Mons. Nicola Bux, il Motu Proprio Summorum Pontificum, Fatima e l'apostasia nella Chiesa...
Uno dei più importanti liturgisti italiani commenta le divisioni nella Chiesa cattolica provocate da una bassa adesione ai dogmi e all’autentico magistero.
di Claudio Cartaldo (27-09-2017)
Nicola Bux, pugliese, era vicinissimo a papa Benedetto XVI. Insegnante a Gerusalemme e a Roma, Bux con Ratzinger ha condiviso le riforme realizzate negli anni del papato. Soprattutto quella liturgica, con l’apertura (e il ritorno) ai riti latini e della Tradizione cattolica della Chiesa.
Tra le altre cose, Bux è anche “amico” di due dei firmatari dei dubia contro l’esortazione apostolica di papa Francesco. Quei Raymond Leo Burke e Walter Brandmuller che tempo fa chiesero spiegazioni a Bergoglio circa l’Amoris Laetitia e che non hanno mai ottenuto risposta. Dopo la correzione filiale pubblicata nei giorni scorsi (e firmata da 60 tra sacerdoti, teologi e laici), Bux ha risposto alle domande de La Verità, sottolineando le difficoltà che sta percorrendo la Chiesa di Cristo.
Parlando del centenario delle apparizioni di Fatima, Bux sostiene che «la Chiesa cattolica patisce l’apostasia». «Per noi, l’unica profezia compiuta è la venuta di Gesù Cristo – dice – così tutto è compiuto! Tuttavia resta da compiere in ciascuno di noi, ciò che manca a favore del corpo di Cristo che è la Chiesa. Quindi, Fatima si sta compiendo nelle sofferenze del Corpo mistico di Cristo, la Chiesa cattolica, che (è sotto gli occhi di tutti) patisce l’apostasia, il distacco da quello che sempre, dovunque e da tutti è stato creduto e professato, in una parola: il dogma».
Un allarme presentato, in altri termini, anche da altri cardinali e vescovi. E che richiama le parole della correzione filiale al Papa, sebbene né Bux né altri cardinali hanno firmato. Se i correttori denunciavano «propagazione di alcune eresie» e la mancata aderenza di alcuni preti e vescovi ai dogmi della Chiesa in tema di matrimonio e Eucarestia, così Bux mette in allerta il «distacco» dai fondamenti della fede cattolica. «Non è ben visibile il susseguirsi di parole e atti di sacerdoti che contraddicono altri sacerdoti – continua il monsignore – di laici che contrastano altri laici, favorito dalla divisione tra i vescovi su cosa è la fede e la morale cattolica? Per un numero crescente di cattolici, il magistero non è più segno di unità: è noto, infatti, che non si possa invocare l’autorità magisteriale, se prima non si aderisce alla verità cattolica».
Il ragionamento è semplice: se i pastori della Chiesa (vescovi e cardinali) non aderiscono ai dogmi e al magistero, allora nel corpo mistico di Cristo si verificheranno delle divisioni insanabili tra laici e consacrati. «La comunione dei fedeli con la gerarchia sussiste finché questa aderisce alla verità cattolica – spiega Bux – la verità di Cristo, che essa è chiamata a servire. La comunione si interrompe quando chiunque, nella Chiesa, abbandona la verità e abbraccia l’errore. Purtroppo nella storia è già accaduto: per questo Gesù ha pregato che siamo una sola cosa, affinché il mondo veda e creda».
Motivo di attrito anche le parole di Bergoglio sul rito in latino, riesumato da Benedetto XVI con il motu proprio Summorum pontificum e messo in qualche modo in soffitta dall’attuale papa. Il quale non ha mai espresso particolare amore per la liturgia preconciliare e che, non a caso, recentemente ha ricordato come «la riforma liturgica è irreversibile». «In diverse parti del mondo – dice Bux – si continuava o si era ripreso a celebrare la santa messa secondo l’antico rito romano, anche a causa delle deformazioni insopportabili apportate al nuovo rito. Pertanto egli (Ratzinger, Ndr) pensò di riportare la pace liturgica, proponendo un riconoscimento di pari dignità e mutuo arricchimento tra le due forme, antica e nuova, del rito romano. Mi consenta un esempio: quale persona di buon senso penserebbe che seguire la cucina tradizionale sia in contrasto con quella innovativa? Eppure, l’ideologia è tale da negare la realtà: tanti giovani e adulti riscoprono la fede (spesso scoprono la vocazione) partecipando alla forma straordinaria del rito romano. Si vuol negare questa evidenza: è sempre l’ideologia. Chiunque volesse annullare il motu proprio, si troverebbe davanti un grande movimento di resistenza, una Chiesa antagonista, una realtà crescente e insopprimibile, per il semplice fatto che vive la riforma della liturgia come rinascita del sacro nei cuori; non come lo spasmodica ricerca di novità attinte alle mode correnti».
Fonte:
www.ilgiornale.it/…/collaboratore-b…
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Esternazioni importanti sul Terzo Segreto di Fatima
del card. R. L. Burke:
"Osservando il centenario delle apparizioni di Nostra Signora di Fatima, dobbiamo ricordare come il suo messaggio o, come viene chiamato: il suo segreto, è destinato principalmente ad affrontare l'apostasia diffusa nella Chiesa e il fallimento dei suoi pastori nel correggerlo.
Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria è, innanzitutto e principalmente, il trionfo della Fede che ci insegna qual è il giusto rapporto con Dio e con gli altri" (...).
(Galt House, Louisville, Kentucky 22 luglio 2017)
In una intervista a The Wanderer (16 agosto 2017), inoltre, Card. Burke è ritornato sul tema del Segreto di Fatima.
Il contesto che fa da sfondo alle sue dichiarazioni su questo tema è il problema dello scisma nella Chiesa, situazione che gli sta molto a cuore. Il Cardinale ha affermato che i fedeli cattolici, delusi dal governo della Chiesa da parte di Papa Francesco, non devono indulgere ad alcuna nozione di "scisma". E ha detto:
« La gente parla di uno scisma de facto. Sono assolutamente contrario a qualunque forma di scissione formale - uno scisma non potrebbe mai essere corretto. Tuttavia, le persone possono vivere in una situazione scismatica se l'insegnamento di Cristo è stato abbandonato. La parola più appropriata sarebbe quella usata dalla Madonna nel suo Messaggio di Fatima: apostasia. Ci può essere apostasia all'interno della Chiesa e questo, infatti, è ciò che sta succedendo ».
Ed ha aggiunto: « Nostra Signora l'ha attribuito al fallimento dei pastori nel portare la Chiesa all'unità »
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IL TERZO SEGRETO DI FATIMA E L'APOSTASIA NELLA CHIESA:
UN MIO STUDIO
Le numerose ed autorevoli testimonianze circa il contenuto del Segreto di Fatima rendono manifesti, nella sostanza, i due blocchi tematici fondamentali di cui il presunto allegato parlerebbe: l’autodistruzione del mondo e il castigo di Dio o sotto l’aspetto delle catastrofi naturali o della “guerra distruttrice” (atomica o nucleare?) e la questione del crollo della fede nel mondo e dell’apostasia nella Chiesa.
PS A chi sia interessato a seguire il discorso sul Segreto di Fatima in maniera più ampia invito a visitare il nostro canale in cui ho pubblicato le precedenti puntate oppure il sito tempidimaria.com, nella categoria: Fatima. Speciale Centenario_Il Segreto
Cosa è possibile sapere sul contenuto di questo ipotetico allegato? Per la conoscenza dei suoi contenuti fondamentali è notevole quanto da una parte si scopre dalle numerose testimonianze di membri della entourage vaticana che hanno letto, nel corso degli anni, il Segreto o ne hanno in altro modo avuto contatto (si parla perciò di “testimoni diretti” e “testimoni indiretti” a seconda dei casi); dall’altra dalle parole stesse di suor Lucia, rilasciate oralmente o per iscritto che si ricollegano, presumibilmente, a importanti contenuti del Segreto, pur non essendovi una esplicita connessione; ancora, dalle ferree induzioni di padre J. Alonso, l’archivista ufficiale di Fatima per 16 lunghi anni. Infine, per completare il quadro, hanno una grande importanza le interviste rilasciata da Giovanni Paolo II a Fulda nel 1980 e quella rilasciata da Benedetto XVI l’11 maggio 2010, in partenza per Fatima. Ebbene, questi diversi filoni di testimonianze rendono manifesti, nella sostanza, i due blocchi tematici fondamentali di cui il presunto allegato parlerebbe:
- L’autodistruzione del mondo e il castigo di Dio o sotto l’aspetto delle catastrofi naturali o della “guerra distruttrice” (atomica o nucleare?);
- La questione del crollo della fede nel mondo e dell’apostasia nella Chiesa.
Tra le esternazioni dei diretti testimoni del Terzo Segreto (quelli che hanno letto i plichi), due chiarissime, nella loro forma concisa, sono quelle del card. Ottaviani, prefetto del Sant’Uffizio – esistente fino alla riforma della Curia romana sotto Paolo VI – e quella di card. Ciappi, teologo personale dei Pontefici dal maggio del 1955 all’ottobre del 1989.
Il primo, nella conferenza del 11 febbraio 1967 alla Pontificia Accademia mariana su “Il Terzo Segreto di Fatima”, affermò: « vi posso dire soltanto questo, che verranno tempi molto difficili per la Chiesa e che c'è bisogno di molte preghiere perché l'apostasia non sia troppo grande » (1). Il secondo, invece, confidò in una lettera al professor Baumgartner di Salisburgo che « nel Terzo Segreto viene predetto tra le altre cose che la grande apostasia nella Chiesa inizierà dai suoi vertici » (2).
Importante da riferire è anche la testimonianza del vescovo di Fatima, Alberto Cosme do Amaral. Il 10 settembre 1984 parlò del Terzo Segreto durante un dibattito svoltosi presso l’Università Tecnica di Vienna, in Austria. I suoi commenti, che furono pubblicati nell’edizione del febbraio 1985 della rivista Mensagem de Fatima, sono i seguenti: « Il Segreto di Fatima non parla né di bombe atomiche, né di testate nucleari o di missili Pershing o SS-20. Il suo contenuto riguarda la nostra fede. Identificare il Segreto con annunci catastrofici o con un olocausto nucleare equivale a snaturare il significato del messaggio. La perdita della fede di un continente è assai peggiore dell’annientamento di una nazione; ed è un fatto che la fede sia in continua diminuzione in Europa » (3).
Dieci anni dopo, non più vescovo titolare, riaffermò la propria testimonianza in un’intervista pubblicata nel 1995, aggiungendo un’altra piccola ma importante informazione: “Prima che a Vienna (nel 1984) affermassi che il Terzo Segreto riguardava solo la nostra Fede e la perdita della Fede, mi ero consultato con Suor Lucia e ne avevo prima ottenuto l’approvazione”.
Questa crisi della fede e della Chiesa era stata individuata dallo stesso J. Alonso come contenuto fondamentale del Terzo segreto. Ricoprendo l’ufficio di archivista ufficiale, padre Alonso ha avuto accesso ai documenti e a suor Lucia in persona. Per questo la sua testimonianza è di fondamentale importanza. Circa il Terzo Segreto, prima della sua morte avvenuta nel 1981, rilasciò testimonianze rilevanti che ne illuminano il grave contenuto profetico. Nel suo dettagliato studio: “La verità sul Segreto di Fatima” offriva le seguenti considerazioni:
« Nel periodo che precede il grande trionfo del Cuore Immacolato di Maria, accadranno cose terribili. Quest’ultime formano il contenuto della terza parte del Segreto. Quali sono queste “cose terribili?” Se “in Portogallo, si conserverà sempre il dogma della Fede” (…) – come riporta suor Lucia nel testo del Segreto –, se ne può chiaramente dedurre che in altre parti della Chiesa questi dogmi diverranno oscuri o saranno addirittura persi del tutto ».
« E’ pertanto decisamente possibile che in questo periodo intermedio in cui ci troviamo (tra il 1960 e prima del trionfo del Cuore Immacolato di Maria), il testo faccia espliciti riferimenti alla crisi della Fede della Chiesa ed alla negligenza degli stessi pastori ».
« Una conclusione sembra quindi fuori di dubbio: il contenuto della parte non pubblicata del Segreto non si riferisce a nuove guerre o a sconvolgimenti politici, bensì ad avvenimenti di tipo religioso ed interni alla Chiesa, i quali per loro stessa natura sono decisamente più gravi » (4).
In un altro suo libro, “Il Segreto di Fatima, Fatti e Leggende” pubblicato nel 1976, Padre Alonso aggiunse, alla sua ipotesi che il Terzo Segreto riguardi la crisi della Fede all’interno della Chiesa, il convincimento che esso parli anche della negligenza dei pastori, specialmente quelli della più alta gerarchia:
«La parte non pubblicata del testo parla di circostanze concrete? E’ assai possibile che esso parli non solo di una vera crisi della Fede all’interno della Chiesa durante questo periodo transitorio ma che, proprio come il Segreto di La Salette ad esempio, esso contenga riferimenti concreti ai conflitti interni dei cattolici o alla caduta dei sacerdoti e dei religiosi. Forse si riferisce persino ai fallimenti della gerarchia più alta della Chiesa.Per quanto ne so, niente di tutto ciò è alieno ad altre affermazioni di Suor Lucia sull’argomento» (5).
Dopo suor Lucia, Padre Alonso è stato l’autorità principale su Fatima. Vorrei far notare che lo studioso si è, nel corso degli anni, incontrato spesso con la veggente e le ha fatto molte domande mentre lavorava al proprio importantissimo studio su Fatima. E’ pertanto certo che egli si sarebbe consultato preventivamente con suor Lucia prima di rilasciare tali coraggiose affermazioni riguardo al contenuto del Terzo Segreto, tenendo presente quanto ufficiale fosse considerata la sua voce su Fatima e quanto egli stesso fosse consapevole di questo ruolo. E se Padre Alonso si fosse sbagliato nelle sue conclusioni, è certo che Suor Lucia lo avrebbe informato, poiché ella non ha mai esitato a correggere qualunque affermazione fatta da prelati o da altri autori riguardo a Fatima, qualora fosse stata erronea.
Nel 2010, papa Benedetto XVI rilasciò una testimonianza significativa. In essa individuava un contenuto decisivo del messaggio di Fatima nella “passione della Chiesa a causa del peccato terrificante nella Chiesa”. Queste le sue parole:
« Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante:che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia » (6).
Più che altro ciò che fa riflettere e che da forza alle conclusioni che traggo – si badi, con numerosissimi altri studiosi di Fatima – è “dove” papa Benedetto trovi questo riferimento nel messaggio di Fatima, dal momento che se l’indicazione di una passione della Chiesa per cause esterne compare chiaramente (guerra, Comunismo, ideologie, martiri della fede, ecc.), non avviene altrettanto per quel che riguarda una passione per cause interne, che è invece del tutto assente nelle parole della Madonna contenute nelle parti note del Messaggio e del Segreto. Questo fa pensare che il Papa, profondo conoscitore del messaggio e del segreto di Fatima, abbia voluto “rivelare” qualcosa che poteva completare, quanto alla sostanza, ciò che la Santa Sede pubblicò nel 2000 e che, per motivi forse di prudenza, aveva ritenuto fosse pericoloso rendere noto.
Che il messaggio segreto di Fatima parli anche di questa crisi interna lo testimonia anche un fatto storico molto interessante e sconosciuto ai più. Il 10 Luglio 1977, l’allora patriarca di Venezia Albino Luciani andò a Coimbra, fatto chiamare da suor Lucia. La santa veggente gli consegnò un messaggio per l’allora pontefice Paolo VI, messaggio che lei aveva ricevuto da Gesù in persona e Questi voleva che arrivasse al Papa. In questo messaggio si sottolineavano due punti. Nel primo Gesù parlava della necessità di una riforma morale della Chiesa. Il secondo punto era di una certa drammaticità: il Signore diceva alla veggente che non sarebbe finita la sofferenza del mondo se non fosse cessato il peccato dei sacerdoti e dei consacrati. Il popolo di Dio ed il mondo intero, infatti, sono sconvolti, tuttora, dalla confusione, dallo scandalo e dal peccato perpetrato da sacerdoti, vescovi e religiosi.
Frère Michel de la Sainte Trinité, autore dell’imponente trilogia “Tutta la verità su Fatima”, alla luce della ricchissima documentazione raccolta, ha proposto una ricostruzione del Segreto:
« Mentre in Portogallo il dogma della fede sarà sempre conservato, in molte nazioni, quasi nell’intero mondo, la fede si perderà. I pastori della Chiesa difetteranno gravemente nei doveri del loro ministero. Per colpa loro, le anime consacrate e infedeli si lasceranno sedurre in gran numero da perniciosi errori diffusi dovunque. Questo sarà il tempo della battaglia decisiva tra la Vergine e il diavolo. Un’ondata di disorientamento diabolico dilagherà nel mondo. Satana si introdurrà fino al più alto vertice della Chiesa; accecherà le menti e indurrà il cuore dei Pastori; poiché Dio li abbandonerà a se stessi come castigo per il loro rifiuto di obbedire alle richieste del Cuore Immacolato di Maria. Questa sarà la grande apostasia predetta per gli ultimi tempi; il “falso Agnello” e il “falso Profeta” tradiranno la Chiesa a vantaggio della “bestia”, secondo la profezia dell’Apocalisse » (7).
Voci autorevoli sul tema collimano e si completano. Quello che davvero conta è sapere che anche quello della “passione della Chiesa per il peccato terrificante che esiste nella Chiesa” – e quindi a causa di un terribile crollo di Fede, di gravi defezioni morali e dottrinali dello stesso clero, effetto di una vera e propria apostasia interna –, è un tema decisivo annunciato dalla Vergine del Rosario di Fatimaper mettere tutti in guardia sullo sconvolgimento epocale che interessa il nostro recente passato e soprattutto in nostro presente.
Mi sembra interessante, inoltre, riproporre l’ipotesi lanciata da Antonio Socci, vaticanista, il quale, partendo dal presupposto di una parte inedita del Segreto (da lui rilanciata nel libro dal titolo giornalistico “Il quarto segreto di Fatima”), ha rilevato che « alla morte di Lucia il Papa si sentì in dovere di tener fede all’impegno assunto con la veggente che quel 13 maggio 2000, davanti alle telecamere di tutto il mondo, gli consegnò una lettera il cui contenuto resta tuttora misterioso (come molti suoi scritti e memorie segretati). Ma come rendere nota quella parte del terzo Segreto che ha atterrito tutti i Papi che l’hanno letta? Questo era il problema. Da notizie riservate in nostro possesso, confermate da tre autorevoli fonti vaticane, risulta che Papa Wojtyla e il cardinale Ratzinger decisero di tener fede all’impegno rivelando quel contenuto in forma velata, cioè nei contenuti essenziali, ma senza dichiararne la fonte. L’occasione scelta fu la Via Crucis del Venerdì santo che nel 2005 cadeva il 25 marzo. Infatti fu una Via Crucis molto insolita non solo perché, stranamente, a scriverne il testo fu il cardinale Ratzinger, ma anche perché segnò il passaggio di consegne fra Papa Wojtyla (che sarebbe morto una settimana dopo) e lo stesso prelato. Sicuramente quel drammatico testo fu scritto o riveduto a quattro mani, una sorta di testamento comune dei due pastori ».
Prosegue il saggista: « I passaggi che fecero più impressione furono proprio quelli dove era racchiuso il “quarto segreto”. Fin dalla prima stazione c’è un riferimento penitenziale all’infedeltà di Pietro: “Quante volte abbiamo, anche noi, preferito il successo alla verità, la nostra reputazione alla giustizia. Dona forza, nella nostra vita, alla voce sottile della coscienza, alla tua voce. Guardami come hai guardato Pietro dopo il rinnegamento”. Quindi viene “alla storia più recente”, a riconoscere “come la cristianità, staccatasi dalla fede, abbia abbandonato il Signore”. Denuncia “il potere delle ideologie, intessute di menzogne” che “hanno costruito un nuovo paganesimo” e per eliminare Dio hanno eliminato l’uomo. Ma, aggiungono i due autori, “non dobbiamo pensare anche quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di Lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui!… Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue, è certamente il più grande dolore del Redentore”. E ancora: “Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti… Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti. Tu però ti rialzerai”. Come si deduce anche da queste parole, qualcosa di grave deve esserci, nel messaggio di Fatima, che si riferisce alla Liturgia e alla crisi del Clero » (8).
Note:
1) M. Tosatti, La profezia di Fatima, Piemme, Casale Monferrato 2007, p. 87.
2) G. Mura, The third Secret of Fatima: has it been completely revealed?, in Catholic,marzo 2002.
3) Frère Michel de la Sainte Trinitè, The whole Truth about Fatima, vol. III: “The Third Secret”, Immaculate Heart Publications, Buffalo, New York 1990, pp. 675-676.
4) Ivi, p. 687. Quello di frère Michel è uno studio monumentale. A Lui va tutto il merito del ricercatore di “professione” per l’ampissima documentazione che colleziona nei suoi tre volumi e per gli strumenti che offre, così, ad una più ampia e competa ricostruzione e valutazione dell’evento-messaggio di Fatima.
5) Ivi, p. 705.
6) Papa Benedetto XVI, Intervista concessa ai giornalisti durante il volo verso il Portogallo, 11 maggio 2010: w2.vatican.va/…/hf_ben-xvi_spe_…
7) Frère Michel de la Sainte Trinitè, The whole Truth about Fatima, vol. III, conclusione.
8) A. Socci-S. Paolini, I due Papi e il ritorno della Messa in latino, in Libero 1 luglio 2007.
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