ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 19 marzo 2018

Piazza ripulita!?

Papa Bergoglio, le "promozioni" e la maggioranza in Conclave

Francesco e il record di "nomine" in Vaticano. 803 "guardiani della rivoluzione" posizionati dal pontefice in questi cinque anni

Jorge Mario Bergoglio ha nominato ottocentotre persone da quando è diventato papa. La media, quindi, è di centosessanta "promozioni" l'anno.


Una ogni due giorni.
La "rivoluzione" del pontefice argentino passa anche attraverso il "piazzamento" dei "suoi" nei posti chiave. La Chiesa cattolica non può e non deve essere interpretata attraverso una lettura politica, ma la riforma di papa Francesco ha riguardato anche il Conclave. Uno stravolgimento in senso "proporzionale" dell'assise cardinalizia, che non potrà non influire sul futuro della Santa Sede e del cattolicesimo.

I cardinali di nuova nomina, del resto, sono ben sessanta. La maggior parte di questi non proviene da diocesi storiche, le stesse che hanno invece perso il loro primato gerarchico, ma da luoghi tradizionalmente considerati "minori" in termini di rilevanza ecclesiastica. Quarantove neoporporati che, con ogni probabilità, avranno diritto di voto quando si tratterà di scegliere il nuovo pontefice. Centoventuno è il numero complessivo degli attuali elettori attivi presenti nel Conclave.
Bergoglio, considerando che è stato eletto solo cinque anni fa, ha mantenuto e anzi allargato la maggioranza assoluta nel "Parlamento" del Vaticano. Anche se qualcuno fa notare che difficilmente la composizione del Conclave influisce sull'esito della scelta di un nuovo papa. Questo stesso qualcuno, con un po' di malizia, evidenzia come Benedetto XVIsembrasse aver "sistemato" l'assemblea dei porporati per far eleggere Angelo Scola al soglio di Pietro. E invece...Fatto sta che il pontefice starebbe preparando un'altra infornata di "bergogliani" attraverso un concistoro, sì, un altro. Blindare la maggioranza potrebbe risultare decisivo ai fini della continuazione di quanto fatto in questo quinquennio.
Bergoglio - come si legge in questo articolo de Il Tempo - ha il "vizio" delle nomine. Quarantanove donne, per lo più inserite nei dicasteri e nelle commissioni vaticane. Poca cosa, secondo le femministe, che solo qualche giorno fa hanno invitato l'ex arcivescovo di Buenos Aires ad assumere un atteggiamento diverso nei confronti del sesso femminile. Tra queste quarantanove, ovviamente, la più discussa è stata Francesca Immacolata Chaoqui. Poi, ancora, ci sono Barbara Jatta, la prima direttrice dei musei Vaticani e Andreina Rita, che presiede la biblioteca apostolica della Santa Sede.
Ma la "Chiesa in uscita" di Papa Francesco ha cambiato "volto" anche sui territori: ducentodiciannove vescovi promossi durante questo pontificato, di cui novantaquattro destinati alle diocesi e alla Conferenza episcopale italiana: il cardinale Gualtiero Bassetti e monsignor Nunzio Galantino su tutti.
Centotrentuno, sottolinea il quotidiano romano citato, sono i nunzi apostolici nominati da Bergoglio in questi cinque anni. La "rivoluzione" passa anche dalla diplomazia. Duecentotrentaquattro, invece, i cambiamenti che hanno interessato commissioni e dicasteri. Ottantatre, ancora, le novità riguardanti le università, gli istituti e le società. Tra cui anche "il ponte di comando" dello Ior e quello dell'Aif, l'autorità d'informazione vaticana della Santa Sede. La "Chiesa in uscita" sembra diventare sempre più somigliante al suo vertice assoluto. Ogni pontefice, si sa, ha rimodellato la Curia in funzione del suo indirizzo magisteriale. Ma lo "spoils system" attuato da questo pontificato appare particolarmente incisivo. La "minoranza" resiste ma, almeno per quanto concerne i "posti chiave", sembra essere stata decisamente ridimensionata.
Francesco e il record di "nomine" in Vaticano. 803 "guardiani della rivoluzione" posizionati dal pontefice in questi cinque anni
Giuseppe Aloisi

Muore il cardinale accusato di abusi: "ripulita" la biografia

Il cardinale Patrick O'Brien è deceduto questa mattina. Il porporato era finito al centro delle cronache per un'inchiesta sulla sua condotta sessuale
Il cardinale Keith Michael Patrick O'Brien è deceduto durante la mattinata di oggi.
Il porporato, che era arcivescovo emerito di St. Andrews e di Edinmburgo, aveva 80 anni.
Creato cardinale nel 2003 da Giovanni Paolo II, O'Brien aveva scelto di abbandonare la Scozia nel 2013. Il motivo? "le stesse ragioni per cui aveva deciso di non partecipare all'ultimo Conclave", specificò all'epoca la sala stampa del Vaticano. Cioè le accuse di essere stato l' artefice di abusi sessuali ai danni di due seminaristi e di un prete durante gli anni ottanta. Tutte e tre le presunte vittime, tra l'altro, sarebbero state maggiorenni all'epoca dei fatti.
I risultati dell'inchiesta, che aveva avuto inizio tre anni fa, non sono mai stati pubblicati dalla Santa Sede. Lo stesso O'Brien aveva parlato di "indegnità morale" riferendosi a se stesso. Il 21 maggio del 2015, Papa Francesco aveva accettato la rinuncia alle prerogative cardinalizie, che lo stesso porporato scozzese aveva sottoposto al pontefice argentino.
"Ci sono stati momenti - aveva dichiarato il cardinale O'Brien - nei quali la mia condotta sessuale è caduta sotto gli standard delle aspettative che vi erano nei miei confronti come sacerdote, arcivescovo e cardinale". E ancora: "Chiedo scusa e perdono a coloro che ho offeso", "chiedo anche scusa alla Chiesa cattolica e agli scozzesi. Trascorrerò il resto della mia vita - aveva sottolineato - in pensione e non avrò nessun altro ruolo nella vita pubblica della Chiesa cattolica in Scozia". Il porporato, insomma, aveva in qualche modo ammesso i suoi errori, pur non riferendosi a casi e a possibili vittime specifiche.
La biografia che è stata pubblicata in virtù della sua scomparsa, però, avrebbe omesso questi passaggi. Secondo quanto si apprende leggendo questo articolo de Il Messaggero, infatti, la nota diffusa avrebbe in qualche modo evitato di sottolineare la parte della vita del porporato riguardante l'indagine sugli abusi sessuali, limitandosi a evidenziare la mancata partecipazione all'assise cardinalizia che ha eletto Bergoglio e la rinuncia delle prerogative cardinalizie già citata.
O'Brien, che era invece presente durante il Conclave che ha eletto Benedetto XVI, aveva scelto il "buen retiro", cioè l'allontanamento da qualsivoglia ruolo di vertice all'interno della Chiesa cattolica ed era stato "punito" con l'obbligo di ripiegarsi all'interno di una dimensione privata. Che fine ha fatto, però, l'inchiesta, che era stata affidata a monsignor Charles Scicluna? Monsignor Leo Cuschley, intanto, ha invitato i fedeli a pregare tanto per la sua anima quanto per coloro che, a causa delle azioni di'O'Brien, sono stati offesi, feriti e delusi.

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