolica disposta con decreto del 5 luglio 2012, al fine di tutelare e promuovere l'unità interna degli Istituti religiosi e la comunione fraterna, l'adeguata formazione alla vita religiosa e consacrata, l'organizzazione delle attività apostoliche, la corretta gestione dei beni temporali, ha ritenuto necessario nominare un Commissario Apostolico per la Congregazione dei Frati Francescani dell'Immacolata con le conseguenze attribuite dal diritto particolare ed universale al Governo Generale del citato Istituto religioso. Atteso che la suddetta decisione il 3 luglio 2013 è stata oggetto di approvazione in forma specifica a norma dell'art. 18 della cost. ap. Pastor Bonus dal Santo Padre Francesco, con il presente decreto si nomina il Reverendo P. Fidenzio Volpi O.F.M. Cap. Commissario Apostolico ad nutum Sanctae Sedis, per tutte le Comunità e i sodali della Congregazione dei Frati Francescani dell'Immacolata Nell'espletamento delle sue mansioni, il Rev.do P. Volpi assumerà tutte le competenze che la normativa particolare dell'Istituto e quella universale della Chiesa attribuiscono al Governo Generale. Sarà inoltre sua facoltà avvalersi, se lo riterrà opportuno, di collaboratori scelti a sua discrezione e da lui nominati previo assenso di questo Dicastero, a cui potrà chiedere il parere quando lo riterrà necessario.  Il Rev.do P. Volpi ogni sei mesi, dovrà informare questo Dicastero del suo operato, inviando una dettagliata relazione scritta circa le decisioni adottate, i risultati conseguiti e le iniziative che riterrà utili realizzare per il bene dell'Istituto. Infine, spetterà all'Istituto dei Frati Francescani dell'Immacolata sia il rimborso delle spese sostenute da detto Commissario e dai collaboratori da lui eventualmente nominati, sia l'onorario per il loro servizio.  In aggiunta a quanto sopra, sempre il 3 luglio u.s. il Santo Padre Francesco ha disposto che ogni religioso della Congregazione dei Frati Francescani dell'Immacolata è tenuto a celebrare la liturgia secondo il rito ordinario e che, eventualmente, l'uso della forma straordinaria (Vetus Ordo) dovrà essere esplicitamente autorizzata dalle competenti autorità per ogni religioso e/o comunità che ne farà richiesta».
Ne deriva: 1. La decisione è stata condivisa dal papa, perché è impossibile credere che egli l’abbia approvata in forma specifica con la costituzione Pastor Bonus senza accorgesene. 2. Il papa stesso ha disposto che la celebrazione del rito della liturgia nella forma straordinaria dovrà essere autorizzata, con una decisione che contraddice le disposizioni date da Benedetto XVI nel Motu Proprio Summorum Pontificum, che per la celebrazione della messa in rito antico sine populo non esigono alcuna previa richiesta di autorizzazione: Ad talem celebrationem secundum unum alterumve Missale, sacerdos nulla eget licentia, nec Sedis Apostolicae nec Ordinarii sui. Mentre per le messe cum populo, pongono alcune condizioni, ma sempre assicurando la libertà di celebrare. 
Qual è, quindi, la colpa di padre Stefano Manelli? Forse quella di aver compreso che era opportuno e giusto, per glorificare Dio, prediligere la Messa nella forma extraordinaria e di aver seguito l’indicazione di Benedetto XVI, senza peraltro impedire la celebrazione della Messa nella forma ordinaria? Quali altre colpe sono state a lui attribuite? Nessun’altra, fino ad oggi e sono trascorsi oltre 3 anni, senza peraltro che il papa abbia esaudito la sua richiesta di essere ricevuto. 
Chi è questo sacerdote che si permette d’indicare ai suoi confratelli questa cosa così bizzarra e che in contraccambio riceve tanta misericordia? Padre Stefano Maria Manelli, nasce a Fiume\Rijeka il primo maggio 1933, sesto di ventuno figli, da due servi di Dio, guidati spiritualmente da san Pio da Pietrelcina, Settimio Manelli e Licia Gualandris, di cui è in corso il processo di beatificazione, aperto il 20 dicembre 2010. Riceve la prima Santa Comunione da padre Pio nel 1938. Entra nel Seminario minore dei Frati Minori Conventuali a Copertino, l’8 dicembre del 1945, all’età di 12 anni. Fa la professione semplice il 4 ottobre del 1949; la professione solenne il 27 maggio 1954; viene ordinato sacerdote il 30 ottobre 1955. Nel 1960, si laurea in Sacra Teologia, difendendo la tesi di dottorato sull’Immacolata, presso la Pontificia Facoltà Teologica Seraphicum. È stato professore di Teologia (Patristica, Mariologia) nei Seminari dell’Ordine, nel Seminario Arcivescovile di Benevento, nell’Istituto di Scienze Religiose di Avellino. È stato Prefetto degli Studi della Provincia Conventuale di Napoli. Il 2 agosto 1970, padre Stefano Maria, insieme a padre Gabriele Maria Pellettieri, con il permesso e la benedizione dei Superiori Maggiori, inizia a vivere l’esperienza di una vita francescana rinnovata secondo un programma di vita denominato Traccia mariana di vita francescana. Si costituisce così la prima Casa Mariana presso il Santuario della Beata Vergine del Buon Consiglio, a Frigento. Il 22 giugno 1990, quest’esperienza riceve il sigillo del decreto di erezione in Istituto di diritto diocesano - firmato dall’allora arcivescovo di Benevento, mons. Carlo Minchiatti, «per decisione del Santo Padre» - e il primo gennaio 1998 quello di erezione in Istituto di diritto pontificio. Il primo novembre 1982, insieme a padre Gabriele, fonda la prima comunità delle Suore Francescane dell’Immacolata, a Novaliches (Manila), che vive la stessa forma di vita francescano-mariana dei frati di Casa Mariana. L’8 settembre 1990, a Loreto, ha l’ispirazione di fondare un’Associazione pubblica di fedeli - la Missione dell’Immacolata Mediatrice (MIM) - che vive il carisma dell’Istituto secondo il proprio stato di vita e nei diversi gradi di consacrazione all’Immacolata (Missionari dell’Immacolata con l’Atto di Consacrazione, Missionari dell’Immacolata con voto privato, i Terziari Francescani dell’Immacolata). Tale Associazione è approvata canonicamente una prima volta il 6 gennaio 1991 dall’arcivescovo di Benevento, una seconda volta il 24 maggio 1997 con decreto proprio dall’arcivescovo mons. Serafino Sprovieri e in ultimo ufficialmente riconosciuta nel decreto di erezione pontificia dei Francescani dell’Immacolata, il primo gennaio 1998 per i frati e il 9 novembre 1998 per le suore. Padre Stefano Maria è stato Ministro Generale dei Frati Francescani dell’Immacolata dal 23 giugno del 1990 all'11 luglio 2013. 
I Francescani dell’Immacolata erano una delle Congregazioni con il più alto numero di vocazioni nel mondo. Hanno aperto 53 Case religiose: oltre alle 24 in Italia e 5 nel resto d’Europa, 6 nelle Filippine, 1 in Kazakistan, 5 negli Stati Uniti, 2 in Brasile, 2 in Argentina, 2 in Australia, 2 in Benin, 2 in Nigeria, 1 in Camerun, 1 in Ciad). In molti paesi, nelle Filippine, in Benin, in Brasile, sono state costruite Chiese e Case della Carità. 
In questo lungo periodo, padre Manelli e i Francescani dell’Immacolata hanno obbedito alla chiusura dei seminari, all’allontanamento dai loro incarichi di studiosi, insegnanti, parroci, a provvedimenti che per molti di loro hanno significato trasferimenti a centinaia, se non migliaia di chilometri, dalla sede dove si trovavano prima del Commissariamento. Molti frati, che hanno chiesto di lasciare il nuovo corsoe di essere incardinati nelle Diocesi, previo accoglimento dei Vescovi della loro richiesta, sono ancora in attesa di una risposta. È impossibile credere che questi atti si siano concentrati contro una Congregazione solo per il motivo della celebrazione della Messa nel Vetus Ordo. È evidente che non si trattava di questo, altrimenti non si spiega l’accanimento di cui sono stati oggetto. 
È proprio il papa - colui che ha firmato il decreto - a spiegare come sono andate le cose. Lo fa durante l’incontro che tiene il 10 giugno 2014 proprio con i Francescani dell’Immacolata, accompagnati dall’allora Commissario. Dice: 
«Vorrei dirvi ufficialmente una parola. Il vostro carisma è un carisma singolare. C’è lo spirito di san Massimiliano Kolbe, martire. C’è lo spirito di san Francesco: l’amore alla povertà, l’amore a Gesù Cristo spogliato, perché lui ha sposato la Chiesa povera e Cristo spogliato, non la povertà astratta. Ma c’è un’altra cosa che a me fa capire perché il mondo è tanto arrabbiato contro di voi: la Madonna. C’è qualcosa che il mondo non tollera. Questa è un’interpretazione mia, poi voi potreste dire: ‘è una considerazione pietosa, vecchia e pietosa’. Ma io credo a questo. [Il mondo] non tollera la Madonna, non tollera e non tollera di più quella parola del vostro nome: Immacolata. È stata l’unica persona solamente umana nella quale lui sempre ha trovato la porta chiusa, dal primo momento». 
Chi è lui? Lo scopriamo con le parole conclusive: «Non tollera. Ma pensate anche il momento che voi vivete adesso come una persecuzione diabolica. Pensatela così. Questa non è un’idea di pietà per conformarvi. No, sono sicuro». Poco prima aveva detto: «Io conosco i motivi di questo trasferimento e mi sembrano giusti. Prima di prendere la decisione sono stato consultato dalla Congregazione e io ho detto sì, perché questo sia chiaro: sono io il responsabile…».
Il diavolo, fino ad ora, non è riuscito ad uccidere padre Stefano Manelli.
- Danilo Quinto - 25 gennaio 2018

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