ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 31 agosto 2018

Un vero delirio livoroso

SOLIDARIETA' A MATTEO SALVINI - PERCHE' AVVENIRE ANCORA NELLE CHIESE?

Solidarietà a Matteo Salvini per i continui attacchi da parte anche del mondo catto-fluido, di cui è voce principale ‘Avvenire’. Un inaudito editoriale di Maurizio Fiasco che – traendo spunto dal caso Diciotti – incita i militari alla disobbedienza contro Salvini. ‘Avvenire’ e la documentazione addotta per illustrare la situazione dei migranti in Libia: foto e video non sono quasi certamente riferibili alle torture nel Paese nordafricano.
  
http://www.libertaepersona.org/wordpress/wp-content/uploads/2018/08/Avvenire-fake-news.jpg (immagine aggiunta)

Matteo Salvini disturba. Disturba tanto e disturba tanti… diciamo larga parte dei poteri politici, economici, sociali, mediatici costituiti. Disturba ad esempio il quieto vivere di chi in questi anni ha molto lucrato sul business della cosiddetta accoglienza. Perciò va colpito, va demonizzato, va isolato per impedirgli di tentare di costruire in consonanza con la maggioranza del Paese un’Italia nuova. Un desiderio finora frustrato ma che è diventato un’esigenza per milioni di italiani. Che a tale esigenza hanno dato voce con il voto politico nazionale del 4 marzo e con le successive elezioni amministrative. Un voto i cui esiti i poteri già citati vogliono sovvertire. Politicamente con il tentativo di spaccare il movimento 5 Stelle ( e dunque mettere in crisi il Governo) appoggiandosi sul presidente della Camera Roberto Fico. Mediaticamente con una ininterrotta cascata di insulti e fake news tesi a screditare in primo luogo Matteo Salvini. Per via giudiziaria con le accuse allo stesso Ministro dell’Interno - in relazione al ‘caso’ dei migranti raccolti dalla nave militare Diciotti – di sequestro di persona, arresto illegale, abuso d’ufficio, cui i solerti magistrati di Agrigento ipotizzerebbero di aggiungere anche quelle di “sequestro di persone a scopo di coazione” (pressione sull’Unione europea) e di omissione di atti d’ufficio. Sono accuse che magistrati di provata e positiva esperienza come Alfredo Mantovano hanno smontato con facilità in varie interviste.


AVVENIRE: CASO DICIOTTI, LA PROSSIMA VOLTA I MILITARI SI RIBELLINO AL MINISTRO DELL’INTERNO
Avvenire di oggi, venerdì 31 agosto - in un editoriale di seconda pagina a firma dell’ormai noto Maurizio Fiasco (https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/800-avvenire-al-peggio-non-c-e-mai-limite.html ) - invita addirittura a passare all’azione. Sotto il titolo “Ordini errati e ingiusti non vanno eseguiti” (occhiello: “Caso ‘Diciotti’, scelte della politica, leggi e principi”) il Fiasco conclude così la sua requisitoria anti-Salvini: “La prossima volta che dovesse ripetersi analoga sofferenza degli stremati profughi dall’Eritrea e da altri Paesi dell’Africa (NdR: stremati…ma se erano ben rifocillati? profughi…non c’erano magari tanti migranti?) e un ufficiale di Marina li facesse scendere prontamente a terra sul suolo italiano, egli seguirebbe con scrupolo quanto detta l’ordinamento militare. E nel contempo si adopererebbe per salvare l’onore delle Forze Armate della Repubblica. Che non meritano più di essere investite dal fango che il titolare, pro-tempore, del Viminale, sta rovesciando sulla vasta e delicata amministrazione dell’Interno. Oltre che, beninteso, su tutta la comunità nazionale”.   Pro-tempore? Curiosa definizione con intenti spregiativi… ma tutti siamo pro-tempore su questa terra, compreso il Fiasco… una volta vuotato  lo si butta nelle campane di vetro). Un vero delirio livoroso e sovversivo ospitato con tutti gli onori dal quotidiano catto-fluido dei vertici della Conferenza episcopale italiana.

AVVENIRE: VIGNETTA RIPUGNANTE DI GRAZ, PROPAGANDA DELLA BOLDRINI
Il quale quotidiano negli ultimi giorni non aveva certo cessato di irridere e demonizzare Salvini, al quale va tutta la nostra convinta solidarietà. Qualche perla.
Sabato 25 agosto la vignetta a pagina 2 di Alberto Graziani, vicentino, che si firma “Graz” era di una raffinatezza sublime. Vi si raffigurava un tizio pensoso con accanto una frase: “Da Montezuma a Salvini il potere continua a nutrirsi di sacrifici umani”.  Una riflessione veramente esemplare sul giornale della Chiesa dell’inclusione e della misericordia. Da notare che il “Graz”, già redattore della nausente rivista “satirica” Cuore, in un’intervista a Veneto Vox,  ha detto di sé:  “Ho avuto una formazione cattolica, sono andato a dottrina, facevo il chierichetto ai funerali e mi piaceva in modo immenso spargere i fumi dall’incensiere, ho frequentato l’oratorio, sono stato boy scout (una sezione cristiano-maoista nei mitici anni Settanta)”
Martedì 28 agosto era il giorno dell’incontro di Milano tra Salvini e Orban e allora il foglio catto-fluido e boldrino ha casualmente intervistato la sua patrona (Primo piano, pagina 11). La nota Laura Boldrini coglie l’occasione per dire tra l’altro che “Salvini è rimasto completamente solo, non gli dà retta più nessuno”: che l’ex-presidente della Camera soffra di allucinazioni? Ancora: “Il paradosso è che il ‘patriota’ Salvini è amico di chi crea problemi all’Italia. Non dimentichiamo che Orban è destinatario di più procedure di infrazione per l’immigrazione. Parliamo di un leader che ha introdotto il reato di solidarietà per chi aiuta i migranti (ahi, ahi, Boldrini, manca un aggettivo essenziale: migranti illegali!), ma anche di un premier che sta comprimendo i diritti dei suoi stessi cittadini (i quali lo votano in massa… masochisti per la Boldrini!)”. Sempre l’ ex-presidente della Camera ‘lancia’ – attraverso Avvenire – un appello per le prossime europee affinchè si possa costituire una lista unitaria di centro-sinistra: “Servono candidature nuove, espressione dell’associazionismo laico e cattolico, dei sindaci, dell’ambientalismo”. Ecco un’occasione imperdibile per il direttor Tarquinio e per i suoi accoliti: forza… c’è posto per voi!!!

I MAESTRI DELLA LOTTA CONTRO LE FAKE NEWS PESCATI IN FALLO: IL CASO DELLE FOTO E DEI VIDEO “SULLE TORTURE DEI MIGRANTI IN LIBIA”
Intanto domenica 26 agosto, la succursale di Repubblica aveva riferito – nell’ambito dei suoi servizi dal decaduto Meeting ciellino di Rimini – di una tavola rotonda particolare. A pagina 10 metà dello spazio è occupata dalla cronaca del dibattito sulle fake news, cui hanno partecipato tra gli altri il direttor Tarquinio e il direttor Lucio Brunelli (TG 2000), due campioni della verità giornalistica. Titolo baldanzoso, a tutta pagina: “Giornalisti a prova di fake news. La ricetta delle ‘buone notizie’ “. Sommario: Propaganda e distorsioni, tutti i pericoli dei social media. Brunelli: andare alle fonti. Tarquinio: il bello c’è, va scelto”.
Ma ma ma… giunge martedì 28 agosto ed ecco – sempre su Avvenire, a pagina 9, un articolo – a firma di Nello Scavo – riferito a quanto detto dal Papa nella conferenza-stampa in aereo di ritorno da Dublino sui video da lui visti, riguardanti quanto accade nelle prigioni libiche. L’articolo dello Scavo è accompagnato da due foto orribili di tre persone appese per le caviglie a testa in giù e costretti a reggersi con le mani e di un’altra persona legata e torturata. Didascalia: “Le due immagini a fianco (si tratta delle meno cruente) sono tratte dal video che Bergoglio aveva voluto vedere alcune settimane fa, trovate nei cellulari di chi è riuscito a fuggire dai lager libici”. 
Purtroppo per Avvenire - che sempre si erge a maestro di correttezza professionale – è stato appurato (da siti specializzati in materia come Snopes.com o cacciatori di bufale come David Puente o Francesca Totolo) che:
  1. le due foto pubblicate NON sono state tratte dai video cui si riferisce Avvenire;
  2. le due foto pubblicate quasi certamente NON sono di migranti in Libia, ma forse di episodi accaduti in Nigeria o da altre parti.
  3. i video cui Avvenire fa riferimento o non sono riferiti alla Libia (ma al Brasile) o (in un caso) non c’è prova che siano stati ripresi in Libia. 
Avvenire (che ha agito in coppia armonica con Repubblica) ha pubblicato giovedì 30 agosto un articolo, sempre di Nello Scavo, in cui si scusa, ma solo per la didascalia delle foto. Per il resto conferma. Alla faccia della lotta alle fake news.
Evidentemente la pubblicazione aveva un preciso intento anti-Salvini, così da indurlo a recedere dal proposito di far riportare i migranti in Libia (dove pur accadono cose orribili… ma le foto e i video quasi certamente non riguardavano la situazione libica!).

MA CHE CI FA ANCORA AVVENIRE NELLE CHIESE?
A questo punto la conclusione è spontanea: ma che ci fa ancora nelle chiese un giornale come Avvenire? Che divide il mondo cattolico e criminalizza chi non è ‘allineato’. Che continua a insultare chi è stato eletto democraticamente dagli elettori. Che vuole sovvertire gli esiti del voto del 4 marzo. Che per questo è impegnato in una campagna di odio, irrisione, resistenza di inaudita violenza e non si fa scrupolo di pubblicare fake news. Ripetiamo: che ci fa ancora nelle chiese un giornale così? 
P.S. :  Su ‘Repubblica’ del 29 agosto appare un’intervista al cardinale Raymond Burke sul caso Bergoglio-Viganò, a firma di Paolo Rodari. Il simpatico ma tremebondo vaticanista stavolta si sente un leone, poiché c’è da azzannare Matteo Salvini, condannando nel contempo il porporato statunitense. Che cosa chiede Rodari, pervaso per l’occasione da una vena inquisitoria sismografica, insomma badillera? “Ci sono foto di Lei con Matteo Salvini (NdR: gravissimo… un reato almeno da gulag!). E’ lecito che un credente voti chi ostenta il crocifisso, ma sui migranti ha posizioni contrarie al Vangelo? (NdR: una cosa inaudita… mettete al bando la democrazia e si ritorni alla dittatura del proletariato!)”. Pacata la risposta del cardinal Burke: “Ho incontrato Salvini in diverse occasioni. Credo che sui migranti vi siano posizioni legittimamente divergenti anche tra i cattolici. Non ho motivo di dubitare della sincerità dell’espressione di fede cattolica da parte del ministro”. E così l’ex-mite e tremebondo collega è servito. Di barba e di cappa magna.

SOLIDARIETA’ A MATTEO SALVINI – PERCHE’ AVVENIRE ANCORA NELLE CHIESE? - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 31 agosto 2018


FABBRICA DI FAKE NEWS
Avvenire a scuola da Machiavelli


Dopo il caso di Daisy Osakue, Avvenire si ripete con le false foto di migranti torturati. Quando lancia una campagna non si fa scrupoli di usare bufale e mezze verità, e strumentalizza anche il Papa. Per loro il fine giustifica i mezzi.




                      Una delle due foto impaginate da Avvenire a corredo del servizio

«Il fine giustifica i mezzi» potrebbe essere il motto che il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, dovrebbe aggiungere sotto la testata, se non altro per avvertire i suoi lettori. Ormai è chiaro che di fronte a una battaglia che vuole sostenere, non si ferma davanti a niente: non si fa scrupolo di propinare bufale, di strumentalizzare perfino il Papa e di giocare sulla pelle dei più poveri. E il tutto mentre si pretende di dare ad altri lezioni di etica giornalistica.

Così, abbracciata la linea dell’immigrazionismo più radicale (che prevede entrata libera e accoglienza di tutti i clandestini) e individuato il nemico nell’attuale ministro dell’Interno, non ci sono più freni: si imbastiscono campagne basate su notizie false, verosimili o mezze verità per abbattere il nemico e muovere il popolo dalla propria parte; e quando si è clamorosamente smentiti, si va avanti come se niente fosse.

La vicenda delle foto spacciate per quelle dei profughi rimpatriati segue di pochi giorni quella dell’uovo lanciato da balordi contro l’atleta azzurra di colore Daisy Osakue. Allora per Avvenire fu l’occasione di lanciare una campagna in grande stile contro il razzismo degli italiani, ovviamente alimentato dal solito ministro, anche se era apparso subito chiaro che non di razzismo si trattasse, ma di una goliardata irresponsabile e criminale. E quando la verità emerse, invece di chiedere scusa, il giornale dei vescovi rincarò la dose sostenendo che comunque era violenza figlia di un clima ecc. ecc. Un insulto alla professione giornalistica, ma si sa: loro sono i buoni e se lo possono permettere.

E veniamo alle foto fake. «Era solo una didascalia sbagliata», lamenta il cronista Nello Scavo attaccando chi accusa Avvenire di falso. «I video ci sono e sono veri, venite a vederli», sfida tutti Scavo. Eh no, il problema non sta solo nella didascalia, comincia molto prima. Comincia con il tentare di approfittare della sensibilità di papa Francesco verso la sofferenza dei poveri e dei migranti per arruolarlo nella propria crociata che è tutta di politica interna. Ed è già questo gravissimo. Si offra al Papa tutto il quadro della situazione dei migranti, a cominciare dalle testimonianze dei vescovi africani che da anni denunciano organizzazioni di trafficanti che convincono i giovani a partire con false promesse. Ah già, ma queste notizie su Avvenire non trovano spazio, non servono alla causa.

Meglio esporre il Papa a una brutta figura internazionale, come è successo al ritorno dall’Irlanda, facendogli fare affermazioni contraddette dai fatti. Perché anche se quei video fossero veri e riferiti ai migranti in Libia, come spiega Gaiani in altro articolo, non riguarderebbero affatto quelli rimandati indietro dall’Italia, ma quelli che dai loro paesi di provenienza si sono messi nelle mani dei trafficanti di uomini. E qui si gioca pesantemente sulla pelle di queste persone, perché se le torture vengono subite nel tragitto dal proprio paese all’Italia è questo che bisogna anzitutto fermare, non il rimpatrio.

Quanto alle foto: solo una didascalia sbagliata, diamine. Già, e quale sarebbe stata la didascalia giusta? «Ecco due foto che non c’entrano niente con i video oggetto dell’articolo, ma è tanto per dare un’idea della violenza»? Davvero un giornalista di Avvenire sarebbe disposto a scrivere una stupidaggine del genere?

Smettiamola di prenderci in giro: si tratta di una didascalia lunga e ragionata, non certo frutto di una disattenzione come tante volte può capitare. «Le due immagini a fianco (si tratta delle meno cruente) sono tratte dai video che Bergoglio aveva voluto vedere alcune settimane fa, trovati nei cellulari di chi è riuscito a fuggire dai lager libici»: è chiaramente intenzionale, voluta. Così come volute sono quelle foto: da quando in qua si correda un servizio giornalistico con foto che con l’evento in questione non c’entrano nulla? Neanche nella scuola di giornalismo più scassata sarebbe proposta questa opzione. E non è credibile che nei video nelle mani di Avvenire, per quanto violenti siano non si possano estrarre dei fermi immagine da pubblicare. Allora perché questa ingiustificabile manipolazione?

Ci aspetteremmo una risposta, se la aspettano i lettori verso i quali la dignità professionale impone di portare rispetto. Ieri una scusa obtorto collo «per la didascalia sbagliata», era nascosta in mezzo a un articolo a metà di pagina 4 il cui titolo non lasciava neanche immaginare un “errore” di Avvenire. Diceva: «I video sui lager sotto accusa. Ma l’orrore non è una “fake”». Appunto: l’orrore in Libia c’è, se ve lo facciamo credere con immagini false che male c’è? Del resto, il fine giustifica i mezzi.

Riccardo Cascioli

http://lanuovabq.it/it/avvenire-a-scuola-da-machiavelli

La CEI in politica, per integrare senza evangelizzare

La CEI, che non è uno Stato sovrano, si è offerta di prendersi in carico i richiedenti asilo della Diciotti, che non perdono perciò la qualifica di clandestini e che quindi rimarranno in Italia. Tutto questo non ha niente a che fare con l’integrazione. E neppure con la missione delle diocesi che è quella dell'evangelizzazione. 


L’inserimento diretto della CEI – Conferenza Episcopale Italiana - nella trattativa e nella conclusione della vicenda della “Diciotti” è qualcosa di nuovo. Risolve qualche problema ma ne pone altri. Non si era ancora mai verificato che i vescovi italiani si inserissero in una decisione istituzionale e politica di spettanza del governo italiano, dei governi di altri Paesi coinvolti, e dell’Unione Europea. Le persone sbarcate dalla “Diciotti” sono state affidate all’Albania, al Irlanda e … appunto alla CEI, che però non è uno Stato come gli altri due. Potrà in futuro ripetersi la cosa? E la CEI chiedere ancora che il governo accolga immigrati affidandoli poi alla Chiesa italiana? E potrà farlo solo la CEI o anche altre realtà religiose presenti in Italia? Potrà farlo anche l’UCOII? Potranno farlo anche altri soggetti non religiosi della società civile? Non esiste più, quindi, il diritto dovere dello Stato di difendere i confini e di decidere in ultima istanza su chi entra? So bene che la decisione politica non è stata presa dalla CEI, ma dal governo italiano, e che si è trattato di uno stratagemma per risolvere una questione che stava diventando sempre più spinosa, ma il governo l’ha presa perché la CEI si era resa disponibile. Chi altri in futuro avrà titolo per rendersi disponibile? E il governo dovrà sempre tenere conto di queste disponibilità? Un atto in apparenza così semplice crea una situazione complessa.

Del resto, alla fine i nuovi ospiti vivranno in Italia, perché la Conferenza episcopale italiana non è sovrana su un territorio, vive in Italia, con tutte le sue diocesi e parrocchie. Quindi, di fatto, sono stati accolti in Italia a tutti gli effetti, tranne quello economico, almeno sembra. Allo stato attuale non è infatti chiaro se la CEI manterrà i nuovi arrivati con i fondi dell’otto per mille o altri fondi propri oppure se li farà rientrare nelle quote a carico delle Caritas diocesane. In questo caso a mantenerli sarebbe ancora lo Stato italiano e non la CEI. In ambedue i casi, comunque, gli immigrati vivranno in Italia e qui faranno le domande di asilo per ottenere la qualifica di profughi e per tutte le altre pratiche cui gli immigrati che sono in territorio italiano senza un permesso devono sottoporsi.

Tutto questo non ha niente a che fare con l’integrazione. La CEI, che non è uno Stato sovrano, si è offerta di prendersi in carico delle persone le quali non perdono perciò la qualifica di clandestine e che quindi rimarranno in Italia, per un periodo più o meno lungo in attesa di una vaglio della loro situazione da parte delle autorità. Fare questo non significa integrare, significa solo accogliere facendosi carico delle spese.

Non c’è dubbio che la CEI abbia agito con sagacia dal punto di vista dell’immagine. Passa per il protagonista “buono” del gioco in questione, fingendo di accogliere presso di sé e accogliendo di fatto in Italia: ha fatto accogliere gli immigrati a Salvini senza che Salvini possa essere accusato dai suoi di accogliere gli immigrati. Però ha anche impedito che si addivenisse ad un chiarimento tra i veri soggetti politici della questine e in particolare l’Europa. Ha anche impedito che l’Unione Europea facesse fino in fondo la gran brutta figura che già stava facendo. Un soggetto non politico si è inserito in una faccenda politica impedendone il chiarimento politico.

Bisognerà anche vedere se questa intromissione diretta in politica, perché di questo si tratta, sia positiva anche da altri punti di vista e nel lungo periodo. Perché la CEI non è intervenuta anche in passato per casi politici (ed umanitari) ben più gravi? Una volta si diceva che la Chiesa non fa politica diretta ma attraverso i laici e le persone di buona volontà che essa forma: non è più valido? Questo intervento è stato motivato dicendo che in questo modo la Chiesa favorisce l’integrazione. Ma è vero che le diocesi stanno svolgendo questo compito? Eppoi: è questa la finalità che la Chiesa deve direttamente perseguire?

E’ da molto tempo che non sentiamo più parlare di evangelizzazione nei confronti degli immigrati. A meno che non si considerino tali le varie “Feste dei Popoli” che diocesi e parrocchie organizzano nel periodo di Pentecoste. Il compito di evangelizzare è stato sostituito con quello di integrare? Dimenticando forse che evangelizzare è anche il modo migliore per integrare. Se ci si impegna a integrare non perciò si evangelizza. Se si evangelizza si finisce anche per integrare. È l’annuncio ad avere sempre la precedenza nella missione della Chiesa. Allora, conviene veramente alla Chiesa italiana diventare soggetto politico, sostituendosi agli Stati? Farlo solo su alcuni temi politicamente corretti? Presentarsi come un soggetto operativo che integra senza evangelizzare? Non sarebbe meglio che la Chiesa educasse ad accogliere e ad integrare secondo i principi della sua Dottrina sociale e si concentrasse sulla evangelizzazione?

Stefano Fontana

http://www.lanuovabq.it/it/la-cei-in-politica-per-integrare-senza-evangelizzare

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